Mentre la prima tornata ASN arranca verso la conclusione (che per alcune commissioni è lecito chiedersi se arriverà mai), si avvicinano i termini per la scadenza per la presentazione delle domande della tornata 2013 (31 ottobre). Scadenza che il Ministero sembra non voler prorogare: una scelta quanto mai opportuna alla luce delle considerazioni espresse più sotto al punto 4.
Nel frattempo all’interno della comunità accademica girano alcune voci che conviene forse dissipare.
[Le immagini utilizzate in questo articolo sono un doveroso omaggio alla Guida Galattica per Aspiranti Professori di Enrico Carloni, pubblicata ai tempi della prima tornata ASN]
1. Criteri
Le commissioni potranno novellare i criteri? Il bando 2013 recita:
Il bando 2013 fa riferimento alla ben nota disposizione, secondo la quale i candidati possono ritirarsi entro 15 giorni dalla definizione dei criteri da parte della relativa commissione. Dobbiamo dunque dedurre che le commissioni (identiche rispetto alla tornata 2012, salvo dimissioni e ricusazioni), le quali potranno giovarsi – nel formulare i loro giudizi – delle medesime soglie statistiche della tornata 2012 (le mediane sono invariate), potranno modificare i criteri?
Delle due l’una: o le commissioni non possono modificare i criteri, o dalla tornata 2013 non è possibile ritirarsi.
La seconda ipotesi è la più ragionevole: se i criteri fossero modificati nella seconda tornata, si aprirebbero enormi spazi di contenzioso per disparità di trattamento; sempre che non accada di peggio.
E’ tuttavia possibile anche una terza ipotesi: il Ministero potrebbe chiedere alle commissioni di ripubblicare i criteri: in tal caso sarà bene che essi non subiscano variazioni significative, per evitare di generare un contenzioso che rischierebbe davvero di essere esiziale per tutta la procedura.
2. Candidati insistenti.
In mancanza degli esiti della prima tornata, molti potrebbero essere tentati di presentare nuovamente la loro candidatura. E’ vero che apparentemente la cosa non ha senso: i candidati 2012 o sono bocciati o sono promossi e dunque non avrebbero ragione di ricandidarsi. Tuttavia c’è da tenere in conto il caso di chi ha presentato domanda nel 2012 per la seconda fascia e pensa di presentarsi nel 2013 per la prima. A quanto è dato orecchiare in giro, non si tratta di numeri poi così piccoli, visto che come al solito il reclutamento accademico del Paese vive un clima da ultima spiaggia.
Il problema può essere considerato tutto sommato marginale, visto che le commissioni potranno – una volta conclusi i lavori 2012 – effettuare le necessarie scremature. Tuttavia possiamo aspettarci anche un’altra categoria di candidati insistenti.
3. Candidati permanenti, per la gioia delle commissioni.
Circola negli ambienti universitari l’idea che se pure la l. 240 vieta di ripresentarsi immediatamente a chi sia stato bocciato in una tornata ASN, nulla si dice circa i promossi. Siccome sappiamo bene che quattro anni corrono in fretta e non è affatto detto che l’abilitazione si trasformi in posizione di ruolo, c’è chi pensa che non sarebbe una cattiva idea se gli stessi abilitati si ripresentassero per allungare di un anno la durata del loro pezzo di carta. Un’idea che pare a chi scrive francamente peregrina, a maggior ragione se si considera il fatto che le commissioni (e ragionevolmente i criteri) saranno identici alla precedente tornata.
4. Scadenze e impedimenti
Da ultimo, è bene tenere presenti due fattori.
In primo luogo, c’è il problema del computo degli anni di “stop” imposti ai candidati che non hanno superato l’ASN. Sono due, ma vi è confusione circa il modo in cui debbono essere computati. Stando al bando, che cita dall’art. 16 della l. 240/2010
Da quando si deve ritenere che decorra il biennio? Successivo a cosa? E’ ragionevole supporre che essi vadano computati dal momento della presentazione della domanda.
Infine, un caveat: visto cos’è accaduto con l’ASN 2013 è bene ricordare che le commissioni dovranno concludere la tornata 2013 entro il 31 marzo 2014. Bene, si dirà, se non ce la fanno – e probabilmente molte non ce la faranno, vista la sovrapposizione con la tornata 2012 – si prorogheranno. Certo, ma bisogna tener presente un altro ostacolo, sull’accidentata via dell’ASN. E’ infatti la legge 240/2012 a dirci che le commissioni restano in carica due anni dalla data della loro nomina. Una scadenza non prorogabile per decreto direttoriale, ma che necessiterebbe – nel caso – di un intervento legislativo per essere prorogata.
