Il piccolo di Trieste ha ricordato che il presidente dell’ANVUR è in testa alla classifica dei triestini con il più elevato reddito percepito per cariche direttive pubbliche. Nel post ricostruiamo, a partire dai dati pubblicati nella sezione Amministrazione trasparente del sito ANVUR, i compensi percepiti dai membri del consiglio direttivo. Ma il prezzo è giusto? Per capire se i compensi sono giustificati, abbiamo preso come termine di paragone le indennità pagate ai membri del consiglio della agenzia di valutazione francese: l’AERES. Se in Italia applicassimo i compensi previsti in Francia, generosamente rivalutati di oltre un terzo, sarebbe possibile ridurre di oltre la metà i costi del consiglio direttivo di ANVUR, portandoli da € 1.281.000 a € 545.041 annui, con un risparmio di oltre € 735.000 annui.

SetteUominiOroANVUR

 

Su Il piccolo di Trieste del 6 giugno 2014 campeggia una foto del presidente dell’ANVUR Stefano Fantoni. Vi si parla di una classifica, ma non di quelle che produce ANVUR. La classifica è quella dei redditi dei triestini beneficiari di cariche elettive e direttive, dove il presidente dell’ANVUR occupa la prima posizione con un reddito 2012 di € 391.163.

 


 

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Molti lettori di Roars a questo punto si fregheranno le mani: meno male che il governo di Matteo Renzi ha fissato a 250mila euro il tetto per i manager pubblici! Invece no, cari lettori.

Gli oltre 390 mila euro di Fantoni comprendono infatti circa 91mila euro di pensione, cui si sommano 296.720 € per redditi assimilati al lavoro dipendente (con contratto a tempo determinato) che “comprendono anche gli arretrati corrisposti per la carica di Presidente ANVUR per il periodo 2 maggio 2011 / 31 dicembre 2011”. Si può leggere tutto qua  e qua

Anche la prof.ssa Lisa Ribolzi somma alla pensione di € 64.012, compensi pari € 292.196 per la carica di vice-presidente ANVUR, comprensivi anche degli arretrati per il periodo 2 maggio 2011 / 31 dicembre 2011.

Il prof. Sergio Benedetto oltre ad una pensione di 88.672 euro, riceve compensi per € 282.531 anche per lui comprensivi anche degli arretrati per il periodo 2 maggio 2011 / 31 dicembre 2011.

La prof.ssa Fiorella Kostoris gode anche lei di una pensione di € 85.888; dichiara altri quattro redditi da lavoro dipendente, di cui ANVUR dovrebbe rappresentare € 255.282 euro anche per lei comprensivi anche degli arretrati per il periodo 2 maggio 2011 / 31 dicembre 2011.

Anche nei redditi di Andrea Bonaccorsi (€ 246.322) e Massimo Castagnaro (€ 222.219 euro) sono compresi gli arretrati; ma nessuno dei due è in pensione.

Il prof. Andrea Graziosi infine nel 2012 non faceva parte dell’ANVUR ed il suo reddito da professore ordinario era pari a 78.347 euro.

In periodo di spending review e dopo gli interventi del governo che hanno fissato un tetto di 250mila euro per i manager pubblici, forse è il caso di fare una riflessione sulle remunerazioni del consiglio direttivo di ANVUR. La infografic che accompagna questo articolo contiene l’indicazione dei compensi annuali lordi dei membri del direttivo. Si tratta di remunerazioni congrue?
Per avere un termine di paragone abbiamo considerato quanto avviene in Francia per l’agenzia AERES, cui si è ispirato (malamente) il legislatore italiano per disegnare la nostra ANVUR. In Francia la polemica che ha portato alla soppressione di AERES e alla sua ancora non attuata sostituzione con HCERES, aveva riguardato anche le remunerazioni del consiglio dell’agenzia. Si legge per esempio qua:

[L’AERES] è diventata una fonte di rendita sostanziale per alcuni. I dati non sono pubblici, ma si hanno buone ragioni per pensare che l’indennità di funzione di cui beneficia il presidente e che si aggiunge al suo stipendio di professore è di € 75.000 annui. L’indennità dei direttori di sezione sarebbe più modesta: € 25.000

Le cose sembrano stare proprio così: per il presidente € 75.000.

