Dopo i primi avvistamenti di ornitorinchi bibliometrici, è arrivata notizia dell’avvistamento di un’echidna bibliometrica.
Un’echidna bibliometrica è un articolo apparso su una rivista indicizzata da WoS o Scopus, ma che i gruppi di lavoro ANVUR non hanno inserito negli elenchi delle riviste scientifiche o di classe A.
Nell’interfaccia di loginmiur le riviste che non compaiono negli elenchi anvuriani sono indicate con un bel quadretto rosso ad indicare RIVISTA “NON ELEGGIBILE”. Gli articoli pubblicati su quelle riviste non sono valutabili ai fini ASN, neanche se quelle riviste sono indicizzate da WoS o Scopus, perché i saggi anvuriani non hanno attribuito loro il bollino verde della scientificità/classe A.
Ecco la foto del primo avvistamento di echidna bibliometrica. Quella che segue è la schermata, opportunamente anonimizzata, della scheda visibile su login miur. La scheda è stata inserita il 7 gennaio 2016.
L’articolo in questione è pubblicato su una rivista “non eleggibile”; e quindi è un articolo “non eleggibile” ai fini ASN. Lo scriviamo tra virgolette perché, in italiano, “eleggibile” ha un altro significato.
Abbiamo ragione di credere che nella valutazione anvuriana una delle prime vittime (insieme al buon senso) sia la lingua italiana, che cede il passo ad una neolingua, talvolta freudiana, come nel caso della “sottomissione”, talvolta semplice riflesso della sciatteria mentale dei suoi creatori.
Ma torniamo al nostro articolo, “non eleggibile” e tuttavia indicizzato su Scopus:
Ed è indicizzato anche sulla “meno generosa”, per usare la neolingua anvuriana, banca dati WoS:
Ovviamente la rivista è elencata nel Journal Citation Reports.
Immaginiamo già la risposta anvuriana a questo avvistamento. L’echidna bibliometrica è un animale raro cioè un effetto collaterale, un errore trascurabile, un sacrificio necessario nel processo di modernizzazione forzata dell’università italiana. Non c’è da preoccuparsi, ANVUR ed i saggi dei gruppi di lavoro, dall’alto della loro scienza e generosità interverranno e correggeranno nei tempi debito, perché sono aperti ai suggerimenti degli studiosi. Ed immaginiamo anche il retropensiero: “Chi ha sollevato il problema è qualche aspirante commissario che non ce la fa a superare le soglie proprio per quell’articolo. Ed allora meglio così, perché di entrare nel sorteggio proprio per quell’articolo, non se lo meritava proprio”.
Nell’ASN 1.0 era previsto che
Se l’ANVUR reputa che dal curriculum e dalla documentazione acclusi alla domanda non risulti attestato il rispetto dei requisiti stabiliti dal comma 1, ne informa il Direttore generale, il quale entro dieci giorni comunica all’indirizzo di posta elettronica dell’interessato o, in subordine, per lettera raccomandata con avviso di ricevimento all’indirizzo di residenza dello stesso, i motivi che ostano all’accoglimento della domanda.
Entro il termine di dieci giorni dal ricevimento della predetta comunicazione, l’interessato può presentare al Direttore generale per iscritto le proprie osservazioni, eventualmente corredate da documenti e memorie, utilizzando le procedure telematiche disponibili all’indirizzo http://abilitazione.miur.itsecondo le modalità di cui all’articolo 3, comma 4. In tal caso, su richiesta del Direttore generale, l’ANVUR decide entro dieci giorni dalla presentazione delle osservazioni. Dell’eventuale mancato accoglimento di tali osservazioni è data ragione all’interessato con apposito provvedimento del Direttore generale notificato all’indirizzo di posta elettronica dell’interessato o, in subordine, per lettera raccomandata con avviso di ricevimento all’indirizzo di residenza dello stesso.
Questa facoltà di “opposizione” è scomparsa nell’ASN 2.0:
Se l’ANVUR reputa che dal curriculum e dalla documentazione acclusi alla domanda non risulti attestato il rispetto dei requisiti stabiliti dal comma 1, lettera c), ne informa per iscritto il Direttore generale, il quale comunica per via telematica all’interessato entro dieci giorni l’esclusione dalle liste per il sorteggio.
