La settimana ROARS:
26 ottobre – 1 novembre 2015.
Una rapida sintesi dei contributi pubblicati
nel corso della settimana appena conclusa.
- Una quarantina di mozioni “stop VQR” approvate in almeno 17 atenei: si estende ancora la disobbedienza civile finalizzata a chiedere a MIUR e Governo risposte su diritto allo studio, scatti stipendiali e ripristino di turn-over e FFO (Renzi non ci ascolta? E allora noi congeliamo la nuova VQR – aggiornato al 29.10.15). Le ragioni per farsi sentire ci sono tutte, anche alla luce delle critiche avanzate dal CUN nei confronti della legge di stabilità (Raccomandazione CUN sulla legge di stabilità 2016). A farsi sentire ci avevano provato 126 docenti del Politecnico di Milano, scrivendo una lettera al Presidente Mattarella in cui, tra altre cose, ribadivano la necessità di garantire «un accesso alla ricerca e all’alta formazione equamente distribuito su tutto il territorio nazionale». Una lettera non apprezzata dal loro rettore secondo il quale «La grande maggioranza dell’ateneo non la pensa così». Anche sull’equità? (Politecnico di Milano: il problema non è la lingua, ma l’equità). Intanto, a Udine il PD discute di “Buona Università”, con Debora Serracchiani che, inconsapevole del doppio senso, afferma: «dopo la scuola, bisogna chiudere il discorso su ricerca e sapere» (Dalla nostra inviata sul campo di Udine: #laBuona Università minuto per minuto). E uno dei temi di cui si è parlato è stata la possibile uscita dell’università dalla pubblica amministrazione: una soluzione adeguata ai problemi in campo? (Università: essere o non essere pubblica amministrazione?)
- Le regole della nuova VQR hanno subito significativi cambiamenti in relazione ai voti per eccellenti e inattivi. Cui prodest? Raffaele Caterina prova a rispondere attraverso un’analisi dettagliata di questi aggiustamenti (Eccellenti e inattivi: cosa cambia con i livelli di qualità delle pubblicazioni scientifiche del nuovo bando VQR).
- Altrettanto interessante è l’analisi di Paolo Biondi che mette a confronto il regolamento per l’ASN 2.0 con i pareri ANVUR e CUN (Sul Regolamento per l’Abilitazione Scientifica Nazionale (Bozza ASN/2015) e sui pareri ANVUR e CUN. Parte I). E sul decreto “Criteri e parametri” dell’ASN 2.0 si è espresso anche il Direttivo dell’Associazione Italiana di Psicologia, entrando nel merito dell’inadeguatezza dell’impact factor, essendo «chiaramente riconosciuto da tutti coloro che si occupano di valutazioni scientometriche che l’I.F. non rappresenta una indicazione collegata alla qualità del lavoro o del candidato che presenta quel lavoro» (Commento del Direttivo AIP sullo schema di Regolamento recante “criteri e parametri” per l’ASN). In effetti, varare criteri mal progettati sarebbe il modo migliore per alimentare un contenzioso giuridico paragonabile a quello dell’ASN 1.0. Un contenzioso che tarda ad esaurirsi, come testimoniato da una sentenza del TAR Lazio a proposito dell’ASN di storia moderna (Cahiers de doleASN: documentazione ASN e VQR [aggiornato al 27.10.2015 ]). Sempre in tema di reclutamento, segnaliamo le proposte avanzate dal Coordinamento nazionale delle Ricercatrici e dei Ricercatori non Strutturati Universitari (Documento di sintesi CRNSU – da Firenze a Bologna: i temi del percorso assembleare).
- La legge prevede l’esistenza del Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale (CNAM), sul modello del Consiglio Universitario Nazionale. Tale organo è scaduto a fine 2012, e da allora mai più ricostituito. Pubblichiamo un appello per la sua ricostituzione (Appello per la ricostituzione del CNAM).
E’ stata aggiornata la sezione collaboratori.