I membri del consiglio sono invece remunerati: 350 euro a seduta!

Proviamo allora a pensare quanto si potrebbe risparmiare se al consiglio direttivo ANVUR venissero applicate le remunerazioni dell’AERES francese.

Per non essere accusati di avercela pregiudizialmente con il consiglio direttivo, non applichiamo i 350 euro a seduta. Non possiamo certo dimenticare che il consiglio direttivo ha lavorato indefessamente anche d’estate per la VQR. E quindi applichiamo al presidente l’indennità del presidente di AERES, e ai membri del consiglio direttivo ANVUR l’indennità dei direttori di sezione dell’AERES. Visto che i dati di cui sopra non sono proprio aggiornati facciamo anche i calcoli aumentando di oltre un terzo le indennità francesi, portandole per il presidente a € 100.00 e a € 35.000 per i membri del consiglio direttivo.

Ecco i conteggi:

Fantoni (ordinario dal 1986): € 91.531 pensione + € 100.000. Risparmio di €110.000;
Ribolzi (ordinario dal 2000) : € 64.012 pensione + € 35.000. Risparmio di €143.500;
Benedetto (ordinario dal 1980): € 88.672 pensione + € 35.000. Risparmio di €143.500;
Kostoris (ordinario dal 1980): € 85.888 pensione + € 35.000. Risparmio di €143.500 euro.

Per gli altri membri del consiglio direttivo possiamo immaginare che ANVUR debba farsi carico anche dello stipendio universitario per non pesare sulle casse delle università di provenienza. Per Andrea Graziosi conosciamo il reddito da ordinario per il 2012 e quindi possiamo calcolare

Graziosi (ordinario dal 2000): stipendio € 78.347 + €35.000. Risparmio di € 65.153.

Se imputiamo a Castagnaro e Bonaccorsi, che hanno la stessa anzianità da ordinario, lo stipendio di Graziosi:

Bonaccorsi (ordinario dal 2001): stipendio € 78.347 + €35.000. Risparmio di € 65.153;
Castagnaro (ordinario dal 1999): stipendio € 78.347 + €35.000. Risparmio di €65.153.
Applicando generosamente i compensi previsti in Francia per l’AERES, sarebbe possibile ridurre i costi del consiglio direttivo di ANVUR portandoli da € 1.281.000 a € 545.041 più che dimezzando i costi attuali e risparmiando ben € 735.959.

Con questi soldi risparmiati si possono pagare

  • 45 annualità di borse di dottorato oppure
  • 32 assegni di ricerca di tipo A oppure
  • si possono finanziare 3-4 progetti prin di area scienze umane e sociali oppure
  • aggiungere 110 tirocini ai 150 trionfalmente annunciati dal ministro dei beni culturali.

All’obiezione:

ma per queste cifre nessuno vorrà più fare parte del consiglio direttivo di ANVUR

si può facilmente rispondere, come ha fatto Matteo Renzi per i manager pubblici:

se ai professori non sta bene il tetto agli stipendi del consiglio direttivo di ANVUR, restino a fare i pensionati o i professori.

Che ne dicono Matteo Renzi ed il ministro Stefania Giannini di questa proposta concreta di riduzione della spesa?

P.S. Il prof. Daniele Checchi, capo del gruppo sulla spending review al MIUR con il ministro Carrozza, e già cooptato dal consiglio direttivo ANVUR nel GEV13, aveva individuato questi possibili risparmi? O era troppo impegnato a pensare di ridurre gli insegnanti di sostegno?

