Mediane ANVUR per settori non bibliometrici:
siti docente ritoccabili, tipologie mal definite, riviste “open access” escluse
Il nuovo documento di ANVUR sulle mediane dei settori non bibliometrici suscita ulteriori perplessità sui meccanismi alla base delle procedure di abilitazione.
Il primo problema che si riscontra riguarda la facilità con cui è possibile sul sito docente cambiare le tipologie o cancellare registrazioni. Una nota a sentenza o una recensione diventano tranquillamente un contributo in volume, e non perché si voglia fare i furbi, ma perché non si capisce il motivo per cui l’introduzione viene presa in considerazione (per il calcolo delle mediane) e la nota a sentenza no. Il fatto però che i dati una volta inseriti possano essere ritoccati a piacere non dà alcuna sicurezza rispetto alla credibilità di una banca dati in cui sia le registrazioni che le successive modifiche dovrebbero subire un processo di validazione.
Il secondo problema è rappresentato dal fatto che manca una definizione delle tipologie. Così quando si è fatta l’estrazione dei dati per le mediane libri didattici o monografie di ricerca, edizioni critiche o traduzioni con commento, volumi autoprodotti o pubblicati presso importanti editori (nazionali e internazionali) sono stati tutti considerati nella stessa categoria LIBRO. Basta l’ISBN, un codice che nulla ha a che fare con la scientificità di un lavoro, perché proviene dal mondo commerciale. Anvur però tranquillizza sulla serietà dei controlli volti alla verifica degli ISBN e della loro validità.
Un ulteriore problema che mi pare di riscontrare sta nella mancata definizione non tanto di cosa sia rivista scientifica, ma di cosa sia una rivista.
L’arbitro? Il sito ministeriale.
Esso distingue infatti fra riviste e serie per mezzo dei soliti criteri poco trasparenti. Le varie serie di annali e quaderni sono inseriti ora da una parte ora dall’altra senza una particolare logica. Trovo periodici annuali come gli Annali della Scuola Superiore di Pisa o AION inseriti come riviste ed altri come LId’O inseriti come serie. A partire da queste classificazioni ballerine è stata fatta una estrazione delle riviste (o di quelle che il sito docente reputa tali) su cui hanno pubblicato i docenti italiani. Saranno tutte? Difficile dirlo.
Ma la cosa che più sorprende, soprattutto chi minimamente conosce il mondo dell’accesso aperto (e credo che un paio di persone ci siano anche nel Direttivo di ANVUR) è l’indicazione per cui sono state escluse dalle liste di riviste pubblicazioni la cui rilevanza scientifica è fuori discussione ma che non sono definibili come riviste in quanto “l’autore non cede la proprietà dell’opera intellettuale” riservandosi di pubblicare il contributo in altra sede.
A parte il fatto che non ci è ben chiaro il concetto di proprietà dell’opera intellettuale (ho sempre sentito parlare di proprietà intellettuale dell’opera), ci si chiede come mai non si sia semplicemente detto: escludiamo i Working Papers. E come si fa a verificare la cessione dei diritti? E quali diritti? e deve essere una cessione esclusiva o può essere anche non esclusiva? sembrerebbe (visto l’accenno alla ripubblicazione). che si parli di cessione esclusiva. Dunque ANVUR esclude quelle pubblicazioni scientifiche in cui gli autori non cedono in esclusiva i diritti di sfruttamento economico. E le riviste Open Access? Secondo questo ragionamento riviste come Nature o PLOS verrebbero escluse.
Nella Directory of Open Access Journal vengono premiate con un particolare sigillo (lo SPARC Seal) le riviste scientifiche pubblicate con licenza CC BY. L’ANVUR, invece, ha pensato che vanno escluse. Un’ulteriore conferma dell’atteggiamento di ANVUR in totale controtendenza con quanto avviene in Europa e nel mondo.
carissimi,
a proposito di delibere e documenti ANVUR, il documento n. 01_11 approvato dal Consiglio Direttivo il 22 giugno 2011 intitolato “criteri e parametri di valutazione dei candidati e dei commissari dell’abilitazione scientifica nazionale” suggeriva il seguente criterio di ponderazione per il calcolo della mediana per l’area non-bibliometrica:
monografia pubblicata da editore internazionale, peso 3
articolo pubblicato su rivista internazionale, peso 1,5
curatela di volume pubblicato da edit. internaz., peso 1,2
monografia pubbl. da editore nazionale, peso 1
articoli pubblicati da riviste nazionali, peso 0,5
articoli o capitoli su libri nazionali, peso 0,5
etc..
non è per caso che le pubblicazioni di ciascun aspirante candidato/commissario debbano essere “ponderate” con tale “criterio” o qualcosa di simile?
