La settimana ROARS:
29 giugno – 5 luglio 2015.
Una rapida sintesi dei contributi pubblicati
nel corso della settimana appena conclusa.
- «Com’è strutturata oggi l’università, un valente professore di Yale non potrebbe venire a insegnare qui. Non dice niente questo?». Come se non fosse bastata la “Buona Scuola” (A proposito di buona scuola), per sostenere l’improcrastinabilità della “Buona Università”, la responsabile scuola del PD introduce una nuova figura mitologica, il “valente professore di Yale”, che va ad aggiungersi al memorabile asino dell’Amiata e al famigerato ordinario a fine carriera che non ha scritto un rigo in vita sua. Ma come nasce e cosa nasconde questo nuovo mito? (Francesca Puglisi e il “valente professore di Yale”) Per chi preferisce scendere dalle nuvole di un poco verosimile Olimpo e guardare in faccia la realtà, i materiali audio-video del III Convegno di Roars offrono un quadro documentato e impietoso della situazione dell’università a quattro anni dalla riforma Gelmini (III Convegno Roars. A. Stella: Un quadro della situazione a quattro anni dalla legge 240), come pure degli effetti di una “compressione selettiva e cumulativa”, che rispecchia un’idea di paese in cui il Mezzogiorno è destinato a pagare il prezzo più alto nella riconfigurazione in corso (III Convegno Roars. G. Viesti: “La compressione selettiva e cumulativa dell’università italiana”). E se si ricorda che noi partivamo da un minore investimento sull’università e da un minore numero di laureati rispetto agli altri paesi UE, i tagli Italiani appaiono più gravi di quelli, pur preoccupanti, che si annunciano in altre nazioni, tradizionalmente più attente all’istruzione, come la Finlandia (Anche la Finlandia si avvia sulla strada dei tagli).
- La riduzione degli investimenti coincide con un’esasperazione della competizione in nome di improbabili slogan meritocratici (Parola di Abravanel: «la meritocrazia esiste solo nel calcio»). La realtà è che i bandi SIR superano per selettività i bandi dell’European Research Council (Lettera al Ministro a proposito del bando SIR) e che il calo di posizioni permanenti insieme alla grande crescita di dottori di ricerca e assegnisti ha creato le premesse per un problema epocale nella ricerca italiana (La disoccupazione dei giovani scienziati).
- La riduzione degli investimenti coincide anche con l’introduzione di procedure valutative tanto complesse quanto fragili. Nell’Abilitazione Scientifica Nazionale, il naufragio causato dai ricorsi nei confronti della commissione di Diritto Privato potrebbe ripetersi per Demografia (Contenzioso ASN: dopo diritto privato anche demografia sotto la lente?). Esperienze che hanno insegnato qualcosa? Sarebbe bello crederlo, ma la lettura del documento del CUN dedicato ai possibili nuovi criteri e parametri per la prossima ASN mostra che le idee in circolazione rimangono piuttosto confuse (Il CUN si esprime sui nuovi possibili “criteri e parametri” per l’ASN). Non va molto meglio con la nuova VQR, il cui decreto rimane nel solco della valutazione fai-da-te della precedente edizione (Parte la VQR 2011-2014: ecco le linee guida).