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27 Commenti

  1. L’ANVUR è una specie unica di Agenzia di Valutazione/Garanzia della Qualità, perché è l’unica che abbia un Consiglio Direttivo con i membri a tempo pieno. I 7 docenti in questione, cioè, sono collocati in aspettativa senza assegni (da PO, in questo caso) per tutta la durata del mandato. Il paragone con l’AERES rappresenta quindi un paragone “sui generis”.
    Sorge spontanea la domanda: perché l’Italia ha scelto questo modello di Agenzia? La domanda è troppo complessa per essere risolta nel breve perimetro di un commento di questo blog, ma intanto la butto lì.

  2. Ho sempre pensato che una proposta onesta potrebbe essere la seguente: se date a me il posto di Fantoni potete pargarmi la metà. Per metà del suo stipendio mi impegno a fare solo la metà dei suoi danni. ;-)

  3. Scusami, ma scrivere “l’Italia ha scelto” significa operare prima una astrazione e poi una personificazione, e non aiuta a ridurre lo spazio che ci separa dalla risposta.

    Quelle scelte sono state fatte da uomini e donne in carne e ossa.

    In considerazione del fatto che gli uomini e le donne di cui hanno, in parte, una comprensione scarsa della materia oggetto delle loro decisioni, una prima domanda che forse è più pregnante è questa: chi ha passato loro i testi?

    Seconda domanda: da quale albero hanno preso quei frutti?

    Comunque osservo che il margine su cui scriviamo non è così angusto … Infatti, la risposta alla seconda domanda è stata già data su queste pagine.

    • Le scelte più rilevanti per il modello di Agenzia (incluso gli stipendi del Direttivo) sono state fatte nelle more della scrittura del Regolamento dell’Agenzia, che – come si ricorderà (c’è anche una piccola serie di articoli che ho scritto su ROARS) – ha avuto due versioni: la prima, a cura di Modica/Mussi, e la seconda, rivista dalla Gelmini.
      I due regolamenti non differivano in nulla per quanto riguarda gli aspetti discussi in questo articolo.

    • Infatti credo che l’errore capitale in tutta questa vicenda l’abbiano fatto Modica/Mussi. Pensando ad una agenzia indipendente (che poteva avere un senso), poi derubricata ad agenzia a controllo diretto ministeriale. Che adesso sta diventando il vero ministero dell’università.

    • Sai, puoi ragionare anche in modo opposto: se fosse stata una vera Authority, avrebbe agito ancor di più da Super-Ministero senza controllo democratico, cioè ancor più di oggi. Era questo, a mio avviso, il parere negativo dei Dirigenti Ministeriali che imposero a Mussi e a Modica di rimanere nell’ambito di una Agenzia Esecutiva, seppur con la “stranezza” del Consiglio Direttivo anziché del solo Direttore “stile Befera”.

    • Hai ragione. Ma se hai authority non eletta diventano chiare e distinte le responsabilità politiche e quelle tecniche. E non avremmo la confusione di ruoli che abbiamo visto per vqr e asn dove il ministro controfirma documenti dell’agenzia o in alternativa detta le regole di valutazione al valutatore. Se agenzia esecutiva è, allora dovrebbe essere chiaro che attua le direttive del ministro. Con buona pace dell’affiliation ad ENQA. Io credo che sia stato creato un mostro giuridico. E che un buon governo dovrebbe intervenire a ridisegnare compiti e competenze di anvur (e nel frattempo anche i compensi).

  4. Trovo questo articolo una caduta di stile. Allineato con certa demagogia imperante che dimentica come da noi più del 50% vada in tasse varie. Il livello delle retribuzioni va confrontato con le retribuzioni delle persone che nella pubblica amministrazione svolgono funzioni analoghe. A questo punto con lo stesso spirito si può affermare che i professori italiani guadagnano troppo e sono tutti fannulloni come dice quella bella testa di Giavazzi (quello che doveva fare per Monti la “spending review”…), chi di demagogia ferisce …
    Oppure che i dipendenti pubblici quando vanno in pensione devono prendere tutti mille euro, etc…
    Capisco che il paese e’ in crisi, ma se si devono ridiscutere le retribuzioni nella pubblica amministrazione questo va fatto per tutti.
    Di ANVUR mi interessa criticare la qualità del lavoro non mi interessa la facile demagogia sugli stipendi.

