Al seguente link sono stati messi in rete i Curricula degli aspiranti commissari ai sensi degli art. 4 del Decreto Direttoriale 27 giugno 2012 n. 181, che prevedeva, entro dieci giorni dal 28 agosto, la pubblicazione del curriculum vitae degli aspiranti commissari sul sito del MIUR e la trasmissione della lista all’ANVUR.

Per chi avesse difficoltà a leggere i files scaricati, basta rimpiazzare .php con .pdf ed usare un lettore di files pdf (Acrobat Reader, per esempio).

Non compare alcuna informazione sul colore del “semaforo”  ovvero sul presunto (visto il valore “indicativo” ad esso attribuito da ANVUR) passaggio delle mediane necessarie per svolgere il ruolo di commissari. Tuttavia, è presumibile che molti di coloro il cui semaforo era rosso abbiano approfittato dei sei giorni di “ripensamento” per ritirarsi ed evitare la “gogna elettronica” nel caso in cui il loro semaforo non cambi colore (Abilitazioni: arriva il “decreto dissuasivo” per gli aspiranti commissari). Infatti, quando saranno resi noti gli elenchi degli aspiranti commissari entro i quali verranno sorteggiati i membri delle commissioni, un semplice raffronto con le liste pubblicate oggi permetterà di compilare gli elenchi dei professori ordinari “fuori casta”, ovvero che non superano il numero minimo di mediane necessarie per fungere da commissari.

Ricordiamo i successivi passi della procedura.

  1. Entro ulteriori trenta giorni dalla ricezione della lista l’ANVUR accerta il rispetto dei requisiti di qualificazione scientifica (mediane incluse).
  2. Se l’ANVUR reputa l’aspirante commissario non possegga i requisiti, ne informa il Direttore generale, il quale entro dieci giorni ne dà comunicazione all’interessato tramite posta elettronica (o, in subordine, tramite raccomandata A.R.).
  3. Entro dieci giorni dal ricevimento della predetta comunicazione, l’interessato può presentare al Direttore generale le proprie osservazioni, eventualmente corredate da documenti e memorie.
  4. L’ANVUR decide entro dieci giorni dalla presentazione delle osservazioni.

In totale si tratta di 10+30+10+10+10 = 70 giorni che vanno contati a partire dal 28 agosto, arrivando in tal modo oltre la fine di ottobre, quasi a ridosso con la scadenza del bando per i candidati all’abilitazione scientifica nazionale fissata per il 20 novembre.

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54 Commenti

    • Il Decreto 181 del 27 giugno 2012,all’art.6.3 recita “il sorteggio nell’ambito dei componenti della lista di cui al comma 2 assicura per quanto
      possibile la presenza, in ciascuna commissione, di almeno un componente per ciascun settore
      scientifico-disciplinare”…”per quanto possibile”???…ma un sorteggio è un sorteggio!

    • Il decreto è formulato in modo sibillino, però se lo si legge con attenzione risulta chiaro (o quasi…) che sarà garantita la rappresentanza solo dei SSD con almeno 30 ordinari. Solo se tali SSD fossero più di quattro (ma non so se ci sono casi del genere), il sorteggio lascerebbe fuori qualche SSD grosso. Nella maggior parte dei settori concorsuali, invece, c’è un solo o due SSD con 30 ordinari, con rappresentante sicuro in commissione, mentre gli altri SSD non avranno garanzie.

  1. Insomma si va avanti pervicacemente. E’ senz’altro molto importante continuare a fare le pulci ai singoli atti della vicenda, comprese le liste di fascia A dei settori non bibliometrici ma non vorrei che in questa discussione sugli aspetti tecnici si perdesse di vista la critica radicale alle procedure messe in atto con parametri quantitativi distorsivi.
    Ripeto e non mi stancherò di ribadire che pretendere di valutare parametri freddi senza tenere minimamente conto del fattore di proprietà dei singoli articoli è semplicemente assurdo, quale che sia l’area disciplinare di appartenenza. Il fattore correttivo dell’età accademica premia paradossalmente chi comincia a pubblicare più tardi e distorce i valori delle produzioni scientifiche. Le auto citazioni alterano la valutazione del reale impatto scientifico del singolo candidato. Non sono queste considerazioni che meriterebbero di essere oggetto di un ricorso?
    Il ricorso presentato da AIC riguarda esclusivamente un aspetto di pertinenza dei settori non bibliometrici e mi chiedo (e chiedo) a chi è nel campo giuridico-amministrativo se il pronunciamento del TAR del Lazio possa avere una qualsivoglia conseguenza anche per i settori bibliometrici dove non ci sono liste di classe A delle riviste.
    Noi che siamo bibliometrici in settori con mediane molto alte (in quanto con corrette con alcun fattore di proprietà) e affette dalle distorsioni di cui ho parlato abbiamo la netta sensazione che le procedure di abilitazione stiano procedendo indisturbate come schiacciasassi, sul vento di poppa della volontà politica (direi marcatamente propagandistica).

