La settimana ROARS:

19 dicembre 2016 – 8 gennaio 2017.

Una rapida sintesi dei contributi pubblicati nelle ultime settimane

FFO premiale: la cronaca di un terremoto annunciato

Cronaca di una VQR annunciata, potremmo chiamarla, anche se più che a una cronaca assomiglia a una telenovela. Già a metà marzo 2016, il Presidente dell’ANVUR era «pronto a fare scommesse»: «chi prenderà meno soldi saranno le università che prima prendevano di più, perché la convergenza è oggettivamente in atto» (Graziosi scommetteva sul terremoto dell’FFO premiale già a marzo, prima che partisse la VQR). Passano nove mesi e l’ANVUR vorrebbe dare per assodato che «gli esercizi di valutazione abbiano raggiunto uno degli obiettivi che si erano prefissati: favorire una convergenza verso uno standard comune e più elevato della qualità della ricerca […]». Un affascinante story-telling, non c’è che dire, soprattutto perché dovremmo crederci senza nemmeno vedere i dati della nuova VQR (Il mistero della VQR fantasma. Ovvero: se i risultati ci sono cacciateli fuori). Peccato che a spostare il grosso dei voti non sia stato il merito, ma la nuova scala numerica usata per dare i voti nella VQR 2011-2014, una spiegazione che ha pure il pregio di rendere meno soprannaturale la preveggenza del Presidente Graziosi (Una lezioncina di aritmetica per il Consiglio direttivo dell’Anvur). In effetti, non era necessario possedere poteri paranormali per prevedere che questa ridefinizione –nominale- dei punteggi avrebbe causato un terremoto –assolutamente reale- nella ripartizione della quota premiale (Terremoto nell’FFO premiale: Catanzaro +43%, Napoli Federico II +20%, Milano Statale -11%). E infatti il terremoto arriva, a dimostrazione che nella “valutazione de noantri” a fare la differenza non è tanto il merito, quanto invece le continue ridefinizioni delle regole (Dati ufficiali FFO premiale: Messina +37%, Catanzaro +33%, Milano Statale -9%, Udine -14%, Siena -39%). La vicenda del titolo di studio della neo-Ministra è stata imbarazzante. Ma non meno imbarazzante è un’agenzia di valutazione che, rivolgendosi alla stampa generalista, interpreta maldestramente (e ideologicamente) i risultati della valutazione della ricerca ancor prima di aver pubblicato i dati (Università: i problemi non sono i titoli di studio della ministra Fedeli).

Le Cattedre Natta finiscono anche su Nature, che pubblica una lettera del Gruppo 2003 che chiede il ritiro del provvedimento relativo alle Cattedre Natta, perché «viola la libertà accademica degli scienziati del paese e minaccia il futuro della scienza italiana» (Le Cattedre Natta «minacciano il futuro della scienza italiana». Su Nature la lettera del Gruppo 2003). Intanto, segnaliamo ai nostri lettori le ultime novità del 2016: il parere del CUN sul D.M. relativo all’FFO premiale e perequativo, la possibilità di prorogare per un ulteriore anno le posizioni degli RTDb che non hanno partecipato all’ASN, la nomina del nuovo Capo di Gabinetto del MIUR e i nuovi sottosegretari (Dal MIUR, le novità di fine 2016).

Il direttore della Fondazione Agnelli ci scrive per replicare all’articolo di Giorgio Tassinari, che aveva criticato le classifiche di Eduscopio, mettendone in evidenza i limiti tecnici e ideologici (Il commento del direttore della Fondazione Agnelli al post sul feticismo delle classifiche). Nella sua controreplica, Giorgio Tassinari conferma le sue critiche e sottolinea che aver trascurato l’”effetto classe” mina alla radice tutto l’esercizio. Inoltre, contesta l’obiettivo non dichiarato alla base dell’analisi di Eduscopio: rendere (artificiosamente) il settore dell’istruzione pubblica un quasi mercato (Le scuole non sono un mercato. Una risposta a Gavosto). Rimaniamo in tema di istruzione, rispolverando l’analisi delle retoriche tossiche che pervadono il discorso pubblico. Vuoi studiare o, peggio ancora, dedicarti alla ricerca? Non è roba per veri maschi. Non potrai vivere con la tua donna o ti toccherà la vergogna di guadagnare meno della tua ragazza (Chi non studia guadagna bene e «vive con la sua donna». Il lato sessista dello story-telling su lavoro e istruzione).

«Il 5 agosto del 2014 un rinomato biologo giapponese nel pieno della carriera, Yoshiki Sasai, tra i massimi esperti mondiali di cellule staminali in forze al RIKEN Center for Developmental Biology di Kobe, si suicida». La causa? La scoperta che una sua coautrice aveva manipolato le immagini che illustravano i risultati di due articoli pubblicati su Nature. E, pur con esiti meno tragici, altri casi clamorosi di frodi scientifiche non mancano, come ci ricorda Telmo Pievani (I buoni e i cattivi nella scienza). E se l’articolo di Pievani ha l’indubbio merito di toccare un nervo scoperto, un possibile limite è quello di non menzionare il tema dell’Open Access, nonostante sia proprio l’attuale sistema di pubblicazioni scientifiche ad essere messo al centro dell’analisi. Ma è possibile mantenere in vita una rivista ad accesso aperto che non imponga costi agli autori? Certamente sì: alcune importanti università italiane – tramite il sistema bibliotecario o la university press – offrono tutti gli strumenti. E non è solo questione di costi: perché, infatti, selezionare prima e pubblicare dopo, se non abbiamo più i vincoli tecnologici ed economici dell’età della stampa? (Riviste on line. Un po’ di informazioni).

Un «interprete della storia del nostro Paese, dei suoi abitanti e della loro cultura», così lo definisce il Comunicato del CUN. Ci uniamo al cordoglio per la scomparsa di Tullio De Mauro professore emerito di Linguistica Generale presso l’Università di Roma La Sapienza, spentosi a Roma, all’età di 84 anni (Comunicato CUN: Tullio De Mauro, «interprete della storia del nostro Paese, dei suoi abitanti e della loro cultura»).

Chiudiamo questa prima Newsletter del 2017, augurandovi Buon Anno. Chi può dire se ci toccherà rimpiangere il 2016? Nel frattempo leggetevi l’Alfabeto 2016: una sintesi in pillole da A(ssoluzione) a Z(ingarata) passando per la P(ernacchia). Ma non dimenticate di dare una scorsa anche al Blob Roars 2016: un anno di vita universitaria rivisto attraverso la lente delle copertine degli articoli di Roars (BlobRoars con alfabeto 2016: da A(ssoluzione) a Z(ingarata) passando per la P(ernacchia)).

 

 

 

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Ricordiamo ai lettori la call for papers di RT, a Journal on Research Policy and Evaluation.

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