No, questi criteri si sono persi per strada.
Nelle spiegazioni contenute nel documento di accompagnamento delle mediane non bibliometriche non è rimasta traccia di questa ponderazione.
ok, grazie.
continuerò a chiedermi come siano possibili mediane con i decimali tipo 1,78 quando le monografie a firma unica sono numeri interi…
ma beata l’ignoranza, gli unici numeri con cui vado d’accordo sono le date ;)
grazie ancora
Se l’età accademica è minore di 10 anni, si deve normalizzare moltiplicando l’indicatore per 10 e dividendo per l’età accademica. L’età accademica può essere minore di dieci anni perché la prima pubblicazione scientifica in ordine di tempo è posteriore a 10 anni oppure perché ci sono stati dei congedi (non per motivi di studio). Pertanto, l’età accademica può anche essere frazionaria.
Questa normalizzazione fa sì che gli indicatori di alcuni professori abbiano i decimali. Se il professore “mediano” è proprio uno di quelli i cui indicatori sono stati normalizzati, ecco che la mediana viene “strana”. Se il candidato all’abilitazione ha un’età accademica minore di 10 anni, dovrà normalizzare pure lui e per superare la mediana il suo indicatore (decimali inclusi) dovrà valere almeno 1,79.
Questa è la spiegazione tecnica. Che tutto ciò abbia senso è un altro discorso.
ok, grazie.
ora è tutto chiaro (ma continua a non aver alcun senso…)
Scusate se pongo di nuovo una domanda rimasta senza risposta, ma che a me pare abbastanza importante dato che nel caso del mio settore (10 non-bibliometrico) credo che il problema comune non sia superare le mediane, ma capire cosa farà la commissione.
La domanda è: nel caso si superino le mediane, le 12 o 18 pubblicazioni da inviare alla commissione debbono sempre essere scelte tra quelle uscite negli ultimi 10 anni (quindi fra le stesse presentate per la mediana)?
art. 5, comma 3 del D.M. 7-6-2012 (DM Criteri e parametri)
3. Nella valutazione delle pubblicazioni scientifiche presentate dai candidati ai sensi dell’articolo 7, comma 1, e dell’allegato E, la commissione si attiene ai seguenti parametri:
a) numero e tipo delle pubblicazioni presentate e loro distribuzione sotto il profilo temporale, con particolare riferimento ai cinque anni consecutivi precedenti la data di pubblicazione del decreto di cui all’articolo 3, comma 1, del Regolamento. A tal fine, va tenuto conto dei periodi di congedo per maternità e di altri periodi di congedo o aspettativa previsti dalle leggi vigenti e diversi da quelli per motivi di studio;
b) impatto delle pubblicazioni all’interno del settore concorsuale. A tal fine, va tenuto conto dell’età accademica e, ove necessario, delle specifiche caratteristiche di una parte del settore o settore scientifico-disciplinare o un sottoinsieme di quest’ultimo.
Grazie molte per la risposta.
Mi sembra che se ne debba dedurre che le pubblicazioni non devono essere limitate agli ultimi 10 anni (anche se la commissione dovrà prestare attenzione in part. a quelle degli ultimi 5 anni).
Capisco tutta la discussione sull’opacità delle mediane, ma continuo a pensare che nei settori non bibliometrici tutto dipenderà dal “giudizio” delle commissioni (che è più o meno quello che già succedeva in passato).
Urka! Allora mi ero persa qualcosa…dunque, vediamo se ora c’è tutto. Riassumendo (e per verificare se ho capito bene…anche io, come Isabella, non sono una scienziata!). Nei settori non bibliometrici: 1. ai fini del calcolo delle mediane vanno prese in considerazione solo le pubblicazioni degli ultimi 10 anni; 2. nel presentare la domanda di abilitazione possono essere scelti come prodotti valutabili anche pubblicazioni anteriori al 2012 anche se la Commissione terrà in particolare considerazione quelli degli ultimi 5 anni. Possono gli esterti che leggono questo sito confermare?
è così, non c’è dubbio.
Ma non sarà che il lampo di genio che ha portato all’invenzione delle mediane e dei parametri strampalati sia da mettere in stretta relazione con l’assunzione di due esperti in valutazione nella primavera scorsa di cui uno è un giovane ingegnere gestionale neo-laureato? Chissà quanto vale la sua mediana?
