Il 20 luglio si è tenuta a Roma, presso la Commissione di Garanzia dell’esercizio del diritto di sciopero, l’audizione della delegazione del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria. La Commissione ha dichiarato che la proclamazione dello sciopero è formalmente legittima: «Le perplessità espresse (anche dalla Ministra) sul fatto che chi aveva proclamato lo sciopero non era un sindacato sono tutte fugate». Nel corso dell’audizione, la delegazione ha smentito le dichiarazioni della Ministra (espresse in altre sedi) relative all’esistenza di “una trattativa in corso”. A tale proposito, nel suo resoconto (che riportiamo integralmente) Carlo Ferraro non risparmia i dettagli sull’interruzione unilaterale delle trattative da parte del MIUR: «in data 7 giugno, abbiamo presentato (su richiesta dei Delegati della Ministra: il Chiar.mo Prof. Marco Mancini e il Dott. Daniele Livon) ben tre proposte con costi via via decrescenti e i Delegati stessi ci avevano assicurato che la Ministra avrebbe dato un riscontro al massimo entro due giorni […] avendo poi atteso non due ma ben 20 giorni senza ricevere risposta alcuna, abbiamo agito in modo coerente con le nostre dichiarazioni». Rimane la disponibilità ad annullare lo sciopero «al pervenire di proposte concrete, a date certe, non certo a fronte di promesse vaghe da parte del Ministero». Il giudizio di tutti i componenti della delegazione è stato molto positivo, anche a fronte dei commenti dei vari membri della Commissione sulle modalità dello sciopero: «durante l’audizione abbiamo riscontrato con piacere più di una dichiarazione esplicita e spontanea sulla buona autoregolamentazione dello sciopero stesso».
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Da: "Prof. Carlo Ferraro - Politecnico Torino" <carlo.ferraro@polito.it> Oggetto: Sblocco scatti stipendiali-Audizione Commissione di garanzia + Indicazioni Data: 24 luglio 2017 13:30:37 CEST
Cari Colleghi Professori e Ricercatori.
Questa e-mail è destinata a trattare due argomenti:
1) Audizione del 20 luglio 2017 della delegazione per la gestione dello sciopero presso la Commissione di Garanzia dell’esercizio del diritto di sciopero
La Commissione di Garanzia ci ha convocati il 20 luglio scorso alle ore 10,30 a Roma per una audizione inerente a richieste di chiarimenti sullo sciopero proclamato. Trovate in allegato il resoconto di tale audizione, già pubblicato sul nostro sito alla pagina Sciopero sessione autunnale etc..
A valle dell’incontro il giudizio di tutti i componenti della nostra delegazione che ha partecipato all’audizione è stato molto positivo.
Lallegato verrà inviato anche alla Ministra Valeria Fedeli
2) Prime indicazioni sintetiche sulle modalità dello sciopero
Trovate in allegato le prime indicazioni sulle modalità dello sciopero. Anche queste sono già sul nostro sito, alla pagina anzidetta.
Dirameremo le indicazioni operative su cosa fare in occasione dello sciopero (come comunicare la propria adesione allo sciopero, a chi inviare la comunicazione, cosa fare nel giorno dello sciopero etc.) in agosto, dato che ora ci sono aspetti più urgenti. Vi prego pertanto di fare attenzione alle mail che giungeranno, pure in tempo di ferie!
La raccomandazione, che è di carattere generale e non riguarda solo questo argomento, è di leggere tutto fino allultima riga. Ciò che è nelle ultime righe non è necessariamente meno importante, è solo scritto lì perché la successione logica impedisce di scriverlo prima!
