Il CUN avvia una consultazione pubblica per la costituzione dell’Anagrafe nazionale nominativa dei Professori e dei Ricercatori e delle pubblicazioni scientifiche (ANPREPS). La consultazione è disponibile a questo indirizzo. Intervistiamo in proposito la prof.ssa Carla Barbati, Vicepresidente del CUN.

 

Qual è lo scopo di questa consultazione?

E’ uno degli scopi tipici per i quali questo strumento è utilizzato anche in ambito internazionale oltre che nell’esperienza interna. Acquisire indicazioni, osservazioni, in sintesi “sentire” la comunità scientifica e più ampiamente tutti gli attori del mondo della ricerca su un tema complesso e perciò anche molto dibattuto qual è l’identificazione dei criteri di scientificità delle pubblicazioni ai fini della costituzione di ANPRePS, ossia dell’Anagrafe Nazionale dei Professori e dei Ricercatori e delle Pubblicazioni Scientifiche.

Quali sono le finalità di ANPRePS? Perché se ne attende da tanto tempo la creazione?

L’istituzione di ANPRePS è stata prevista dalla l. 9 gennaio  2009, n.1 la quale stabiliva che entro l’anno si adottassero i provvedimenti per la costituzione dell’Anagrafe, contenente per ciascun professore e ricercatore l’elenco delle pubblicazioni scientifiche prodotte. Era già da allora immaginata come uno strumento,quasi un’infrastruttura indispensabile per la valutazione dell’attività di ricerca, la quale presuppone siano identificate, riconosciute e sistemate le forme e le modalità, in una parola le opere, nelle quali essa si esprime.  E nel 2009 furono in effetti posti in essere dal Ministero gli atti prodromici alla sua istituzione e si chiesero al CUN i primi pareri in merito alle informazioni che si sarebbero dovute raccogliere e ai criteri di scientificità  in base ai quali si sarebbero dovute riconoscere le pubblicazioni inseribili nell’Anagrafe. Gli interventi richiesti al CUN, da allora, si sono succeduti, sollecitati anche da una prima bozza di decreto del febbraio 2010, sino alla mozione più recente del maggio 2012. Come si afferma in quest’ultima mozione, ANPRePS è essenziale “per una corretta gestione e governo del sistema della ricerca”. Questo perchè è uno strumento che serve anche a validare i dati, ossia i prodotti della ricerca, innanzi tutto le pubblicazioni,  evitando di doversi affidare, come è avvenuto in occasione dell’avvio delle “nuove” valutazioni, alle informazioni autonomamente immesse, su base volontaria, e in assenza di  criteri o linea guida, dai singoli docenti e ricercatori. Dunque, per rispondere alla domanda: ANPRePS serve a un corretto e compiuto esercizio della valutazione della ricerca scientifica.

Le liste di riviste dotate di requisiti di scientificità pubblicate dall’ANVUR hanno destato sconcerto al punto da essere dileggiate sulla prima pagina del Corriere della Sera e persino su Times Higher Education e Science. Come si pone la consultazione nei confronti di questo infelice precedente?

La consultazione non si occupa della lista delle riviste. D’altro canto, anche da un punto di vista logico-concettuale, prima occorre fissare i criteri e poi applicarli. Dunque, la consultazione serve proprio a comprendere quali siano le opinioni, le idee degli attori della ricerca circa i criteri in base ai quali  riconoscere anche le riviste scientifiche.

Su quali basi  è stata costruita la consultazione?

