Un ufficio destinato a vigilare sulla trasparenza e la regolarità del reclutamento accademico e un tavolo tecnico che vedrà il MIUR, l’ANAC e la CRUI elaborare le nuove Linee guida in materia di concorsi universitari. Peccato che il CUN ne sia stato escluso. Ricolleghiamo la genesi di questo “tavolo tecnico” alle escogitazioni elaborate nel 2017 attorno a un tavolo informale che aveva accompagnato l’apparire delle linee guida ANAC, linee guida che a suo tempo ROARS aveva commentato analiticamente. Osserviamo come nella genesi di questo “tavolo tecnico” il CUN (organo avente rilevanza pubblicistica, fino a prova contraria) sia stato allegramente pretermesso, mentre l’associazione privata CRUI non ha mancato di vedere prevista la sua rappresentanza. Accade così che, in un tavolo tecnico destinato a gestire assai concretamente le future sorti del reclutamento di tutta la docenza universitaria italiana, sia data voce solo a un particolare tipo di rappresentante dei professori e ricercatori, ossia un professore primus inter pares, il quale, una volta eletto rettore, per sei anni è per legge destinato a regnare senza incontrare la necessità di riconferma da parte della propria base elettorale. Ai professori e ricercatori universitari italiani non resta che chiedersi se si sentiranno adeguatamente rappresentati in questo tavolo tecnico dal quale dipenderanno molti aspetti decisivi per le loro carriere.
Questi, secondo una nota del MIUR, i principali strumenti previsti dal Protocollo d’intesa firmato mercoledì 16 ottobre 2019 dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti e dal Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, alla presenza del Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Gaetano Manfredi.
Il Ministro Lorenzo Fioramonti ha dichiarato:
“Circa un anno fa ho posto questo tema all’attenzione del dibattito politico italiano: la necessità di fare un passo avanti per garantire e rafforzare la trasparenza e la meritocrazia nel processo di reclutamento del sistema universitario italiano. Difendendo le buone pratiche assolutamente maggioritarie nel contesto accademico del nostro Paese. Università e Ricerca sono il fiore all’occhiello del nostro sistema economico e di sviluppo. E lo straordinario lavoro svolto dall’assoluta maggioranza dei nostri docenti e ricercatori non può essere infangato da pochi casi che riempiono i giornali”. “Accanto all’importante lavoro che stiamo svolgendo per semplificare il reclutamento, è necessario che il Ministero abbia un nuovo ufficio che sia punto di riferimento per l’intera comunità accademica e aiuti le università a elaborare dei bandi che siano il meno possibile impugnabili. Questo ‘Osservatorio per il reclutamento universitario’ assisterà gli atenei e accoglierà segnalazioni e osservazioni, anche per evitare la nascita di continui contenziosi che rischiano di bloccare anche molti concorsi regolari e il lavoro dell’intera macchina amministrativa. L’ANAC aiuterà il Ministero nella formazione del personale di questa nuova struttura. Con il Protocollo sottoscritto oggi rinnoviamo e rafforziamo una collaborazione fondamentale”.
Cantone, ormai prossimo a lasciare il suo ufficio, ha dichiarato:
“È importantissimo preservare la cultura della trasparenza, della legalità e della correttezza dei comportamenti nell’università, il luogo in cui si svolgono l’educazione e la formazione dei giovani. L’Accordo di oggi nasce da un dialogo avviato con il Ministro Fioramonti da diversi mesi, quando, già nella sua precedente funzione di Viceministro, ha dato fin dall’inizio grande importanza al confronto con l’Autorità Nazionale Anticorruzione, favorendo l’emanazione di vari provvedimenti del MIUR. Con la firma di questo Protocollo, l’ANAC sarà al fianco del MIUR sia nella fase di lavoro del tavolo tecnico, sia come supporto del nuovo ufficio che verrà costituito presso il Ministero, nel pieno rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza di entrambi. Desidero ringraziare in modo particolare il Ministro anche per aver reso possibile oggi la firma dell’Accordo, permettendomi così di annoverarlo tra gli ultimi atti della mia gestione”.
Manfredi ha dichiarato:
“Per l’Università italiana è un interesse primario poter svolgere concorsi trasparenti e meritocratici. Un ufficio che, nel rispetto dell’autonomia universitaria, sia guida e punto di riferimento nell’azione di reclutamento è per noi un’innovazione estremamente positiva. Dobbiamo estirpare i rari casi individuali di comportamento non corretto e valorizzare e tutelare i tantissimi colleghi che operano negli atenei nell’interesse degli studenti”.
