«In arrivo la nuova abilitazione: per gli aspiranti docenti sportello aperto fino al 2017». Questo era il titolo di un articolo apparso il 13 febbraio scorso su Scuola24, secondo cui «L’abilitazione a sportello – con domande che potranno essere presentate in ogni momento – partirà il 1 marzo di quest’anno». Un ottimismo che Roars aveva accolto con scetticismo, motivando puntualmente le incongruenze di quella “annunciazione”. I soliti gufi? Non sembra, se Scuola24 fa marcia indietro scrivendo «Tempi lunghi per la nuova abilitazione, lo “sportello” partirà non prima dell’estate». Ma il ritardo era così imprevedibile? No e vi spieghiamo perché.
Il 13 febbraio, Scuola24 (Sole 24 Ore) aveva annunciato l’arrivo della “nuova abilitazione”. Senza citare una fonte precisa, aveva fatto trapelare alcune indiscrezioni, più o meno comprensibili, sulle modifiche che sarebbero state apportate alle procedure, nonché ai criteri e ai parametri delle abilitazioni scientifiche. “In arrivo la nuova abilitazione” era il titolo dell’articolo, che rassciurava chi temeva dei ritardi rispetto alla scadenza del 28 febbraio:
L’abilitazione a sportello – con domande che potranno essere presentate in ogni momento – partirà il 1 marzo di quest’anno
Su Roars avevamo commentato in dettaglio le indiscrezioni sugli aspetti tecnici, evidenziandone anche alcune incongruenze (Annunciaziò, annunciaziò: la nuova ASN secondo il Sole 24 Ore). Inoltre, avevamo spiegato le ragioni tecniche, ben note agli esperti, che rendevano poco plausibile la data del 1 marzo. Concludevamo osservando che ci sembravano
enigmatiche le ragioni per cui la sconosciuta “gola profonda” ha fatto trapelare queste indiscrezioni, in parte contraddittorie e alquanto ottimistiche sui tempi.
Qualche altra sugosa indiscrezione su quella che lui stesso definiva la “salsiccia del’abilitazione” era venuta negli stessi giorni dal Capo Dipartimento Università del MIUR, Marco Mancini, che pure dava per imminente l’invio del nuovo Decreto Criteri e Parametri a CUN e ANVUR.
Termina il Carnevale e trascorrono alcune settimane di quaresima senza che nulla accada. Ed ecco che Scuola24 fa marcia indietro.
“Contrordine compagni“, verrebbe da scrivere, se non fosse che il termine “compagni” poco si addice al quotidiano di Confindustria. L’ottimismo sulle date è scomparso:
Nessuna accelerazione sulla procedura insomma come sembrava un mese fa, anzi nelle ultime settimane il decollo del decreto «buona scuola» se possibile ha rallentato ancora di più i due decreti sull’abilitazione, uno dei quali potrebbe approdare comunque già al prossimo consiglio dei ministri.
Plausibile o meno che sia l’alibi della «buona scuola», a motivazione dei tempi lunghi vengono addotte le stesse ragioni che aveva sottolineato Roars un mese fa. In particolare, Il DPR 222/2011, ovvero il regolamento per l’ASN, era un Decreto del Presidente della Repubblica ed il nuovo decreto, il cui testo secondo Scuola24 “è già pronto”, dovrà pertanto passare per il Consiglio dei Ministri. Non solo, ma
dopo il via libera preliminare di Palazzo Chigi, possibile già la prossima settimana, il decreto dovrà incassare il parere delle commissioni Istruzione di Camera e Senato prima di ritronare (sic) in consiglio dei ministri per il varo definitivo. L’iter per il nuovo Dpr rischia insomma di durare come minimo un paio di mesi.
Ancor peggio per
il Dm a cui spetterà il delicato compito di superare le contestate “mediane” in favore di parametri e criteri più equi per valutare i curriculum dei futuri docenti. Il testo non sarebbe ancora stato inviato né all’Anvur né al Cun che – come prevede la riforma della Pa (la legge 114/2014) – devono essere «ascoltati» prima del varo del nuovo decreto che sostituirà il Dm 67/2012 [in realtà Dm 76/2012, NdR].
Tutte tempistiche ben prevedibili anche un mese fa e che avrebbero dovuto indurre ad una maggiore prudenza sulle date anche nel primo articolo. Ammesso che lo scopo principale fosse quello di dare informazioni attendibili.