  5. Io credo che sia giusto discutere di stipendi di tutti gli occupati nel settore pubblico: non vedo alcun tabù, a maggior ragione quando tante categorie del pubblico impiego sono chiamate a fare sacrifici stipendiali, dai massimi retribuibili al congelamento degli scatti stipendiali e via di seguito e anche di proposte di pensionamenti innovative per dare lavoro ai giovani.
    E’ poi ancora più giusto discutere se questi stipendi sono rapportati alla qualità del lavoro svolto o alla produttività. Il pubblico impiego deve farsi carico di una produttività che diventa sostanziale nel privato.
    Detto questo è da chiedersi: ma se lo meritano le alte cariche dell’ANVUR questi stipendi, la produzione di quantità non è in discussione ma la qualità come la misuriamo?
    In un coarcevo delirante di normative dell’ANVUR da ASN, a VQR ad AVA se li meritano questi stipendi?
    Ai posteri l’ardua sentenza… intanto sulle macerie delle Università italiane… parliamo pure di stipendi ma arriviamo pure a parlare delle utilità/inutilità dell’ANVUR. Poi possiamo discutere di stipendi giusti/ingiusti.

  6. Ma ancora stiamo qui a chiacchierare? Mi sembra chiaro che i 7 uomini d’oro (comprese le 2 donne, che non mi sembra che in questo consesso abbiano brillato, alla faccia delle quote rosa…) non meritino nemmeno un centesimo del loro generoso assegno. Ma noi che aspettiamo a fermare tutto e a pronunciare quella parola per qualcuno proibita che è SCIOPERO? Siamo troppo intellettuali per farlo? Iniziamo a bloccare esami e tesi (comprese quelle di dottorato), iniziamo a disertare le riunioni degli organi collegiali, iniziamo a boicottare accordi Erasmus e simili. E chiediamo che questo direttivo Anvur venga azzerato e l’Agenzia cambi registro oppure, in subordine, venga sciolta. Certamente gli studenti capiranno. Ma mi chiedo: in una situazione del genere, i sindacati dove sono???? Soprattutto la FLC-CGIL, dov’è? Con i forti non se la prende mai, vero? Come diceva Jovanotti: “Vai così che è una figata”.
    Va comunque dato atto a Roars che sta colmando – in fatto di denuncia, discussione e rivendicazioni – il totale vuoto dei sindacati del comparto universitario (confederali in testa).

  7. Dopo attenta analisi non sono riuscito a intravedere i problemi stilistici di cui qualcuno si è premurato d’informarci.

    Vedo invece che ci stanno rovinando l’università a costi enormi, anche se, gli va dato atto, lo fanno con stile impeccabile.

    Sarà facile e demagogico, intanto gradirei

    A. Che eliminino l’ANVUR

    B. Che ci ridiano, pur nella loro terrena volgarità, i danari

  8. OOT:
    Con la riforma della pubblica amministrazione si va in pensione prima e il prolungamento a 70 anni possibile solo per pochi. Riguarda anche gli universitari. In particolare mi chiedo: se uno alla fine del 2013 era RU, quindi pensionabile a 65 anni e nel 2014 diventa PA, quando andrà in pensione a 65 o a 70 anni?
    Qualcuno sa rispondere?