Cari tutti, pongo alcuni quesiti, relativi in particolare ai settori non bibliometrici, su cose che non ho capito leggendo i documenti ufficiali.
Innanzitutto, gli articoli scritti con altri autori e pubblicati in atti di convegno sono conteggiabili ai fini del calcolo delle mediana? Ho visto che gli atti di convegno rientrano nella categoria capitoli di libro, ma non mi è chiaro come vengano trattati se sono a più firme. Ha senso presentare questo tipo di lavori se non è stato indicato esplicitamente sull’articolo la suddivisione dei contributi? Ho alcuni lavori molto buoni, come risultati empirici, ma non ci siamo attribuiti le singole parti.
Altra cosa, che ho visto nello schema della domanda: 10 anni di sudata attività didattica come titolare di corsi obbligatori non interessano a nessuno?! spero di aver capito male, ma non mi sembra si possa inserire nella scheda.
Molte grazie a chi potrà chiarirmi un po’ le cose.
il fatto che non si possa indicare da nessuna parte l’attività didattica in Italia (all’estero si può) ha lasciato molto perplesso anche me. In realtà non si può nemmeno allegare il CV, solo i campi predisposti… bah…
V.
Scusate, riposto una perplessità: rileggendo quanto il Prof. De Nicolao ha scritto non capisco una cosa: “nella prospettiva che le commissioni di concorso dell’area 12 possano farne uso”, cioè nel valutare i candidati all’abilitazione: ok, capito
Ma per il sorteggio dei commissari dell’area 12, questa terza mediana non c’è? Perché il testo del punto 6 dice che le commissioni potranno ecc, cioè presuppone che le commissioni siano state formate, e poi possano ecc
Ma come si formano? Senza la terza mediana?
Grazie e scusate (ma sapete, io sono un’umanista, non una scienziata, le cose bisogna spiegarmele più volte )
Cara Isabella, al momento la sua è una domanda senza risposta.
A proposito dell’Area 12 l’ANVUR (FAQ) dice:
“Si ricorda che per i settori bibliometrici devono essere soddisfatti due criteri su tre, per i settori non bibliometrici uno su tre (uno su due nel caso dell’area 12)”.
Grazie per la segnalazione, si conferma la gestione dissennata di anvur, dopo gli inni alla meritocrazia, pronti a negoziare qualsiasi cosa se qualcuno alza la voce.
Per sdrammatizzare un pò:
una vita da mediano
a recuperar PUBBLICAZIONI
nato senza i BOSS buoni
lavorare sui polmoni
una vita da mediano
con dei compiti precisi
a coprire certe zone
a PUBBLICARE generosi
lì
sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n’hai stai lì
una vita da mediano
da chi PIBBLICA sempre poco
che L’AUTORSHIP devi darlA
a chi GESTISCE il gioco
una vita da mediano
che natura non ti ha dato
nè lo spunto della PUPA DEL BOS
nè del PORTABORSE che peccato
lì
sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n’hai stai lì
stai lì
sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n’hai
finche ce n’hai
stai lì
una vita da mediano
da uno che si brucia presto
perché quando hai dato troppo
devi andare e fare posto
una vita da mediano
lavorando come Oriali
anni di fatica e botte e
vinci casomai L’ABILITAZIONE
lì
sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n’hai stai lì
stai lì
sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n’hai
finchè ce n’hai
stai lì
ciao a tutti e grazie per l’opera unica e meritoria di spiegazione e interpretazione.
Io ho ancora qualche dubbio:
1) Le pubblicazioni sono da considerarsi dall’anno 2002 incluso?
2) E’ confermato che si possono mandare per la valutazione anche pubblicazioni da anni precedenti, sebbene si faccia riferimento soprattutto agli ultimi 5 anni?
3) E’ confermato che è possibile ritirarsi dalla selezione entro quindici giorni dalla pubblicazione dei criteri della commissione?
Grazie
Sì per tutte le domande,
Cordialmente
Ab
Secondo voi il fatto che, vista la lunghezza dei tempi del bando, i potenziali candidati per i settori non bibliometrici abbiano la possibilità di realizzare in quattro e quattr’otto un bell’e-book con isbn (spacchettando libri in capitoli se non peggio) mentre ovviamente non è possibile pubblicare un articolo internazionale in due mesi non determina una disparità di trattamento fra le due categorie di candidati? Non ci sarebbe da ricorrere contro il bando anche per questo?
