Le mediane sono discrezionali ma le commissioni possono
discostarsene solo dandone duplice motivazione
Al Presidente del CUN Andrea Lenzi è pervenuta una lettera scritta dal Ministro Profumo in data 21 settembre 2012 in cui viene data risposta alla richiesta di chiarimento formulata dal CUN riguardo alla derogabilità del superamento delle mediane ai fini dell’attribuzione dell’abilitazione scientifica.
Di seguito riportiamo il testo della lettera del ministro.
faccio riferimento alla mozione [del CUN] … adottata nell’adunanza del 12 settembre u.s., nella quale viene chiesto un chiarimento in merito al valore da assegnare al superamento delle mediane per il conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale.
In proposito, occorre richiamare quanto espressamente previsto dal D.M. n. 76/2012, ai sensi del quale la valutazione dei candidati all’abilitazione, da parte delle Commissioni, avviene sulla base di una serie di criteri e parametri definiti dall’articolo 4 (per la prima fascia) e dall’articolo 5 (per la seconda fascia). Tra questi criteri e parametri il decreto prevede, per entrambe le fasce dei professori universitari, la valutazione dell’impatto della produzione scientifica complessiva misurato mediante gli indicatori di attività scientifica di cui all’articolo 6 del decreto, le cui regole di utilizzo sono precisate negli allegati A e B dello stesso.
Il citato artico 6 prevede che, in linea generale, i candidati possono conseguire l’abilitazione esclusivamente se, oltre ad aver avuto una valutazione positiva secondo gli altri criteri e parametri, presentino i valori degli indicatori di attività scientifica, richiesti per la prima o la seconda fascia e calcolati secondo le regole degli allegati A e B del decreto.
Ai sensi del medesimo articolo 6 del D.M. n. 76/2012, al riguardo, peraltro, le Commissioni hanno un margine di discrezionalità, atteso che possono discostarsi dai criteri e parametri disciplinati dal decreto, incluso quello della valutazione dell’impatto della produzione scientifica mediante l’utilizzo degli indicatori di attività scientifica, dandone specifica motivazione sia al momento della fissazione dei criteri di valutazione dei candidati sia nel giudizio finale espresso sui medesimi.
Rimandiamo ad ulteriori articoli per un’analisi più dettagliata del testo e delle sue conseguenze sul futuro delle abilitazioni. Per il momento, ci limitiamo ad osservare che, alla luce dell’interpretazione ministeriale, il destino delle abilitazioni risulta indissolubilmente legato a quello della legittimità delle mediane. Anche alla luce delle recenti ammissioni dell’agenzia sui suoi errori, ripensamenti e aggiustamenti, è lecito domandarsi se le mediane dell’ANVUR reggeranno l’urto dei ricorsi già presentati e di quelli che potranno seguire.
“Per il momento, ci limitiamo ad osservare che, alla luce dell’interpretazione ministeriale, il destino delle abilitazioni risulta indissolubilmente legato a quello della legittimità delle mediane.”
Questo mi pare discutibile: mi sembra invece che tutti gli ultimi atti di ANVUR e MIUR, compresa questa lettera, vadano nel senso di “sganciare” le mediane, ritenute non necessariamente vincolanti, dalla procedura – mettendo la relativa responsabilità in capo alle commissioni.
In concreto, questo significa che si esporranno a ricorso solo quelle commissioni che accetteranno come vincolanti le mediane: è come se il ministro “consigliasse” di derogare da queste, ma senza assumersi la responsabilità concreta di bloccare la procedura emanando i necessari atti legislativi.
Per rispondere, cito due punti presi dal nostro recente articolo “Salviamo le abilitazioni (prima che sia troppo tardi)” (https://www.roars.it/?p=12750):
1. L’interpretazione autentica di un regolamento ministeriale (atto normativo) è categoria giuridica che va affrontata rigorosamente. Non si può assolutamente fare con comunicati stampa, o con semplici lettere, o con documenti pubblicati su un sito internet: questa non sarebbe interpretazione autentica del D.M. 76/2012, non potrebbe mai esserlo giuridicamente, non vincolerebbe nessuno, alimenterebbe solo ulteriore confusione.
2. Non scongiurerà i contenziosi, a questo punto, neppure un’interpretazione autentica del D.M. 76 che (in ipotesi) dichiari le mediane “indicative” per i candidati, ossia derogabili caso per caso dalle commissioni.