  9. Il Giornale di oggi riprende l’articolo di Roars sui “sette uomini d’oro” dell’ANVUR. Chiama in causa il governo Prodi (durante il quale viene concepita l’agenzia), ma dimentica il ruolo avuto dalla Gelmini nell’approntare la riscrittura del regolamento dell’ANVUR (una possibile occasione per rivedere i compensi) e anche nella scelta dei membri del direttivo, avvenuta durante la sua permanenza al MIUR.
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    http://rassegna.unipv.it/bancadati/20140618/SIG3059.pdf
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  10. ROARS ha un’audience considerevole, anche tra i politici. Dato il credito che riscuote, sarebbe ottima cosa se ROARS preparasse una sorta di “libretto rosso” delle cose più urgenti da fare. I punti principali non possono che essere i soliti:

    – Chiusura dell’ANVUR, crea danni enormi all’università a costi elevatissimi (con sperperi, ASN in testa, al cui confronto gli stipendi d’oro risultano spiccioli).

    – ASN completamente rivista con abolizione dell’utilizzo demenziale degli indici bibliometrici. Pur con le riserve di ROARS, la proposta della Giannini è comunque infinitamente meglio di questa farsa.

    – Sblocco del turn-over secondo le linee CUN.

    – Piano straordinario “rientro dei cervelli” di almeno 1000 l’anno. Ora sono 50 e qualcuno ha asserito che questo contribuisce all’abbassamento dell’età media degli universitari: un rapido conto mostra che si tratta di 3 minuti e 42 secondi.

    – Drastica semplificazione di AVA.

    Speriamo che il PD, al cui interno sembrerebbe esserci una visione “illuminata”, si dia una mossa.

  11. Cauto ottimismo: sembra che qualcosa si stia muovendo

    http://www.manuelaghizzoni.it/2014/06/18/universita-ghizzoni-pd-impegno-governo-a-risolvere-nodo-abilitazioni-scientifica/

    Lo si dovrebbe capire anche dall’audizione di Fantoni alla Commissione Cultura della Camera in programma per oggi. L’On. Ghizzoni segue ROARS, probabilmente anche Fantoni, si dovrebbe avere qualche segnale. Anche se per le audizioni non sono previsti contraddittori (me lo ha gentilmente ricordato la Ghizzoni), è chiaro che qualche domandina un po’ più spinta potrebbero farla. Sarebbe un segnale per Fantoni, che la smetta di propinarci questi polpettoni impacchettati con carta sfolgorante.

    Un appello: nella precedente audizione Fantoni ha detto, en passant, che c’è qualche problemino (SIC!). Dica chiaramente che le mediane appartengono alla sfera QUANTITATIVA e che quindi non hanno molto a che fare con la ricerca che, come sa assai bene, non può che essere sostanzialmente QUALITATIVA.

    Che riveda anche l’immotivata conclusione della sballata analisi: “non c’è niente da fare, questi qui son bravi” (gli abilitati) molti non lo sono affatto.

    Se non erro VQR, anch’essa quantitativa e isomorfa all’ASN, sta per Valutazione della Qualità della Ricerca, e che c’entrano IF, citazioni e ammennicoli vari? Stiamo ancora perdendo tempo e danari sull’ovvio?

  12. Vedo questo articolo con grande ritardo. Quello che mi sembra strano, è che ci si meravigli ancora per lo sperpero di fondi pubblici per compensare componenti di strutture più che inutili dannose (di quanto è migliorata la posizione delle università italiane nei vari rankings mondiali da quando l’ANVUR ha cominciato a distribuire compensi d’oro?). Sarei curioso di sapere quali sono state le motivazioni che hanno giustificato la scelta dei 7 ed in base a quali criteri sono stati decisi i compensi? I nomi sono ben noti; i contributi, un po’ meno. Ma siamo ancora ben lontani dall’esempio paradigmatico della generosità italiana con i cialtroni del calibro di Gianfranco Cimoli che per poco meno di una diecina di milioni di euro ha, in poco tempo, mandato in rovina Ferrovie dello Stato ed Alitalia. Non male, Fantoni & co. avete ancora molto da imparare!

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