Ben 5250 ricercatori italiani hanno partecipato al bando ministeriale SIR 2014, un bando promosso dal MIUR con l’obiettivo di finanziare i progetti di ricerca dei giovani studiosi più meritevoli. Dopo una selezione durissima, solo 216 progetti sono stati ammessi alle audizioni finali, avendo ricevuto un giudizio di eccellenza nelle due fasi della valutazione internazionale. Si tratta del 4,3% del totale, una percentuale inferiore a quella dei più severi bandi europei. Nonostante ciò, dopo lo svolgimento delle audizioni, più di 70 progetti sono stati declassati ed esclusi dal finanziamento sulla base di criteri poco chiari. Criteri dietro cui i diretti interessati riconoscono una palese insufficienza di budget.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera indirizzata al Ministro Giannini, a proposito del bando SIR e di alcune possibili modifiche nella selezione dei progetti.
Alla C.A.
del Presidente del Consiglio di Ministri, Dott. Matteo Renzi
del Ministro dell’ Istruzione, dell’ Universita’ e della Ricerca, On. Prof. Stefania Giannini
del D. G. per il coordinamento e sviluppo della ricerca, Dott. Vincenzo Di Felice
del Presidente della 7a Commissione Permanente, On. Dott. Andrea Marcucci
Signor Presidente del Consiglio de Ministri,
Signor Ministro,
Signor Direttore Generale,
Signor Presidente della Commissione Cultura,
Il decreto direttoriale n. 1161 del 3 giugno 2015 ha approvato per il finanziamento 144 progetti presentati nell’ambito del bando SIR 2014 (55 per il settore LS, 49 per il settore PE e 40 per il settore SH). Tali progetti sono stati selezionati, sulla base di un colloquio, tra i 216 che avevano superato le prime due selezioni con giudizio di eccellenza (30/30): 73 proposte per ciascuno dei due settori LS e PE, e 70 per il settore SH. La percentuale di progetti finanziabili e quella delle proposte che hanno superato a pieni voti le prime due selezioni rappresentano, rispettivamente, circa il 2.7% e il 4% del totale delle domande presentate. E’ evidente da questi numeri l’altissimo livello di competizione insito nel bando SIR 2014. A scopo di confronto, è utile segnalare che su un totale di 3272 proposte sottomesse al bando ERC Starting Grant 2014 (il prototipo europeo su cui è stato modellato il bando SIR), 328 sono state finanziate in una prima fase e 47 in una seconda fase (http://erc.europa.eu/sites/default/files/press_release/files/erc_press_release_additional_researchers_stg_2014.pdf?utm_medium=email&utm_campaign=ERC+News+Alert+03+March+2015&utm_source=Newsletters+YMLP&utm_term=ERCbacks+additional+47+top+re…), per un totale di 375 progetti (10% di proposte finanziate nella prima fase, 11.46 % di proposte finanziate in totale: http://erc.europa.eu/sites/default/files/document/file/erc_2014_stg_statistics_update.pdf).
Il bando SIR 2014 risulta quindi circa 4 volte più competitivo del bando ERC Starting Grant 2014.
Il tasso di finanziamento dei progetti ERC si mantiene attorno al 10-13% del totale delle proposte. Nel documento noto come ERC Work Programme 2014 si legge, infatti, quanto segue: In order to maintain the quality and integrity of the ERC’s evaluation process the Scientific Council has therefore applied restrictions on applications since 2009. In termini generali, lo European Research Council considera una soglia del 10% il minimo accettabile per garantire la qualità del processo di selezione. Il motivo fondamentale è che soglie più basse introducono elementi di aleatorietà ritenuti non accettabili: le differenze tra le proposte incluse nel top 10% sono così piccole che il caso gioca un ruolo sempre più grande nella selezione dei progetti al diminuire della soglia sotto il 10% (o comunque giocano un ruolo sempre più grande elementi lontani dalla qualità oggettiva del progetto e del PI).