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro
Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria
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Allegato 1: Resoconto audizione commissione di garanzia
Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria
https://sites.google.com/site/controbloccoscatti/home
Audizione del 20 luglio 2017 della delegazione per la gestione dello sciopero presso la Commissione di Garanzia dell’esercizio del diritto di sciopero
24/7/2017
Cari Colleghi Professori e Ricercatori,
La Commissione di Garanzia (nel seguito dirò semplicemente “la Commissione”) ci ha convocati il 20 luglio scorso alle ore 10,30 a Roma per una audizione inerente a richieste di chiarimenti sullo sciopero proclamato.
Ricordo che la Commissione è un’Autorità indipendente dalle parti e che ha ampie prerogative previste per legge, fra le quali spiccano: le verifiche, rispettivamente, della legittimità della proclamazione dello sciopero, del rispetto delle norme di legge, dell’equilibrio fra il diritto di sciopero e il diritto, nel caso specifico, degli studenti a sostenere gli esami; inoltre, la possibilità di chiedere alle parti di tentare una conciliazione che permetta di annullare lo sciopero, nonché di ridurre la durata dello sciopero o di spostarlo ad altra data.
L’incontro è durato circa due ore. A valle dell’incontro il Presidente della Commissione ha inviato alla Ministra, a nome di tutta la Commissione, una comunicazione che ci è stata inoltrata per conoscenza e che richiamerò in questa e-mail.
Hanno partecipato all’incontro: per la Commissione, Il Presidente, il Chiar.mo Prof. Giuseppe Santoro Passarelli, il Capo di Gabinetto Dott. Giovanni Pino, i Componenti, i Chiar.mi Proff. Alessandro Bellavista, Domenico Carrieri, Orsola Razzolini; per il MIUR, il Dott. Gianluca Cerracchio e il Chiar.mo Prof. Tonino Proietti; per la CRUI, il Chia.mo Prof. Maurizio Ricci (Foggia); per la nostra delegazione, Melina Cappelli (Napoli Federico II), Carla Cuomo (Bologna), Paolo D’Achille (Roma Tre), Marcello D’Aponte (Napoli Federico II) e il sottoscritto (Politecnico di Torino).
Invitati a ricapitolare le modalità dello sciopero, e a fronte di un dibattito che si era troppo allargato ai problemi generali dell’Università, abbiamo dovuto quasi subito ricordare a tutti (non alla Commissione che lo sapeva meglio di noi) che eravamo in quella sede per verificare con la Commissione che le forme di sciopero studiate tutelassero sia il nostro diritto a scioperare sia il diritto degli studenti a sostenere gli esami nella sessione autunnale. In sintesi: abbiamo riaffermato che noi intendiamo creare disagi ma non vogliamo creare danni.
Nel corso della riunione hanno avuto un ruolo, oltre alle richieste di chiarimenti da parte della Commissione, e delle quali dirò più oltre, anche le dichiarazioni della Ministra (espresse in altre sedi) di disponibilità a risolvere il problema e relative all’esistenza di “una trattativa in corso”.
Noi abbiamo fatto notare che si trattava di dichiarazioni rese ai giornali, peraltro solo dopo la proclamazione dello sciopero e che, a parte i tre anni precedenti di nostre azioni diverse dallo sciopero, la trattativa era stata interrotta unilateralmente da parte del Ministero.
Abbiamo riferito alla Commissione che, come ricorderete, nel corso della riunione tenutasi al MIUR in data 7 giugno, abbiamo presentato (su richiesta dei Delegati della Ministra: il Chiar.mo Prof. Marco Mancini e il Dott. Daniele Livon) ben tre proposte con costi via via decrescenti e i Delegati stessi ci avevano assicurato che la Ministra avrebbe dato un riscontro al massimo entro due giorni (ci è stato detto che avrebbe scelto una delle nostre proposte o avanzato una sua proposta alternativa). In quella sede avevamo espressamente dichiarato che la mancata risposta nei tempi con loro concordati, sarebbe stata intesa come risposta negativa e avremmo proceduto alla proclamazione dello sciopero, già ventilato e poi sospeso,
proprio per cortesia istituzionale, all’insediamento della nuova Ministra. Abbiamo quindi chiarito alla Commissione che, avendo poi atteso non due ma ben 20 giorni senza ricevere risposta alcuna, abbiamo agito in modo coerente con le nostre dichiarazioni.
