La settimana ROARS: 16 – 22 giugno 2014

Una rapida sintesi dei contributi pubblicati
nel corso della settimana appena conclusa.

  • «La più grande operazione di valutazione della ricerca mai portata a termine in Europa»: così viene definita la VQR dal Presidente dell’ANVUR in una sua lettera a il Giornale che questa settimana ha definito l’ANVUR “un ente inutile che regala stipendi d’oro“. A distanza di quasi un anno, pare che la VQR si sia ristretta: «L’esercizio di valutazione è il più grande nel suo genere finora realizzato nel mondo», questo diceva il comunicato stampa diffuso dall’ANVUR il 17 luglio 2013. Ma qual è la verità: la più grande nel mondo o solo in Europa? O nessuna delle due? (Fantoni: «La VQR è la più grande operazione di valutazione mai condotta in Europa». Ma è vero?).
  • L’articolo de il Giornale trae spunto dalla proposta di spending review avanzata Roars: prendendo a riferimento i costi dell’agenzia Francese, una riduzione dei compensi del direttivo permetterebbe di risparmiare oltre 735.000 Euro all’anno (I “sette uomini d’oro” del direttivo ANVUR: il prezzo è giusto?), una cifra che verrebbe anche incontro all’esigenza di trovare fondi per porre rimedio alle ristrettezze di organico lamentate dal Direttore dell’ANVUR (“Sette uomini d’oro”: precisazioni dal Direttore Generale ANVUR).
  • Il delirio burocratico di AVA continua a tener banco (Semplificare AVA: le proposte del CUN). Mentre arrivano le prime adesioni alla proposta di semplificazione di Salmeri e Semplici (Una proposta per semplificare AVA: le prime 127 adesioni), il tema, insieme alle criticità dell’abilitazione nazionale, è anche oggetto di un’audizione dell’ANVUR presso la Commissione cultura della Camera. L’apologia del Presidente Fantoni e del Direttore Torrini ha lasciato parecchie zone d’ombra sia su ASN (Fantoni alla Camera: l’ASN è meritocratica e contro le baronie, no a cambiamenti sostanziali) che su AVA (Se fossi un deputato della Commissione Cultura…).
  • Provate a pagare il conto al ristorante in scellini tanzaniani: è probabile che il ristoratore vi costringerebbe a lavare i piatti. Ebbene, dal 2009 il turn-over si misura in una strana valuta, i “punti organico”, che non saranno scellini tanzaniani, ma si sono svalutati parecchio con una perdita netta per gli atenei di 85 milioni, solo per piano straordinario associati (Al cambia-valute del MIUR a rimetterci sono le università).
  • La declinazione italiana della valutazione sembra focalizzarsi sulla ricerca dell’Indicatore Perfetto di Qualità, una specie di Santo Graal, che solo i miscredenti oserebbero mettere in discussione (Alla ricerca del Santo Graal (e come vivere senza)). Ma se si assume un punto di vista meno mitologico e più scientifico gli indicatori e le procedure di valutazione vanno studiati laicamente, evidenziandone costi e benefici, come fatto, per esempio, in un recente articolo sugli effetti del RAE sullo sviluppo della ricerca economica nel Regno Unito (Appello: sulla Ricerca il Governo ascolti i ricercatori). Alla mitologia appartiene anche la pretesa che le prove INVALSI offrano “strumenti di misurazione analoghi a quelli utilizzati nelle scienze sperimentali”. È ora di abbandonare queste leggende per lasciar spazio ad un confronto scientifico sui fondamenti e i limiti di queste prove (Prove Invalsi, un sistema da rifondare).
  • Si annuncia un’ennesima riforma degli enti pubblici di ricerca italiani. Sarà un’ulteriore occasione mancata se si procederà senza ascoltare i ricercatori (Appello: sulla Ricerca il Governo ascolti i ricercatori).
  • “In fondo che ce ne dobbiamo fare dei laureati con le belle spiagge che abbiamo, con i tanti monumenti e luoghi d’arte? Bagnini, guide turistiche, camerieri, albergatori, cuochi, chef, venditori di souvenir: ecco quello di cui abbisogniamo, non ingegneri, filosofi e archeologi”: chiudiamo la settimana con una riflessione ad alta voce di Francesco Coniglione, tra disillusione e volontà di vendere cara la pelle dell’istituzione universitaria. (L’università dei nostri sogni perduti).
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