Lasciamo un attimo da parte l’arbitrio che si assegnerebbe a ciascuna commissione e le disparità di trattamento tra i candidati da settore a settore della stessa Area (“Deroga sì o deroga no? Dipenderà dalla gentile disposizione d’animo dei commissari del tuo settore, audace candidato: perciò spera, se sei sotto le mediane, che ti tocchi in sorte la commissione magnanima incline alla deroga, anziché quella più severamente intransigente che sia contraria alla deroga”).
Lasciamo ancora da parte lo spreco di denaro pubblico investito per elaborare mediane applicabili “forse che sì forse che no”, derogabilmente ed indicativamente mobili quali “piume al vento”. Al punto in cui ormai siamo dopo gli ultimi atti dell’ANVUR, un’interpretazione autentica di questo tipo non risolverebbe comunque il problema dei ricorsi, perché ormai quelle stesse mediane (illegittime) hanno già operato come mediane prescrittive per la formazione degli elenchi degli aspiranti commissari: gli elenchi dai quali, con il sorteggio, si formeranno le commissioni per valutare i candidati. A mediane illegittime utilizzate per selezionare gli aspiranti commissari corrisponderanno commissioni illegittime, aggredibili dai ricorsi di tutti coloro che intenderanno contestare i giudizi di commissioni, appunto, illegittime per la loro genesi.
D’accodo su tutto, in linea di principio. In concreto, il dm 76 è scritto in modo tale da rendere sostenibilissima (in tribunale) l’interpretazione del ministro, quindi eventuali ricorsi potranno esservi solo da parte di chi fosse portatore di un legittimo interesse leso da questa interpretazione del dm (ovvero, solo i candidati che venissero ESPLICITAMENTE esclusi dall’idoneità in quanto non in possesso del criterio definito tramite le mediane; ovvero, come dicevo, solo per quei casi in cui l commissioni – autolesionisticamente – vorranno mantenerle). Nessun TAR può dichiarare illegittima una procedura se la questione non viene sollevata davanti ad esso da qualcuno il cui diritto soggettivo sia stato leso.
Resta, semmai, la questione dei commissari esclusi; ma questa verrà con ogni probabilità risolta consentendo a tutti coloro che hanno fatto domanda di essere sorteggiabili. Quanto a quelli che la domanda non l’hanno proprio fatta “i semafori rossi”, peggio per loro: si dirà che avrebbero potuto (e infati molti prof col semaforo rosso la domanda l’hanno depositata).
Non dico che tutto ciò mi piaccia; dico che tutto ciò accadrà, e che non è palesemente illegittimo. Questa risposta di Profumo infatti taglia la testa al toro in merito al fatto che sono decisi ad andare avanti comunque. Il treno in corsa non li spaventa: evidentemente, sanno che quella locomotiva non andrà a colpire “un treno pieno di signori”, ma verrà casomai dirottato “lungo una linea morta”.
“Resta, semmai, la questione dei commissari esclusi; ma questa verrà con ogni probabilità risolta consentendo a tutti coloro che hanno fatto domanda di essere sorteggiabili.”
Ma dato che i CV sono disponibili in rete, la cosa diventa di dominio pubblico e a quel punto potrebbero partire i ricorsi di:
1. aspiranti commissari che, avendo un semaforo verde “legittimo”, vedono diminuire la probabilità di essere sorteggiato a causa dei colleghi che hanno semafori verdi “aggiustati”;
2. candidati sottoposti al giudizio di una commissione illegittimamente formata.
Il treno è lanciato a tutta velocità.
1 bis. aspiranti commissari che avendo semaforo rosso non hanno presentato domanda.
Questi problemi ci sono, ma di sicuro non hanno una portata potenzialmente devastante sul piano giuridico quanto lo sarebbe stata l’adozione indiscriminata del criterio delle mediane per la valutazione dei candidati.
Per eliminare entrambe le problematicità, sarebbe sufficiente la riapertura dei termini del bando per le candidature dei commissari – sempre che ciò non preveda le stesse lungaggini necessarie all’adozione di un nuovo decreto sostitutivo del dm 76
Afferma fp: “Quanto a quelli che la domanda non l’hanno proprio fatta “i semafori rossi”, peggio per loro: si dirà che avrebbero potuto (e infatti molti prof col semaforo rosso la domanda l’hanno depositata)”.
Non sono d’accordo con fp.
Premessa banale. Quando un ATTO NORMATIVO (legge, regolamento) STABILISCE IMPERATIVAMENTE QUALI REQUISITI SI DEVONO POSSEDERE per poter essere commissari in una procedura, CHI NON POSSIEDE QUEI REQUISITI NON È LEGITTIMATO ad essere commissario. Un cittadino deve rispettare la legge. Se la legge dice che possono votare solo i maggiorenni, i minorenni che non si recano al seggio lo fanno in obbedienza alla legge.
