Ecco le slides dell’intervento tenuto all’Università di Sassari nell’ambito della giornata di studio su “La valutazione della ricerca”. Il tema dell’intervento è l’applicabilità della bibliometria alle scienze sociali ed umane. La tesi sostenuta: la bibliometria può in linea di principio essere applicata alle scienze umane e sociali, ma allo stato attuale i database disponibili non lo permettono. Questo non giustifica il ricorso a forme semiautomatiche di valutazione come la classificazione delle riviste e degli editori. Queste classifiche sono facilmente manipolabili da comunità scientifiche ristrette ed al riparo dalla scienza internazionale. Allo stato attuale l’unica via percorribile è l’adozione di procedure di peer review trasparenti, che prevedano che i nomi dei revisori siano pubblicati ex post, e che siano accompagnate da una attenta analisi statistica ex post della credibilità dei risultati.
Riprendo le riflessioni conclusive dell’intervento di Sassari. In particolare la parte riguardante la costruzione di database bibliografici trasparenti e controllabili. E’ chiaro che questa deve essere la base, ma non credo affatto che ANPREPS così come è stata impostata possa soddisfare questa esigenza. Il portare le tipologie di lavori da 7 a 37 senza una definizione chiara delle diverse tipologie crea confusione. Il Ministero dovrebbe fornire agli Atenei e agli Enti di ricerca definizioni chiare e univoche per le tipologie di lavori previsti e i relativi metadati descrittivi (non c’è da inventare nulla perché esistono già standard a livello europeo), e authority files a cui tutti possano attingere (riviste, editori, collane). Le strutture dovranno adeguare i loro strumenti interni agli standard definiti e alimentare coi loro dati (solo dopo validazione) il sito ministeriale.
Questa dovrebbe essere la base di partenza, da sviluppare accanto alle procedure di peer review trasparenti. Da qui poi, il percorso sugli indicatori è tutto da costruire.
Che dire: concordo su tutto!
[…] Il motivo di tale agitazione è dovuto al fatto che in alcune aree, tipicamente dalla 10 alla 14, non esistono database bibliografici o bibliometrici di riferimento e che, mentre i GEV delle aree dalla 1 alla 9 potranno avvalersi anche di tali strumenti, per le discipline umanistiche attualmente non c’è (quasi) nulla e certamente non esiste uno strumento unitario. […]
[…] dell’ambito giuridico, non rispetto alla fisica o alla biologia), allora come già evidenziato in un altro articolo pubblicato su roars, si può dire che non esistono aree dove la bibliometria non possa essere applicata (ovviamente con […]