Quasi a voler vivacizzare la pigra parentesi estiva, riparte in grande stile la divertente saga dei documenti a cucù. Il 30 LUGLIO – ANVUR ha pubblicato un avviso sul suo sito con il link alle liste aggiornate delle riviste scientifiche e delle riviste in classe A per tutti i settori non bibliometrici ai fini dell’abilitazione nazionale. Secondo un copione ormai collaudato, nel giro di poche ore, l’avviso e le “liste fantasma” erano scomparse, lasciando il posto ad uno scarno avviso che imputa la retraction a non meglio precisati errori materiali. ROARS ha recuperato le liste fantasma e le mette a disposizione dei lettori.

 

ANVUR ha pubblicato ieri 30 luglio 2015 le liste di riviste scientifiche e le liste di classe A per i settori non bibliometrici.


Elenchi_Riviste


Ed oggi, come è ormai tradizione, ha provveduto a ritirarle.

Quasi a voler vivacizzare la pigra parentesi estiva, riparte in grande stile la divertente saga dei documenti a cucù, le cui precedenti puntate erano state riassunte in un articolo apparso lo scorso gennaio, pubblicato in occasione della scomparsa del Documento sulla valutazione dei corsi di dottorato (È ritornata l’ANVUR al canto del cucù).

riviste a cucù


Le liste fantasma 

Come forse gli appassionati del genere ricorderanno, i precedenti elenchi delle riviste scientifiche e di fascia A furono pubblicati il giorno 1 marzo 2013 e scomparvero dopo poche ore senza alcuna spiegazione. Le liste videro di nuovo la luce il 6 marzo. Roars riuscì a scaricare in tempo le liste scomparse ed a pubblicarle dopo la loro sparizione. Questo permise il confronto tra le due versioni delle liste:erano spariti due titoli e se ne era aggiunto un centinaio di nuovi, con un ragguardevole record di 40 titoli in più nel settore concorsuale 14/A2 di un membro del gruppo di lavoro riviste e libri, Maurizio Ferrera (potete rileggere la cronaca di quei giorni qua). 

Anche questa volta siamo riusciti a salvare in tempo le liste fantasma che pubblichiamo qui di seguito:

Riviste Scientifiche di Area 10   Riviste di Classe A di Area 10

Riviste Scientifiche di Area 11    Riviste di Classe A di Area 11

Riviste Scientifiche di Area 12   Riviste di Classe A di Area 12

Riviste Scientifiche di Area 13   Riviste di Classe A di Area 13

Riviste Scientifiche di Area 14   Riviste di Classe A di Area 14

E visto che ci siamo pubblichiamo anche le altre due liste fantasma:

Collane periodiche scientifiche  Collane periodiche di Classe A

Canta che ti passa

La redazione di Roars, ormai a corto di idee per commentare i casi di documenti “a cucù”, si trova costretta e ripiegare su una forma di self plagiarism riproponendo una filastrocca già pubblicata, limitandoci ad adattare qualche parola alla scomparsa delle liste di riviste:

La lista se n’è andata / la lista non c’è più …

Se non ricordate la giusta intonazione, niente paura. È quella del video qui sotto. E non scordatevi di tenere il tempo battendo le mani.

La lista se n’è andata
la lista non c’è più
è ritornata l’ANVUR
al canto del cucù

Cu-cù, cu-cù, la lista non c’è più,
è ritornata l’ANVUR al canto del cu-cù.

Lassù nel loro sito
la lista non c’è più
comincia a farci beffe
il perfido cucù

Cu-cù, cu-cù, la lista non c’è più,
è ritornata l’ANVUR al canto del cu-cù.

Il prof alla finestra
la sfoglia in su e in giù
aspetta il nuovo elenco
al canto del cucù.

Cu-cù, cu-cù, la lista non c’è più,
è ritornata l’ANVUR al canto del cu-cù.

Ti ho pur sempre detto
di ANVUR la virtù
di far sparire tutto
al canto del cucù.

Cu-cù, cu-cù, la lista non c’è più,
è ritornata l’ANVUR al canto del cu-cù.
cu-cù, cu-cù.

 

Print Friendly, PDF & Email

9 Commenti

    • Pare che ANVUR abbia chiesto a Young&Rubicam di coniarle uno slogan per la sua nuova strategia di branding e che le abbiano proposto
      _______________________
      “Dove c’è cucù c’è ANVUR”