Seguendo (lo estremizzo, e me ne scuso con lui) il ragionamento di fp, invece, il minorenne potrebbe comportarsi così: recarsi al seggio e sperare che la commissione elettorale, non controllandogli la carta di identità, lo faccia votare per errore in violazione della legge. Se invece il minorenne ligio alla legge non si reca al seggio e non vota, peggio per lui: avrebbe potuto “provarci”.
Il minorenne dell’esempio di fantasia corrisponde al professore ordinario sotto le mediane ANVUR.
Basta infatti leggere l’art. 8 del D.M. 76/2012 quando si riferisce ai commissari.
Ai fini della presentazione della domanda per poter essere COMMISSARI, non c’è dubbio alcuno che le MEDIANE ANVUR (v. i documenti ANVUR intitolati “Mediane per candidati commissari all’abilitazione scientifica nazionale”) fossero INDEROGABILI e PRESCRITTIVE.
Lo riconosce perfino la lettera (sulla quale, personalmente, nutro grandi riserve sul piano giuridico) del Ministro, laddove afferma la derogabilità solo per le mediane DEI CANDIDATI, non certo dei commissari.
Art. 8, comma 1, del D.M. 76 (cito testualmente): “POSSONO ESSERE INSERITI NELLA LISTA, all’interno della quale sono sorteggiati i componenti della commissione, SOLTANTO i professori ordinari che, ferma restando la positiva valutazione di cui all’articolo 6, comma 7, della Legge, SONO IN POSSESSO di una qualificazione scientifica COERENTE CON I CRITERI E I PARAMETRI STABILITI DAL PRESENTE REGOLAMENTO, riferiti al settore concorsuale di appartenenza, e abbiano reso pubblico il proprio curriculum sul sito del Ministero”.
Art. 8, comma 3, del D.M. 76: “ … LA COERENZA è accertata, PER I SETTORI CONCORSUALI DI CUI ALL’ALLEGATO A, SULLA BASE DEGLI INDICATORI BIBLIOMETRICI e delle regole di utilizzo ivi specificati, e, PER I SETTORI CONCORSUALI DI CUI ALL’ALLEGATO B, SULLA BASE DEGLI INDICATORI e delle regole di utilizzo ivi specificati”.
Su questo punto non ci sono questioni, non esistono deroghe: solo i professori ordinari che superavano le mediane potevano essere ammessi alle liste da cui sorteggiare i commissari.
Ed infatti, il bando per la presentazione delle candidature a commissario (Decreto Direttoriale 181 del 27 giugno 2012) rinviava, per l’ammissione alle liste degli aspiranti commissari, all’art. 8 del D.M. 76 (art. 5, comma 1, lett. b] del bando).
Quanto al fatto che “molti prof col semaforo rosso la domanda l’hanno depositata”, lasciamo perdere i semafori ANVUR (affidabili, forse, quanto le mediane). Il problema è: quei professori superano o non superano le mediane ANVUR? No? Ciò significa che quella domanda non è ammissibile per violazione dell’art. 8, comma 3, del D.M. (superamento obbligatorio delle mediane). Allora scatta l’art. 8, comma 6, del D.M. 76/2012: “Se l’ANVUR reputa che dal curriculum e dalla documentazione acclusi alla domanda NON RISULTI ATTESTATO IL RISPETTO DEI REQUISITI STABILITI DAI COMMI 2 E 3, ne informa il DIRETTORE GENERALE, il quale comunica all’interessato entro dieci giorni i motivi che OSTANO ALL’ACCOGLIMENTO DELLA DOMANDA …”.
Insomma, meglio evitare paradossi. Coloro che non abbiano presentato la domanda da commissario perché sotto la mediana non potrebbero neppure ricorrere al TAR contro le mediane illegittime (si vedano le “confessioni” ANVUR commentate da ROARS), perché “peggio per loro” se non hanno proposto domanda?
“Peggio per loro” se non hanno preferito disobbedire alla legge (al D.M. 76)?
I ricorsi degli aspiranti commissari contro le mediane sarebbero invece – lo dico in astratto – proponibili e sorretti da legittimazione ed interesse a ricorrere, se quei soggetti non hanno presentato domanda perché sotto le mediane.
Non basta.
