Questa VQR ha prodotto: 1) una politica di progressiva riduzione delle già scarse risorse, coperta dalla parola d’ordine del merito; 2) la mortificazione della didattica; 3) la ricerca dell’eccellenza contrapposta al dovere dell’equità; 4) l’erosione del diritto allo studio e l’esasperazione di insostenibili squilibri tra le diverse aree del paese; 5) la competizione con ogni mezzo. Quali sono dunque gli obiettivi in positivo? 1) Riportare il finanziamento dell’università e della ricerca a livelli comparabili con quelli dei paesi più avanzati; 2) a didattica e ricerca deve essere riconosciuta la stessa dignità; 3) l’obiettivo dell’eccellenza senza equità non è compatibile con la Costituzione; 4) la presenza in tutte le aree del paese di strutture di formazione e di ricerca di livello internazionale; 5) l’esasperazione della competizione fra atenei, gruppi di ricerca e persone deve essere superata. Non nascondiamo le evidenze che ci dicono che da questi obiettivi ci si è allontanati. E come si fa negare che questo abbia a che fare con la redistribuzione delle risorse che passa attraverso la VQR?
Intervento di Stefano Semplici corso dell’incontro “#STOPVQR il futuro passa per una migliore valutazione della ricerca”, organizzato da M5S presso la Sala Tatarella del Palazzo dei Gruppi della Camera dei Deputati (via Uffici del Vicario 21), mercoledì 16 marzo, dalle ore 15 alle 17.
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Finora vi è stato spiegato come funziona la VQR e credo che siamo oramai abbastanza d’accordo che non funziona un granché bene. Io adesso la butto in politica, ovvero dirò cosa penso sul modo in cui vengono utilizzati i risultati della valutazione della qualità della ricerca. Perché, in ultima analisi, è da queste scelte che derivano gli effetti che i miei colleghi hanno già illustrato e che adesso io vorrei riassumere così […]
Questa VQR ha prodotto in questi anni:
- una politica di progressiva riduzione delle già scarse risorse, coperta dalla parola d’ordine del merito;
- la mortificazione dell’impegno della didattica come pilastro irrinunciabile della missione dell’università;
- la ricerca dell’eccellenza contrapposta al dovere dell’equità;
- l’erosione del diritto allo studio e l’esasperazione di insostenibili squilibri tra le diverse aree del paese;
- la competizione con ogni mezzo, contrapposta alla solidarietà e alla collaborazione che dovrebbero caratterizzare la vita dei nostri atenei, gli “Anvur Games” che venivano evocati dal Giuseppe [De Nicolao].
È un’antropologia del professore universitario che passa attraverso l’esercizio, questa volta si è detto “la campagna” della valutazione della qualità della ricerca. […]
Quali sono dunque gli obiettivi in positivo?
- Occorre riportare in tempi rapidi il finanziamento dell’università e della ricerca a livelli comparabili con quelli dei paesi più avanzati;
- a didattica e ricerca deve essere riconosciuta nelle università la stessa dignità;
- l’obiettivo dell’eccellenza senza equità non è compatibile con la Costituzione italiana;
- in tutte le aree del paese deve essere garantita la presenza di strutture di formazione e di ricerca di livello internazionale e per questo capaci di promuovere valori di cittadinanza, sviluppo economico, innovazione; io chiamo la terza missione “democrazia delle opportunità”, perché altrimenti non so di cosa stiamo parlando;
- l’esasperazione della competizione fra atenei, gruppi di ricerca e persone deve essere superata perché è estranea alla logica e alle finalità del lavoro accademico e scientifico.
Questi sono obiettivi che, naturalmente anche i sostenitori della VQR dichiarano di perseguire. Benissimo, per piacere, confrontiamo i risultati di quello che è stato fatto, verifichiamo le proposte, con serietà, con la pacatezza degli argomenti, che sono l’essenza del lavoro scientifico, confrontiamoci con la politica.