Le Commissioni costituite per le audizioni SIR 2014 hanno avuto il compito di effettuare una selezione tra progetti che già risultavano rientrare nel top 4%: meno della meta’ della soglia minima ERC. Secondo l’ Art. 7 comma 9 del bando ministeriale, lo scopo dell’audizione era quello di valutare “l’attitudine del PI a gestire autonomamente il progetto di ricerca”. Il giudizio di una Commissione su una presentazione che in pochi minuti deve difendere il lavoro di anni è certamente rilevante, ma anche altamente soggettivo, in quanto fondato su pochissimi elementi. La capacità del PI di gestire autonomamente il progetto e’ stata esaminata con il chiaro obiettivo di rientrare in un budget rivelatosi largamente insufficiente alla luce del numero delle domande e dei risultati del referraggio. Ci si è così spinti ben al di là del riscontro di reali competenze, ricorrendo a criteri e quesiti che indagavano in modo spesso arbitrario e poco comprensibile le capacità “manageriali” del PI. E’ senz’altro significativo che molti PI abbiano inoltrato richieste di chiarimento al MIUR e ai componenti le Commissioni (il cui giudizio sui meriti propri del progetto era inevitabilmente limitato dall’ afferenza a settori scientifico-disciplinari diversi da quello del PI). Risulta, peraltro, discutibile il downgrading dei progetti dalla categoria A alla categoria B sulla sola base dell’ audizione: una procedura non menzionata nell’Art. 7 comma 9 del bando.
Un altro elemento rende altamente inefficiente l’applicazione di soglie di selezione troppo basse. Una grande frazione dei PI di progetti rigettati, pur essendo stata riconosciuta da due referaggi MIUR come altamente meritevole, sarà probabilmente costretta ad abbandonare il mondo della ricerca, oppure ad emigrare. Il costo sostenuto dallo Stato Italiano per formare ricercatori così competitivi e meritevoli può essere facilmente stimato nell’ordine del milione di Euro a ricercatore (sommando il costo dei corsi universitari, del dottorato di ricerca, di diversi anni di post doc e delle strutture di ricerca utilizzate nel tempo). In altre parole, lo Stato Italiano potrebbe ritrovarsi nell’assurda condizione di aver speso cifre rilevanti allo scopo di formare studiosi formalmente riconosciuti come “eccellenti”, ma in ultimo indirizzati verso centri di ricerca stranieri.
Una via percorribile per alleviare i problemi sinteticamente esposti in questo documento sarebbe quella di allargare il finanziamento del bando SIR 2014 almeno a tutti quei progetti valutati con il massimo dei voti nelle due fasi di peer-review (top 4%). Si noti che, come già ricordato all’inizio, anche nel caso del bando ERC Starting Grant 2014 si è reso necessario un successivo allargamento del numero dei progetti finanziati. Nel caso del SIR, la spesa per far fronte ad una simile estensione potrebbe essere mantenuta ragionevolmente bassa, verificando il livello minimo di supporto di cui ciascun progetto necessita al fine di produrre il risultato principale prospettato. Verosimilmente, si tratta di una spesa nell’ordine di pochi milioni di euro per ognuno dei tre settori. A fronte di questa spesa si otterrebbero almeno tre grandi risultati:
- Aumentare la qualità della selezione, avvicinandola agli standard ERC e riducendo l’aleatorietà’ implicita in una riduzione del top 4% al top 2.7%.
- Aumentare l’efficienza dei meccanismi di finanziamento MIUR. Molte delle proposte già valutate come eccellenti nelle due fasi del referaggio verrebbero naturalmente riproposte in un nuovo bando SIR, o in altri analoghi meccanismi di finanziamento, così da complicarne la gestione ed accrescerne i costi.
- Soprattutto, si potrebbe evitare la masochistica rinuncia ad un numero cospicuo di progetti e PI di cui è stato certificato l’elevato valore scientifico. Gli studiosi proponenti, infatti, saranno in gran parte costretti ad abbandonare la ricerca o a spostarla in un altro Paese, con una perdita considerevole di risorse da parte dello Stato Italiano.
Da un punto di vista morale e simbolico, il provvedimento auspicato si configurerebbe come un segnale concreto e positivo agli occhi di quelle centinaia di giovani studiosi che, nonostante le crescenti difficoltà, lavorano con enorme entusiasmo per ampliare il potenziale di innovazione e sviluppo del nostro Paese.