Parto ora dalle conclusioni “ufficiali”, tratte dalla comunicazione del Presidente della Commissione alla Ministra, per poi passare ai chiarimenti che la Commissione stessa ci ha chiesto.
1) La Commissione ha dichiarato che la proclamazione dello sciopero è formalmente legittima: tutti i timori di chi pensava che potessimo averlo proclamato in maniera illegittima si sono rivelati infondati. Potrete scioperare tranquilli!. Le perplessità espresse (anche dalla Ministra) sul fatto che chi aveva proclamato lo sciopero non era un sindacato sono tutte fugate.
2) La Commissione ha dichiarato che nella riunione è emersa la disponibilità, da parte nostra, ad annullare lo sciopero a fronte della fornitura, da parte del MIUR, di “elementi concreti ed affidabili”. Noi, al riguardo, avevamo dichiarato la disponibilità ad annullare la proclamazione dello sciopero al pervenire di proposte concrete, a date certe, non certo a fronte di promesse vaghe da parte del Ministero.
3) Il Presidente della Commissione ha comunicato alla Ministra, precisando esplicitamente di parlare a nome di tutta la Commissione, che le sarà grato se vorrà, anche alla luce delle dichiarazioni della Ministra stessa, valutare l’opportunità di una nostra ulteriore convocazione al Ministero per riaprire la trattativa.
4) La Commissione si riserva, ovviamente, ogni ulteriore azione di sua competenza prevista dalla legge.
Tutto quanto sopra detto in merito alle decisioni già assunte dalla Commissione (punti 1-4) è dedotto dalla comunicazione ufficiale summenzionata.
Di tale comunicazione della Commissione hanno dato già notizia i giornali, quali il “Corriere della Sera” al link:
http://www.corriere.it/scuola/universita/17_luglio_21u/niversita-sciopero-esami-garante-fedeli-li- deve-incontrare-9d3232c6-6e17-11e7-adc0-ba2bd5ab3f02.shtml?refresh_ce-cp
A questo punto spetta al Ministero, se vuole, convocarci a breve, ma andremo solo per sentirci avanzare proposte “concrete e affidabili”. Il MIUR, tuttavia, non è obbligato a fare ciò e, se non lo farà, è nelle prerogative della Commissione tirare le fila.
Per quanto riguarda i commenti dei vari membri della Commissione sulle modalità dello sciopero, durante l’audizione abbiamo riscontrato con piacere più di una dichiarazione esplicita e spontanea sulla buona autoregolamentazione dello sciopero stesso.
Per ridurre il disagio agli studenti, la Commissione ci ha prospettato di valutare il differimento dello sciopero alla sessione invernale. Abbiamo risposto che ciò avrebbe creato agli studenti pari disagio, se non peggiore. La Commissione non ha insistito molto su tale aspetto, ma non è detto che, nel suo specifico ruolo istituzionale al di sopra delle parti, essa non ci chieda in seguito di farlo.
Per quanto riguarda i chiarimenti sulle modalità dello sciopero la Commissione ci ha chiesto chiarimenti su un solo aspetto, che del resto noi avevamo ben presente. Esso riguarda gli studenti che devono laurearsi nella sessione autunnale, ai quali lo sciopero potrebbe far scadere i termini utili per farlo.
Abbiamo risposto che, ove necessario, basterebbe spostare i termini o le sedute di laurea di qualche giorno e il problema scomparirebbe, e che ciò è nelle prerogative del MIUR e dei Rettori. Poi, dato che MIUR e CRUI, pur sollecitati, non hanno assunto alcun impegno al riguardo, abbiamo dichiarato alla Commissione che se essa stessa ci chiederà un appello straordinario riservato ai soli laureandi “certificati”, noi non avremmo avuto obiezioni.
