«Comunque su questo prenderemo una posizione – aveva dichiarato il Presidente della CRUI Gaetano Manfredi riferendosi alla riapertura della VQR da parte dell’ANVUR – perché, se non c’è un chiarimento, non vedo che cosa sia cambiato rispetto a prima». Era il 31 marzo e sono trascorsi 9 giorni, circa due terzi della “finestra” di riapertura che scade il 15 aprile. Eppure, dell’annunciata presa di posizione non c’è traccia sul sito della CRUI o altrove. Non ce ne voglia il Presidente, ma dopo la stanca Primavera napoletana, disertata dalla politica e dai colleghi (ci riferiamo a quella pomeridiana delle autorità, perché alla mattina partecipazione e parole chiare non erano mancate), questo silenzio rafforza l’idea di una CRUI sbandata e acefala, incapace anche solo di emettere un comunicato, dato che l’unico slogan condiviso è “si salvi chi può”. A questo punto, le parole del Rettore di Camerino riferite all’altro grande assente – il MIUR – vanno bene pure per la CRUI: «Ma, Gaetano, ma è una cosa normale? Io non riesco più davvero a capire».
Flavio Corradini (Rettore Università di Camerino): Un’altra cosa che vi dico che ho trovato anomala: ieri sera o stamattina ho ricevuto un “messaggio VQR”. E l’ANVUR ci abilita – noi rettori – a inserire lavori. Non un messaggio dal Ministero. Cioè io adesso dovrei mettere i lavori dei colleghi che mi hanno negato di farlo perché me lo ha detto l’ANVUR.. Non me l’ha detto il Ministero. Ma, Gaetano, ma è una cosa normale? Io non riesco più davvero a capire …
Gaetano Manfredi (Presidente CRUI): No, ma infatti su questo io penso che noi – diciamo – visto che abbiamo ricevuto questa notizia, prenderemo una posizione, perché, se non c’è un chiarimento, non vedo che cosa sia cambiato rispetto a prima …
Corradini: Niente! Ovviamente, non lo farò.
Manfredi: Ma neanch’io lo farò, come … diciamo … come Rettore della mia università, ma penso che qua… nessuno lo farà. Comunque su questo prenderemo una posizione.
Camerino, 31 marzo 2016
Chiedo scusa per sembrare petulante, ma di questo grottesco parolame in libertà, tavoli di trattative, primavere passerelle, facimenti e rifacimenti di elenchi e tabelle, confezionati spesso con un ibrido linguistico insopportabile, non se ne può più.
È vero, non se ne può più. Sprofondiamo, nemmeno troppo lentamente. Forse non c’è più tempo e possiamo solo raccontare e fissare il ricordo di questa grottesca discesa agli inferi in modo che un domani nessuno possa dire che non sapeva e non si era accorto. È triste veder mettere all’incanto la cultura e la scienza di un paese. Insopportabile guardare chi e come gestisce la svendita con l’aiuto degli opportunisti e l’ignavia dei pavidi.
Non trascuriamo che la non-presa di posizione è… una presa di posizione, anche abbastanza chiara.
“Andare all’inferno è facile . C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo.
Poi scivoli.”
Leo Ortolani, Rat-Man n. 91