Il ministro francese dell’università e della ricerca annuncia ufficialmente la chiusura dell’AERES, l’equivalente francese dell’ANVUR Italiana. Le colpe dell’AERES? “Délire bureaucratique” scrive le Monde. Sarà sostituita da un’agenzia totalmente ridefinita secondo standard di indipendenza, di semplicità, di legittimità scientifica e di trasparenza.

Qualche giorno fa Le Monde ha dato notizia della prossima chiusura dell’Aéres, l’agenzia francese di valutazione dell’università e della ricerca. Di seguito riportiamo alcuni estratti dell’articolo.

L’Aéres è in fin di vita – LE MONDE SCIENCE ET TECHNO |

L’Agenzia di valutazione della ricerca nell’istruzione superiore (Aéres) ha i mesi contati. Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Geneviève Fioraso, ha annunciato ufficialmente la sua soppressione durante la cena annuale della Conferenza dei Presidenti delle università, giovedì 20 dicembre.

Mi auguro che l’Aéres venga sostituita da un organismo nazionale interamente ridefinito a partire da principi di indipendenza, semplicità di funzionamento e delle procedure nonché della legittimazione scientifica e della trasparenza.

ATTACCHI VIRULENTI

Agenzia indipendente, creata nel 2006 con la legge di programma per la ricerca, sulla scia degli Stati Generali della Ricerca 2004, l’Aéres valuta tutti gli enti di ricerca e le università. Sin dalla sua nascita, è stata al centro di critiche.

Gli attacchi più virulenti venivano principalmente dai ricercatori del CNRS, Inserm e degli enti di ricerca,

dice Didier Houssin, presidente della Aéres. In realtà, non è la valutazione ad essere criticata, ma il modo in cui viene effettuata. L’Aéres ha dimostrato di essere arrogante, burocratica e cavillosa, finendo per comportarsi come un agenzia di rating piuttosto che di valutazione. A fine novembre 2012, nel corso delle assise dell’università e della ricerca, alcune reazioni sono stato particolarmente violente.

L’atteggiamento dell’Aéres è imperialista!

accusava il Direttore di ricerca dell’Inserm Yehezkel Ben-Ari

La Francia ha battuto tutti i record in termini di numero si agenzie. Abbiamo sprecato soldi e ci rendiamo ridicoli. Le UMR [unità miste di ricerca]  non hanno bisogno di Aéres e i nuclei di valutazione sanno fare il loro mestiere.

“DELIRIO BUROCRATICO”

Il colpo di grazia era stato assestato un paio di settimane prima dall’Accademia delle Scienze, che aveva richiesto la soppressione pura e semplice di Aéres e la sua sostituzione con strutture di valutazione dipendenti direttamente dall’università e dagli enti di ricerca, con la partecipazione di esperti nazionali ed internazionali indipendenti.

Non è una reazione epidermica o improvvisata

sostiene Bernard Meunier, membro dell’Accademia

Piuttosto, la ricerca soffre di un delirio burocratico. I ricercatori trascorrono il loro tempo sul proprio computer a compilare scartoffie. Bisogna smetterla di scambiarli per segretari!

[…] L’altra critica riguarda la pubblicazione dei voti. Ogni unità di ricerca, ogni corso di studi (laurea, master) e ogni ente ricevono un voto da A+ fino a C.

che i risultati siano resi pubblici preoccupa e inquieta molto i docenti perché questa valutazione influenza la reputazione e quindi l’attrattività dell’ente e l’ottenimento di fondi per la ricerca

osserva la sociologa Christine Musselin. La posta in gioco è così importante che alcuni presidenti organizzano sedute di ripetizioni per essere pronti a rispondere agli esperti della Aéres. riferisce il Premio Nobel di fisica Serge Haroche in via confidenziale. Altra conseguenza negativa della pubblicazione dei voti denunciata dai docenti e dai ricercatori è la possibilità che i presidenti chiudano un indirizzo di studi o annullino un progetto in caso di valutazione negativa. Passata dalla parte dei valutatori, Sophie Chauveau, storica delle tecniche e professore presso l’università di tecnologia di Da Belfort Montbeliard, riconosce la lentezza delle procedure sia dalla parte del valutati sia dalla parte dei valutatori.

“UN LAVORO ENORME”

Avevo sollecitato molti docenti e ricercatori perché divenissero esperti di valutazione. Essi hanno rifiutato, in quanto il carico è troppo pesante, o per protesta nei confronti di Aéres, afferma Chauveau. Dal lato dei soggetti valutati, fornire la documentazione e accogliere i comitati di esperti  rappresenta un enorme lavoro che grava sulle spalle di una o due persone, che di solito sono i capi delle unità di ricerca.

Per Sophie Chauveau, Aéres è uno strumento certamente “perfettibile”,

utile per i ricercatori al fine di comprendere la loro situazione, di avere degli indicatori, porsi delle domande e confrontarsi con gli altri gruppi di ricerca.

