Il CUN contrario a farsi coinvolgere dall’ANVUR nell’intreccio delle mediane
Un paio di settimane fa, nell’articolo “ANVUR e CUN: l’amore ai tempi della mediana?“, ROARS si domandava come avrebbe reagito il CUN all’avance del ANVUR, che nell’art. 16 della delibera n. 50/2012 coinvolgeva il CUN in un processo di verifica di indicatori bibliometrici e di calcolo di mediane differenziate all’interno dei singoli settori scientifico-disciplinari. Mossa a sorpresa, perché fino ad ora l’ANVUR aveva per lo più ignorato le osservazioni del CUN e preferito mantenere il pieno controllo sui criteri e i parametri da usarsi nelle abilitazioni scientifiche. Oggi, il CUN ha pubblicato una mozione, approvata all’unanimità, che ribadisce le proprie posizioni e respinge al mittente l’offerta di svolgere un ruolo consultivo e istruttorio in un ambito apparentemente tecnico ma che consentiva larghi margini di discrezionalità.
In primo, luogo il CUN ribadisce di aver svolto un ruolo costruttivo attraverso pareri e proposte che avrebbero probabilmente evitato o ridotto i problemi normativi che rischiano di far naufragare la procedura di abilitazione scientifica. Allo stesso tempo, non può fare a meno di ricordare che in sede decisionale tali contributi non sono stati oggetto di sufficiente considerazione.
Riguardo al criterio della mediana, il CUN osserva che per tener conto della complessità dei saperi l’adozione del criterio della mediana costringe ad analisi bibliometriche sempre più complesse che possono arrivare persino a sottoinsiemi dei settori scientifico disciplinare. Mette anche in evidenza il pericolo di entrare in tensione con il principio di eguaglianza, riferendosi probabilmente all’uso di mediane multiple all’interno dello stesso settore concorsuale o persino scientifico-disciplinare.
Evidenzia anche come il criterio della mediana finisca per “allontanarsi significativamente dalla lettera della legge (art. 16, c. 3, lett. a) della l. n. 240/2010” (la quale prevede che l’abilitazione sia attribuita “con motivato giudizio fondato sulla valutazione analitica dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche, previa sintetica descrizione del contributo individuale alle attività di ricerca e sviluppo svolte, ed espresso sulla base di criteri e parametri differenziati per funzioni e per area disciplinare“).
La conclusione della mozione è molto netta:
[Il CUN] esprime contrarietà sull’ipotesi formulata dall’ANVUR (delibera ANVUR n. 50/2012, art. 16) di coinvolgere il CUN in un processo di verifica di caratteristiche di dettaglio della distribuzione degli indicatori bibliometrici, sul cui significato e sulla cui stessa praticabilità questo Consesso ha ripetutamente e chiaramente espresso forti riserve;
conferma viva preoccupazione circa l’efficacia e l’applicabilità dell’impianto regolamentare proposto per la gestione delle procedure di abilitazione (vedi anche mozione del 20 Giugno 2012), il cui svolgimento, ormai in grave ritardo rispetto alle previsioni di legge, è molto urgente per ripristinare una normale vita universitaria sotto il profilo del reclutamento e degli avanzamenti di carriera dei docenti.
La mozione CUN in formato pdf: Mozione CUN sulla procedura di abilitazione
Visto l’incredibile garbuglio nel quale si è infilata l’ANVUR introducendo in un regolamento l’utilizzo di “mediane” di distribuzioni basate su dati incerti, io prevedo che per uscire dal garbuglio il Ministero e l’ANVUR accetteranno tutte le candidature a commissario, confidando che, in questo modo, verranno a mancare “interessi legittimi” ai fini di ricorsi. Naturalmente chi ha superato la fatidica mediana avrebbe un interesse legittimo ad escludere dal sorteggio chi non l’ha superata, ma poiché nessuno conosce i dati su cui basare il calcolo delle mediane, nessuno sarà in grado di sostenere che un collega non ha passato il “test della mediana”. Per quanto riguarda poi i giudizi sui candidati alla abilitazione è presumibile che molte commissioni stabiliscano a priori di non seguire pedissequamente il criterio della mediana (come suggerisce la mozione dell’unione matematica italiana). In ogni caso poiché le pubblicazioni e le citazioni sono cresciute moltissimo negli ultimi dieci anni, è probabile che molti concorrenti all’abilitazione abbiano più pubblicazioni e più citazioni della maggioranza dei professori della fascia per cui chiedono l’abilitazione.