Pisa, 23 Giugno 2015
Paolo Anagnostou
Patrizia Anesa
Alice Barale
Valeria Belloni
Elisabetta Bianchini
Bert Blaauw
Francesca Bonzano
Antonio Caciolli
Paolo Calcagno
Marta Chiesi
Anna Dalla Marta
Beatrice Daskas
Natalia Di Pietro
Matteo Di Tullio
Diego Dotto
Marco Drago
Nicholas Fantuzzi
Valentina Fedele
Chiara Feruglio
Andrea Filippetti
Assunta Florenzano
Elisabetta Gerace
Damiano Genovese
Andrea Giachero
Carlo Giocoli
Michele Iafisco
Federico Imperato
Isabella Insolvibile
Gemmo Iocco
Angelo Giuseppe Landi
Marco Tullio Liuzza
Massimiliano Lo Faro
Nicola Lopomo
Ludovica Lorusso
Francesco Macri’
Lorella Maniscalco
Alessandro Marcon
Andrea Mari
Rosa Anna Mastromauro
Mauro Mele
Alessandro Pacella
Valeria Paganizza
Valeria Parisi
Silvia Perri
Christian Rinaldi
Stefania Romeo
Anna Sannino
Andrea Schincariol
Samir Suweis
Daniele Tosi
Fabio Tutrone
Paolo Vezza
Marco Volpe
Qualcuno ha notizie sulla effettiva eccellenza
dei progetti finanziati?
Trovo delle inquietanti analogie fra il SIR e la ASN.
In entrambi i casi:
– si è sbandierato presso l’opinione pubblica l’arrivo della meritocrazia
– si sono sedotti qualche migliaio di giovani precari che hanno diligentemente completato moduli, CV e progetti
– si è implementato un lungo, difficile e costoso meccanismo di valutazione
– in base ai criteri stabiliti per legge e definiti come meritocratici una serie di giovani precari ha
ricevuto una valutazione di eccellenza
-Aggiungo che spesso si tratta di vera eccellenza… con un poco di retorica ma nemmeno troppa credo si possa dire che stiamo parlando di ciò che di meglio il nostro paese ha formato…-
Triste finale comune: gli eccellenti non sono stati finanziati (SIR) né reclutati (ASN).
…e la politica, la stessa che aveva indetto la ASN “per aprire l’Accademia ai giovani migliori” e il SIR per “finanziare gli eccellenti”, sta a guardare, in attesa di proporre l’ennesima caccia ai baroni che di fatto si è visto poi diventa blocco del reclutamento.
Caro Bonato ha ragione. Non ci resta che una marcia davanti al ministero e al parlamento: StUPP (State University Professor Pride…Ormai siamo come i gay di 40 anni fa. Non le sembra…?
Cari tutti, ritengo che la vostra giusta rivendicazione sia tale solo se per questo vengono assegnate risorse _aggiuntive_.
Se, come per altro proposto in un altro testo pubblicato su ROARS precedentemente, si chiede di usare risorse che dovrebbero andare a finanziare altri bandi (es. SIR 2015) la vostra richiesta sarebbe un arrogante ed egoistico tentativo di “scippare” fondi ad altri altrettanto eccellenti candidati e progetti, nonche’ l’inizio di una guerra tra poveri che sinceramente non ne vedo il bisogno.
Immagino che se venisse proposto un contentino del genere, la vostra risposta sará quella di non accettare e far in modo che i nuovi bandi siano pubblicati e le procedure espletate al piu’ presto.
Concordo.
Come già scritto su un post analogo, i sottoscrittori della lettera hanno tutta la mia empatia e ne capisco la delusione. Tuttavia, il bando SIR aveva una serie di criticità notevoli, a partire dal cambio delle regole in corso dato che non si potevano avere i referee dell’ERC. Secondo chi ha critto la lettera, i primi due step valutativi sono stati accettabili (nei quali hanno avuto un giudizio positivo) mentre è discutibile l’ultimo step (nel quale non sono stati selezionati i propri progetti). La soluzione non può essere semplicemente di metterci altri soldi se non è chiaro da dove queste risorse arrivino.