Recentemente, l’Aéres, si è detta d’accordo ad essere riformata, anche mediante la semplificazione e razionalizzazione del dossier di valutazione, facendo partecipare gli studenti nel processo … Sui ranking, benché contraria alla loro soppressione, si è detta disponibile a discutere. Ma tutto questo non è servito a niente.

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21 Commenti

  1. Dal mio punto di vista di osservatore (molto) esterno, la parte “ranking-style” che attribuisce un “voto finale” (A+, A, B, C) a Corsi di Studio e Unità di Ricerca è solo una parte marginale e senza effetti diretti sui finanziamenti – il resto della metodologia è tendenzialmente molto qualitativa e orientata alla promozione della qualità, non alla classificazione.

    Pertanto sono parzialmente stupito dal modo in cui stanno andando avanti le cose in quest’affaire, visto che comunque loro sono sempre stati dei buoni “razionalisti alla francese” e non dei pasticcioni all’Italiana.

    Probabilmente alcuni “conati” quantitativi come il noto (ma piuttosto abortito) tentativo di fare anche lì una classificazione delle riviste, e l’aumentatata dose di burocrazia, hanno lasciato il segno. Tuttavia ammonisco sul fatto che la “narrativa” governativa potrebbe solo essere un fumus per venire incontro alla comunità scientifica, mantenendo però gli strumenti e le metodologie più tradizionali e meno controverse.

  2. Se la causa principale della liquidazione dell’AERES è davvero il “delirio burocratico”, allora nei panni dell’ANVUR mi preoccuperei soprattutto degli effetti dell’incombente decreto AVA per l’accreditamento dei corsi di studio, i cui esorbitanti, ripetitivi e probabilmente inutili adempimenti produrranno un’incazzatura di massa tale da far sembrare l’irritazione per certe magagne dell’ASN un momentaneo e superficiale malumore

  3. Dopo aver ascoltato in un consiglio gli obblighi AVA mi sono chiesta se non sia il caso di proporre forme massicce di disobbedienza civile contro queste forme di arroganza burocratica, poliziesca, vessatoria.
    Sono davvero così ingenui da credere che questa roba migliori l’università o vogliono seppellirla sotto una massa di incombenze che toglie risorse, tempo ed energie alla ricerca?

  4. Il problema molto semplice è che qui non si ribella nessuno, salvo che in questo sito. Gli universitari dimostrano ancora una volta di comportarsi come pecore. I rettori si sdraiano zelanti di fronte all’AVA e sembra che abbiano un piacere erotico a imporre questi adempimenti. Non c’è uno, nelle commissioni didattiche, che quando si presenta l’inviata dell’Anvur che ha preparato questa oscenità si alzi e pronunzi la famosa frase di Cromwell…

  5. È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto, che voi avete disonorato disprezzandone tutte le virtù e profanato con la pratica di ogni vizio; siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda, tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli.

    Avete conservato almeno una virtù? C’è almeno un vizio che non avete preso? Il mio cavallo crede più di voi; l’oro è il vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi? È rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene del Commonwealth?

    Voi, sporche prostitute, non avete forse sporcato questo sacro luogo, trasformato il tempio del Signore in una tana di lupi con i vostri principi immorali e atti malvagi? Siete diventati intollerabilmente odiosi per l’intera nazione; il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l’ingiustizia! Ora basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave. In nome di Dio, andatevene!”.

  6. L’ AERES benche’ molto burocratica ha a mio avviso il pregio di non affidare la gran parte della valutazione alla bibliometria. Infatti la valutazione delle strutture e’ affidata a panel di esperti, che includono spesso esperti di altri paesi europei, che si recano in visita presso la struttura da valutare e intervistano i responsabili dei gruppi di ricerca. Vengono poi intervistati gli studenti di dottorato, analizzate le linee di sviluppo dei vari gruppi incluse le politiche di reclutamento. I rapporti finali sono, per la mia esperienza, usualmente molto bilanciati anche se qualche volta duri.
    Il problema della burocrazia esiste infatti prima che il panel di esperti visiti la struttura i ricercatori devono scrivere quintali di carta che nella realta’ non sono poi cosi’ necessari.
    I panel hanno poi un incontro con la governance delle strutture e questo e’ molto benefico poiche’ serve a bilanciare l’influenza della politica locale e dare una certo grado di protezione a dei ricercatori di valore meno capaci di fare politica accademica.
    Se in Italia si facesse qualcosa di simile, senza gli eccessi burocratici dei francesi, sarebbe un passo avanti notevole.

    • A suo tempo ho scritto: almeno se anvur facesse le liste di riviste come gli australiani. E gli australiani le hanno abbandonate. Ho anche scritto come p. marcati almeno il modello AERES. Ed AERES chiude. A noi purtroppo ANVUR FOREVER

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