L’ANVUR gioca a rimpiattino con il TAR Lazio: a sorpresa esce dal limbo l’elenco delle riviste scientifiche incluse nella classe A per l’area 12 – Scienze giuridiche. Un altro disdicevole episodio della telenovela dell’area 12.

Mesi fa l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti ha presentato ricorso al TAR Lazio contro l’allegato B del D.M. 76/2012 (noto come “criteri e parametri”).

Valerio Onida, presidente dell’Associazione, così argomentava su Roars il ricorso presentato dai costituzionalisti:

Quello che noi abbiamo impugnato è l’allegato B del regolamento 7 giugno 2012 n. 76, dove si stabiliscono i criteri per calcolare e valorizzare le famose “mediane”. Quello che secondo noi è violato è l’elementare principio dell’affidamento legittimo nei confronti delle norme che costituiscono il quadro nel cui ambito il cittadino agisce. La legge non può liberamente disporre in modo retroattivo (ora per allora): è un principio generale dell’ordinamento (“La legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo”: art. 11 delle disposizioni preliminari al codice civile). Lo può fare, in determinate circostanze, in nome di determinati interessi generali  e con rigorosi limiti, senza violare il principio di affidamento, che appunto è un caposaldo dello Stato di diritto. Stato di diritto vuol dire che l’attività delle autorità pubbliche si fonda e si conforma alle norme, e quindi i i cittadini si aspettano legittimamente che le loro azioni od omissioni siano valutate in base alle norme che erano in vigore nel momento in cui sono state poste in essere, non che si cambino le carte in tavola a posteriori.

Risultato: la terza mediana, relativa alle riviste di eccellenza, non fu mai resa nota per l’area giuridica. Né furono resi noti gli elenchi di riviste di fascia A: a molti sembrò un espediente per far cadere l’oggetto del contendere.

La mancata pubblicazione ha certamente avuto l’effetto positivo di ridurre i conflitti e le lacerazioni all’interno dell’area giuridica, rispetto a quanto accaduto per altre aree disciplinari. Tuttavia, già tempo fa avevamo osservato come l’assenza della terza mediana avesse creato un’oggettiva situazione di disparità di trattamento, rendendo minori le chances di superamento delle mediane per gli studiosi di area 12, rispetto alle altre aree. Il che vale per i candidati e soprattutto per i commissari.

Come prevedibile, qualcuno ha sollevato la questione presso il TAR Lazio. Risultato: quasi fosse un coniglio estratto da un  cilindro, appare bella e pronta la lista delle riviste di eccellenza per l’area giuridica.

Qualche prima domanda in merito:

1. Sembrava che il Gruppo di Lavoro incaricato della redazione delle liste avesse ritenuto che non vi fossero le condizioni per la redazione degli elenchi:

 

Chi dunque ha la responsabilità di queste liste? Chi le ha composte e come? Saranno resi noti i verbali relativi alla redazione delle liste?

2.Se la lista è stata pubblicata per prevenire il riconoscimento di una disparità di trattamento da parte del Tribunale ciò non basta certamente allo scopo. Occorre che sia resa nota la mediana, oltre alla lista di riviste.

Il “suggerimento” dato dal Gruppo di lavoro, peraltro, non sana la disparità di trattamento:

Se tale dovesse essere l’intendimento di ANVUR, come dovrebbero reagire tutti coloro che – superando la terza mediana ma essendo collocati sotto le altre due – hanno rinunciato a fare domanda come commissario o hanno ritirato la domanda stessa, consapevoli che colleghi delle altre aree non bibliometriche potranno essere selezionati proprio sulla base di quel criterio reso solo tardivamente noto per l’area giuridica?

Pertanto c’è da chiedersi se, nell’ipotesi che venga pubblicata la terza mediana, saranno riaperti i termini per gli aspiranti commissari in modo da consentire la candidatura di chi la supera. Attendiamo di saperlo.