Entro quindici giorni dal completamento degli accertamenti, il Direttore generale costituisce, per ciascun settore concorsuale, la lista prevista dall’articolo 6, comma 2, del Regolamento, con i nominativi dei professori ordinari che hanno presentato domanda per esservi inclusi.
Come spiegare? Forse il MIUR ritiene che in questa nuova edizione il sistema di accertamento sia “a prova di bomba”.
Di sicuro, però, non è a prova di echidna.
A prescindere da ogni altra considerazione, che si pretenda di elevare la qualità del sistema utilizzando immondi barbarismi come “eleggibile” e “sottomettere” la dice lunga su dove stiamo andando. Gente che non sa l’italiano e probabilmente neanche l’inglese.
Il problema non mi sembra l’italiano ma che ANVUR non capisce come funziona il mondo della ricerca.
ANVUR definisce (come?) se una rivista è scientifica o meno (per un certo area – ma non per un’altra!?), quando la rivista senza dubbio non è solo scientifica ma magari anche di prestigio (per es. Nature Communications, Nature Methods e eLife non sono scientifiche secondo ANVUR… perché nessuno di area non-bibliometrico ci ha pubblicato?).
Forse sarebbe meglio se la commissione decidesse.
Se non si conosce la lingua anche la più generale capacità di ragionamento è pregiudicata. Insomma, il ritardo mentale elevato a sistema.
Bravissimi! Sottomettere è proprio freudiano. Credo che per loro l’italiano sia un grande problema: propongo qualche test non-INVALSI: parafrasi e commento di 20 terzine del Paradiso; analisi stilistica e sintattica di qualche pagina dei Promessi Sposi; commento ragionato de Il ciocco di Giovanni Pascoli. Ne vedremmo delle belle.
Come già osservato, basterebbe anche qualche test simil-INVALSI di comprensione lessicale per selezionare un direttivo più a suo agio con la lingua italiana:

https://www.roars.it/sulluso-improprio-delle-prove-invalsi/comment-page-1/#comment-57114
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D’altronde, abbiamo visto che, come criterio di valutazione, il tema (leggi “linee programmatiche”) oltre a dare esiti sconcertanti (“Il più grande timore mio e della mia compagna è che, se mai qualcosa ci sottraesse prematuramente ai nostri figli, questi possano comunque essere portati a crescere con la mente aperta e pronti ad immergersi nella complessità del Mondo senza timore. Molto ho con lei discusso sul fatto che il mio eventuale periodo di lavoro in ANVUR li priverebbe della mia presenza durante la settimana. Più ne discutevamo, più emergevano aspetti positivi: il vivere appieno e intensamente i weekend di ricongiungimento famigliare, le frequenti loro gite in una splendida Roma, la rapidità del Freccia Rossa per le emergenze, ecc.” https://www.roars.it/io-speriamo-che-mi-selezionano-allanvur/) finisce per essere occasione di “scopiazzature” (https://www.roars.it/le-iene-vogliamo-dire-scopiazzature-la-nomina-del-consigliere-anvur-finisce-in-prima-serata/). Meglio allora dei test standardizzati, somministrati ai candidati per il direttivo in un ambiente sorvegliato, dopo aver ritirato foglietti e cellulari. Oltre a fornire dei risultati “oggettivi”, potrebbero offrirci qualche sorpresa, soprattutto se la prova includesse degli elementari quesiti di tipo logico-matematico. Non è solo l’italiano ad essere un problema dalle parti del direttivo Anvur, che in un paio di occasioni ha sdoganato pure le divisioni per zero (https://www.roars.it/matematica-senza-tabu-funzioni-e-utilita-della-sua-rd-iii-e-ultimo-capitolo/) oppure ha innovato la logica etichettando la definizione di mediana come “univoca, lascia però un importante punto di ambiguità” (https://www.roars.it/anvur-non-potuto-fare-altro/), per non dire dell’inedita nozione di “frazione superiore” (https://www.roars.it/ancora-sulle-competenze-matematiche-dellanvur/).
Una domanda al riguardo. Ma questo problema riguarda i soli settori non bibliometrici?
Grazie a chi potrà chiarire questo aspetto.
Le liste di riviste sono proprie solo del mondo che gli anvuriani chiamano non bibliometrico.
