Il 7 ottobre un comunicato ASN segnala che sul sito del Senato è disponibile la risposta del MIUR alle due interrogazioni parlamentari (sen.ri Puglisi e Sposetti) relative ai lavori della Commissione esaminatrice 12/C1 “Diritto costituzionale”, che in questi ultimi giorni era stata al centro dellle attenzioni delle cronache. Ecco cosa ha risposto il MIUR.
Dopo che la stampa nazionale ha dato diffusione, con toni assai vivaci, alla lettera di dimissioni del commissario OCSE Balaguer, interviene con un comunicato stampa il MIUR per segnalare che
In relazione al particolare interesse suscitato dall’andamento dei lavori nell’ambito della Commissione esaminatrice 12/C1 “Diritto costituzionale”, oggetto di due interrogazioni parlamentari (sen.ri PUGLISI e PALERMO, n.3-00237 e sen. SPOSETTI, n.3-00393), si rende noto che la risposta del MIUR, resa nella seduta del 26 settembre 2013 e relativa alle iniziative intraprese dal Ministero in proposito, è disponibile sul sito istituzionale del Senato della Repubblica, nell’apposita sezione dedicata ai lavori dell’Assemblea e delle Commissioni, consultabile al seguente link.
Di seguito riportiamo il testo della risposta resa dal Sottosegretario Galletti, il successivo dibattito e le interrogazioni depositate a suo tempo (grassetto nostro):
GALLETTI, sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca. Signor Presidente, gli interroganti chiedono se il Ministro sia a conoscenza degli inconvenienti avvenuti nel concorso per l’idoneità a professore di prima e seconda fascia di diritto costituzionale, che avrebbero portato alle dimissioni del componente OCSE della commissione esaminatrice e quali interventi ritenga di dover realizzare.
Si rappresenta preliminarmente che il Ministro ha piena conoscenza della vicenda descritta dagli onorevoli interroganti e che i competenti uffici del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono tempestivamente intervenuti per assicurare la legittimità della procedura.
Nella propria istanza di dimissioni, presentata il 23 giugno 2013, il professore dimissionario ha sostenuto che nella formulazione dei giudizi sono stati adottati, da parte di alcuni componenti della Commissione, criteri di valutazione non coerenti con quelli concordati e pubblicati all’esito della prima riunione.
Non sono emerse, invece, violazioni inerenti al funzionamento della commissione, essendo stati regolarmente formulati sia i giudizi individuali, sia quelli collegiali.
Alla luce di tali osservazioni, la Direzione generale per l’università ha disposto tutte le verifiche del caso disponendo anche, in via d’urgenza, l’audizione dei componenti della commissione.
All’esito dell’istruttoria è effettivamente emerso che alcuni componenti della commissione avevano formulato le valutazioni sulla base di criteri non deliberati nella prima riunione del 2 aprile 2013; pertanto, con nota dell’8 agosto 2013, la predetta Direzione generale ha annullato in via di autotutela tutti i giudizi già espressi e i verbali delle relative riunioni, ad eccezione di quello del 2 aprile 2013, recante i criteri di valutazione. È stata poi richiesta ai commissari una nuova valutazione di tutti i curricula dei candidati secondo i criteri stabiliti dalla commissione nella prima riunione.
Con la medesima nota dell’8 agosto sono state anche respinte le dimissioni del professore dimissionario, dovendosi considerare ormai superate le ragioni delle dimissioni stesse.
Il 5 settembre 2013 quest’ultimo ha tuttavia presentato una nuova istanza di dimissioni, motivata da sopravvenute esigenze lavorative e personali, che è stata infine accolta.
Con decreto direttoriale n. 1606 del 9 settembre 2013, la Direzione generale per l’università ha quindi effettuato un sorteggio suppletivo per la sostituzione del commissario e, all’esito del sorteggio, ha individuato un nuovo componente della commissione, poi formalmente designato con decreto direttoriale n. 1717 del 20 settembre 2013.
In occasione della trasmissione del suddetto decreto a tutti i componenti della commissione, la Direzione generale ha ricordato agli stessi gli esiti della verifica sul precedente operato e la necessità che le nuove valutazioni siano compiute in modo conforme ai criteri stabiliti nel verbale del 2 aprile.