    • Anch’io mi chiedo se il ricorso dell’AIC possa avere una conseguenza sui settori bibliometrici.
      Sarebbe forse il caso di provare a fare un grosso gruppo di protesta e di informazione come sta facendo il Vostro sito per bloccare questa procedura che appare veramente ingiusta per chi ha cercato di fare il proprio dovere lavorando intensamente, magari pubblicando su riviste non indicizzate o articoli di libri, pensando che facendo così si dimostrava una continuità di produzione scientifica.
      Non si possono cambiare le regole in corso dell’opera, dicendo ora che dovevamo produrre articoli su riviste indicizzate a partire da 10 anni fa e soprattutto non si può giocare con la vita e con l’impegno delle persone, che come già detto lavorano per il bene di questo Paese.
      Speriamo di riuscire, con il Vostro aiuto a cambiare qualcosa.

    • Le critiche verso il processo di abilitazione di Roars e dei commentatori su questo sito sono nella maggior molto ben documentate e circostanziate, e molte pienamente condivisibili. Vorrei notare che l’ANVUR si trova di fronte una mentalità assurda da parte di molti docenti. E’ chiarissimo, vedendo le liste, che una quota significativa di prof. Ordinari è largamente sotto le mediane per entrare nella lista di asiranti commissari. Mi riferisco almeno al mio settore, che è bibliometrico e che è coperto in modo abbastanza completo da Scopus/ISI. Questo vuole dire che dei docenti si ostinano a presentare una domanda quando è chiaro che quei requsiti, sul significato dei quali possiamo discutere quanto vogliamo, non li hanno. Se un merito l’ANVUR lo ha, è quello di aver creato un sistema di certificazione, con tutti I suoi limiti.
      Le pubblicazioni e gli indicatori non sono quelli che un docente gonfia a dismisura, ma quelle “certificate” da un’autorità terza. Non sarebbe un cambiamento da poco per l’Accademia Italiana.

    • Sono d’accordo che e’ giusto che i nostri lavori scientifici vengano certificati e controllati, e ben venga questo sistema, ma per regolare la nostra produzione queste norme dovevano essere dettate nel 2002 e non nel 2012 per i dieci anni precedenti. Credo che noi tutti, avendolo saputo per tempo, avremmo fatto in modo di rientrare e certamente superare le mediane, in quanto sono sicuro che la nostra produzione scientifica non e’ inferiore a qualunque paese del mondo e non dovremo neanche aver paura di pubblicare su riviste scritte nella nostra bella lingua. Anche Francesi e Tedeschi pubblicano ottimi articoli nei loro propri idiomi e ne vanno fieri.

    • L’ANVUR non può avere nessun merito fino a quando non presenterà tutti i suoi dati sul calcolo delle mediane. Io mi aspettavo che a fianco dei nomi dei candidati commissari vi fosse la terna di indicatori calcolata al 28/8. Invece assisteremo all’ennesimo periodo grigio durante il quale continueremo a discutere mentre l’ANVUR continuerà nelle sue simulazioni per riaggiustare tutto e fare rientrare qualche nome fra i sorteggiabili. Questo è uno scandalo perche dovrebbe rientrare nei diritti dei candidati all’abilitazione la possibilità di ricusazione dei commissari sulla questione delle mediane.

    • “Questo vuole dire che dei docenti si ostinano a presentare una domanda quando è chiaro che quei requsiti, sul significato dei quali possiamo discutere quanto vogliamo, non li hanno. ”

      Se non hanno letto Roars, temo che la situazione fosse ben poco chiara. Scommetto che quelli che resterano incastrati nella gogna elettronica sono quelli che non avevano capito quanto descritto nel mio articolo sul “Decreto dissuasivo”. Già la stessa farraginosità e l’esistenza di “trappole ” di questo genere è decisamente biasimevole

      “Se un merito l’ANVUR lo ha, è quello di aver creato un sistema di certificazione, con tutti I suoi limiti.”

      Chiamare quello dell’ANVUR un “sistema di certificazione” significa offendere la nozione stessa di certificazione. Ritenere autorità terza con valenza certificatoria i database WoS e Scopus è pure problematico. Non a caso, ANVUR ha declinato ogni responsabilità per i loro errori (!):

      “L’ANVUR non è responsabile degli eventuali errori presenti nelle banche dati.” Delibera ANVUR n. 50

      Inoltre, l’uso fai-da-te di dati bibliometrici per la valutazione scientifica non ha basi scientifiche e nemmeno precedenti internazionali. Anzi, un’agenzia più seria come l’HEFCE ha detto esplicitamente che non si può usare la bibliometria per la valutazione dei singoli articoli. La stregoneria non è solo quella che si fa con le ali di pipistrello.