Più attuali che mai le parole di Mario Ricciardi (Redazione Roars) il quale, un paio di settimana fa, ha sollecitato maggiore trasparenza per un progetto di revisione che sembra svolgersi persino all’oscuro del principale partito di governo:
Bisogna smettere di scrivere le leggi nei retrobottega dei ministeri. Mi sembra preoccupante quello che sta accadendo per l’abilitazione. Circolano voci di progetti di revisione delle regole dell’abilitazione, sui quali, però, non c’è nessun tipo di dibattito pubblico e rispetto ai quali sarebbe interessante sapere se il PD, non dico abbia delle posizioni, ma almeno ne abbia notizia
Scusate, ma potete spiegare che senso ha spendere tutti questi soldi per una abilitazione che tanto nella maggior parte dei casi non serve? Anzi addirittura dovrebbe essere “non scandaloso” essere abilitati, magari da ordinario e continuare a fare l’assegnista o il ricercatore?
Ma stiamo scherzando? Se questo è il valore della abilitazione risparmiamo tempo e fatica. Bandiamo i posti con i concorsi nazionali e chi vince vince. Nei requisiti del bando mettete quello che volete, mediane, criteri, citazioni… ma spendere inutilmente, illudere generazioni è un errore.
Ciò che a molti sfugge, per noncuranza, disinteresse o disinformazione (non saprei dire cosa è peggio…) è che la L. 240/2010 ha previsto l’abilitazione come meccanismo fondamentale per l’accesso in pianta stabile dei ricercatori universitari nei ruoli dell’univeristà; la famosa tenure track all’italiana… Cos’ facendo ha abolito la figura di RTD prevista dalle legge Moratti (art.14 L.230/2005) senza accennare minimamente agli sviluppi lavorativi di un congruo numero di persone che hanno inauguato il percorso 3 + 3, diventato poi con la Gelmini 3+2 (tipo A) +3 (tipo B).
Adesso sia i primi (l. Moratti) che i secondi (L. Gelmini tpo A), se non abilitati alla prima tornata (valutati incongruamente in ottica comparativa con i Ricercatori a tempo indeterminato, un dato su tutti l’ “età accademica” isnerito come parametro dalle commissione ASN) si trovano nella condizione: 1) di aver avuto una sola possibilità di avanzamento di carriera da giocarsi sulla base di carriere di fatto molto più “brevi” di altre 2) Con il rischio concreto di restare senza contratto allo scadere dello stesso. Il punto 2 va aprrofondito: alcuni atenei stanno proponendo ai soli RTD abilitati un contratto di tipo B (quando la L240/2010 prevede che l’abilitazioni si prend anel corso di questo contratto…), e non intendono procedere se non con assegni di ricerca paracadute (a meno che non sia il ricercatore a portare i fondi per il suo contratto) adducendo la questione del merito (non sei abilitato, non meriti). DI fatto una sperequazione enorme, poichè questo discorso non rigurda ricercatori atempo indeterminato e associati, ai quali nessun ateneo impedisce di proseguire l’attività lavorativa che svolgono pur non avendo l’abilitazione per la fascia successiva. Quindi se le procedure 2012-13 dell’ASN hanno danneggiato legititme aspirazioni di carriera, danno ben più grave stanno producendo sui cosiddetti precari, i quali non solo non hanno potuto presentare domanda alla tornata successiva (mai partita perchè di fatto l’esperienza di quella ASN è abolita) ma non vedono aprirsi in tempi brevi prospettive per il conseguimento dell’abilitazione, diventato ormai l’unico meccanismo possibile, ma senza certezze, di continuare a svolgere il proprio lavoro. Il tutto condito da un pietismo che tratta i precari come casi umani, ai quali dare una elemosina (l’assegno di ricerca) che si trasforma in un taglio salariale del 40% ed una degradazione di status che in una struttura gerachica come quella accademica viene considerato determinante. Il tutto condito da irresponsabilità e strafottenza dei vertici accademici i quali, alla rimostranza sulla perdita salariale legata ad un nuovo contratto che potrebbe partire 6 mesi dopo l’attuale, con la soluzione tampone dell’assegno di ricerca, rispondono che perdere un minimo di 8000 euro in sei mesi (tredicesima, contributi pensionistici, detrazioni fiscali e altro ancora) non fa tutta questa differenza…per loro!!