Visto l’andazzo disastroso dell’ASN 2012, sarà bene che il MIUR intervenga per tempo per dissipare i dubbi e risolvere i punti critici. In attesa di rivedere con buon senso tutto il sistema.
Post scriptum: nel frattempo, dopo che alcune commissioni hanno perfino divulgato per email gli esiti della prima tornata, la DG MIUR ricorda alle commissioni i propri doveri in materia di segreto d’ufficio.
Condivido quanto dice Napoli: il parallelismo con altri esami di abilitazione non mi persuade, visto che un’abilitazione professionale è a vita (ma anche quella per la patente alla guida, permanendo i presupposti pisco-fisici); l’abilitazione accademica invece dura 4 anni, e quindi è ben chiaro l’interesse (giuridico e soprattutto sostanziale) a prolungarne la efficacia. Ciò detto ritengo invece sbagliata la scelta della abilitazione a termine: è vero che il cervello umano degenera acon gli anni, ma mi pare crudele (e comunque eccessivo) pensare che una persona in 4 anni perda la maturità scientifica acquisita in tanti anni di studio e ricerca.
@ teo: temo che l’ anvur-pensiero sia coerente. L’ abilitazione non misura la maturita’ scientifica ma confronta le performances “recenti” nella ricerca con dei valori di riferimento (le mediane). Tutti e due questi elementi sono variabili nel tempo.
Si possono trovare tutti gli algoritmi e sottoregole del mondo ma resta centrale che l’ impostazione di fondo non e’ di certificare il livello delle persone ma solo della loro produzione recente.
Cosa c’entra allora l’età accademica con la produzione recente?
Caro Napoli (et al.),
mi vedo costretto a insistere nell’argomentazione logica, pur rendendomi conto che in questo Paese abbiamo avuto molte evidenze di mancanza di logica nell’applicazione delle norme, per cui la tentazione di assumere che in casi come questi la logica formale non abbia alcun valore è oggettivamente molto forte.
A rigor di logica, non si può richiedere un’abilitazione CHE GIA’ SI POSSIEDE, cosiì come non ci si puo’ ribattezzare, anche se dal punto di vista teologico ci sarebbero vantaggi non indifferenti (cancellazione di tutti i peccati pregressi, comprese le pene accessorie), tant’è vero che nei primi tempi della Cristianità molti (i cosiddetti catecumeni) aspettavano a battezzarsi fino a quando erano in punto di morte, per lucrare sugli sconti di pena.
Ne’ vale l’obiezione relativa a un eventuale periodo di “vacatio” tra un’abilitazione e l’altra, perché, sempre da un punto di vista logico, nulla osterebbe a una richiesta di nuova abilitazione da parte di chi avesse un’abilitazione che scade entro i termini legali di opratività della commissione (5 mesi), e quindi l’eventuale “vacatio” si ridurrebbe in media a due/tre mesi, con effetti irrilevanti sulla carriera (ci vuole molto più tempo per decidere a livello locale di fare una chiamata)
Oltre le considerazioni di ordine logico vorrei farne una di ordine etico: ma pensate veramente che continuando tutti quanti ad arrampicarci sugli specchi riusciremo mai a portare l’Università e il Paese fuori dalle secche in cui ci troviamo? Battiamoci per cambiare queste norme con norme migliori, non per trovare continuamente il modo (piu’ o meno lecito) per aggirarle.
Caro prof. Rossi, grazie della risposta, ma le argomentazione che porta non mi sembrano convincenti.
Mi attengo, come sempre faccio, in primo luogo alla logica formale. Il bando 2012 dà l’abilitazione per il periodo 2014-17 (avrebbe dovuto essere 2013-16, ma vista la ridicola pantomima delle infinite proroghe…), mentre il bando 2013 darà quella per il 2015-18. Quindi i due bandi non danno la “stessa” abilitazione perché il diverso periodo di validità le rende formalmente e sostanzialmente differenti. Questo giustifica sul piano della logica formale la partecipazione alla seconda tornata.
E’ ovvio che ci saranno candidati che parteciperanno alla seconda tornata avendo acquisito l’abilitazione della prima. Secondo lei cosa dovrebbe accadere? Dovrebbero essere esclusi? Non lo consiglierei mai al ministero, a meno che non si vogliano aggiungere ulteriori motivi di ricorso (se quelli esistenti non apparissero già sufficienti…).