Il problema non è solo il fatto che NELLE LISTE DEGLI ASPIRANTI COMMISSARI MANCA chi non ha presentato (correttamente e doverosamente) la propria candidatura perché sotto le mediane.
C’è un problema più importante. Se si dimostra che le mediane ANVUR sono illegittime, le Liste degli aspiranti commissari diventano illegittime rispetto a tutti coloro che ne FACCIANO PARTE (indipendentemente dal loro valore accademico assoluto). Il motivo è semplice: chi è nelle Liste, in tanto c’è in quanto ha superato (a differenza di altri che non ci sono) delle mediane che sono, però, illegittime. Se cadono le mediane, cadono le Liste. Ma il sorteggio attinge proprio da quelle Liste: se cadono le Liste, perciò, cade il sorteggio. E se cade il sorteggio, cadono i commissari sorteggiati.
Ecco il punto. Qualunque candidato che verrà “bocciato” da queste commissioni ha un motivo di ricorso formidabile: potrà sostenere che il giudizio (di bocciatura) è illegittimo perché la commissione è illegittima nella sua selezione e composizione. Si tratta di un motivo classico nei ricorsi al TAR contro le procedure concorsuali: contestazione della legittimità del procedimento di nomina delle commissioni = contestazione della legittimità del giudizio dei commissari.
Se le mediane non verranno azzerate, la procedura rischia di nascere moritura: le mediane hanno già viziato il procedimento di formazione delle Liste per i sorteggi dei commissari. Tutto il resto è conseguenza.
fp scrive ancora: “sarebbe sufficiente la riapertura dei termini del bando per le candidature dei commissari – sempre che ciò non preveda le stesse lungaggini necessarie all’adozione di un nuovo decreto sostitutivo del dm 76”.
Riaprire oggi il bando dei commissari?
Mi chiedo: CON LE STESSE MEDIANE? Non si risolverebbe nulla: se quelle mediane sono illegittime, anche la nuova Lista degli aspiranti commissari che supereranno QUELLE mediane sarà illegittima come la precedente.
CON MEDIANE NUOVE? E chi le calcolerà: l’ANVUR, impiegando altri mesi? E come le calcolerà?
SENZA PIÙ MEDIANE? Quindi, tutti i professori ordinari d’Italia, senza alcun limite, potranno presentare domanda per entrare nelle Liste? Todos caballeros?
“SENZA PIÙ MEDIANE? Quindi, tutti i professori ordinari d’Italia, senza alcun limite, potranno presentare domanda per entrare nelle Liste? Todos caballeros?”
Se questa soluzione è tecnicamente fattibile, il ministro potrebbe tranquillamente percorrerla. Vorrei chiarire che, in punta di legge, le spiegazioni di Jus, De Nicolao ecc. sono impeccabili; ma teniamo presente la triste realtà. Stiamo parlando dello stesso ministro che non si è vergognato di fare questo:
http://www.ilmessaggero.it/umbria/universit_con_la_spending_review_il_rettore_bistoni_resta_un_altro_anno/notizie/211646.shtml
“SENZA PIÙ MEDIANE? Quindi, tutti i professori ordinari d’Italia, senza alcun limite, potranno presentare domanda per entrare nelle Liste? Todos caballeros?”
Se questa soluzione è tecnicamente fattibile, il ministro potrebbe tranquillamente percorrerla. Vorrei chiarire che, in punta di legge, le spiegazioni di Jus, De Nicolao ecc. sono impeccabili; ma teniamo presente la triste realtà. Stiamo parlando dello stesso ministro che non si è vergognato di fare questo:
http://tinyurl.com/92ftt6b
Riguardo gli aspiranti commissari, va osservato che il superamento delle mediane non è l’unico vincolo. L’Art.8, comma 2, prevede, alla lettera a) (le mediane sono alla lettera b)) la continuità delle produzione scientifica negli ultimi 5 anni. Ciò consentirebbe comunque una selezione degli aspiranti commissari senza far riferimento alle mediane.
@ CarloGualtieri scrive: “Riguardo gli aspiranti commissari, va osservato che il superamento delle mediane NON È L’UNICO VINCOLO. L’art. 8, comma 2, prevede, alla lettera a) (le mediane sono alla lettera b)) la continuità delle produzione scientifica negli ultimi 5 anni. Ciò consentirebbe comunque una selezione degli aspiranti commissari SENZA FAR RIFERIMENTO ALLE MEDIANE”.
Se ho capito bene, l’argomento è questo.