La medesima Direzione generale ha fornito piena disponibilità a chiarire qualunque dubbio dovesse ancora sorgere sulla procedura e ha assicurato che seguirà attentamente le successive operazioni, che si confida verranno svolte in piena legittimità, non essendo emersi elementi tali da far ritenere che, a seguito delle vicende descritte, sia venuta meno l’imparzialità e la serenità di giudizio della commissione.
PUGLISI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PUGLISI (PD). Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Galletti per la sua risposta, della quale mi dichiaro soddisfatta.
La nostra interrogazione, che risale al mese di luglio, è stata presentata dopo che siamo venuti a conoscenza, grazie alla lettera-denuncia del commissario Balaguer, delle gravi irregolarità e, soprattutto, dei ripetuti cambiamenti dei criteri di valutazione. Ci siamo quindi sentiti in dovere di chiedere al Ministro di prendere in considerazione, in via di autotutela, la sospensione e una nuova valutazione di tutti i curricula presentati.
Visto che è esattamente in questa direzione che la soluzione è stata trovata, non possiamo che ritenerci pienamente soddisfatti.
SPOSETTI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SPOSETTI (PD). Signor Presidente, mi associo a quanto ha già detto la collega Puglisi.
Per quanto riguarda il metodo, debbo far rilevare che la mia interrogazione è stata depositata ieri mattina. Giacché la risposta è stata data a distanza di ventiquattrore considero più che lodevole il comportamento del Ministero, e del Sottosegretario in modo particolare.
Vorrei però fare una raccomandazione. Le nostre interrogazioni erano spinte dalla preoccupazione di cosa si sarebbe potuto venire a creare se fossero perdurate valutazioni non conformi. Inoltre, signor Sottosegretario, dalla lettera del commissario dell’OCSE emergeva una critica all’atteggiamento nostro, relativa al fatto che si tenevano le riunioni della commissione e poi se ne svolgevano anche delle altre, al di fuori dell’ufficialità di questa.
Mi auguro che il Ministero e la Direzione generale vigilino affinché valga il criterio per cui le riunioni sono quelle ufficiali, e non altre in cui si esprimono valutazioni, incorrendo, magari, anche in incidenti, come quello che si è verificato, che era italiano ma non solo, perché riguardava una commissione in cui partecipavano anche rappresentanti dell’OCSE.
La preghiera è che tutto questo non si verifichi più, ma nello stesso tempo rivolgo un ringraziamento per le decisioni che sono state adottate dal Ministero e dalla Direzione generale.
Di seguito il testo delle interrogazioni
Interrogazioni sullo svolgimento del concorso per l’idoneità a professore di prima e di seconda fascia di diritto costituzionale
(3-00237) (16 luglio 2013)
PUGLISI, PALERMO. – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca –
Premesso che è in corso lo svolgimento del concorso per l’idoneità a professore di prima e di seconda fascia di diritto costituzionale;
considerato che il Commissario OCSE Francisco Balaguer Callejón ha rassegnato le proprie dimissioni dalla commissione del concorso, denunciando, anche con lettera aperta alla comunità scientifica, gravi irregolarità, come: la creazione di due collegi all’interno della Commissione concorsuale, di cui uno ha funzionato regolarmente in modo collegiale, mentre un secondo collegio (di cui non si conosce la composizione) funzionava a cavallo delle sedute e prendeva decisioni che solo in un secondo momento venivano trasmesse al Commissario OCSE, rendendo quindi il processo decisionale della commissione irregolare; la variazione in due occasioni (maggio e giugno) dei criteri di valutazione adottati nel mese di aprile; la preclusione per i candidati che partivano da una posizione di ricercatore di poter accedere all’abilitazione di prima fascia, preclusione certamente non conforme alla normativa vigente; la lesione del principio di uguaglianza e di stabilità del processo di valutazione e di par condicio tra i candidati e di attendibilità del processo di valutazione; l’imposizione di ristretti e artificiosi confini tra diritto costituzionale, diritto pubblico (che include grande parte del diritto amministrativo), diritto pubblico comparato e diritto europeo, con grande danno per quei candidati che hanno prodotto lavori non contenibili entro quei ristretti confini;
considerato che quanto accaduto appare in contrasto con lo spirito e la lettera della recente riforma universitaria, e immette nel nuovo sistema i vizi e le storture del passato,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti e se non ritenga opportuno rinnovare completamente la procedura sin dal primo atto, in via di autotutela, per salvaguardare i diritti degli idonei, degli inidonei e soprattutto della buona fama internazionale dell’università italiana e della dottrina di diritto costituzionale.