    • Chiariamoci subito: ciò che ha messo in piedi l’ANVUR è assolutamente criticabile, ma ci sono anche degli aspetti da salvare. Per usare un database come Scopus e ISI non serve una laurea in bibliometria. Il requisito per essere inclusi nella lista dei commissari è passare due mediane su tre (mi riferisco solo alle aree bibliometriche). I parametri sono: indice H, numero totale di citazioni, articoli a partire dal 2002. Se questi valori sono ad esempio, 22, 1580, 45 e un docente ritiene di potersi candidare con indicatori Scopus 12, 630, 22 penso che il problema non sia il processo di abilitazione in se, ma della mentalità di certa accademia italiana. I database sono pubblici. Le pubblicazioni sono per loro natura pubbliche.

      Se vogliamo, possiamo discutere all’infinito del valore relativo che hanno questi indicatori e su questo ROARS ha ragione. Tuttavia, stiamo parlando di prof Ordinari, che non sono in grado di calcolare i propri indicatori bibliometrici o ritengono di poter ignorare dei requisiti di un bando. Questo secondo me merita una riflessione con la massima onestà intellettuale.

    • @DaniMarco
      Il problema non è il caso che mostri ma il sapere quanto è ampia l’area grigia attorno alle mediane.

    • Se fossi un ordinario, sotto le mediane ma convinto di aver svolto dignitosamente il mio lavoro, sarei orgoglioso di farmi cacciare a pedate dal club ANVUR

      …no, l’anvur non ha nessun merito, neanche quello di aver creato un sistema di certificazione…

      Ha messo frettolosamente in piedi un sistema di conteggio che è:
      – dannoso per la scienza, perché avrà un pessimo impatto sulla ricerca nei prossimi anni
      – irresponsabile, perché demanda a società straniere e private (anche in palese conflitto di interesse) l’onere del conteggio
      – iniquo da molteplici punti di vista: nel raffronto tra le diverse aree (soprattutto tra biblio e nonbiblio), nel raffronto tra ricercatori giovani e meno giovani, nel raffronto tra chi ha rivestito ruoli istituzionali e chi no, nel raffronto tra chi ha potuto dedicare alla ricerca il 100% del suo tempo e chi invece è stato oberato da didattica etc.etc.

      E poi anche volendo arrendersi al fato, risulta impossibile conoscere esattamente i propri valori in quanto il decreto, le delibere anvur, e le FAQ non sono privi di grossolane imprecisioni:
      – definizione di età accedemica
      – definizione di mediana
      – definizione di H_C
      – uso improprio e ambiguo del termine “intero superiore”

      Un collega più sveglio di me mi ha anche fatto notare che, persino nell’articolo originale di Katsaros, la definizione di contemporary H-index è mal posta. E noi stiamo usando un indice che l’autore stesso non ha saputo definire…

      Mi dispiace, ma se l’anvur aveva in mente di ordinare i ricercatori italiani assegnando a ciascuno una terna di numeri, tanto valeva usare
      – l’altezza
      – il numero di scarpe (in EUR e normalizzato per età (non quella accademica però))
      – la circonferenza cranica

      Quelli sarebbero stati dati certi, non meno significativi, inoppugnabili, che per lo meno non avrebbero influenzato per sempre il modo di fare ricerca.

    • Ben detto! e sono pienamente d’accordo sull’articolo di Katsaros et al. che fornisce una definizione dell’h-c degna della Lepre Marzolina (la traduzione fornita dall’ANVUR è impeccabile, il problema è l’originale).

    • Caro Aspa,
      Ripeto per l’ennesima volta che moltissime delle critiche mosse all’ANVUR le condivido appieno.
      Ma cerchiamo anche di essere obiettivi: tutti i punti più controversi del decreto abilitazioni, età, accademica, indice H contemporaneo, normalizzazione per età accademica NON sono da considerare per il superamento delle mediane come commissario. Si tratta solo di confrontare tre numeri con altri tre numeri forniti in una lista, che penso sia un compito alla portata di qualsiasi prof. Ordinario.
      La domanda come commissario NON è obbligatoria. Non ci vedo nulla di nobile nell’insistere per essere commissari quando CHIARAMENTE le mediane non si superano. Mi sembra solo un atteggiamento arrogante, come quello di alcuni prof. Ordinari appunto. Conosco molti docenti che le mediane le superavano abbondantemente, ma la domanda non la hanno presentata.
      Mi riferisco alle aree bibliometriche, perchè non ho esperienza per parlare delle aree non bibliometriche.
      Penso che ciascuno possa fare una breve ricerca su Scopus riguardo ai possibili commissari del proprio settore (bibliometrico). Nel mio caso, vedo un numero significativo (almeno 20-25%) di docenti che chiaramente non passa le mediane. Sarei onestamente terrificato di trovarmi esaminato da questa gente….

    • “La domanda come commissario NON è obbligatoria. Non ci vedo nulla di nobile nell’insistere per essere commissari quando CHIARAMENTE le mediane non si superano … Nel mio caso, vedo un numero significativo (almeno 20-25%) di docenti che chiaramente non passa le mediane.”