Nel frattempo, il feuilleton delle abilitazioni si arricchisce di un nuovo deprecabile episodio.

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28 Commenti

  1. C’è anche “sociologia del diritto”.
    Chissà perchè una rivista di sociologia (Area 14), che benchè del diritto non è diritto, è addirittura di classe A in area 12. Che interessasse a qualcuno di area 12?

    Certo questa pubblicazione produrrà la terza mediana provocherà altri ricorsi:
    a) da parte degli esclusi che con la terza mediana sarebbero stati amessi;
    b) da parte di coloro che (commissari) hanno ritirato la domanda.
    Se riaprissero i termini qualche ricorso lo eviterebbero, ma darebbeo manforte a quello più robusto, cioè quello dell’AIC.

    Chi vivrà vedrà.

    Chi vivrà vedrà

    • Per rispondere al primo quesito, probabilmente è perché in numerose facoltà di giurisprudenza si insegna “Sociologia del diritto”, che è una materia nell’area della Filosofia del diritto.
      E forse anche perché su Sociologia del diritto hanno pubblicato Alpa, Cassese, Galgano, Friedman, e altri che adesso non ricordo.

    • Potrei sbagliare ma la Sociologia del diritto di SSD fa SPS/12; che non è propriamente un settore IUS dell’area 12.

      A nulla dire che se un giurista scrive di sociologia del diritto utilizzerà metodo sociologico e non giuridico. Dunque non ci dovrebbe essere la scientificità richiesta, perchè di altra scienza si tratta. E come se io, che sono un giurista, scrivessi un’articolo, che so, sulla programmazione web in Ajiax per una rivista informatica e così magicamente quella rivista diventasse di area 12 (non eccellente perche io non sono Alpa, Cassese, Galgano!). O peggio e conme se scrivessi un articolo di diritto, che so, sulle invenzioni del lavoratore e sull’applicazione del relativo regime al software, pubblicato, per dire, su Computer science (non ho idea se esista o non) e tale rivista diventasse sempre magicamente sempre scientificamente giuridica per area 12 (sempre non eccellente perchè sempre contino a non essere Alpa etc.)

      Se quindi un giurista scrive un articolo di diritto pubblicato in una rivista di sociologia considerare eccellente in ambito giuridico quella rivista è ancora più grave.

      Spunti o non la terza mediana la pubblicazione sarà una pacchia per il ricorso AIC.

    • Se un giurista, o sociologo, scrive con metodo sociologico sul diritto, quella a mio parere è “scientifico” anche per il settore 12. Poi una università sarà libera di non istituire insegnamenti di sociologia del diritto, perché non è una materia obbligatoria, ma spero che non sia questo il criterio.
      Condivido il ragionamento in generale, ma sul caso di specie è sbagliato, e finirebbe per tagliare fuori le materie interdisciplinari. Se scrivessi un articolo sul senso di giustizia su “Science”, quello dunque non potrebbe essere in fascia A per il settore 12?
      Perché non escludere quindi le riviste di storia del diritto, o di filosofia del diritto? E la psicologia del diritto? Anche queste non usano il metodo scientifico del diritto positivo. Detto questo, Sociologia del diritto è nel macrosettore sociologico 14, ma era anche nel settore IUS20 ed è nel nuovo settore 12H3.
      Ovviamente sono di parte perché sono nel comitato di redazione di Sociologia del diritto, e mi auguro che l’inclusione si avvenuta sulla base del merito della rivista, ma non sono molto d’accordo con l’idea della scientificità a comparti stagni.
      ciao Luigi

    • Non stavo scrivendio del migliore dei mondi possibili, ma delle stesse regole che si è fata l’ANVUR. Una di queste è (era) che una ricista considerata scientifica per un’area non per questo oo era per un’altra. Non ho detto che mi piace. Ho detto che ANVUR fa e sfa, e questo non mi piace.