“perdere un minimo di 8000 euro in sei mesi (tredicesima, contributi pensionistici, detrazioni fiscali e altro ancora) non fa tutta questa differenza…”
Ma come ti danno la possibilità di lavorare senza essere tu a pagare e ti lamenti pure? Questa gioventù non ha più rispetto!
Poi quando dico che l’aver aumentato il limite degli assegni di ricerca a 6 anni è un danno, oltre che una beffa, per gli assegnisti stessi, nessuno mi vuole ascoltare.
Chiedo scusa per gli innumerevoli errori di battitura, mi sembra che il succo del discorso sia comunque comprensibile… così come lo scoramento nell’assistere allo smantellamento dell’università pubblica ad opera dei vertici non certo incolpevoli della stessa.
Una sistematica opera di autodistruzione.
Io credo che sia necessario avere il coraggio di registrare il totale fallimento della legge Gelmini, della asn e di tutte le storture del sistema dalla stessa creato.
Torniamo al concorso nazionale, tot posti, tot vincitori. In graduatoria chi è più in alto sceglie la sede per primo. Questa baggianata della asn con commissioni a caso, tempi biblici, eta’ accademica fantasiosa, mediane ridicole, non ha senso. Solo chi non ha partecipato alle asn del 2012 e 2013 la vuole perché crede ancora che sia giusta e che sia il biglietto per vincere il posto della vita. Due mere illusioni!
Il mio dip. ha già assunto 14 PA (dei quali 3 esterni).
Il meccanismo delle commissioni a caso di PO è quello che mi ha permesso, da esterno, di essere idoneato 5 anni fa.
irnerio: “Torniamo al concorso nazionale, tot posti, tot vincitori. In graduatoria chi è più in alto sceglie la sede per primo.”
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Quando mai i concorsi nazionali hanno stilato una graduatoria in base alla quale “chi è più in alto sceglie la sede per primo”?
Il meccanismo concorsuale della 382/1980 era diverso e non contemplava una graduatoria nazionale che instaurava priorità di scelta da parte dei vincitori. Dico questo, a prescindere dal giudizio di merito, solo per evitare di ragionare su leggende.
Che le commissioni debbano essere scelte a caso mi sembra il minimo, ci mancherebbe pure che resuscitassero le cordate. Sul fatto che il meccanismo attuale funzioni solo perché hanno assunto qualche esterno ho seri dubbi. In particolare ho molti dubbi sulla qualità delle selezioni fatte localmente senza neppure un colloquio con il candidato. Diciamo che i fondi del piano straordinario finora hanno dissimulato le enormi storture, ma finita l’ubriacatura…
De Nicolao hai ragione e lo sapevo pure… Ma ho scritto di getto, perché non capisco come si possa desiderare una nuova asn… Capisco le aspirazioni di tutti, ma errare è umano…
“Video meliora proboque, deteriora sequor”, diceva qualcuno.
A parte gli scherzi, io non sono contrario ad un sistema di reclutamento a due stadi (abilitazione + reclutamento locale). Ma, come sempre, il diavolo è nei dettagli.
Qualcuno a qualche informazione sulla nuova tornata. Tutto fermo?
ha
Carissimi,
allora, forse sarebbe ora di agire. Visto le continue prese per il naso da parte del MIUR, ormai privo di ogni credibilità, di ogni decenza e avendo dimostrato completa incompetenza e inefficienza , al pari di Padoan, è sacrosanto chiedere le dimissioni della Giannini. Inoltre, speriamo il movimento di Ferraro arrivi al blocco della didattica, ossia, all’assumersi da parte di PO, PA e RUC del solo carico didattico obbligatorio. Pari a 0 zero per i RUC. Ripeto: finchè non vedranno gli studenti a spasso non si degneranno di una risposta, certi di poter contare sulla più totale passività. Anche se io credo che molti scioperi bianchi siano già iniziati in sordina.
Era un commento sull’ASN?
Comunque, qualcosa si sta muovendo
http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs080616
Si . È un commento. L’asn che non esce è una presa per il naso disonesta e che merita una reazione forte. Non si prendono in giro le persone così. Ci sono stuoli di abilitati non chiamati. Cosa serve abiliarne altri quando non ci sono le risorse ? Vogliamo continuare a prendere in giro la gente ? La politica di slittamento del miur per accorciare le liste grazie ai pensionamenti è ridicola, irrispettosa e truffaldina. Un.governo che vive di fuffa. Politica economica truffaldina e regali agli amici (ITT). Fallito su tutta la linea. Dimissioni di Renzi e tutto il resto.