Chiedere accesso ai calcoli delle mediane:
con la legge sulla trasparenza si può fare.
Spiegazioni e facsimile.
In agosto l’ANVUR ha pubblicato le mediane per i settori bibliometrici (13 agosto) e quelle per i settori non bibliometrici (24 agosto). Tali mediane sono dei numeri che misurano quantitativamente dei livelli di produzione scientifica e del relativo impatto, il cui superamento è richiesto sia agli aspiranti commissari che ai candidati all’abilitazione scientifica. Inutile sottolineare l’importanza che tali numeri assumono sia per l’intera comunità accademica italiana sia per i singoli studiosi, la cui carriera può essere influenzata da variazioni delle mediane anche piccole, ma pur sempre sufficienti a decretarne il passaggio dall’ammissione all’esclusione. Il 27 agosto, l’ANVUR ha pubblicato il seguente avviso:
Nuova e definitiva versione delle Tabelle delle mediane per i settori bibliometrici e per quelli non bibliometrici
Pubblichiamo oggi nella sezione Abilitazione Scientifica Nazionale la nuova e definitiva versione delle Tabelle delle mediane per i settori bibliometrici e per quelli non bibliometrici, in base alle quali domani entro le 12,00 saranno fornite a ciascun professore ordinario nel rispettivo sito docente le informazioni relative all’ammissibilità alla candidatura alle commissioni di abilitazione.
I valori delle mediane pubblicati in precedenza erano stati ottenuti utilizzando un’approssimazione che, ad un più attento esame, non risulta pienamente in linea con la definizione formale di mediana contenuta nel DM 76.
Entro la settimana corrente pubblicheremo la lista delle riviste di fascia A per le aree non bibliometriche.
L’ANVUR ha disconosciuto le precedenti mediane, che sarebbero state ottenute utilizzando un’approssimazione “non pienamente in linea con il D.M. 76” e ne pubblica una nuova versione, questa volta “definitiva”. Le nuove mediane presentano differenze in quasi tutti i settori bibliometrici e in molti settori non bibliometrici. Dato che parecchie mediane sono diventate più alte, numerosi candidati che con la prima versione superavano i requisiti quantitativi si trovano inopinatamente esclusi. In altri casi, soprattutto nei settori non bibliometrici, in seguito all’abbassamento di alcune mediane si è verificato il fenomeno inverso di candidati precedentemente esclusi che ora superano i requisiti quantitativi.
Al momento, non è dato sapere quale formula “approssimata” avesse usato l’ANVUR per produrre la prima versione e nemmeno quale sia la nuova formula, più “in linea con la definizione formale di mediana contenuta nel DM 76”. Da molte parti si è levata la richiesta di rendere trasparenti le procedure di calcolo e anche i dati utilizzati per il calcolo delle mediane, rivelatesi così instabili. In particolare, appare singolare che una nozione standard di statistica come la mediana possa comportare tali incertezze nel suo calcolo automatico, una funzionalità tipicamente inclusa in molti software commerciali tra cui il diffusissimo Excel.
L’ANVUR, nonostante quanto scritto nel suo Codice Etico (Preambolo: “… assicurando che le decisioni siano prese in base a dati accurati, robusti e trasparenti“), non appare sufficientemente sensibile al tema della trasparenza. Per le aree non bibliometriche ha pubblicato delle mediane basate sul numero di articoli pubblicati su riviste scientifiche e su riviste scientifiche di classe A, senza rendere noti gli elenchi delle riviste scientifiche e quelli delle riviste di classe A (Alice nel paese delle mediane non bibliometriche). Tali elenchi devono già esistere, dato che senza di essi la seconda e la terza mediana non sarebbero state calcolabili. Ancora più singolare la situazione dell’area 12 (Scienze Giuridiche), per cui non è stata fornita la terza mediana relativa al numero di articoli in classe A, mentre il numero di tali articoli era desumibile “per differenza” da una tabella che riportava il numero di prodotti inclusi nel calcolo delle mediane (La dodicesima mediana). Insomma, per l’area 12 sembra che esista un elenco “fantasma” di riviste in classe A la cui esistenza viene però ufficialmente negata.
Per venire a capo di questo tipo di situazioni, è possibile appellarsi al cosiddetto “diritto di accesso”. Per comodità richiamiamo le definizioni essenziali riportate sull’esauriente pagina della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi del Governo Italiano a cui rimandiamo per ulteriori spiegazioni:
Cos’è il “diritto di accesso”? Per “diritto di accesso” si intende il diritto degli interessati di prendere visione e di estrarre copia di documenti amministrativi.
Quale può essere la risposta dell’amministrazione a seguito di una istanza di accesso? La pubblica amministrazione ha trenta giorni di tempo per rispondere alla richiesta di accesso. Essa può rispondere in modo positivo e permettendo così l’accesso agli atti, sia in modo negativo, rigettando la richiesta o facendo decorrere inutilmente i trenta giorni che determinano la formazione del silenzio rigetto.
Quali sono in tal caso i rimedi offerti al richiedente? In caso di diniego dell’accesso, espresso o tacito, o di differimento dello stesso, il richiedente può presentare, nel termine di trenta giorni, ricorso al tribunale amministrativo regionale ovvero al difensore civico competente per àmbito territoriale, oppure alla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi.