Poi, per favore, non mettiamo in campo considerazioni di carattere etico, sempre sgradevoli perché presuppongono una superiorità morale da parte di chi le invoca (e io posso stimarla quanto si vuole, ma questa superiorità non gliela riconosco per nulla …).
Qui non ci si arrampica sugli specchi. Qui si tutelano i propri interessi. Lei dice che una vacatio di due-tre mesi sarebbe irrilevante. Intanto abbiamo visto che la durata dei lavori delle commissioni è imprevedibile e che a questo si aggiunge la ridicola pretesa del ministero di tenersi i giudizi, senza pubblicarli, anche per SEI mesi (accade nel mio settore concorsuale … che sta facendo il ministero, li sta covando?). Nessuno può prevedere quanto sarà lunga la vacatio. E poi io potrei essere in condizione di essere abilitato dopo 3 anni dal conseguimento della prima abilitazione e non esserlo più dopo 4 (le ricordo che ogni due anni si ricalcolano le mediane …).
E ancora, se in quei tre mesi di vacatio fosse bandito un concorso ex art. 18 in una sede in cui avrei avuto piacere di andare, non perderei irrimediabilmente una chance?
Insomma, le sue argomentazioni mi sembra tendano solo a “preservare” la sostenibilità di un sistema insostenibile. Chi ha ideato questo sistema pensava che la prima tornata sarebbe stata pesante, ma le successive sarebbero andate de plano. Adesso si sta capendo che, anche in conseguenza dell’incapacità dell’ANVUR di gestire le procedure con la dovuta tempestività (dati comunicati in ritardo alle commissioni, indicatori ballerini, etc.), la prima tornata è una storia infinita e le successive si preannunciano dello stesso ordine di difficoltà.
Di proposte per migliorare il sistema ce ne sono tante in giro. Anche voi al CUN avete dato i vostri positivi contributi, ma Profumo, Fantoni, Livon, Carrozza e tutti gli altri si sono ben guardati dal dare ascolto …
Ma perché, il battesimo scade? non ero informata…
C’è qualcuno che è in grado di postare gli SSD per i quali i risultati sarebbero già noti? Ufficialmente, mi pare ancora nessuno. Mi riferisco, quindi, a canali ufficiosi.
Ti consiglio di dare un’occhiata alla circolare di Livon in appendice al post di roars che stiamo commentando, per avere un’idea delle implicazioni anche penali di quel che chiedi.
Mi sembra ridicolo invocare implicazioni penali per rivelazione del segretto d’ufficio, se come nel mio settore appartenente all’area 12, già da un mese circolano i nominativi di chi ha o non ha avuto l’abilitazione. La cosa triste è che i risultati lasciano l’amaro in bocca a quanti, tra cui me, si sono attenuti alle indicazioni dei propri Maestri nel ritenersi tranquilli in merito alla opporttunità di presentare la domanda, laddove poi questa sicurezza è stata tradita da un risultato negativo. Ma al di là della mia posizione, si conoscono nominativi di esclusi o di abilitati che a detta di molti non riflettono il comune sentire della comunità scientifica ma solo di una delle correnti da cui essa è attraversata e che rappresenta la maggioranza dei commissari. Si sperava che tutto questo non influenzasse le abilitazioni e invece, puntualmente è accaduto, in barba al significato che l’abilitazione dove avere in termini di oggettività, non trattandosi di valutazioni comparative. E invece, si è voluto contenere di molto i numeri degli abilitati e lo si è fatto sulla base di valori assoluti che, come dicevo, lasciano grandi margini di incertezza, soprattutto in chi, trattandosi della prima tornata, non se lo aspettava e dunque aveva fatto affidamento su un sistema diverso. Risultato? Si spengono sogni e si aggiunge amarezza e un senso di disagio, al limite della vergogna, anche in chi è coinvolto a pieno titolo nel proprio Ateneo di afferenza in vari attività di prestigio oltre che nella docenza, sapendo, peraltro, che su di lui si nutrivano grandi aspettative. Tutto questo a che pro? Di certo in me si è spento qualcosa e me ne dispiaccio tanto perché di questa strada ho fatto una ragione di vita, laddove la mia carriera sembrava presagire ben altro tipo di emozioni e di soddisfazioni.