      Senza voler commiserare nessuno, dubito che sia arroganza. Sono quelli che non hanno capito il meccanismo della gogna elettronica e adesso ci sono finiti dentro come pesci nella rete. Qualcuno avrà fatto domanda in luglio e non ha mai nemmeno visto le mediane uscite in agosto e tanto meno i semafori. Altri hanno visto le mediane del 13 agosto e si sono tranquillizzati. Poi cambiano le mediane, scatta il rosso e – zac! – eccoli nella rete. Io ormai uso correntemente ISI e Scopus, ma non mi sembra sensato che debba essere pane quotidiano di ogni professore dei settori bibliometrici. Chi non ha pratica di questi strumenti e non si diletta di Decreti Ministeriali e Delibere ANVUR (perversione che ammetto di praticare quotidianamente anche se ne ricavo piaceri eticamente dscutibili e comunque inferiori al dispendio di energie) avrebbe fatto bene a leggersi i post di Roars. Altrimenti, il finale è noto.

    • Caro DaniMarco,

      esattamente al contrario di quanto scrivi, io credo che la maggior parte dei difetti dell’impianto ANVUR resti in piedi anche per la determinazione delle mediane dei commissari.

      Non è comunque questo il problema principale.

      Il tipo di obiezioni che fai mi fanno pensare che in fondo tu creda nella possibilità di delegare ai numeri, senza eccezioni o quasi, la possibilità di determinare la bontà della ricerca, e nella possibilità di instaurare una relazione quasi mistica tra un sottoinsieme proprio dei numeri razionali e l’insieme dei ricercatori.

      Io invece rifiuto alla radice l’impianto numerologico della riforma.

      Su questo mi pare che non troveremo mai un accordo e quindi giustifico il fatto che tu trovi surreale che un ordinario, che si senta ingiustamente escluso, possa protestare il proprio dissenso candidandosi.

  2. Sul sito dell’ANVUR è comparsa la seguente sibillina informazione:

    “Informazioni sulla VQR 2004-2010 – GEV13
    Pubblichiamo la risposta del GEV13 (Scienze Economiche e Statistiche) alle segnalazioni sull’elenco e il ranking delle riviste pervenute entro il 20 agosto 2012.”

    Cliccando sul link però non si vede un bel niente. Ne sapete qualcosa?

  3. @thor
    E’ verissimo: attorno alle mediane c’è un’enorme area grigia, causata soprattutto dalla definizione nebulosissima di età accademica, parametro che tuttavia non conta per i commissari. Condivido appieno le richieste di pubblicare tutti i dati, se ne avvantaggerebbe in primis l’ANVUR.
    Penso ci siano due aspetti da considerare:

    1) come ho raccolto i dati? Quali sono questi dati, ovvero il numero di pubblicazioni, citazioni, indice H? In mia opinione, l’ANVUR ha fatto un lavoro criticabile ma apprezzabile. L’idea che indico le mie pubblicazioni, indico il DOI dei lavori e un software in automatico ricava in numero di citazioni pescando da due database e calcola gli indicatori, allo stesso modo per tutti, non è male.
    Ci saranno di sicuro errori, ma l’errore è sistematico per tutti i candidati. Se per caso fosse passata la proposta CUN di indicatori autocertificati dai commissari o dai candidati, lì avremmo assistito alla stregoneria vera….

    2) Che interpretazione e significato fornisco a questi dati? Su questo punto tutte le critiche che ho letto sono giustificatissime. Tuttavia, c’è il giudizio della commissione dopo, e candidati fuori soglia potrebbero essere abilitati e candidati entro la soglia no. Se le commissioni faranno bene il loro lavoro, (e concordo che sarà molto difficile) la cosa POTREBBE funzionare.

    Secondo me le domande di certi aspiranti candidati dimostrano come l’area grigia sia in realtà non così estesa come sembrerebbe, e che c’è invece una area nera ben definita. C’è una parte notevole dell’accademia che la bibliometria la ignora o vuole ignorarla completamente…

  4. “In mia opinione, l’ANVUR ha fatto un lavoro criticabile ma apprezzabile. L’idea che indico le mie pubblicazioni, indico il DOI dei lavori e un software in automatico ricava in numero di citazioni pescando da due database e calcola gli indicatori, allo stesso modo per tutti, non è male.”

    Alcuni fascicoli sono indicizzati random (alcuni articoli sì e altri no), in alcuni casi il DOI manca, alcuni titoli sono sdoppiati ( e così le citazioni), sono solo alcuni degli errori (oltre ai problemi di omonimia, pseudonimi e alle affiliazioni sbagliate) presenti nelle banche dati di riferimento di ANVUR. Mi dispiace ma questi errori non sono sistematici, e per qualcuno significherà stare sotto la mediana.
    “C’è una parte notevole dell’accademia che la bibliometria la ignora o vuole ignorarla completamente…” Certo. Una parte sta proprio nell’ANVUR.
    Scopus e WOS potevano essere utilizzati come banche dati di riferimento, e anche il sito docente. Dopo un lavoro di ripulitura dei dati di almeno sei mesi, non subito e con uno scarico di responsabilità

