In relazione al nostro articolo I “sette uomini d’oro” del direttivo ANVUR: il prezzo è giusto? riceviamo la seguente richiesta di precisazione da parte del Direttore Generale ANVUR che volentieri pubblichiamo, facendo seguire una risposta della Redazione di ROARS.
Spettabile redazione,
vi inviamo alcune precisazioni in merito all’articolo comparso sul vostro blog a proposito dei compensi dei membri del Consiglio direttivo dell’ANVUR.
Citando un articolo de Il Piccolo di Trieste, che prende come punto di riferimento l’anno 2012, nell’articolo si lascia intendere che il compenso annuo del Presidente dell’ANVUR, Stefano Fantoni, superi i 390 mila euro annui. Come indicato nel sito dell’Agenzia, il compenso del Presidente è invece pari a 210 mila euro lordi. L’ambiguità nasce dal fatto che le retribuzioni corrisposte nel 2012 ai membri del Consiglio direttivo, come risulta dal bilancio dell’ANVUR, sono comprensive degli emolumenti del periodo maggio-dicembre 2011, quando l’agenzia non aveva ancora un suo bilancio e non aveva potuto provvedere al loro pagamento. Lo stesso discorso vale per i membri del Consiglio direttivo il cui compenso annuo ammonta a 178.500 euro. Tutti i compensi dei componenti del Consiglio direttivo sono pubblicati nell’apposita sezione del sito web dell’Agenzia.
La congruità di tali compensi è definita dagli articoli 7 e 8 del DPR 76/2010: il compenso del Presidente è equiparato al livello di dirigente generale del MIUR, mentre quella degli altri componenti è stabilita dal decreto nella misura dell’85 per cento di quella del Presidente. Ciò è in coerente con la peculiare posizione dei membri del Consiglio direttivo, ai quali è richiesto un impegno a tempo pieno. Va aggiunto inoltre che si tratta di un compenso onnicomprensivo: non è previsto il trattamento di fine rapporto, non viene riconosciuto alcun rimborso per le spese di alloggio e per gli spostamenti verso la sede di lavoro, né tantomeno sono previsti gettoni di presenza per le sedute del Consiglio.
Si tratta di un rapporto professionale con vincolo d’esclusività, come indicato dall’articolo 8 comma 5 del DPR 76/2010, “l’incarico di componente il Consiglio direttivo è a tempo pieno ed è incompatibile, a pena di decadenza, con qualsiasi rapporto di lavoro, diretto o indiretto, anche a titolo gratuito, instaurato con le istituzioni valutate (art. 8 comma 5)”. Per i dipendenti di amministrazioni pubbliche e per i professori universitari chiamati a ricoprire l’incarico è previsto il collocamento in aspettativa non retribuita (art. 8 comma 6, DPR 76/2010). Al momento della nomina i componenti del Consiglio devono pertanto rinunciare a gran parte dei redditi derivanti dall’insegnamento o alla professione svolta.
Questa particolarità del modello organizzativo dell’Anvur rende poco significativo il confronto con le altre esperienze europee citate nell’articolo: nelle agenzie di altri paesi, infatti, l’impegno dei membri del board normalmente non comporta la sospensione delle attività professionali svolte. La posizione a tempo pieno, oltre a garantire una maggior indipendenza rispetto ai soggetti valutati (i membri del Consiglio possono essere docenti e ricercatori), è anche coerente con la esigua dotazione organica dell’Agenzia (appena 19 unità a regime, contro, ad esempio, 75 persone oltre ai docenti in distacco di AERES in Francia o le 90 unità di ANECA in Spagna): l’assetto organizzativo dell’ANVUR richiede ai membri del Consiglio direttivo un impegno assiduo, non limitato certo alla partecipazione a qualche riunione.
Un cordiale saluto
Roberto Torrini
Direttore Generale Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca
Risposta della Redazione di ROARS
Scrive Torrini nella sua precisazione:
nell’articolo si lascia intendere che il compenso annuo del Presidente dell’ANVUR, Stefano Fantoni, superi i 390 mila euro annui.