(3-00393) (25 settembre 2013)
SPOSETTI. – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca –
Premesso che è in corso lo svolgimento del concorso per l’idoneità a professore di prima e di seconda fascia di diritto costituzionale;
considerato che il Commissario OCSE Francisco Balaguer Callejón ha rassegnato una prima volta le proprie dimissioni dalla commissione del concorso, denunciando, anche con lettera aperta alla comunità scientifica, gravi irregolarità;
la lettera del professor Balaguer ha fatto nascere forti perplessità e polemiche nella comunità scientifica sull’operato della commissione;
risulta che:
i componenti della commissione sono stati convocati presso il Ministero per chiarimenti e contestazioni;
il Ministero ha annullato gli atti consegnati dalla commissione;
il Ministero ha comunicato ai componenti della commissione precisi indirizzi che tenevano conto delle censure avanzate dal professor Balaguer, in specie tendendo ad evitare giudizi negativi adottati in base a criteri irrazionali e privi di fondamento normativo;
il Ministero ha richiesto una rinnovata valutazione di tutti i candidati;
sono state notificate al Ministro molteplici diffide da parte di candidati richiedenti l’integrale sostituzione di tutti i membri della commissione e una rinnovazione ab initio dei lavori concorsuali;
il professor Balaguer ha successivamente ritirato le proprie dimissioni, ma, subito dopo la prima riunione della commissione seguita alle contestazioni del Ministero, le ha di nuovo presentate;
le dimissioni rinnovate da parte del professor Balaguer sono state accettate;
il Ministero ha proceduto alla sostituzione mediante sorteggio del solo membro dimissionario;
ritenuto che:
i dubbi sul ripristino della legalità concorsuale non possono che aumentare a seguito delle rinnovate dimissioni del professor Balaguer;
il rinnovo delle dimissioni fa dubitare che sia sorto nella commissione un conflitto insanabile sulla disponibilità della maggioranza della commissione a tener conto delle indicazioni ministeriali;
si può temere che il lavoro della commissione sia comunque irrimediabilmente compromesso, e che permanga il dubbio che ai commissari originari manchino la serenità e imparzialità necessarie nella nuova valutazione dei candidati che il Ministero ha richiesto;
questo aggraverebbe la prospettiva, qualunque fosse l’esito, di azioni nelle sedi giudiziarie, con conseguenze negative sulle procedure di chiamata, grave danno per i candidati e le discipline costituzionalistiche, discredito per l’università italiana, responsabilità per il Ministero, e costi per l’erario,
si chiede di sapere:
quali indicazioni il Ministro in indirizzo abbia dato alla commissione al fine di ripristinare la legalità e assicurare la congruità delle decisioni di ammissione od esclusione dei candidati;
come voglia assicurare che la commissione si attenga a quelle indicazioni, essendo 4 dei 5 originari componenti rimasti al proprio posto;
che cosa intenda fare nel caso di inosservanza.
Un bel casino.
Il 9 ottobre 2013 è apparsa una Lettera al Direttore di Repubblica inviata dal presidente dell’Associazione dei costituzionalisti italiani dal titolo “Non demonizzate i costituzionalisti”. Ecco il testo: “Il titolo ‘Così i costituzionalisti si spartivano le cattedre’, riferito a un’indagine su presunte irregolarità in materia di concorsi universitari (Repubblica, 6 ottobre), colpisce un’intera categoria di studiosi, i quali non meritano di essere oggetto d’indiscriminate demonizzazioni. E’ ovvio che la giustizia deve fare il suo corso e che eventuali irregolarità vanno accertate e sanzionate. E’ anzi auspicabile che i procedimenti avviati si concludano sollecitamente, anche nell’interesse della categoria e dei singoli ingiustamente coinvolti, che sono le principali vittime del protrarsi dell’incertezza. Non è però accettabile che si screditi un’intera comunità scientifica, delegittimando l’essenziale contributo civile che essa, attraverso l’esercizio della critica e il libero confronto delle idee, ha dato e dà all’evoluzione dell’esperienza costituzionale”.