L’art. 8 del D.M. 76 ha stabilito NON UNO ma DUE requisiti di ammissibilità delle domande per aspirare ad essere commissari:
1) la “continuità della produzione scientifica, con particolare riferimento ai cinque anni consecutivi precedenti” (art. 8, comma 2, lettera a]);
2) il superamento obbligatorio delle mediane di cui agli Allegati A e B (v. il mio precedente post: art. 8, comma 1, comma 2 lettera b] e comma 3).
Secondo CarloGualtieri, bastava possedere UNO SOLO di questi due requisiti per poter essere ammessi alle liste degli aspiranti commissari. Bastava 1), anche se non si possedeva 2).
Il risultato cui si arriva, in questo modo, è un po’ quello suggerito provocatoriamente da fp: se qualche professore ordinario non superava le mediane, “peggio per lui” se ha scelto di non presentare la domanda, dato che avrebbe potuto presentarla semplicemente superando il requisito 1) anche senza il 2). “Peggio per lui” se non ha capito il D.M.
Ho la sensazione che, in questo momento (ed è la cosa che, personalmente, mi crea maggiore sofferenza, perché credo nel diritto e ho sempre criticato lo stereotipo che vuole dipingere noi italiani come quelli che “fatta la legge trovato l’inganno” e “tanto alla legge puoi far dire quello che vuoi dopo averla scritta”), stiamo davvero abituandoci ad accettare l’idea che in Italia non esista neppure la minima traccia della certezza del diritto, della sua prevedibilità, della sua ragionevole comprensibilità da parte di un normale cittadino che deve applicare le regole.
Torno all’esempio di fantasia del minorenne in periodo elettorale.
Se la legge stabilisce DUE requisiti per poter essere ammessi al voto nelle elezioni politiche, ossia:
1) essere cittadini italiani;
2) essere maggiorenni;
qualcuno potrebbe sostenere che basta possedere il requisito 1) per votare, anche se non si possiede il requisito 2)?
Allora il ragazzo di tredici anni che, avendo studiato educazione civica, conosce la legge e non si è recato al seggio sapendo di essere minorenne (pur essendo cittadino italiano), ha fatto male a non andare a votare?
L’art. 8 del D.M. 76 non dice MAI che i due requisiti 1) e 2) sono alternativi.
Essi sono (chiunque interpreterebbe così un testo giuridico formulato come l’art. 8 del D.M.) requisiti concorrenti, devono sussistere contemporaneamente.
O forse dobbiamo aspettarci una prossima lettera che, A BANDO CHIUSO, dica RETROATTIVAMENTE: no, bastava un requisito solo, ci dispiace per chi non ha presentato domanda, sarà per la prossima volta?
In verità, al punto in cui siamo ridotti sul piano del rispetto del diritto, c’è da aspettarsi di tutto. Avanzo una proposta: perchè non introdurre con semplice lettera, nella Costituzione, direttamente la legge della giungla o quella del taglione? Almeno non si farà più finta di rispettare un diritto che viene ogni giorno di più calpestato, ridicolizzato, usato come zerbino per gli interessi del momento.
Aggiungo una cosa.
La Delibera ANVUR n. 50 del 21 giugno 2012 (http://www.anvur.org/sites/anvur-miur/files/delibere/delibera50_12_0.pdf), ossia il provvedimento amministrativo pubblicato PRIMA del bando per la presentazione delle candidature a commissario, intitolata “Modalità di calcolo degli indicatori da utilizzare ai fini della selezione degli aspiranti commissari e della valutazione dei candidati per l’abilitazione scientifica nazionale”, stabilisce, all’art. 3, comma 4, che gli indicatori bibliometrici di cui agli Allegati A e B del D.M. 76, ossia LE MEDIANE,
“costituiscono REQUISITI DI AMMISSIBILITÀ per gli aspiranti commissari italiani, ai sensi del decreto abilitazioni”.
Se le mediane erano (e sono state) requisiti “di ammissibilità” per la presentazione delle candidature degli aspiranti commissari italiani, ciò significa che il mancato superamento di quelle mediane determinava (e dovrà determinare) la INAMMISSIBILITÀ di quelle domande.
Ma, è ovvio, questa è solo un’opinione giuridica. Il diritto – inutile lusso di chi ha tempo da perdere – non conta più in questa procedura.
completamente d’accordo De Nicolao sui commissari e sul fatto che le mediane saranno un arma nelle mani delle commissioni che le useranno a loro piacere per favorire l’uno e sfavorire l’altro.
Il potere baronale che l’Anvur raccontava di voler distruggere ne uscirà rafforzarto.