      Poi io non ho nulla da dire sulla rivista Sociologia del diritto, ma ho avuto da ridire che essa sia in area 12. Se poi la sociologia è inserita in IUS 20, sul piano formale ritiro parte di quello che ho scritto. Ma rimango fermo sulla arbitarietà dell’ANVUR.

    • Quesito per Alberto ed altri “esperti” roarsiani.
      Cosa posso fare per farmi valutare da una commissione area 13 un articolo pubblicato su una rivista internazionale manifestamente scientifica (soddisfa TUTTI i requisiti ANVUR di scientificità, IF in primis), ma assurdamente esclusa dall’elenco di riviste scientifiche dell’area 13? Devo chiedere la peer review? Se sì, come posso formulare la richiesta alla commissione, visti i limiti “strutturali” del modulo per le domande ASN? Grazie, Nicola Giocoli.

    • @NG: un conto è il superamento delle mediane, per cui si utilizzano le liste ben note. Ciò non impedisce di sottoporre altro alla commissione per la valutazione qualitativa.

    • Grazie per la risposta.
      Quindi, se ben capisco, quell’articolo non conta per superare la mediana quantitativa (perché assurdamente considerato meno di un articolo sulla rivista dei maiali), ma posso senz’altro inserirlo tra le mie pubblicazioni “migliori” da far valutare alla commissione sul piano qualitativo.
      Corretto?
      (Mi scuso di parlare di dubbi personali su Roars, ma credo che domande di questo tipo non sia l’unico a pormele, in questi giorni).

  2. Siamo alla folllia pura.
    Segnalo ufficialmente che la mia societa’ scientifica, per il diritto del lavoro, aveva inviato un elenco per la terza mediana. L’anvur pubblica un elenco escludendo alcune riviste da noi segnalate. Come lavorista e componente del consiglio direttivo della mia societa’ scientifica sono, a dir poco, indignato. Si tratta di qualcosa di gravissimo. Chi, se non chi e’ stato democraticamente eletto dalla comunita’ di riferimento, puo’ permettersi di indicare quali sono le riviste piu’ rilevanti dell’area?

    • In effetti, su sociologia del diritto scrivono i filosofi del diritto che sono in area 12. E quindi almeno puo’ avere senso questa inclusione. Anche se ovviamente e tutta l’idea della mediana che e’ sballata. E anche l’idea di tagliare con l’accetta i settori. Se una rivista e’ scientifica per una comunita’ di studiosi, lo dovrebbe essere per tutte le altre senza steccati. Basti pensare che i giuristi dei primi del novecento erano giuristi e basta: cioe’ si occupavano di tutto dal diritto romano all’economia.

  3. Quel che Profumo non può non fare: 1. Rivelare i nominativi di coloro che hanno redatto la lista di eccellenza delle riviste di area 12 (siamo sempre in attesa del verbale del Gdl dell’area 10); 2. Riaprire i termini per le domande degli aspiranti commissari.

  4. A me sembra che la pubblicazione dell’elenco delle riviste non cambi lo stato delle cose: è la valutazione secondo criteri stabiliti a posteriori che viene contestata dai costituzionalisti, se non erro.

  5. Se fanno la terza mediana, posto che la terza mediana e’ fatta su una base fantasiosa, si realizza una spaventosa disparita’ di trattamento tra chi ottiene un vantaggio sulla base di essa e chi no. Cio’ vale soprattutto per i commissari esclusi o che sono stati dissuasi dal presentare domanda perche’ non avevano la prima e la seconda mediana, ma potrebbero avere oggi la terza. Per i candidati il problema e’ meno grave, se si ritiene che il superamento delle mediane non sia condizione vincolante per l’abilitazione. Se invece, qualche burlone sostiene la natura vincolante del superamento di almeno una mediana, allora esplodera’ un vulcano di ricorsi.