La consultazione è stata configurata per ricevere proposte, osservazioni, idee sui diversi profili che attengono al tema della scientificità, procedendo da quelli che sono i criteri ontologici di scientificità, premessa generale o se si vuole presupposto concettuale, per giungere a quelli che sono i requisiti minimi, così li abbiamo convenzionalmente definiti, che caratterizzano le diverse tipologie di pubblicazioni. Dati questi ultimi rilevanti soprattutto per le finalità di ANPRePS. Si apre poi al tema della scientificità delle riviste e infine si porta l’attenzione  sui prodotti della ricerca diversi dalle pubblicazioni. Il sapere scientifico di molte aree disciplinari si esprime ormai anche in forme diverse dalle pubblicazioni, quelle tali ai sensi della legge sulla stampa. Il CUN intende accendere un faro su questo e intende accenderlo per la ricerca e per il futuro legislatore delle valutazioni. In tutti questi casi, si è optato per  proporre una sorta di spunto o stimolo, tratto dal dibattito interno e internazionale, e non allo scopo di capire se fosse condiviso. Anzi, molti sono indicati proprio per comprendere quanto possano non essere condivisi, benché talune analisi e riflessioni poggino su di essi. Vi sono spazi liberi, in corrispondenza di ogni profilo, che reputiamo molto importanti, perché è proprio avvalendosi di quegli spazi che  i partecipanti potranno fornire altre idee e proposte innovative. E’ inoltre una  consultazione costruita per  tutti i saperi. Alcune questioni, inevitabilmente, potranno non interessare alcune aree scientifiche, nel qual caso si suggerisce di non rispondere, ove non si ritenga di disporre di tutti gli elementi conoscitivi e valutativi per apportare un contributo. E’ la più grande operazione di dialogo con tutte le aree e le esperienze disciplinari  che sino ad ora si sia tentata, in queste forme e con questi mezzi. Ma la consultazione pubblica è ormai uno strumento ampiamente diffuso e utilizzato. Al CUN è parso opportuno che anche il sistema della ricerca potesse aprirsi ad esso e usufruire delle sue grandi potenzialità.

Perché fare ricorso a una consultazione pubblica?

Perché la consultazione pubblica è uno strumento internazionalmente validato  per migliorare la qualità delle regole, chiedendo ai soggetti interessati, ossia in buona sostanza ai destinatari delle regole, di  contribuire e partecipare al processo decisionale, così da renderlo non solo trasparente ma anche capace di condurre a determinazioni maggiormente condivise e per questo il CUN, benché sia di per sè organo direttamente rappresentativo  di tutte le aree scientifiche, lo ha scelto.

Come è proprio di questo strumento, la determinazione finale resta però sempre in capo al soggetto che decide, in questo caso al CUN che formulerà la propria proposta sui criteri di scientificità nell’esercizio della sua  autonoma responsabilità. Non è uno strumento per codecidere, ma per decidere “conoscendo” meglio e di più.

Come utilizzerete le osservazioni che riceverete?

Le esamineremo considerando anche l’area scientifica di riferimento di chi contribuisce, così da poter pesare le osservazioni e non solo contarle. Daremo conto, in forma aggregata, e dunque nel rispetto dell’anonimato, dei contributi che perverranno. Di tutti. Sia di quelli che accoglieremo sia di quelli che non accoglieremo. In questo modo, potremo rappresentare alla stessa comunità scientifica, all’editoria accademica oltre che ai decisori politici quali siano le opinioni espresse dagli attori della ricerca. Queste osservazioni, in sostanza, saranno patrimonio di tutti, non solo del CUN.

Che ruolo ha Anvur rispetto alla consultazione?

Anvur è chiamata dalle norme a esprimere il proprio parere sulla proposta del CUN in merito ai criteri di scientificità per la costituzione di ANPRePS:  Perciò,  è stata informata subito dal CUN della volontà di avviare una consultazione pubblica. Questo, in una logica di leale cooperazione come si conviene tra  apparati che, pur nella distinzione dei loro ruoli, sono titolari di competenze tecniche concorrenti. Il CUN ha inteso e intende agire nell’interesse del sistema universitario, è il suo unico obiettivo: il che implica il rispetto dei canoni di leale collaborazione e cooperazione con tutti gli attori dell’amministrazione del sistema universitario presso il centro statale. E Anvur ha risposto, accogliendo l’idea della consultazione pubblica nonché formulando proposte e osservazioni.  Vorrei però  esprimere  un particolare ringraziamento anche al Ministro, al prof. Francesco Profumo,  che ha condiviso l’idea e ci ha supportato mettendoci a disposizione il suo staff  per la implementazione  tecnica della consultazione.

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