Scusate lo sfogo!!
Sottoscrivo il ragionamento di Napoli. Rossi non ha torto in linea di principio, ma applica la logica a un regolamento illogico. Perché si dovrebbe permettere una nuova richiesta di ASN solo a chi ne ha una in scadenza entro il termine (5 mesi) per la fine dei lavori della commissione? Perché non anche a chi ne ha una destinata a scadere poco dopo quel termine (es. 6 mesi)? Perché poi non si dovrebbe tenere conto della possibilità di proroghe, dovuta ad es. alle dimissioni che saranno possibili anche nelle tornate future? Allora avrebbe più senso dire che tutti possono chiedere l’ASN, pure se ce l’hanno già; e che, però, la commissione può dichiarare “improcedibili” (non bocciare) le richieste di chi, al termine effettivo della procedura, ha un’ASN efficace ancora per X mesi, o per un periodo presumibilmente superiore a quello dei lavori nella tornata successiva. Insomma, le regole sono difettose ed è giusto chiederne di migliori. Nel frattempo, però, non mi sembra immorale difendere la propria dignità, ricorrendo ai mezzi bizzarri che queste bizzarre procedure mettono a disposizione. Soprattutto non mi sembra immorale da parte di chi la battaglia per il cambiamento la deve combattere partendo da una posizione accademica debole (precario, ricercatore ecc.).
Personalmente, insisto sul fatto che nell’ipotesi di Napoli – che in Paesi più seri del nostro nessuno si sarebbe sognato anche solo di formulare – può (forse) avere un senso per i non strutturati, che ricaverebbero (forse) un vantaggio dall’allungare i tempi della propria abilitazione; come ho già scritto, per chi invece è già strutturato significherebbe solo farsi passare avanti tutti i colleghi abilitati “normali” che, avendo una scadenza dell’abilitazione più ravvicinata, avrebbero un ottimo argomento da spendere nei consigli di dipartimento per farsi chiamare. Anzi, la cosa che personalmente (sono ricercatore) temo di più è proprio un allungamento – ope legis ed erga omnes – della durata dell’abilitazione, una mossa non improbabile con cui il Ministero potrebbe favorire la prosecuzione dell’improbo lavoro aggiuntivo rispetto ai compiti istituzionali che i ricercatori già si sobbarcano, e che verrebbe dilazionato ulteriormente in attesa di un domani radioso continuamente spostato un po’ più in là… Boh, non capisco proprio.
Caro Proietti,
la mia ipotesi è serissima, come lo sono io. In paesi più seri del nostro non si sarebbe dato avvio ad una procedura così sgangherata…
La tua considerazione è di opportunità personale (se l’abilitazione mi scade dopo, chiameranno prima quelli che l’hanno in scadenza), ma il piano della discussione era un altro e cioè la legittimità della ripresentazione.
Insisto: è legittima e vedrete che ho ragione quando le commissioni saranno costrette a ribadire l’abilitazione ovvero quando glielo imporranno tutti i TAR d’Italia, non essendoci fondamento giuridico per l’esclusione di un già abilitato. Come ha detto qualcuno, Rossi ha dimostrato che è legittimo ripresentarsi richiamando l’analogia con il Battesimo. MA IL BATTESIMO NON SCADE, L’ABILITAZIONE SI!!!
Che poi per sdrammatizzare tutto il problema delle richieste di ASN “seriali”, basterebbe prorogare il termine per la domanda 2013 a dopo il 30 novembre. Così, allora, chi fosse stato bocciato, desisterebbe; i promossi forse ci penserebbero due volte, prima di rifare la domanda nell’anno immediatamente successivo, con esiti incerti per i dubbi sulla legittimità della reiterazione e, forse, anche per quanto suppone Proietti. Intanto si potrebbe fare la messa a punto del regolamento. Sempre che il 30 novembre il tutto finisca. Se no, cala la notte, e tutti i gatti sono bigi.
Anche qui dissento. Chi è stato bocciato deve ripresentarsi, perché l’impresentabilità è scritta in una norma palesemente viziata da illogicità. L’ha detto anche il consiglio di stato nel parere reso sulla prima formulazione del Regolamento (se volete allego il link …): e se nel biennio acquisisco titoli e pubblicazioni sufficienti per essere abilitato perché non mi consenti di ripresentarmi??? E se, come si dice anche in questo post, le commissioni decidono di cambiare i criteri (e lo possono fare), come mi si può negare la possibilità di essere valutato su questi nuovi criteri, essendo stato bocciato su altri (che adesso la commissione evidentemente non sta più ritenendo validi, dal momento che li cambia …)?