Certo, però bisognerà aspettare le esclusioni dei candidati, dopo il 20 novembre e vedere se qualcuno intende ricorrere.
Personalmente trovo che davanti alla protervia dell’Agenzia non vi siano molte altre soluzioni. Resta da vedere se per paura dei ricorsi sforneranno nuove interpretazioni e diranno di fatto alle commissioni di ammettere tutti all’abilitazione. Il precedente della terza mediana di area 12 non è confortante.
la disparità di trattamento è molto evidente anche a prescindere da questo fattore. Già la necessità di una mediana su tre verso due mediane su tre, facilita. Inoltre da molti commenti pare di capire che mentre le mediane delle aree bibliometriche sono piuttosto alte, le mediane delle aree non bibliometriche sono piuttosto basse. Insomma, sembra quasi un voler spaccare l’università in due, non semplice disparità.
V.
nelle FAQ del sito ANVUR aggiornate ieri, quasi alla fine si legge:
“Il MIUR informerà i candidati circa le procedure con le quali i file PDF potranno essere prodotti e utilizzati a fini di abilitazione.”
che cosa significa? che i miei lavori che ho trasferito in pdf attraverso scannerizzazione e i files pdf che ho ricevuto dalle case editrici o dalle riviste su cui ho pubblicato non saranno validi? dovremmo avere dei files pdf certificati o qualche diavoleria simile (con marche da bollo annesse)?
no idea, aspettiamo e vediamo.
Non fa una grinza.
In un sistema dove la cessione dei diritti (in forma esclusiva)è requisito senza il quale “pubblicazioni la cui rilevanza scientifica è fuori discussione” non possono essere considerate riviste (da ANVUR), qualsiasi utilizzo è soggetto all’autorizzazione dell’avente diritto (l’editore a cui ho ceduto i diritti di sfruttamento economico).
Una autorizzazione per l’utilizzo ai fini VQR
Una autorizzazione per l’utilizzo per l’abilitazione
ecc.
Riporto un commento ricevuto via e-mail, relativo a problemi di classificazione nelle aree bibliometriche, alla luce dei curricula pubblicati il 7 settembre 2012:
“volevo segnalarvi l’ennesimo problema sull’affidabilità del database Cineca (che magari avrete già notato).
Riguarda la pubblicazione Lecture Notes in Computer Science, Springer. E’ una pubblicazione
molto diffusa e piuttosto “complicata”. Tantissime conferenze del settore pubblicano qui gli atti,
in più è composta da alcune journal subline organizzate come riviste e per finire per qualche
anno ha avuto anche impact factor. Si pone quindi il problema di come classificare i propri lavori
pubblicati qui.
Nella mia visione del mondo, se si tratta di un articolo a convegno è un articolo a convegno
e se fa parte di una journal subline è un articolo a rivista.
Avevo però il sospetto che la cosa non fosse così chiara a molti miei colleghi.
Ho dato quindi un’occhiata ai CV degli aspiranti commissari e ho visto che tutte le soluzioni sono state
praticate: convegni classificati come convegni o come rivista o anche come contributo in volume.
E non si tratta di una o due pubblicazioni, c’è chi in questo modo ha quasi trenta articoli su rivista in più.
Qualche giorno fa avevo anche inviato una mail a anvur e cineca per chiedere chiarimenti.
Mentre da anvur attendo (se mai ci sarà) ancora risposta, quella di Cineca è stata:
“Lecture Notes in Computer Science come indicato da lei è una serie e non può quindi essere inserito come rivista. in atti di convegno visionerà l’issn segliendo la serie.”
Più chiaro di così…”
Abbiamo affrontato il problema anche nel mio ateneo. L’editore stesso, Springer, definisce le lecture notes in generale (tutte le linee) come book series (resta il fatto che manca nei documenti dell’ANVUR una definizione di cosa sia una rivista).
Il problema è invece che non è stato utilizzato lo stesso criterio per tutte le LN. Infatti Lecture notes in control and information science si trova sia come serie che come rivista.
Vale a dire che chi ha pubblicazioni su LNCIS ha potuto inserire i propri lavori sia come articoli che come contributi in volume.
[…] interessati, sia perché la tipologia delle pubblicazioni non è ben definita, come spiegava qui Paola Galimberti in tempi non sospetti. È dunque assai facile che chi vi inserisce i suoi dati […]