E’ necessaria l’assistenza di un difensore per la costituzione in giudizio del ricorrente? Il legislatore ha previsto che l’istante possa costituirsi in giudizio personalmente senza l’assistenza di un difensore, oltre che nella fase amministrativa presso la Commissione, anche nella fase giurisdizionale presso il TAR.
Per chi vuole verificare di persona i calcoli delle mediane, il primo passo è presentare un’istanza di accesso. Ciò può essere fatto tramite l’invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno. Se si vuole evitare di recarsi direttamente a Roma presso la sede dell’ANVUR, può essere conveniente delegare una persona di fiducia ad effettuare la copia dei documenti richiesti.
Di seguito riportiamo quattro facsimile di istanze di accesso in formato MS-Word. È sufficiente seguire i seguenti passi:
- scaricare il file;
- compilare le parti riguardanti i dati personali, il settore concorsuale, etc;
- stampare e firmare;
- inviare tramite raccomandata con avviso di ricevimento.
I quattro facsimile fanno riferimento ai seguenti casi:
- Facsimile Settori bibliometrici
- Facsimile Settori non bibliometrici
- Facsimile Settori bibliometrici con delega
- Facsimile Settori non bibliometrici con delega
Naturalmente, anche gli aspiranti commissari possono presentare lo stesso tipo di istanza. A tale scopo basta apportare minime modifiche ai facsimile, sostituendo il riferimento alle abilitazione con quello alla selezione dei commissari.
P.S. Per inviare l’istanza di accesso, è inutile tentare di usare la PEC (Posta Elettronica Certificata) del Governo Italiano, la cui attivazione è gratuita (https://www.postacertificata.gov.it). Infatti, l’indirizzo PEC dell’ANVUR (anvur@pec.it) non è rintracciabile nella rubrica della Pubblica Amministrazione. Pertanto è raggiungibile solo tramite servizi di posta certificata a pagamento il cui utilizzo non sia limitato alla rubrica della Pubblica Amministrazione.
Scusatemi per la domanda ingenua. Ma se, come qualcuno sostiene, le mediane fossero state calcolate solo su un sottoinsieme di quelli a produttività diversa da zero, questo non inficerebbe l’intera procedura? I valori sarebbero assolutamente arbitrari.
Non solo. Ci sono forti sospetti che abbiano contato gli articoli su rivista dei settori bibliometrici solo su Cineca. Ad esempio, ad un ordinario che ha pubblicato 2 articoli su rivista incizzata Scopus e un articolo su rivista non indicizzata Scopus vengono attribuite 3 pubblicazioni e non 2.
Io ho già richiesto i dati grezzi.
Nell’esempio riportato, tutti i 3 articoli (2 Scopus + 1 non Scopus e non WoS) dovrebbero essere stati caricati su Cineca dal docente.
Questo non credo proprio. Inoltre sul cineca risulta se un articolo inserito è ISI/SCOPUS oppure no, c’è un apposita casella. Se hanno usato i dati del solo cineca, possono solo aver approssimato per difetto le mediane (cosa di cui però dubito, perché basta che buona parte della metà più produttiva dei PO e PA abbia aggiornato i dati, ipotesi abbastanza verosimile).
Io mi riferivo non tanto al numero degli articoli , ma alla loro normalizzazione per età accademica. Forse chi scrive su questo blog è giovane e bravo e quindi non ha problemi con la normalizzazione , ma per chi come me ha una età accademica di 20 anni, la nornalizzazione sulle citazioni fa una enorme differenza .
Inoltre mi sembra di capire che per i settori non bibliometrici sia facile superare l’asticella, per gli altri un pò meno .. o no ?
a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca… questo è il motivo per cui da più parti si chiede a gran voce il rilascio dei dati grezzi e dei metodi di calcolo. Il fatto che la procedura venga mantenuta opaca non fa che generare sospetti.
V.
Anch’io temo fortemente che abbiano usato i dati immessi da ciascuno sul sito cineca. Quindi chi ci assicura che la base sia statisticamente significativa. E’ molto probabile che ad inserire i dati siano stati solo alcuni ed i più bravi. Inoltre l’età accademica per fare la normalizzazione delle citazioni come l’anno fatto ? basandosi sull’articolo più vecchio che ognuno ha inserito su Cineca ? o andando a guardare su scopus ? (considerando l’età accademica dei nostri PO può fare una enorme differenza )
Per chiedere i dati grezzi , c’è solo la procedura della raccomandata indicata su questo sito ?
Grazie
Confermate quindi che secondo le FAQ ANVUR per la prima mediana dei settori bibliometrici
a) nel caso di prima pubblicazione nel 2003 il fattore moltiplicativo è 1
b) per prima pubblicazione nel 2002 il fattore moltiplicativo e 10/11
c) per prima pubblicazione prima del 2002 nessun fattoremoltiplicativo per pubblicazioni dal 2002 al 2012
Scusate l’assenza di un accento nel caso b) .
La logica sembra comunque il grande assente nel gruppo di lavoro dell’ANVUR