Allora chi non è abilitato si ripresenti. Verrà escluso e farà un bellissimo ricorso al TAR (che poi immagino lo porti in Corte Costituzionale, essendo la 240 a prevedere la reiterazione della domanda non accolta).
caro Enrico Napoli, sì grazie, può allegare il link? Rientro (come molti altri) nel profilo descritto: appena sotto mediana nel 2012, sopra oggi (peraltro in ragione di articoli sottoposti anche a fine 2011, miei e di altri, e pubblicati/inseriti in scopus nel 2013 che determinano questi balletti su pubblicazioni e citazioni). I nomi che ormai circolano non comprendono quello del sottoscritto. Nel disgusto generale per l’operazione fatico a non pensare ai miei interessi. Se è possibile ripresentarmi (visto che altri avranno certamente l’abilitazione e nel 2016 se non li avranno già chiamati di sicuro non aspetteranno me, che sono pure più vecchio…) lo faccio di corsa!
Eccolo:
http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Consiglio%20di%20Stato/Sezione%20C/2011/201100670/Provvedimenti/201101180_26.XML
Il CdS contesta l’ipotesi, contenuta in quella formulazione del regolamento, secondo cui l’avvenuta bocciatura da una procedura avrebbe dovuto inibire la partecipazione nel biennio successivo anche negli altri settori. Il CdS dice che questa estensione è immotivata e quindi il divieto di partecipare deve essere limitato al settore in cui si era ricevuta la bocciatura.
Subito dopo, però, il CdS aggiunge che: “Su tale questione, dovrà altresì il Ministero valutare l’ipotesi che, nel corso del biennio di preclusione, sopravvenga nuova produzione scientifica tale da superare la precedente valutazione non favorevole.” E’ una frase buttata lì, ma il CdS non poteva andare oltre perché la previsione era contenuta nella L. 240, di cui si stava discutendo un regolamento attuativo (che quindi non poteva andare contro la legge …). Ma il problema esiste ed il CdS se ne è accorto …
Devo dire, con sconforto, che se c’è una cosa ormai acclarata e resa ancora più evidente dai commenti dei lettori, che ringrazio, è che questo sistema ha delle falle enormi.
Caro Antonio, son d’accordo con te sul sistema…poi però…sai che cosa sta succedendo in alcune università? Che i punti organico messi da parte per coprire il 20% di P.A. non verranno utilizzati subito (sembra che ci sia tempo fino a fine 2014) in modo da contrattare scambi. Chi tutela gli esterni non di ruolo all’università? Perchè non si può competere ad armi pari? In base alla preparazione, alla didattica se ne fai anche da esterno, alle pubblicazioni scientifiche inerenti il SSD di interesse, i tesisti che segui, il personale che coordini?
C’è un aspetto interessante, fra l’altro. Se uno consegue l’abilitazione nella tornata 2012 e si ricandida a quella 2013, nel caso in cui venisse bocciato resterebbe bloccato per i soliti due anni (tornate 2014 e 2015). Ergo, potrebbe rinnovare la sua abilitazione 2012 solo una volta scaduta (tornata 2016, che si concluderebbe probabilmente 4 anni dopo della conclusione della 2012).
Insomma, ripresentarsi alla tornata 2013 avendo l’abilitazione 2012 già in tasca presenta dei rischi che mi pare vadano oltre i benefici ipotetici.
Beh nel caso presentato da Marc io mi preoccuperei di capire che succede all’abilitazione conseguita nella tornata 2012 se non si consegue quella nella 2013…
Tecnicamente, a norma di legge, dovrebbe bastare che uno abbia 1 Abilitazione valida (cioè risalente a non più di 4 anni dalla procedura di chiamata o qualsivoglia altra soglia). Se ha l’Abilitazione 2012 ma non la 2013, resta scoperto solo un anno (a meno che non ottenga la Abilitazione 2016, visto che alle tornate 2014 e 2015 non può partecipare, nel qual caso resta coperto). Ovviamente parlo di stesso settore, stessa fascia, ed ovviamente solo in via ipotetica, e partendo dal presupposto che le procedure di Abilitazione vengano bandite ogni anno con precisione svizzera.
COMMENTO OFF TOPIC.