Nel nostro articolo è scritto molto chiaramente che:
Gli oltre 390 mila euro di Fantoni comprendono […] circa 91mila euro di pensione, cui si sommano 296.720 € per redditi assimilati al lavoro dipendente (con contratto a tempo determinato) che “comprendono anche gli arretrati corrisposti per la carica di Presidente ANVUR per il periodo 2 maggio 2011 / 31 dicembre 2011.
E si linkano i relativi documenti.
I compensi percepiti dal consiglio direttivo sono chiaramente indicati nella grafica che accompagna l’articolo:
Scrive Torrini nella sua precisazione:
La congruità di tali compensi è definita dagli articoli 7 e 8 del DPR 76/2010.
Quegli articoli di legge definiscono l’entità dei compensi, non stabiliscono certo che i compensi sono congrui.
Per giudicare della loro congruità il nostro articolo prende a riferimento i compensi previsti per membri del consiglio direttivo di AERES. Perché AERES? Perché ANVUR e AERES sono sorelle, stando a quanto scrive Fantoni in un articolo su Il Sole24 Ore del 14 ottobre 2012.
E perché ANVUR, ancora attraverso gli scritti del suo presidente (Agli atenei valutazioni europee, Sole 24 Ore, 09.12.2013), vanta rapporti privilegiati con AERES, sanciti anche in un passaggio dedicato alla valutazione della ricerca nel documento finale del XXXI vertice bilaterale tra Italia e Francia.
Avendo ben presente la natura del consiglio direttivo di ANVUR (che più e più volte Roars ha suggerito di modificare) e l’impegno a tempo pieno del consiglio direttivo, non abbiamo applicato nella nostra simulazione i compensi francesi! Abbiamo adottato il seguente criterio:
- al presidente abbiamo ritenuto congruo attribuire una indennità aggiuntiva rispetto alla pensione/stipendio attualmente percepito di 100.000€ , contro i 75.000 dell’AERES;
- ai membri del consiglio direttivo abbiamo ritenuto congruo attribuire una indennità aggiuntiva alla pensione/stipendio attualmente percepito di 35.000€, invece dei 350€ euro a seduta dell’AERES;
Per il calcolo dei costi totali a carico del bilancio ANVUR abbiamo considerato per i membri del consiglio direttivo già in pensione solo l’indennità aggiuntiva, visto che già godono di una pensione riteniamo congruo che ANVUR si accolli la sola indennità aggiuntiva; per i membri del consiglio direttivo ancora attivi abbiamo invece calcolato la somma di stipendio e indennità aggiuntiva, per non gravare sui bilanci sempre più ristretti delle università.
Questo lo schema di compensi che ci sembrava congruo:
Scrive infine Torrini:
La posizione a tempo pieno, oltre a garantire una maggior indipendenza rispetto ai soggetti valutati (i membri del Consiglio possono essere docenti e ricercatori), è anche coerente con la esigua dotazione organica dell’Agenzia
Ci sembra che l’esigua dotazione organica sia una ragione in più per una destinazione diversa del finanziamento dell’agenzia, le cui priorità, per stessa ammissione di Torrini, sono altre dal garantire un alto reddito ai membri del direttivo. Ma non si può mai dire: forse qualcuno ritiene che il modo più efficace per sopperire alla carenza di organico consista nella previsione di compensi elevati per l’organo direttivo. Il dibattito è aperto.
ANVEDI ANVUR …

La vicenda dei “sette uomini d’oro” ha attirato l’attenzione persino di Dagospia:
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http://www.dagospia.it/rubrica-3/politica/anvedi-anvur-ecco-voi-ente-inutile-che-dovrebbe-dare-voti-79220.htm
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Torrini avrebbe fatto molto meglio a tacere…. poveri piccoli, quanto guadagnano poco… del resto fanno solo questo di mestiere… proprio come un ricercatore inutile a tempo pieno… come farebbero a campare?