  5. Cambierei la frase “permetterà di compilare gli elenchi dei professori ordinari “fuori casta”” in “permetterà di compilare gli elenchi dei professori ordinari “in casta”; se ho ben capito, il raffronto che suggerite consentirà infatti di individuare quei PO che non superano soglie di selezione in alcuni casi piuttosto lasche – parlo per i settori non bibl – ma che sono abituati a pensare di dover stare nelle commissioni…

    • Più che altro, si tratta di colleghi distratti e disinformati che finiranno “marchiati”. Qualcuno penserà che sia un progresso, ma gli sfugge il punto centrale. Soprattutto nei settori non bibliometrici i semafori avevano un grado di affidablità molto basso. La paura di essere “marchiati” ha convinto alla rinuncia molti colleghi che avevano i titoli per superare le mediane (conosciamo diversi casi in cui i dubbi sono pochi) ma hanno preferito non perdere ulteriore tempo a protestare per correggere gli errori ed avere semaforo verde, magari con il rischio di rimanere “marchiati” per sempre se per qualche assurda regola alcuni dei loro lavori venivano scartati comunque. Il Decreto Dissuasivo potrebbe aver funzionato molto bene da questo punto di vista come strumento per scoraggiare le persone dal difendere il proprio diritto ad un’equa valutazione.

      Sarà ancora peggio per i candidati. Chi avrà semaforo rosso in contrasto con i titoli che ha caricato sul CINECA dovrà scegliere se scommettere sulla correzione degli errori oppure rischiare due anni di stop. Molti si faranno da parte, pur avendo ragione oppure buone probabilità di avere ragione. Non auguro a nessuno di ritrovarsi in questa condizione.

    • Siamo sicuri che ci sarà un semaforo (rosso o verde) anche per i candidati, in tempo utile per ritirare eventualmente la domanda?

  6. Trovo davvero indecoroso che si possa apprezzare il lavoro dell’ANVUR solo perchè ha inserito delle metriche quantitative.
    Nessuno intende sfuggire a delle metriche, ma dopo tanti anni di sacrifici mi aspettavo rispetto e serietà.
    Sono giudicabile secondo i parametri bibliometrici. Ebbene, mi si spieghi perchè varie citazioni di articoli su riviste di buona qualità me le ritrovo si Google Scholar, ma non su SCOPUS e ISI. Mi si spieghi che vuol dire numero di citazioni relativo all’intera attività scientifica (quindi non solo su alcune rivist inserite nei due database), se SCOPUS e ISI ignorano tutte le mie pubblicazioni su libri, addirittura anche su riviste prestigiose. Mi si spieghi perchè io che ho incominciato a pubblicare il risultato di tesi (su richiesta di un ordinario firmatatio) su atti di un proceedings nel 2002 quando non avevo neanche iniiato il dottorato devo avere età accademica 11 anni. Mi si spieghi perchè le autocitazioni sono trascurate…
    E’ inoltre vergognoso che molti miei pari senza dire una parola di protesta si mettano a calcolare uscendo con l’unica risposta di non farcela a meno che imbrogliando non diminuiscano sui loro siti loginMiur l’età accademica.
    E non facciamo nulla? Lasciamo che l’ANVUR continui come un panzer? E’ così che vogliamo essere valutati? Non c’è niente da fare, nel nostro sangue scorre tutta la meschinità e l’opportunismo fattori negativi del nostro popolo evidenziati dalla storia.

  7. Il confronto l’ho fatto, per il mio SC e uno affine, usando le mediane ANVUR e i dati di BibAnalyzer (che si appoggia su SCOPUS).

    Per il settore 09/D2 (http://i46.tinypic.com/2wbxkw4.jpg), su 48 PO se ne sono candidati 26, uno su BibAnalyzer non c’è, 16 (il 64%) dovrebbero aver avuto “semaforo verde” e 9 (il 36%) “semaforo rosso”.

    Per il settore 09/D3 (http://i46.tinypic.com/308ikiw.jpg), su 47 PO se ne sono candidati 25, 18 (il 72%) dovrebbero aver avuto “semaforo verde” e 7 (il 28%) “semaforo rosso”.

    N.B. I dati sono confrontati in maniera disomogenea, perché i dati personali vengono da BybAnalyzer e le mediane da Anvur, però i risultati dovrebbero essere corretti perché quasi nessuno è sui limiti.

    Domanda: Cosa sanno i 9 PO di 09/D2 e i 7 PO di 09/D3 che noi non sappiamo?

    • “Domanda: Cosa sanno i 9 PO di 09/D2 e i 7 PO di 09/D3 che noi non sappiamo?”

      Magari sotto l’ombrellone non hanno letto Roars e non hanno capito in tempo che li attende la “gogna elettronica” perpetua.

    • E se invece della gogna i professori a (presunto) semaforo rosso venissero tirati tutti dentro il paniere????
      Perché escludi questa illogica quanto plausibile possibilità????

