La settimana ROARS:
12 – 18 ottobre 2015.
Una rapida sintesi dei contributi pubblicati
nel corso della settimana appena conclusa.
- Matteo Renzi: «E gli diamo non soltanto l´assegno come professore ma anche una sorta di gruzzolo che si può tenere per i propri progetti di ricerca». Dopo l’annuncio in televisione, i “500 professori col gruzzolo”arrivano puntuali nella legge di stabilità insieme ad un piano straordinario per 1.000 ricercatori a tempo determinato “di tipo b”. Ma se i 500 professori verranno reclutati con una concorso nazionale le cui regole sono tutte da inventare, quale sarà il destino dell’abilitazione scientifica? (La carica dei cinquecento: arriva il concorso nazionale. Quale destino per l’ASN?) Nononstante questi 500 “gruzzoli”, è difficile saltare dalla gioia, se tiene presente che dal 2009 al 2015 i posti di ruolo sono calati di 10.569 unità. Cosa bisogna fare perché la politica si accorga di questi numeri? Stanno prendendo forza delle vere e proprie campagne disobbedienza civile nei confronti della VQR: “Niente valutazione senza valorizzazione” è il titolo di un documento sottoscritto da numerose sigle (Niente valutazione senza valorizzazione) e nella stessa direzione si muove anche il documento di CIPUR e CNRU (VQR e Finanziaria). Insubordinazione dei soliti “peones”? A dire il vero, qualche mese fa era stata la stessa Conferenza dei Rettori ad avvisare che senza il recupero delle risorse tagliate in questi anni sarebbe stato impossibile «garantire la collaborazione del sistema universitario allo svolgimento del nuovo esercizio VQR 2011-2014». Ma la CRUI credeva in quel che diceva o stava solo scherzando? Se ci sei batti un colpo: questo in sintesi il messaggio che Stefano Semplici ha inviato a Gaetano Manfredi, neo-presidente della Conferenza dei Rettori (La CRUI batta un colpo).
- L’allarme della CRUI non pareva una presa di posizione estemporanea, se dobbiamo prestar fede alle analisi del suo presidente di allora, Stefano Paleari, il quale in un convegno a Pavia evidenziava i pericoli di una deriva verso un sistema di istruzione universitario duale: un sistema di qualità per gli “eletti” e – per gli altri – un’offerta “compassionevole” per dare una parvenza di accessibilità (Stefano Paleari: “The future of University in Europe and beyond”). In effetti, ci troviamo di fronte ad una crisi del sistema europeo dell’istruzione, la cui missione rischia di essere snaturata da logiche sempre più dettate dal profitto economico (The crisis of public education: from European ideal to profit driven education).
- La competizione sfrenata aiuta la scienza o la mette in pericolo? Virginia Barbour si domanda se le frodi scientifiche su riviste di primissimo piano siano da leggere come una conferma dell’ormai celebre articolo “Why Most Published Research Findings are False” apparso nel 2005 su PLOS Medicine (Publish or perish culture encourages scientists to cut corners).
- Alcuni ricercatori inglesi hanno provato a censire i costi effettivi dell’Open Access, comprensivi anche dei costi amministrativi (ore uomo e costi del personale e delle attività collaterali svolte) (Quanto costa implementare una politica di accesso aperto a livello nazionale). Sempre a proposito di Open Access, segnaliamo il Primo Convegno Annuale di AISA (Associazione italiana per la scienza aperta) che si terrà il 22 e il 23 ottobre 2015 presso l’aula magna del dipartimento di Scienze politiche dell’università di Pisa, in via Serafini 3.