Spero proprio per i colleghi più giovani che il treno deragli…e che Profumo e Fantoni abbiano la decenza di dimettersi…
Fossi io il CUN, mi riterrei offeso: è come se mi si dicesse che non so leggere quanto contenuto nel DM 76, visto che di fatto Profumo non fa che ripetere quanto in esso detto, né più né meno. A questo punto, a mio avviso, le commissione possono fare quello che vogliono: attenersi alle mediane (si ha solo la possibilità di derogare ad essa) e così lavorare di meno, oppure non rispettarle, dandone adeguata giustificazione (e voglio vedere se non se ne trovano a bizzeffe!). Insomma, signori, sinora abbiamo scherzato. Ed è ovvio che nell’un caso e nell’altro fioccheranno i ricorsi.
La risposta del Ministro non fa che confermare le sue pesanti responsabilità in questa vicenda. Dov’è che si firma per il prossimo ricorso?
@Jus
“SENZA PIÙ MEDIANE? Quindi, tutti i professori ordinari d’Italia, senza alcun limite, potranno presentare domanda per entrare nelle Liste? Todos caballeros?”
Se questa soluzione è tecnicamente fattibile, il ministro potrebbe tranquillamente percorrerla. Vorrei chiarire che, in punta di legge, le spiegazioni di Jus, De Nicolao ecc. sono impeccabili; ma teniamo presente la triste realtà. Stiamo parlando dello stesso ministro che non si è vergognato di fare questo:
http://www.ilmessaggero.it/umbria/universit_con_la_spending_review_il_rettore_bistoni_resta_un_altro_anno/notizie/211646.shtml
a mio modo di vedere, la lettera di Profumo si traduce in un invito alle commissioni a stabilire, sempre e comunque, dei criteri di deroga alle mediane. Così, una sensazione a pelle.
Da dichiarare prima della valutazione e da ribadire in ogni singolo giudizio individuale. Rimane l’effetto deterrente delle mediane.
al solito il rimedio è peggiore del male. la lettera non dice assolutamente nulla che non fosse nel decreto (mi sarei meravigliato se fosse stata diversa). Come non mi meraviglia che alla seconda interpellanza del CUN per ora ci sia assoluto silenzio. Credo che la richiesta di chiarezza sui dati e sui calcoli delle mediane aprirebbe un confronto asperrimo tra ministero e ANVUR, con reciproci scaricabarile ed accuse che metterebbero a nudo l’approssimazione (colpevole) con cui tutto il procedimento è stato portato avanti. Come ha detto JUS, ormai ogni via di ricorso è aperta, contro un DM che non recepisce la legge, l’ANVUR che cerca di riscrivere le regole a somiglianza di pochi “capetti” e un ministro che, per sua stessa ammissione, ricopre un ruolo di “oliatore del sistema”.
Era ovvio che finisse cosi’. Le mediane sono il problema, ignoriamole! Di che abbiamo parlato fin ora?
Ma già quest’estate quando sentivo parlare di questa storia l’ho sempre etichettata come “chiacchere da bar dello sport”.
Finirà tutto a tarallucci e vino, come sempre in Italia.
A nessuno interessa realmente fermare questo treno, ma solo ottenere i posti di prima classe.
Fermare il treno significa per tutti perdere l’opportunità di idonearsi. Adesso che anche l’altra metà del cielo ha una speranza il fronte anti-mediane si spaccherà e tutto andrà avanti.
C’è da risolvere il problema commissari, ma anche lì metteranno una pezza. Il problema è l’interpretazione della definizione assurda data di mediana, ma applicando il criterio più estensivo (e magari mettendo una su tre anche per i non bibliometrici) tutto sarà risolto.
Io preparo i tarallucci, chi porta il vino?
L’Artefice, ovvio, am sarà un vino amaro.
Io invece credo che partirà tutto il baraccone dei sorteggi, presentazione domande, inizio dei lavori e a fine gennaio… bum tutto bloccato dal TAR. Con risse, grande spreco di risorse e enorme discredito per tutto il mondo della ricerca.
Del resto sono sempre stato un ottimista.
Come si poteva immaginare: nessuno si dimette, tutto va avanti nello stesso modo sgangherato, le commissioni dovranno battagliare al loro interno per i criteri fornendo loro le interpretazioni autentiche se riescono a mettersi d’accordo, i potenziali commissari esclusi per via delle mediane faranno ricorso, i candidati giudicati secondo criteri divergenti faranno ricorso, ma che bella prospettiva e che storia edificante. Soltanto che tutti saranno così stanchi che nessuno farà ricorso. Il ministro invece ha conservate il sangue freddo, è rimasto calmo e lungimirante: lasciamoli sfogare, tutti questi che non hanno altro da fare che cercare il pelo nelle mediane e nelle riviste, e poi andiamo avanti. Come se niente fosse.