  6. Senza vergogna…vorrei vedere in faccia il consulente giuridico dell’Anvur che suggerisce questi trucchetti….
    l’unica cosa positiva che la materia del contendere del ricorso Onida riappare e reputo che darà ragione ai Costituzionalisti….

  7. un dubbio:

    scusate, se ho ben capito, non si tratta della terza mediana, ma delle specificazione di una delle due: specifica l’eccellenza delle riviste:

    se la mediana negli articoli non viene superata comunque (contando tutte le riviste, anche quelle non imoprtanti), ma quella sui libri viene superata, la novità della classificazione delle riviste non rileva, giusto?

    grazie,
    ciao,
    anto.

  8. Molti di noi avranno un’esperienza decennale di come è stata condotta e messa in pratica, realizzata, attuata, ‘implementata’ se è proprio necessario, la riforma universitaria. Si tratta, in essenza, di un continuo rifacimento che ha creato disparità tra atenei, tra individui (docenti e studenti), che ha generato un caos oramai quasi ingestibile, collassante sotto il colpo di grazia gelminiano. Si è data la colpa all’autonomia mal gestita, ad un corpo sociale accademico irresponsabile nel suo complesso che ora va messo in riga e punito (col bastone e con qualche, forse, carota, ha detto da poco il nostro – NOSTRO! – ministro MIUR). Nessuno di quelli che dovevano veramente vigilare l’ha fatto, nessuno è individualmente responsabile e ora la colpa è soltanto collettiva. Da questi vertici che non si sono assunti apertamente le loro responsabilità né durante il processo né nella fase di acuta criticità, è emerso, a mio modo di vedere, il fenomeno parallelo dell’autoritarismo d’élite foderato di pressapochismo vile ed ipocrita. Ministro ed Anvur non si sono dimessi al momento opportuno, come sarebbe stato normale considerato l’incessante coro di critiche su ogni livello – da quello tecnico a quello etico e politico -, per (poter) impantanare nuovamente il corpo accademico (questa volta soltanto quello docente) in una procedura mal concepita, mal studiata, affrettata, pasticciata, inutilmente complessa e continuamente ritoccata. Non c’è conteggio tecnico e maquillage formale che tengano: il contenuto e il senso della procedura di abilitazione sono irrimediabilmente guasti anche se la macchina continua, tra intoppi e aggiustamenti inefficaci, ad arrancare schizzando qua e là false speranze (il non si sa mai, il miracolo). Ma nessuno di chi la guida lo riconosce e ne trae le conseguenze. Anzi, tacendo o giustificandosi continuamente e continuando a dare la colpa agli altri, oramai l’ha portata ad un punto di non ritorno, per cui le abilitazioni si faranno, male, allo sbando, ma si faranno. E sarà una vittoria politica per ministro e anvur: avranno sconfitto chi protesta anziché sottomettersi alle sregole ed affogarci. Il nostro ministro fa parte di un governo tecnico; il governo tecnico ha alt(r)i interlocutori economico-finanziario-politici, che non siamo noi semplici mortali che oseremmo essere ‘choosy=schizzinosi’ ma in attesa di caramelle e contemporaneamente con il timore di diventare esodati. Bel lessico contemporaneo! A noi non resta che essere ‘choosy’ secondo un altro senso della parola: esigenti, professionalmente; ed inoltre autonomi e fermi nel giudizio globale politico.

    • io so solo quello che farò personalmente, se sorteggiato darò le dimissioni…..non intendo avallare in alcun modo questo sconcio….
      reputo, però, che pochi seguiranno il mio esempio…
      poco m’importa:
      etiamsi omnes, ego non

  9. Cari amici, vi prego, evitiamo di fare i giapponesi, chi verra’ sorteggiato deve fare il suo dovere. Fare finta che le mediane non esistano, leggersi le opere dei candidati e bocciare chi ha presentato solo immondizia. Semmai, appena insediati, va calcolato il numero dei candidati e chiesta proroga al ministero. E vediamo che dice?

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