Il 23 giugno la Ministra Messa ha anticipato ai rettori i principi a cui sarà improntata la revisione della Abilitazione Scientifica Nazionale. “No commissione nazionale“: il giudizio sarà affidato a un “sistema di certificazione quantitativa“. I requisiti, misurati tramite indicatori, saranno sottoposti a un “controllo automatizzato” basato su “parole chiave e IA[Intelligenza Artificiale], vedi slide n. 5.

 

Risale al 2012 l’introduzione di soglie bibliometriche sul numero di pubblicazioni e di citazioni, ma fino a oggi sembrava impossibile rinunciare a un giudizio umano, C’è da valutare non solo la pertinenza dei lavori scientifici al settore concorsuale per cui si chiede l’abilitazione, ma anche la validità e pertinenza dei titoli. Per fare un esempio, l’Organizzazione o partecipazione come relatore a convegni di carattere scientifico nel campo dell’architettura non dovrebbe essere valutata come titolo per diventare professore di neurochirurgia. Un ostacolo che, grazie alle nuove tecnologie informatiche, non appare più insormontabile. Sarà una coincidenza, ma lo scorso 11 giugno, il Washington Post ha rivelato che un ingegnere di Google è convinto che LaMDA, una Intelligenza Artificiale sviluppata dall’azienda, sia oramai un essere senziente. Se così stanno le cose, perché non affidare alle macchine anche la valutazione del valore scientifico dei futuri professori universitari? La risposta finale alle polemiche sui concorsi truccati è affidare la certificazione ASN a una macchina e poi tornare al sistema dei tre idonei (slide n. 6) entro cui scegliere discrezionalmente, senza che gli altri due possano appellarsi al TAR o ai giornali. Se da un lato il sorteggio di quattro commissari su cinque sembra un argine ai localismi, la Definizione di obiettivi collegati allo sviluppo di Ateneo consentirà di pilotare la selezione tramite una accorta profilazione del posto messo a concorso.

Di seguito pubblichiamo le slide presentate dalla ministra, apparse lo scorso 27 giugno sul sito della Associazione Italiana di Psicologia.

Presentazione standard di PowerPoint – Reclutamento MUR

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9 Commenti

  1. E preoccupa ancor di più che a implementare l’algoritmo possano essere gli stessi che hanno “disegnato” le procedure VQR, dip. eccellenti, ASN etc. etc.

    Sulle commissioni: la garanzia del membro interno “blinda” il localismo, anche se gli si affiancassero 100 commissari esterni. Perché inevitabilmente e “naturalmente” un candidato interno sarà sempre visto con “occhi” diversi.

    Bisognerebbe trasformare l’ASN a concorso nazionale per posti messi a bando ciclicamente dai vari atenei, con varie commissioni nazionali in cui non possano far parte commissari degli atenei che bandiscono… lasciare poi che i vincitori scelgano la sede dove meglio potranno esprimere le proprie capacità. E’ solo così che si valorizza il “merito”, rovesciando ottica e prospettive imperanti oggidì…

  2. L’asn ha ridisegnato tutto. In modo imperfetto ma in accordo a ragioni altre rispetto al lavoro serio. I rapporti fra po, pa, ricercatori sono stati rivisti. Ora è più semplice far carriera per i giovani. Per chi si è trovato fra i vecchi sessantotini e i nuovi le carriere sono state di permanenza lunga nei vecchi ruoli e difficoltà enormi ad avanzare.

  3. All’estero i nostri colleghi che sanno cos’è la cultura e la ricerca scientifica seria erano già erano inorriditi dal sistema ANVUR di ASN e VQR e dalle aberrazioni valutative che produce! Ora non posso immaginare cosa potranno pensare di questa brillante idea della certificazione quantitativa con requisiti e controllo automatizzato per l’ASN!
    In questo modo si incentiverà ancor di più il mercato delle autocitazioni, i famosi “citation clubs, lo scambio di authorship, la tendenza a pubblicare molto e in fretta. La supremazia della quantità a discapito di qualità e dell’originalità e della variabilità della ricerca. E poi per la selezione locale pensiamo che tutto funzionerà al meglio?
    Mi piacerebbe però che questo sistema automatizzato si potesse sperimentare per la scelta di governi, ministri, sottosegretari, direttori generali ecc ecc, sicuramente in quel caso potrebbe funzionare veramente!

  4. “Controllo automatizzato (parole chiave e IA)” … e nessuno ride !
    Il dramma è qui: prendere sul serio le bagattelle partorite da quei burloni che ci governano (dal proprio rettore su su, fino a salire).
    Già immagino Senati Accademici che compunti analizzano le slide della Ministra e pacatamente commentano su qualche dettaglio che sarebbe perfettibile (ma solo se Vossignoria è d’accordo, eh!), fermo restando che l’impianto – per carità – non si discute. D’altronde, in 10-12 anni di storia recente, ci siamo bevuti di tutto senza colpo ferire: i “rapporti di riesame”, la “abilitazione” per diventare Professore dove non conta la didattica (qui ribadito forte), i Dipartimenti di “Eccellenza” (che parola meravigliosa!) e via andare

    infine mi chiedo (retoricamente, perché conosco la risposta): cosa c’entra il Logo dell’associazione privatistica “CRUI” su un documento Ministeriale col logo “MUR” e il sigillo dello Stato? Qualcuno ha avvisato il CUN di quel che bolliva in pentola? Boh.

  5. L’abilitazione delegata all’Intelligenza Artificiale viene ripresa dal Fatto Quotidiano, che dedica un’intera pagina alla Ministra, anche a causa di un master frequentato da tre studentesse (consoli a Milano di Bolivia ed Ecuador, nonché un’impiegata del consolato Messicano) la cui bocciatura aveva creato imbarazzo e con qualche problema nella gestione dei fondi.
    Per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale al posto dei commissari, il ministero, dopo aver lanciato il sasso, sembra ritirare la mano:
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    Il ministero ridimensiona: “Quelli sintetizzati nella slide sono stimoli al confronto – ci spiegano -. La discussione sull’eventuale riforma è aperta su più tavoli: Crui, Parlamento, Governo, non c’è nulla di definito. Il confronto serve a raccogliere esperienze, visioni, suggerimenti per trovare il metodo migliore perché avere il miglior sistema di reclutamento è garanzia e vero strumento di attrattività. Certamente intendiamo migliorare e rafforzare il sistema di valutazione attraverso commissioni sempre più adeguate e responsabili del loro ruolo”.
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  6. Stanno riscrivendo tutto. Con un’invasione di persone provenienti da altre università, sempre le stesse. Tutto si capisce se non ci sono figure locali. Ma se ci sono, o le persone che avrebbero potuto diventare seri competitors sono state scoraggiate, beh…allora suona strano.
    Non credo che non assumere locali rimedi alle storture. Credo ci sia una tale fame di posti che sta creando una grande commissione nazionale occulta che gioca sulle cattedre in tutta Italia ‘sistemando’ i suoi. O è una mia impressione?

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