  1. Pensiamoci bene; siamo giunti alla follia e non ce ne accorgiamo.
    L’ISIS sta diffondendosi nel mondo, ci sono guerre dappertutto, sono in atto processi migratori sconvolgenti con collegati problemi di xenofobia, il FMI ci dice che in Italia, per recuperare il tempo perso, ci vorranno venti anni, papa Francesco segnala da drammatica situazione del pianeta, il Mezzogiorno affonda, e l’elenco potrebbe continuare all’infinito; e noi abbiamo messo su un assurdo e complicatissimo sistema per stabilire se una persona sa fare ricerca ricorrendo a numeretti legati a indicatori del tutto discutibili che scaturiscono, tra l’altro, dalle riviste A,B,C a geometria variabile. Nei paesi con cui collaboriamo/competiamo – tipicamente quelli anglosassoni – staranno sicuramente facendosi crasse risate nel vedere cosa siamo stati capaci di inventare per rendere più complicato possibile un processo di selezione e reclutamento universitario che deve riposare su semplici criteri affidati a persone competenti e in buona fede. Negli altri paesi si pubblicano bandi, si fanno le domande ed una commissione giudica e assume, punto. Il sistema italiano genera invece migliaia di ricorsi per cui chi decide, alla fine, è un magistrato e non gli scienziati (e ci guadagna la sproporzionata pletora degli avvocati). Insomma, siamo all’assurdo, cerchiamo di rinsavire.
    Voglio sperare che il lavoro puntuale di ROARS sia uno stimolo ai lettori per riflettere sulla situazione e, soprattutto, per impegnarsi, ciascuno nel proprio ambito, al fine di rimettere in carreggiata un veicolo che sta paurosamente sbandando.

    • Grande Giorgio Sirilli, ecco la quadratura del cerchio. Basterà individuare, e sarà facilissimo, un gruppo di “semplici criteri” e di “persone competenti e in buona fede” e il gioco è fatto. Se lo stesso Giorgio Sirilli ha un attimo nel fine settimana potrebbe stendere quei semplici criteri e un elenco delle persone competenti e un buona fede e postarlo su Roars. Naturalmente quei criteri e quelle persone saranno prontamente accettati e approvati da tutta l’accademia italiana. Finalmente andremo poi tutti in vacanza tranquilli, dedicandoci a problemi importanti come la diffusione di ISIS nel mondo e la xenofobia.

  2. Comunque sia, nella lista delle “riviste scientifiche” di Area 13 (Scienze Economiche e Statistiche, non Veterinaria, si badi bene) c’è ancora la Rivista di Suinicoltura, quella che dichiara di essere
    ______________________________
    “punto di riferimento imprescindibile per gli allevatori di suini, per i tecnici e per le imprese impegnate nell’indotto della filiera suinicola nazionale.”
    https://www.roars.it/per-giustificare-le-riviste-pazze-lanvur-paragona-suinicoltura-al-caffe-di-pietro-verri/
    ______________________________
    Ma qualche progresso bisogna pure riconoscerlo: per esempio, hanno scritto Suinicoltura e non Suinicultura come avevano fatto Ribolzi e Castagnaro (lapsus freudiano?) nella loro replica apparsa sul Sussidiario (http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2012/10/19/UNIVERSITA-La-vendetta-del-suino-l-Anvur-risponde-al-Corriere/330447/)

  3. Nella comunicazione (scomparsa) che precedeva l’elenco delle riviste appariva un altro punto a mio parere interessante che riprendo dalla nota cancellata:
    “L’ANVUR sta studiando se il suo mandato comprende la classificazione di almeno alcuni tipi di collane, o le assegni invece la funzione di classificare ai fini dell’Abilitazione scientifica nazionale esclusivamente le riviste”.
    Se prendiamo per buono il fatto che ad ANVUR spetti classificare ai fini della ASN le riviste (e francamente non ne sarei così certa), la mia domanda è: qual è il senso di classificare “almeno alcuni tipi di collane”?

    • Il 14.1.2013, in un post dal titolo significativo (“Lo scippo”) scrivevamo:
      «A chi compete per legge stabilire i caratteri di scientificità delle pubblicazioni? Spetta davvero ad Anvur? O per caso compete a qualcun’altro?
      La domanda non è retorica né vuole essere una provocazione. Esiste infatti una legge dello Stato, ancora in vigore, la l. 9 gennaio 2009, n. 1, “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 novembre 2008, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca”, che nel suo art.3-ter, intitolato “Valutazione dell’attività di ricerca” dispone al comma 2 che “ I criteri identificanti il carattere scientifico delle pubblicazioni sono stabiliti con apposito decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, su proposta del Consiglio universitario nazionale e sentito il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca”, ossia quella che oggi sarebbe Anvur, costituita come erede di quelle competenze.”»
      https://www.roars.it/lo-scippo/

    • Sulla base di quella previsione normativa, il CUN, con l’appoggio del ministro Profumo, promosse una consultazione pubblica, a valle della quale formulò una proposta che presentò all’allora ministro Carrozza. La proposta è qui e vi sono anche tutti gli esiti della consultazione nei rapporti allegati:
      https://www.cun.it/uploads/4532/proposta_cun_criteri_scientificità.pdf?v=
      Sarebbe interessante saper per quale ragione nessun ministro, a partire dalla Carrozza e per finire a Giannini, ha ritenuto di portare a termine la procedura, chiedendo su quella il parere di Anvur?
      Il MIUR, con la sua inerzia, favorisce, anzi legittima la “supplenza” di Anvur, ossia i ricorrenti interventi sostitutivi dell’Agenzia. Dopo tutto, è anche uno sfregio alla comunità scientifica che dall’aprile all’ottobre partecipò alla consultazione…

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.