Truffe scientifiche e ritrattazioni sono solo la punta dell’iceberg; sotto la superficie si nascondono le cattive pratiche scientifiche che gli scienziati adottano in modo opportunistico per ottenere finanziamenti, avanzamenti di carriera, visibilità. Questa cattive pratiche non hanno rilievo penale, sono difficili da documentare e in molti casi tollerate. Ne consegue un lento ma inesorabile inquinamento della letteratura scientifica indotto da pratiche quali il salami slicing, l’attribuzione impropria di articoli ad autori fantasma o la manipolazione delle citazioni.
Nell’intervento al convegno Bibliosan (Ministero della Salute, 1 dicembre 2017), Alberto Baccini discute la connessione tra cattive pratiche scientifiche e meccanismi di valutazione massiva della ricerca, con riferimenti specifici all’Abilitazione Scientifica Nazionale e alla VQR. Viene citato anche un testimone d’eccezione che dichiara di aver visto di tutto, anche la “pulizia etnica” in alcuni settori disciplinari. Di seguito trovate il video e le slide della presentazione.
Utile presentazione. Tra l’altro io ho sempre sostenuto che la bibliometria cominci ad essere significativa su una scala almeno decennale. Molto interessante il grafico in cui si vede che le pubblicazioni più innovative cominciano ad essere più citate solo dopo quattro anni, che è esattamente il limite temporale sotto il quale l’anvur analizza i lavori!!! Che tempismocragazzi!!! Solo una cosa. Per favore basta con l’ingenuità di credere davvero che nelle valutazioni massive si sia qualcuno che davvero “legge i lavori”. Si tratta di un mito. Alla fine al più vengono sfogliati e spesso chi si vede recapitare i lavori “da leggere” li valuta guardando dove sono pubblicate e quante volte sono citate o al nome di chi le pubblica. Tempo per fare altro non c’è n’é, che non si riescono a leggere manco i lavori a cui si è interessati di questi tempi. Non solo, non pensate che la valutazione dei pari sia meno manipolabile delle citazioni, anzi, spesso le seconde aiutano moltissimo ad scoprire le manipolazioni “tra pari” (e vice-versa). Combinate insieme le due cose possono essere molto utili.
Condivido il commento precedente di Giuseppe Mingione. Posso solo aggiungere che le “valutazioni massive” dovrebbero essere usate per individuare aree di criticità e non per fare classifiche di qualità.
Intervento eccellente, un must per tutti i colleghi. Non sapevo che anche all’ANVUR avessero realizzato il fenomeno della pulizia etnica, che è assai massiccio.
Sull’ultima osservazione sarei ancor più pessimista: l’algoritmo bibliometrico non sarà distruttivo lo è già stato.