Se è il caso cancellatelo, ma volevo conoscere l’opinione dei lettori di Roars, sul clima che si respira e si respirerà nei Dipartimenti dopo l’ASN. Io trovo che l’abilitazione abbia distrutto definitivamente il morale dei “giovani” -non anagraficamente- (associati e ricercatori) studiosi. Anche se il primo infernale girone dell’ASN arrivasse alla fine, saremmo comunque sconfitti.
Ecco l’esempio.Nel nostro dipartimento ci saranno probabilmente 19 idonei (15 ricercatori e 4 associati). Credo anche 2 o 3 assegnisti. Tutti con ottimi cv. Quanti ne potremo chiamare? Forse sei. Quindi tra i non idonei (che, anche giustamente, si possono sentire traditi dalla ASN) e i non chiamati, il personale docente del Dipartimento subirà un’ennesima batosta. A questo punto, come motivare i “giovani” quarantenni e oltre, ricercatori e assegnisti, etc., a fare, oltre alla ricerca (per cui sono effettivamente assunti e pagati), tutte quelle incombenze amministrative, di segreteria, di supporto alla didattica, etc. etc. che quotidianamente tutti (o quasi) devono fare. Come spiegare ad uno studioso serio che anche se è abilitato non sarà chiamato, e nel frattempo caricarlo di quel fardello di “amenità” di ogni tipo che colorano le nostre giornate. Sono l’unico preoccupato di tutto ciò?
Il problema non è solo di “clima”, ma di sostenibilità del sistema universitario. Mi pare chiaro che, per le ragioni che ben descrivi, sul “volontariato” in futuro l’Università non potrà più contare. Proprio per questo, personalmente temo che (in mancanza di sostanziosi investimenti ministeriali su piani di reclutamento, cosa che pare non essere alle viste), per prolungare il periodo di “quiescenza” tra il momento dell’ottenimento della sospirata abilitazione e quello in cui una buona parte degli abilitati dovrà rassegnarsi all’evidenza dell’impossibilità di un loro “assorbimento”, per tenere in piedi un sistema che oggettivamente sul “volontariato” in gran parte poggia, a qualche governante potrebbe venire in mente l’idea brillante di allungare la durata dell’abilitazione stessa (magari a 10 anni o più) per tenere buone e “volontarie” più persone il più a lungo possibile. Sarebbe importante non cadere nel tranello, altro che ipotizzare fin d’ora fantasiose tecniche per “allungarsi” l’abilitazione…
Non e mia intenzione polemizzare con nessuno, e visto che ognuno resta del proprio parere mi sembra anche inutile insistere con ulteriori argomentazioni. Solo due osservazioni al fine di chiarire due aspetti del mio intervento che mi sembra siano sati palesemente fraintesi:
Primo (e piu’ importante): non stavo accampando nessuna superiorita’ morale ma esortando tutti (me compreso) a comportamenti collettivi miranti a salvaguardare l’interesse di tutti piuttosto che cercare soluzioni (sempre che siano tali) volte a tamponare emergenze individuali: non perche’ ci sia niente di male a cercare di salvaguardare l’interesse individuale, finche’ si resta nel lecito, ma perche’ le soluzioni piu’ generali di solito sono anche piu’ efficaci. Ho usato la parola “etica” in senso etimologico, non per stabilire gerarchie morali
Secondo: il battesimo non scade, ma ne scadono gli effetti (cancellazione dei peccati pregressi) , e in tal senso sarebbe utile poterlo rifare (per chi ci crede. ovviamente, come l’abilitazione, del resto)
Rossi sul piano giuridico la durata del’ abilitazione non è un profilo secondario ma una componente importante dell’utilita’ che essa assicura. Non è’ vero quindi che sia illogico ipotizzare un interesse ad ottenere una seconda abilitazione, perché’, a così ragionare, non si considera l’elemento tempo, invece ben rilevante
@ Antonio Banfi: usciti i CV dei candidati che non hanno ritirato la domanda all ASN 2012 nel famose SSD 06/F2…un altro passettino nella “never ending story”
pianino pianino…ma intanto ci sono sorpresine, pare, nella legge di stabilità. Di questo più tardi.
Ringraziandovi per gli ultimi aggiornamenti, avrei una domanda:
secondo voi è concretamente possibile che visti gli esiti disastrosi della tornata 2012, non venga mai bandita quella per il 2014, oppure non sarebbe fattibile una cosa del genere in quanto obbligherebbero molti candidati che non si presenteranno ora ad aspettare necessariamente due anni (quasi come fossero stati bocciati)?