    • E’ una concreta possibilità. Siamo all’oscuro di tutto e se i candidati sono meno del 50% dei PO del settore concorsuale non se ne accorgerebbe quasi nessuno (ROARS e i suoi lettori non si fanno ingannare tanto facilmente però). Bibanalyzer basandosi su Scopus sottostima probabilmente gli indicatori creando falsi rossi. Però la short list anvur basandosi su 2 mediane su 3 dovrebbe essere sotto il 50% dei PO del settore. Quindi, per un controllo da esterni, si dovrebbero creare le mediane Bibanalyzer e la relativa short list, se un PO candidato non rientra in quella short list difficilmente rientrerebbe in quella anvur. Dobbiamo comunque insistere sulla traparenza.

    • In generale hai ragione, però, limitatamente ai due SC che ho analizzato, non c’è quasi nessuno che è “rosso” ma prossimo ai limiti (e quindi, applicando l’incertezza di BibAnalyzer a favore dei candidati, in grado di essere in realtà un “verde”).

      Sull’opportunità di imbarcare anche i rossi mi sembra una cosa eticamente pessima. Chi si è autolimitato è stato un “fesso” perché ha creduto alle regole? (Peraltro discutibilissime, però definite)

      Come dicevo, conosco i miei PO-lli. Tra i semafori rossi ci sono davvero personaggi scadentissimi. Tra gli assenti ci sono anche persone degnissime che avrebbero potuto fare un’ottima figura.

    • Se fossimo di fronte all’agenzia di un’altra nazione non avrei dubbi. Nel caso dell’ANVUR sento già dire in giro che arriveranno nuove e più favorevoli mediane.

    • cioè hanno intenzione di pubblicare una terza e aggiornata versione delle mediane dicendo: ci siamo sbagliati la prima volta, ci siamo sbagliati la seconda (cercando di fare i cattivoni in qualche settore bibliometrico)… ecco una terza versione (più mite così nessuno si arrabbia e fa ricorso)?

    • Diranno che hanno capito di aver fatto un errore di calcolo o di aver interpretato male le loro stesse delibere e abbasseranno almeno alcune mediane. Sempre che non capiscano che la misura è colma.

    • Correggo la mia analisi sul settore 09/D2 (http://i49.tinypic.com/xo31wl.jpg): su 48 PO se ne sono candidati 26, 17 (il 65%) dovrebbero aver avuto “semaforo verde” e 9 (il 35%) “semaforo rosso”.

      Comunque la mia domanda finale del post di sopra era retorica. Conosco i miei PO-lli. I “semafori rossi” si sono candidati perché contano di entrare comunque nelle commissioni, in un modo o nell’altro. In questo caso – e solo in questo – spero che abbiano sbagliato i loro conti e ci finiscano, alla gogna.

  8. Sono d’accordo con Demetra: bisognerebbe fare qualcosa come già proponevo in un precedente post, cercare di fare gruppo e eventualmente disporre anche un ricorso al amministrativo al TAR perchè le “regole” sono state imposte dopo e nessuno era a conoscenza prima su cosa e su come era necessario lavorare. Anch’io ho notato che le banche banche dati sono poco precise e talvolta alcune riviste sono indicizzate da un certo anno, mentre quello pubblicato magari un mese prima sulla stessa rivista non è reperibile su quella banca dati. E questo non è corretto. Quindi cerchiamo anche noi di fare qualcosa. Io sono d’accordo.

    • Condivido in pieno l’iniziativa di Roberto. Dal punto di vista giuridico quali elementi possono essere addotti per un ricorso amministrativo? C’è qualcuno di noi esperto giurista che può illuminarci?
      Possiamo formare un gruppo di protesta? Formulare lettera di protesta al ministro? Chiedere una interrogazione parlamentare?
      Avete altre idee già precise?

  9. Almeno nei sc di cui ho esperienza, non meno del 30-40 per cento dei PO aspiranti non supera le due mediane su tre nei settori bibliometrici. Perché hanno presentato la domanda?
    A) alcuni non hanno approfondito fino in fondo la problematica e non hanno perso tempo a valutare i vari parametri sui due data base..
    B) alcuni non hanno preso coscienza in tempo del semaforo rosso e non hanno ritirato la domanda
    C) alcuni non se ne fregano della gogna mediatica e fanno bene.
    D) alcuni pensano che siamo in Italia e poi tutto si aggiusta
    E) alcuni attendono il provvedimento di esclusione da parte del direttore generale per partire con i ricorsi. Attendo ricorsi da molti PO di ssd che rischiano la scomparsa nell’ambito del settore concorsuale. Un esempio e’ la medicina legale che non ha mediane autonome, ma comportamenti pubblicistici totalmente diversi rispetto alla medicina del lavoro che fa parte dello stesso settore concorsuale.
    Su questo punto bisognerebbe avviare una riflessione del perché alcuni ssd hanno avuto mediane autonome ed altri, con ben più robuste questioni no.
    Penso che l’anvur anche in questo caso abbia avuto un comportamento poco trasparte ed in antitesi con la dichiarazioni di come avrebbe costruito le mediane.