Tutto dipende oramai dal TAR?
La lettera di Profumo mi trasmette un solo messaggio: il Ministro vuole andare avanti; non è incline a fare l’unica cosa seria – fermare tutto, revocare quello che c’è da revocare, riprendere la riflessione.
Se così è, non esiste un modo sicuro al 100% per blindare la procedura contro ricorsi, operando nel perimetro dei regolamenti esistenti, per le ragioni dette da De Nicolao e Jus, che potranno essere fatte valere da qualsiasi candidato cui sia negata l’abilitazione (ma vi dirò che per il mio settore, giuridico, già il mancato calcolo della terza mediana avvelenava l’albero dalle radici).
Vi confesso il mio ultimo timore: una LEGGINA che, alla chetichella, metta sul brutto buco un’ancora più brutta pezza. Che convalidi l’esistente. O che introduca qualche regola, magari d’ancien régime (es. sorteggio o elezione dei commissari tra tutti gli ordinari – vi ricordate che qualche mese fa volevano resuscitare i concorsi con commissioni locali?). Una leggina di questo tipo avrebbe spazi operativi e possibilità di sopravvivenza ai giudizi superiori a quelle di regolamenti o atti amministrativi.
Ditemi, ve ne prego, che queste paure sono solo il frutto di una mente ormai compromessa. Compromessa dallo stress di avere assistito a vicende che meriterebbero aggettivazioni lovecraftiane…
Lovecraft era un grande visionario, ma senza volergli mancare di rispetto, ANVUR mi sembra più “uncanny” di Cthulhu.
Scusate. Volevo scrivere “un ancora”, non “un’ancora”. Colpa della mente disturbata. Del resto, stiamo appunto andando a fondo, proprio come un’ancora…
“Un’ancora più brutta pezza” è corretto, dal momento che pezza è un sostantivo femminile, dunque la a si elide. Excusatio non petita…
Chissà perché mi era venuto in mente che l’elisione fosse esclusa davanti a parole non femminili (avverbio “ancora”).
Invece leggo nel sito della Crusca che l’elisione di “una” davanti a parole che iniziano per vocale (a prescindere dal fatto che siano sostantivi femminili):
http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4274&ctg_id=44
Allora, stiamo al punto: prendiamo atto che il treno non si ferma, il macchinista non ci pensa nemmeno a tirare il freno, e nessuno dei passeggeri scende. Fra meno di due mesi saremo lì con le domande fatte e neanche questa sarà una passeggiata: pdf, editori che non lo danno ecc. Il tempo delle chiacchere mi sa che finisce qui.
Dopo la lettera del Ministro, se verrà applicata, sarà durissimo, se non impossibile, negare l’abilitazione a chi supera la mediana, visto che sarà probabile che venga abilitato qualcuno con titoli inferiori alla mediana. La cosa non mi turba, infatti comunque il rapporto posti “veri”/ abilitati sarebbe stato comunque bassissimo. Insomma una truffa.
da rimpiangere la Gelmini!
No, questo è troppo!
A proposito della Gelmini! Tra i firmatari di una mozione tri-partisan al Governo http://www.swas.polito.it/services/Rassegna_Stampa/dett.asp?id=4028-160549014
Aaargh! Non ditemi che adesso si metta a fare la maestrina pure lei …
Errata corrige:
metta –> mette
La lettera del ministro Profumo di fatto lascia intendere che non ci sarà alcun ripensamento da parte del MIUR. Fra tutti gli esiti possibili descritti su ROARS non ho visto nessuno ipotizzare la seguente sequenza di atti:
— le abilitazioni proseguono senza nessuno stop sino al termine (con ampio arbitrio dei commissari sul rispetto o meno del criterio relativo alle mediane)
— in caso di annullamento a seguito di un vittorioso ricoso al TAR il MIUR estrae dal cilindro il famoso “decreto merito” dello scorso giugno. Quindi, in deroga alla legge, per questa tornata sarà possibile svolgere concorsi locali, accettando come candidati soggetti non abilitati che saranno poi sottoposti ad una valutazione ex-post da parte dell’ANVUR (che magari nel frattempo sarà stata in grado di calcolare indicatori conformi alle prescrizioni del TAR). In caso di valutazione negativa l’ateneo che ha assunto il candidato verrà penalizzato.