Pensavo che potrebbero farlo giustificando l’annullamento di un anno per migliorare il sistema, visto anche quello che ha scritto il MIUR in un comunicato stampa da voi pubblicato: “L’esperienza maturata nella prima tornata richiede per il futuro una riflessione sull’intero processo, allo scopo di introdurre semplificazioni e miglioramenti per renderlo più fluido e, possibilmente, più rapido.”
Il tutto considerando anche che se vorranno mantenere la tornata 2014 si dovrebbero mettere subito a nominare le prossime commissioni…
Ovviamente nessuno può avere una risposta certa alla mia domanda, vi chiedo solo una vostra impressione alla luce della vostra esperienza in merito.
Grazie e buon lavoro!
Vorrei far presente che l’elenco degli abilitati per il mio settore (13/D3) gira da circa un mese, diffuso via e-mail da una commissaria a tutti i colleghi ordinari.
@AB
Nel complimentarmi per l’utile articolo, utile purtroppo anche a dare qualche ulteriore pennellata di ridicolo a questo meccanismo grottesco e farraginoso, vorrei porre l’attenzione su un dettaglio forse insignificante, ma che – secondo me – contribuisce alla confusione generale.
Lei, giustamente, fa riferimento alla Legge “Gelmini” che prevede “la preclusione, in caso di mancato conseguimento dell’abilitazione, a partecipare alle procedure indette nel biennio successivo per l’attribuzione della stessa o per l’attribuzione dell’abilitazione alla funzione superiore.” Cioè, se non vengo abilitato da associato, non posso ripresentarmi nemmeno da ordinario. Ha senso (condivisibile o meno).
Coerentemente con la Legge 240/2010, anche il DPR 222/2011 prevede che “Il mancato conseguimento dell’abilitazione preclude la partecipazione alle procedure di abilitazione indette nel biennio successivo per il medesimo settore concorsuale della medesima fascia ovvero della fascia superiore.”
Il bando 2013 (DD 161/2013) recita però (Art. 2, comma 10):
“In applicazione dell’articolo 3, comma 4, del DPR n. 222 del 2011, le domande di coloro che si sono candidati all’abilitazione scientifica nazionale ai sensi del decreto direttoriale n. 222 del 2012 saranno escluse dalla partecipazione alle procedure di abilitazione indette con il presente decreto ove risulti che gli stessi, all’esito della relativa procedura, non abbiano conseguito l’abilitazione per il medesimo settore concorsuale della medesima fascia ovvero della fascia superiore.” In altre parole, non potrei presentarmi da associato se fossi stato bocciato da associato o da ordinario, ma non mi sarebbe impedito di presentarmi da ordinario se fossi stato bocciato da associato…
Il significato è stato evidentemente stravolto. Credo per (l’ennesimo) errore.
Aggiungo che nel mio settore gli indicatori tra prima e seconda fascia sono abbastanza vicini e non mi stupirei che tra una tornata e l’altra un candidato che non superasse le mediane di seconda fascia riuscisse a migliorare i propri indicatori tanto da passare contemporaneamente quelle di entrambe le categorie. A quel punto, l’abilitazione di prima fascia varrebbe anche per una chiamata in seconda??
Cordialmente.
Sarà l’ora e la stanchezza, ma a me pare che in qualsiasi fascia ci si sia presentati, se non abilitati si è esclusi per due tornate per quell’SSD, per tutte e due le fasce. E’ vero che non c’è scritto “fascia inferiore” però una diversa interpretazione mi pare un poco capziosa..
Art. 16 L.240
…
3. I regolamenti di cui al comma 2 prevedono:
..
m) la preclusione, in caso di mancato conseguimento dell’abilitazione, a partecipare alle procedure indette nel biennio successivo per l’attribuzione della stessa o per l’attribuzione dell’abilitazione alla funzione superiore;
L’argomento mi interessa…
Ho partecipato nel 2012 al bando per associato, ma quasi certamente non verrò abilitata per UN ERRORE DI FORMA DELLA MIA DOMANDA. In realtà i miei tre parametri superano comodamente le mediane sia per la fascia di associato che per quella di ordinario del mio SSD.
In attesa della risposta ufficiale di bocciatura pensavo di ripresentare la domanda per associato (ma verrà scartata una volta noti i risultati). …
Allora leggendo qui quasi quasi capisco che non avrei nulla da perdere a presentare la domanda per ordinario (in questa fascia supero i tre parametri, ma mi potrebbero bocciare per altri motivi… poca esperienza o quant’altro).