Ma non nascondiamo le evidenze che ci dicono che da questi obiettivi ci si è allontanati. È stato citato il Mezzogiorno: non c’è bisogno di aggiungere altro ai numeri che sono stati dati in queste ultime settimane per prendere atto che la situazione delle università del Mezzogiorno è diventata drammatica. E come si fa negare che questo abbia a che fare con la redistribuzione delle risorse che passa attraverso la VQR?
Redistribuzione delle risorse che il governo, nella sua non-risposta – dopo tre mesi – ad una interrogazione parlamentare su alcuni precisi punti sollevati da deputati del PD, ha dichiarato di voler proseguire e rafforzare, fino a portare alla soglia del 30% la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario?
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Peccato che non si sia fermato all’obbiettivo 1. Gli altri sono roba da rifondazione comunista
No, non è roba da Rifondazione Comunista, ma da Soviet. Ci sono quelli come Graziosi che da giovani militavano in Lotta Continua e poi si ravvedono e finiscono a presiedere l’Anvur. Poi ci sono quelli che, senza essere nemmeno mai stati comunisti, vanno avanti fino al punto di mettersi a difendere pubblicamente i principi Costituzionali. Un epilogo veramente deprimente. Capirei Semplici se, in cambio di rimetterci la faccia, fosse pagato congruamente, per esempio 178.500 euro annui. Ma farlo gratis, no. Non è comprensibile
Gentile Prime4LettereDell’Alfabeto,
Forse ho frainteso perché negli obiettivi 2. e 5. proprio non riesco a vedere la longa mano della Lubjanka, ma riguardo a:
“3. l’obiettivo dell’eccellenza senza equità non è compatibile con la Costituzione italiana;”
“4. la presenza in tutte le aree del paese di strutture di formazione e di ricerca di livello internazionale;”
Davvero pensa di lasciare solo ai comunisti la difesa del diritto di avere (asintoticamente) simili possibilità di istruzione a prescindere dalla regione / famiglia in cui sia ha la fortuna / sfortuna di appartenere?
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Non serve nemmeno scomodare “l’etica”: dato che non mi sembra ci sia evidenza di una correlazione tra reddito parentale o provincia di nascita e QI dei figli, è una questione di probabilità: più si concentrano i “docenti meritevoli”, più si corre il rischio di sprecarli con studenti non altrettanto dotati…
Questi interventi di abcd sono evidentemente provocatori, ma secondo me occorre riflettere seriamente sui motivi per cui questi modelli diciamo all’americana tanto attecchiscono sulle persone. Da una parte il potere ha la volontà pura e semplice di togliere soldi all’università e lo fa inventandosi modi sofisticati e pseudoscientifici da far bere all’opinione pubblica. Dall’altra piace l’idea del merito premiato, della competizione (cosa sarebbe la vita senza adrenalina …). Ora, se l’università è un motore che fa crescere il paese, dà lavoro a chi studia e forma le classi dirigenti, i professionisti, gli insegnanti, i medici etc., che senso ha restringerla a pochi? Cosa resta di un paese dopo decenni di questa cura? Quali miglioramenti avremo a parte quello, risibile, di diminuire alcuni costi (solo l’aereo presidenziale costerebbe 140 mila euro al giorno …). Attendo una risposta seria e articolata a queste domande.
?? spero che il commento di Denicolao sia ironico…
ciò che dice Semplici mi pare di puro buonsenso e concordo anche con i rilievi di Atzori e Maitravaruni, però temo fortemente che la ‘maggioranza silenziosa’ e ‘paurosa’ sia fortemente imbevuta del ‘luogocomunismo’ di regime :(
Era ironico. Come si fa a prendere sul serio Prime4LettereDell’Alfabeto quando associa Semplici a Rifondazione Comunista? È anche vero che la redazione è stata a suo tempo etichettata il “collettivo di Roars”, ma era un buontempone, amico di Sylos Labini.