Che dire dei soliti ANVUR e MIUR che si arrogano nella loro massima ignoranza (solo gli ignoranti possono fare quello che fanno)la distruzione dell’Università italiana?
Forse conviene citare Demostene nel suo massimo capolavoro che è la III filippica (3,26-31), quel Demostene che possiede “vibrante altezza stilistica,vivezza di passioni… veemenza e potenza oratoria per gli altri irrangiungibile” e che mi scuso di parafrase:
“E noi professori vediamo e sentiamo tutto questo, però non cerchiamo di collegarci, non ci indignamo: anzi siamo così mal disposti, così divisi come da fossati,… che fino ad oggi non siamo in grado di fare né il nostro dovere, né il nostro utile, di unirci, di formare un’intesa per il reciproco aiuto. Con indifferenza lo (ANVUR)guardiamo ingrandirsi. Ciascuno è convinto, credo, che sia tempo guadagnato quello che un altro impiega a soccombere…: giacché sia chiaro, nessuno ignora che lui si avvicina come un attacco di febbre ciclica…
Eppure non è un greco, coi Greci non ha nulla in comune, non è nemmeno un barbaro di un paese dove è bello dire di essere nati, è uno straccione non greco, di quella regione dove a suo tempo non si comprava nemmeno uno schiavo buono a qualche cosa”.
C’è anche la crescita zero che è diventata un numero positivo … Tutto può succedere, a quanto pare.
Io ho la fortuna di avere ben due pubblicazioni “non eleggibili” (sic):
Un primo contributo (http://cadmus.eui.eu/handle/1814/19375) pubblicato per la collana di Working Papers dello EUI di Fiesole, esito delle ricerche svolte in qualità di Jean Monnet Post-Doctoral Fellow. Qui il problema credo risieda nel fatto che essendo stato costretto dalle classificazioni CINECA a registrarlo come “capitolo in volume” (i Working Papers dell’EUI sono classificati come “serie” non “rivista”), alla fine il sistema ASN lo rilevi come “non eleggibile” perché privo di ISBN (la collana di WP ha infatti un ISSN non un ISBN).
Un secondo (http://www.inderscienceonline.com/doi/abs/10.1504/IJMBS.2015.070785) pubblicato sull’International Journal of Migration and Border Studies. Qui sono i “saggi” di ANVUR a non aver ritenuto la rivista “scientifica” (se mai l’hanno presa in considerazione, non lo sapremo mai). Vero che si tratta di una rivista “giovane”, ma ha un comitato scientifico di tutto rispetto e ha sottoposto il mio paper ad un severissimo processo di revisione (consentendomi peraltro di migliorarlo non poco).
Credo di aver capito però, che un conto sono gli indicatori, un conto le pubblicazioni che si vuole la commissione valuti. Per cui la speranza è che almeno le commissioni siano più attente al “contenuto” che al “contenitore”.
Infine un aneddoto. La nuova ASN, con il suo corredo di elenchi di riviste “eleggibili”, di “classe A”, eccetera, è stata lanciata pochi giorni dopo che avevo “sottomesso” (:-)) un articolo al Refugee Survey Quarterly. Onestamente non mi ero mai posto la questione della sua classificazione anvuriana, dato che quando uno sceglie una rivista su cui provare a pubblicare dovrebbe pensare al pubblico che vuole raggiungere, più che alle assurde classificazioni ANVUR. Confesso tuttavia di aver fatto una verifica ex post e, con mia grande sorpresa, ho scoperto che la maggior parte delle più importanti riviste di studi sulle migrazioni forzate a livello internazionale non compare nemmeno nelle liste ANVUR (bontà loro, il RSQ è considerato scientifico dall’area 12, la mia area…).
Senza parole
Questione Commissari ASN:
La recente sentenza del CdS (n.1962 del 2015) sancisce l’incompatibilità di un commissario di concorso avente un “numero consistente” di pubblicazioni scientifiche unitamente ad uno dei candidati. In quel caso si trattava di valutazioni selettive/comparative, in questo caso è un’abilitazione a numero aperto, che in linea di principio non implica comparazioni. E’ comunque applicabile il principio di incompatibilità sancito dal CdS? (che emergerebbe nella fase di valutazione delle pubblicazioni presentate alla commissione). Oppure, è sufficiente che il commissario in questione “si astenga” dalla valutazione delle pubblicazioni dove lui stesso è coautore?