    • “Su questo punto bisognerebbe avviare una riflessione del perché alcuni ssd hanno avuto mediane autonome ed altri, con ben più robuste questioni no. Penso che l’anvur anche in questo caso abbia avuto un comportamento poco trasparte ed in antitesi con la dichiarazioni di come avrebbe costruito le mediane”

      Ottimo commento che condivido in toto con una piccola precisazione sulla chiusa. Fermo restando che non c’è trasparenza perché l’ANVUR non solo non fornisce i dati numerici (nemmeno anonimizzati) ma non rivela nemmeno le formule (!) con cui ha calcolato le mediane e parla di “approssimazioni” per giustificare maldestramente la seconda edizione, che non può in nessun modo essere giustificata da un semplice cambio di formula (a meno che non esista sia una formula capace di riconoscere se un numero viene da un settore scientifico oppure da un settore umanistico dato che i primi hanno mediane in salita e gli altri in discesa).

      Per quanto riguarda le mediane autonome, il documento di accompagnamento dichiara che è stata applicata la regola della Delibera N. 50 per tutti i SSD con numerosità pari almeno a quattro. Mi sembra meglio di quanto c’era scritto nella delibera che rendeva discrezionale l’attribuzione di mediane autonome per numerosità inferiori a trenta. C’era inoltre la possibilità di più mediane autonome entro lo stesso SSD, possibilità sfruttata in un solo caso nell’area 02 (Fisica), presumibilmente con la consulenza di Paolo Rossi, che sembra avere avuto un ruolo anche nella virata (un vero suicidio in vista dei futuri ricorsi) verso l’indice h_c, anch’esso difeso mostrando che “si comportava bene” con i fisici. Nonostante l’offerta di ANVUR, il CUN si è rifiutato di istruire l’attribuzione delle mediane autonome entro i SSD. Si sarebbe aperto un bazaar ingestibile che avrebbe risucchiato pure il CUN in una completa perdita di credibilità.

      Va detto che il sistema delle mediane è disastroso, come pure disastrose le regole per attribuire mediane autonome (ne ho discusso nel mio articolo sulle “Mediane di Mr. Bean”). Se mediane devono essere, il male minore era dare una mediana autonoma ad ogni SSD. Fermo restando il disastro complessivo, non vedo però dove l’ANVUR abbia “avuto un comportamento … in antitesi con la dichiarazioni di come avrebbe costruito le mediane”. L’unica cosa che non ha (ancora?) fatto è distribuire mediane autonome dentro i SSD (se togliamo la singola eccezione di cui sopra). Come già detto, abbiamo evitato un bazaar infernale, ma confesso che non si finisce mai di imparare e può ben essere che mi sia sfuggito qualcosa.

    • Mi scuso se ripropongo il mio commento, ma credo di averlo postato off-topic, per questo lo inserisco qui.

      Ho un quesito da porre alla redazione ROARS in merito alla definizione di rivista utile per il computo delle mediane e il superamento di queste ultime.
      Dovrò dilungarmi per chiarire bene quanto intendo: me ne scuso in anticipo.
      Partiamo dalla definizione di “rivista”.
      La Delibera ANVUR n. 50 del 21/06/2012 recita ai seguenti commi:

      Articolo 1 comma 6
      Per banche dati si intendono di norma le seguenti:
      a) ISI Web of Science (versione articoli + proceedings);
      b) Scopus
      accessibili alla data del decreto abilitazione e successivamente.

      Articolo 6 comma 2

      Ai fini del calcolo delle mediane per i settori bibliometrici si prendono a riferimento i seguenti indicatori:
      a) il numero di articoli su riviste contenute nelle banche dati e pubblicati nei dieci anni consecutivi precedenti la data del bando, con la precisazione di cui al comma 1 del presente articolo;

      Di conseguenza, il combinato dei due articoli porge (tautologicamente) che si intende come “rivista” quell’oggetto editoriale che Scopus o ISI considerano come tale.

      Vengo al dunque: nell’accedere al profilo autore in Scopus appare una schermata contenente i seguenti campi: 1) Document title 2) Author(s) 3) Date 4) Source Title 5) Cited by.

      Ora, nel campo 4) Source Title appare “l’oggetto editoriale” su cui l’autore ha pubblicato il proprio lavoro, il cui titolo è indicato nel campo 1) Document Title.

      Si può facilmente notare che, scorrendo la lista dei propri lavori, alcuni degli “oggetti editoriali” in cui sono ospitati appaiono in colore nero, altri in colore azzurro. Fra gli oggetti editoriali in colore nero vi sono i libro e/o atti di conferenza. Fra gli oggetti editoriali in colore azzurro vi sono invece tutti gli “oggetti editoriali” che comunemente un autore intende come “riviste” (infatti nessuna “rivista” è dotata di colore nero) più altri “oggetti editoriali” che, pur non essendo comunente intesi com “riviste” in senso comune, dovrebbero esserlo per Scopus. Ovvero: appaiono in azzurro atti di conferenza dotati di ISSN oppure libri dotati di ISSN (es. la collana FRONTIERS in ARTIFICIAL INTELLIGENCE, dotata di ISSN, appare in colore azzurro, pur essendo comunemente intesa come libro).