Il buon gusto, la decenza, il rispetto, parole sconosciute nel vocabolario anvuriano…
A proposito di trasparenza, e per capire come si materializza l’impegno dei componenti del Direttivo ANVUR, non ci è stato mai spiegato perché non si può avere – tanto per cominciare – un calendario delle sue riunioni, e dei Verbali.
Anche in questo modo si favorirebbe un migliore dibattito pubblico e la crescita della cultura della valutazione.
Come funziona l’aspettativa non retribuita? I contributi per quiescenza e previdenza vengono comunque versati. Per esempio i 78.347 euro dei tre PO vengono sottratti al FFO delle rispettive università? Ho qualche dubbio. Inoltre, se nominare PO in servizio fa risparmiare, perchè nominare dei pensionati le cui pensioni invece devono essere pagate? E se l’indennità è omnicomprensiva, perchè non detrarre una parte (quella previdenziale) nel caso di un pensionato? Che ci sia un surplus in quelle indennità è fuori di ogni dubbio.
E poi non ci hanno nemmeno fatto vedere come hanno calcolato le mediane.
Direi che finche’ i dati su cui le mediane sono stati calcolate non saranno resi pubblici la parola trasparenza vicino alla parola ANVUR destera’ solo ilarita’.
Con tutta evidenza alcuni dei membri dei Direttivo hanno scelto di pensionarsi al momento della nomina.
Ad esempio Fantoni, che è l’unico di cui sappiamo per certo la durata dell’incarico (5 anni, uti Presidente), aveva 65 anni il momento della nomina, e quindi ha scelto di pensionarsi per il banale motivo che al rientro a 70 anni nel ruolo di PO avrebbe dovuto farlo comunque: tanto valeva farlo prima, e incassare probabilmente già il massimo possibile.
Per la Kostoris la situazione anagrafica era analoga: 65 anni, ma non sappiamo se durerà 4 o 5 anni – o 3? :-) – però si è pensionata per analogo ragionamento di convenienza.
I più giovani, come Bonaccorsi e Castagnaro, ricevono lo stipendio dall’ANVUR, e i loro contributi pensionistici, in questo periodo, sono parimenti versati dall’ANVUR all’INPS (sono sempre lavoratori dipendenti).
Quindi non si sono “nominati dei pensionati”, ma il gioco delle convenienze ha consentito il cumulo per alcuni.
La mia mamma mi ha insegnato che parlare di denaro non è elegante… Ma il Direttivo Anvur è a conoscenza del fatto che i referee della VQR non sono ancora stati pagati?
Meditate, gente, meditate.
A mio parere non è una questione di soldi, ma di rapporto fra costi e benefici.
Se qualcuno riuscisse a fare qualcosa di semplice e di utile in tema di valutazione del sistema universitario, meriterebbe compensi da super-manager, oltre alle più alte onorificenze della Repubblica italiana e, magari, anche un monumento in Piazzale Kennedy.
Il problema è che ANVUR costa molto, e non solo per gli emolumenti dei “magnifici sette”, ma anche e soprattutto per il tempo e la pazienza che le sue creazioni ci sottraggono. I benefici sono ancora da dimostrare.
Con la VQR a mio parere l’ANVUR non era partita male, ma l’implementazione, soprattutto in alcune aree, ha mostrato le gravissime criticità che ROARS ha ben evidenziato in numerosi post. Il risultato è dunque poco utile, se non nei cervellotici modelli del MIUR per ripartire il sempre più scarso FFO. Ne valeva la pena?
Per l’ASN il metodo delle mediane proposto da ANVUR più o meno direttamente, ha prodotto palesi ingiustizie e sta generando contenzioso che non finirà mai. Ci vorranno anni prima che la magistratura amministrativa entri nel merito di tutte le implicazioni e le sfaccettature delle mediane del diabolico indice-h contemporaneo.
Infine l’AVA, con gli annessi e connessi, è purtroppo solo burocrazia fine a se stessa. L’implementazione ci farà perdere altro tempo e i risultati non saranno di nuovo né logici né utilizzabili.