Secondo voi faccio la figura di chi “pretende troppo?”
E’ vero che se per caso prendessi l’abilitazione da ordinario, mi potrebbero chiamare per un posto di associato?
grazie … se qualcuno mi da un consiglio…
@cc La legge 240 non consente ai non abilitati ad associato di preentare domada ad ordinario per il biennio successivo. E’ possibile il contrario: un non abilitato ordinario può presentare domanda per asociato.
@cc
scusa se sono indiscreto ma quale sarebbe questo errore di forma che non ti consente di conseguire l’abilitazione? Ti hanno già esclusa dall’elenco dei candidati oppure è la commissione che ti ha comunicato informalmente che non sarai abilitata a causa di questo errore? E’ lecito sapere di che errore si tratta? Magari puoi ancora farci qualcosa…
Più che “errore di forma” si può dire che “ho sbagliato io, come una perfetta idiota!”: non ho cliccato tutte le mie pubblicazioni, ma solo le 12 di cui allegare i pdf.
Quindi la mia bocciatura la conosco, per ora, solo “informalmente”!.
Quanto alla legge 240 che mi impedirebbe di presentare una nuova domanda: lo so, è molto chiara.
Io mi riferivo al “cavillo”, (che credo sia un errore di stesura del testo) di cui si discuteva sopra, e cioè:
Il bando 2013 (DD 161/2013) recita (Art. 2, comma 10):
“In applicazione dell’articolo 3, comma 4, del DPR n. 222 del 2011, le domande di coloro che si sono candidati all’abilitazione scientifica nazionale ai sensi del decreto direttoriale n. 222 del 2012 saranno escluse dalla partecipazione alle procedure di abilitazione indette con il presente decreto ove risulti che gli stessi, all’esito della relativa procedura, non abbiano conseguito l’abilitazione per il medesimo settore concorsuale della medesima fascia ovvero della fascia superiore.”
… cioè” se presento una domanda da ordinario adesso, è vero che non sono stata bocciata nella medesima fascia (ordinario) o in fascia superiore (che non esiste!), quindi…
ma mi rendo conto che è proprio un “cavillo”!
@cc
tra l’altro un errore di forma dovrebbe invalidare anche la tua domanda e quindi potresti forse rifare domanda già quest’anno per la medesima fascia..
Ho fatto una sola domanda nel 2012 per PO nel mio ssd. Non conosco l’esito neppure informalmente e in attesa di qualche chiarimento da parte del miur sulle questioni di cui sopra, ho deciso di preparare la stessa domanda per la tornata 2013 e di aspettare l’ultimo momento per (valutare se) chiuderla e inviarla. Nel fare ciò ho visto che: 1. all’apertura della domanda si ha la possibilità di riversare “i dati della domanda presentata e ritirata nell’anno 2012 per la stessa fascia e stesso settore concorsuale” questo mi fa pensare che non sia possibile invece riversare i dati di una domanda non ritirata e che quindi non sia ammesso ripresentare la domanda per stessa fascia e settore (?); 2. alla compilazione della domanda sono richiesti gli “altri titoli (compresi gli incarichi di insegnamento presso atenei ed enti italiani)” ma questo riferimento all’attività didattica svolta in Italia era assente nella domanda 2012 e questo non so come intenderlo… a parte un ulteriore fattore di confusione. In ogni caso, volendo tornare al punto di partenza, ci sono novità su come deve/può comportarsi un candidato nella mia situazione ed eventualmente quali rischi corre? Possibile che ad una settimana dalla scadenza il ministero accetti il rischio di una nuova valanga di domande (vecchie + nuove)?
in effetti questo silenzio del ministero a fronte dei moltissimi dubbi sollevati e delle domande di chiarimento che provengono dalla comunità accademica è per me incomprensibile; non parliamo poi della questione della proroga delle domande della tornata 2013 per la quale si assiste ad un vero e proprio rifiuto di dare una risposta, quale che sia. Per quanto mi riguarda, e come me tanti, preparerò la domanda e la lascerò lì in attesa dello spirare del termine, e un minuto prima schiaccerò il tasto della chiusura: ma ho ancora la speranza , come immagino molti altri, di poter inserire alcuni lavori in corso di pubblicazione e di essere valutata anche per quelli