Sarebbe una pessima soluzione, perchè nelle maglie dei vari passaggi potrebbe succedere di tutto. Ma arrivati a questo punto, tutto mi sembra possibile.
Condivido il timore. L’ipotesi è simile a quella che ho fatto qui sopra: leggina che ripristina qualche sistema più o meno vecchio, come appunto i concorsi locali del “decreto merito”.
Anche a me sembra una pessima soluzione. Potrebbe addirittura essere attuata ancora prima degli annullamenti da parte dei TAR: in modo da mettere una pietra sopra ai ricorsi; e un’altra – tombale – sopra molti ricercatori senza santi in Paradiso…
Speriamo siano solo paranoie. Ma questi hanno già mostrato di avere pronto di tutto, nei cassetti.
i concorsi locali con 4 commissari sorteggiati su 5 non sarebbero neanche male se si filtrassero gli inattivi..
Come al solito il diavolo si potrebbe nascondere nei dettagli, e francamente oramai sappiamo che non c’è limite al peggio.
Convengo: 4 sorteggiati su 5 non è il peggiore dei modelli concepibili; anche se la prima bozza prevedeva 3 sorteggiati e 2 nominati.
Convengo anche sull’idea che, però, servirebbe un filtro di merito. Possibilmente non limitato solo a casi estremi come gli inattivi.
Certo, che peccato! Proprio per la selezione dei commissari, che hanno una pretesa a diventare tali meno “forte” di quella degli aspiranti idonei, la discrezionalità regolamentare poteva essere maggiore. E proprio lì è stata esercitata peggio… nonostante i moniti del CUN e delle associazioni scientifiche…
faccio notare che il “decreto merito” conteneva già diversi filtri, a partire da una benemerita graduatoria (invece assente nelle abilitazioni)
e sulla richiesta di trasparenza e pubblicazione dei dati il ministro rimane muto?!
Non farà sicuramente nulla. Probabilmente la legge sulla privacy è dalla sua parte. Credo (JUS potrebbe spiegarci meglio al riguardo) che sia vietato pubblicare dati personali anche se raccolti utilizzando strumenti di dominio pubblico su banche dati pubbliche. E’ altrettanto vero però che noi siamo dipendenti dell’università e lui è il nostro ministro. In questo caso forse potrebbe.
Io ho raccolto dati con WoS e Scopus su PA e PO di un intero settore. Avrei dei problemi a renderli pubblici.
a proposito di parole astratte usate dai nostri ministri e politici, come “meritocrazia”, “eccellenza”, ecc., trovo interessante questo brano scritto nell’ottocento:
inizio citazione …
Gli scrittori democratici fabbricano continuamente parole astratte di questa specie o usano con un senso sempre più astratto le parole astratte esistenti nella lingua. Inoltre, per rendere il discorso più rapido, personificano l’oggetto di queste parole astratte, lo fanno agire come un individuo reale. Essi diranno che
“la forza delle cose vuole che le capacità governino”
Queste parole astratte che riempiono le lingue democratiche, di cui si fa uso ogni momento senza collegarle ad alcun fatto particolare, allargano e nascondono il pensiero; rendono l’espressione più rapida ma l’idea meno netta. […] in fatto di lingua, i popoli democratici preferiscono l’oscurità alla fatica […] Poiché non sanno mai se l’idea che esprimono oggi converrà alla situazione nuova che avranno domani, hanno naturalmente il gusto dei termini astratti. Una parola astratta è come una scatola a doppio fondo: vi si mettono le idee che si vuole e le si ritirano senza che nessuno se ne accorga.
… fine citazione
@ JUS
No, il senso del mio post era un altro. Mi sembra evidente che i requisiti secondo il D.M. siano due e vadano soddisfatti entrambi. Proprio per questo, io intendevo dire che, dal momento che le mediane sono state calcolate su dati e con modalità errate, un possibile appiglio per eliminare un aspirante commissario potrebbe essere quello di utilizzare il requisito di cui alla lettera a), evitando di utilizzare il criterio delle “mediane” (illegittimamente determinate).
Il mio non è un auspicio, ma una (forse fallace) previsione.
In questo senso, concordo pienamente.
Ringrazio molto CarloGualtieri della risposta, davvero, e mi scuso per lo sfogo, che nasce dall’amarezza per quello che vedo accadere sul piano giuridico ma che, certamente, non intendeva in alcun modo riferirsi ad interlocutori cortesi e attenti come lui.