      Se quanto ipotizzato dovesse rivelarsi corretto, ovvero che tutti gli “oggetti azzurri” sono esattamente “riviste” per Scopus (indipendentemente da ciò che il senso comune possa suggerire) , è su questo numero, e non sul quanto appare sul proprio sito CINECA che i) le mediane devono computarsi ii) il singolo candidato deve fare affidamento per stabilire se è in grado o meno di superare la mediana ANVUR relativa al numero delle pubblicazioni nel periodo 2002 -2012.

      Sbaglio?

      Se la mia ipotesi è corretta tutto ciò spiegherebbe il perché l’ANVUR si rifiuta di concedere i dati grezzi e le formule con cui ha calcolato i parametri.

      Vi ringrazio anticipatamente per la risposta che vorrete darmi.

    • “Rigore è quando arbitro fischia”, diceva Boskov.

      “Articolo è quando Scopus fischia”, dice ANVUR.

      Fuori i dati, subito!

    • I dati non li caccerà mai. È chiaro come il sole che le asticelle dell’Anvur sono state volutamente alterate al rialzo e che Scopus non puó comprendere l’intera produzione scientifica.. Dobbiamo concretizzare una protesta efficiente per impedire che si arrivi a novembre in queste condizioni, magari chiedendo ancora i dati all’Anvur ….

    • Io credo che quelli azzurri siano gli articoli dotati di link alla rivista o collana su cui sono pubblicati, mentre quelli neri ne sono sprovvisti. Esportando i dati di Scopus in formato csv compare il campo “Document Type” che contiene l’informazione sul tipo di prodotto: “Article”, “Conference paper”, “Editorial”, etc… Ovviamente non è detto che questa informazione coincida con quella su Cineca…

  10. Uso questo spazio di commenti per rendere noto che non compaio nell’elenco dei commissari per il mio settore disciplinari 13/A1 (economia politica) perché non ho fatto domanda.

    Il mio semaforo è verde. E lo è sulle tre mediane, come chiunque può controllare sul mio cv in rete [e in sintesi nel PS a questo commento].

    Avevo da tempo deciso di non presentare domanda. Ho riserve di principio molto forti su un sistema che sottopone, nella sostanza e semplificando, l’accademia al controllo di un organismo di nomina politica. [Non mi piceva enanche il sistema precedente, ma per ragioni del tutto diverse]. Ho molte perplessità sugli strumenti utilizzati per le selezioni [non perché non ami le quantità, ma perché trovo errate quelle che sono state scelte]. Mi sarei perciò trovato a disagio nell’affrontare discussioni analitiche rispetto a cui ho una posizione per principio critica.

    Ho piena fiducia che i colleghi che saranno sorteggiati nelle commissioni faranno al meglio il loro lavoro. Io ritengo così di poter esprimere le mie opinioni più liberamente.

    PS. Sono inquadrato nel settore 13/A1 Economia politica.
    Mediana libri 0: ne ho 7 secondo cineca (criterio: esistenza ISBN). Il numero giusto è 2 virgola qualcosa, perché ne ho scritto 1 impegnativo ed un secondo molto faticoso. Gli altri sono sforzi di gruppi di ricerca di cui sono uno degli autori.

    Mediana articoli e capitoli di libri 12: ne ho 24 di cui 15 su riviste e curatele internazionali.

    Mediana classe riviste classe A: 1,5; ho 3 articoli in classe A [CJE; HOPE; Scand J Stat].
    Ho però un altro articolo in rivista A nel settore 13/C1 [Eur J Hist Ec Th]; ed un altro che è in A nel settore 13/D1-4 [Scientometrics]. Ne avrei anche altri 2 nel Journal of Informetrics rivista top per chi scrive di bibliometria (IF: 4,229; http://www.scimagojr.com/journalsearch.php?q=5100155103&tip=sid&clean=0), che non è però considerata nelle liste ANVUR di area 13. Io direi 7 complessivamnete, ma non vale.

  11. Ma certo. Chi lo ha detto che i commissari assenti nelle liste sono tutti “semafori rossi”? Alcuni (o molti, dipende dai SSD) non hanno semplicemente fatto domanda, o per ragioni di principio (condivisibili) come Alberto Baccini, o perché pigri, disinteressati, o meglio ancora senza allievi da abilitare. Le liste poi sono ancora provvisorie, perché l’Anvur deve valutare la “scientificità” delle candidature. E se lo fa cambiando ancora una volta le carte in tavola, o, nei settori non-biblio, presentando (oltre la scadenza prevista) liste di riviste di classe A zeppe di errori, omissioni, incongruenze, stiamo freschi. In questo caso, la “gogna mediatica” per un semaforo che da verde sia in seguito diventato rosso grazie ai pasticci dell’ANVUR, sarebbe veramente immeritata. Peggio ancora, naturalmente, per i candidati all’abilitazione.

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