E’ questo il secondo scivolone dei costituzionalisti, dopo quello della figura barbina dell’ASN sopra riportata. Faccio alcune considerazioni:
1. È del tutto verosimile che il processo di cui all’articolo su Repubblica non si concluderà sollecitamente, che gli imputati saranno ben in grado di difendersi in tribunale così che verranno facilmente assolti, e che tutto, purtroppo, continuerà come prima.
2. E’ ben noto che nell’università italiana non solo i giuristi, ma anche altri docenti, in particolare i medici, pilotino sistematicamente i concorsi. Nelle università di altri paesi non è così, si entra attraverso una selezione aperta a tutti e chi assume la responsabilità delle decisioni ne porta le conseguenze – da noi chi sbaglia non paga.
3. Sarebbe opportuno che venisse chiarito che, nei fatti, troppo spesso l’assegnazione delle cattedre nell’università italiana non avviene per concorso ma per cooptazione in barba al merito ed all’opportunità di ascensione sociale (https://www.roars.it/smettiamola-con-lipocrisia-alluniversita-si-entra-per-cooptazione-e-non-per-concorso/).
4. Nel caso dell’AVA il giochetto non ha funzionato soltanto perché – meno male – il ministero aveva nominato un commissario esterno alla conventicola nazionale che, da quello che viene riportato nella sua lettera di dimissioni, veniva escluso dalle riunioni “vere” in cui i membri dell’accademia italiana si spartivano le cattedre anche cambiando in corsa le regole del gioco.
5. I costituzionalisti universitari italiani farebbero un bel gesto se, in attesa dell’esito del procedimento giudiziario, facessero quello che ha fatto il collega straniero indicato dall’OCSE: denunciassero e sanzionassero il comportamento “deviante” di alcune “mele marce” – se sono veramente poche mele marce. Siamo di fronte invece ad un comportamento simile a quello dei politici che, di fronte ad altri politici indagati, inquisiti, ecc. di cui sanno benissimo le malefatte, dicono che aspettano che la giustizia faccia il suo corso e non li emarginano. Il presidente dell’Associazione italiana dei costituzionalisti assolve infatti con formula piena i propri colleghi inquisiti. Infatti scrive: “E’ anzi auspicabile che i procedimenti avviati si concludano sollecitamente, anche nell’interesse della categoria e dei singoli ingiustamente coinvolti”.
6. Non penso affatto che mettere in piazza una piaga come quella dei concorsi “pilotati” screditi un’intera comunità scientifica delegittimando l’essenziale contributo civile che essa ha dato e dà all’evoluzione dell’esperienza costituzionale. E’ infatti ben nota la qualità scientifica dei professori di diritto costituzionale delle università italiane ed il contributo che essi forniscono alla società, ma questo non ha nulla a che vedere con la loro etica e con il sistema verticistico-baronale di organizzazione della loro comunità (non dimentichiamo che, per esempio, nella facoltà di giurisprudenza dell’università “La Sapienza” non ci sono professori associati, sono tutti ordinari). (https://www.roars.it/bibliometria-e-avvocati-la-valutazione-della-ricerca-in-campo-giuridico/)
7. In un periodo come l’attuale, di crisi generalizzata ed in particolare dell’università, ci si aspetterebbe, da parte della classe dirigente di cui i costituzionalisti sono parte integrante, uno scatto di reni, una presa di responsabilità, un’apertura al mondo avanzato di cui siamo parte, cambiando radicalmente il sistema di assegnazione delle cattedre. In tal modo i costituzionalisti si porrebbero alla tesa di un cambiamento epocale di cui il paese ha disperato bisogno – e di questo saremmo loro estremamente grati.
Un paio di precisazioni: si tratta di due vicende diverse, una risalente al 2008 e che vede coinvolti (menzionati nel fascicolo, si suppone, ma non necessariamente indagati) oltre una trentina di costituzionalisti fra cui vari “saggi”; nessun rinvio a giudizio, che io sappia. Lo scivolone ASN non ha invece prodotto conseguenze giudiziarie ma solo l’azzeramento degli atti.