La nota ministeriale precisa che il tavolo tecnico sarà costituito da due rappresentanti del Ministero, due dell’ANAC, uno della CRUI, e lavorerà all’adozione di Linee guida nei seguenti ambiti:
- codici di comportamento degli Atenei per ampliare il contenuto di quelli esistenti, in modo particolare, rispetto ai doveri dei docenti;
- regole per la formazione delle commissioni per il reclutamento del personale nelle università;
- procedure di reclutamento e di avanzamento di carriera, con conseguente predisposizione di un’adeguata programmazione del reclutamento stesso;
- formazione e organizzazione di banche dati dei progetti di ricerca, con l’obiettivo di garantire una maggiore trasparenza e conoscibilità dei relativi finanziamenti.
Nell’occasione e in attesa di poter prendere visione del testo del protocollo, che allo stato non è stato pubblicato dal MIUR, ricordiamo ai lettori precedenti riflessioni maturate nel quadro della interazione avviata fra ANAC e MIUR, in un passato ancora non troppo lontano. Sembrerebbe quindi che il tavolo tecnico di cui al protocollo sia avviato a diventare realtà senza che il CUN abbia avuto modo di essere coinvolto nell’iniziativa. Basterà la rappresentanza di un membro della CRUI – che, ricordiamo, è un’associazione privata – per garantire che la voce dei professori universitari possa essere ascoltata nel nuovo “tavolo tecnico”?
Delusione. La maggior parte dei concorsi sono su base meritocratica? L’ASN è trasparente? Prende decisioni giuste?
Quanti luoghi comuni, parole roboanti e vacue, dopo anni di accanimenti anvureschi, che se non sono serviti, a cosa serve l’Anvur, è come il Mose: costoso, arrugginito, inutile, invaso dalle cozze giustamente opportunistiche. Fioramonti: “necessità di fare un passo avanti per garantire e rafforzare la trasparenza e la meritocrazia nel processo di reclutamento … Difendendo le buone pratiche [do’ stanno?]”. Cantone: “preservare la cultura della trasparenza, della legalità e della correttezza dei comportamenti nell’università, il luogo in cui si svolgono l’educazione e la formazione dei giovani [manno!… chi lo immaginava mai?]. L’Accordo di oggi” (di OGGI! e prima?). Manfredi: “Per l’Università … è un interesse primario poter svolgere concorsi trasparenti e meritocratici. Un ufficio che … sia guida e punto di riferimento nell’azione di reclutamento … un’innovazione estremamente positiva.” (finalmente una guida, e prima chi/cosa guidava?, finalmente concorsi trasparenti e meritocratici, ma va!). CUN: niente, non esiste. Codici, regole, procedure, che godurie, banche dati, tutto per la trasparenza del caos, che è già abbastanza trasparente per tutti. Quando tutto sarà ben regolamentato, l’università sarà già crollata sotto il peso di codici, regole, procedure, banche dati, algoritmi, burocrazia, riunioni dove non si decide più nulla, inutile stress le cui conseguenze aumentano solo la spesa sanitaria. E le condizioni della didattica, le infrastrutture, gli studenti-utenti? Beh, certo, mica si può pensare a tutto.
Mariam, provo a rispondere ai tuoi quesiti:
“La maggior parte dei concorsi sono su base meritocratica?”
Purtroppo debbo dire di si’, ed è una vera iattura.
La meritocrazia (per come è stata declinata in Italia, ovvero indicatori bibliometrici anzichè valutare davvero le persone ed i loro meriti) è il veleno che sta rovinando la vita a tutti i nostri giovani (e meno giovani) ricercatori, oggi impegnati solo ad inseguire tale “merito” anzichè lavorare serenamente.
“L’ASN è trasparente?”
Certo che nò, è un meccansimo creato e strutturato volutamente e scientemente (e, direi anche dichiaratamente, basta leggere i diecreti) per creare una cortina fumogena attorno alle decisioni. Se si fosse voluto un meccanismo trasparente, non si sarebbe mai messo in piedi il carrozzone dell’ASN.
“Prende decisioni giuste?”
Qui è difficile risponderti, si potrebbe filosoficamente dire “a volte si’, a volte no'”. A giudicare dal numero di ricorsi (vinti), si può affermare che le descisioni ingiuste, poi sovvertite dal tribunale, sono una percentuale non trascurabile, e dunque non liquidabile come la fisiologica ed inevitabile possibilità di errore umano. Diciamo che il meccanismo valutativo non trasparente porta più facilmente a commettere “errori”. Personalmente penso che alcune delle ingiustizie perpetrate non siano solamente errori, ma vere e proprie scelte, rese possibili dal meccanismo stesso della ASN.