Ritornando ad alcuni aspetti del dibattito sviluppatosi durante l’audizione, faccio presente che, in seguito soprattutto all’intervento del Rappresentante della CRUI, il Chiar.mo prof. Maurizio Ricci, il quale ha elencato i numerosi malanni che affliggono l’Università, abbiamo evidenziato alla Commissione come il “Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria”, promotore dello sciopero quale azione contingente per lo sblocco delle classi e degli scatti stipendiali, non si occupi solo di questo aspetto, ma abbia già presentato in varie sedi ufficiali un piano pluriennale di richieste che spaziano dalla necessità di concorsi per Ordinari, Associati e Ricercatori fino al diritto allo studio. Abbiamo consegnato al Presidente della Commissione il documento “Definanziamento delle Università Italiane. Chi lo ha subito davvero.pdf”, già più volte inviato a Voi e che è sul nostro sito.
Con il dibattito allargato ai molteplici problemi dell’Università si è usciti fuori dal seminato, dato che la Commissione non è una sede di trattativa di tali aspetti, ma l’intervento del rappresentante della CRUI avrebbe potuto ingenerare nei nostri riguardi un sospetto di puro corporativismo, con lesione della dignità del Movimento che, per la sua stessa denominazione, non poteva che replicare come sopra sintetizzato.
A valle dell’incontro il giudizio di tutti i componenti della nostra delegazione è stato molto positivo, sebbene ogni soluzione sia aperta e occorra ancora molta cautela.
Potete diffondere questo messaggio ai colleghi di Dipartimento o di Ateneo. Potete diffonderlo ai Parlamentari e ai Giornalisti che conoscete.
Potete diffonderlo agli Studenti che Vi contattino.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro
Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria
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Allegato 2: Prime indicazioni sintetiche sulle modalità dello sciopero Cari Colleghi Professori e Ricercatori
Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria
https://sites.google.com/site/controbloccoscatti/home
Prime indicazioni sintetiche sulle modalità dello sciopero Cari Colleghi Professori e Ricercatori,
Premetto che dirameremo le indicazioni operative su cosa fare in occasione dello sciopero (come comunicare la propria adesione allo sciopero, a chi inviare la comunicazione, cosa fare nel giorno dello sciopero etc.) in agosto, dato che, come vedete, ora ci sono aspetti più urgenti. Vi prego pertanto di fare attenzione alle mail che giungeranno, pure in tempo di ferie!
Ricordo solo che TUTTI HANNO IL DIRITTO DI SCIOPERARE, NON SOLO QUELLI CHE HANNO FIRMATO LA LETTERA DI PROCLAMAZIONE DELLO SCIOPERO. NON È NECESSARIO CHE CI SI “ISCRIVA” IN UNA LISTA PREVENTIVA DEGLI SCIOPERANTI: chi ha firmato ha esercitato anche il diritto di proclamarlo ed ha chiamato a scioperare tutti, ma proprio tutti, i 49000 Professori e Ricercatori Universitari in servizio. Hanno quindi diritto a scioperare anche tutti i Colleghi che non seguono il nostro Movimento e che vengono portati a conoscenza dello sciopero e delle sue motivazioni. È per questo motivo che siete pregati di diffondere queste notizie presso i Colleghi del Vostro Dipartimento, Scuola o Università.
ATTENZIONE! OGNUNO SCIOPERERA’ PER UN SOLO GIORNO!
Si sciopererà nel giorno corrispondente al primo appello (in ordine temporale nel periodo 28 agosto-31 ottobre) dei corsi dei quali si è titolari, e se non si è titolari di corsi, del primo corso per il quale si è in commissione di esami. Nel caso di Docenti che tengano più corsi, si sciopererà quindi solo per un corso, e solo per un appello di tale corso! Non serve il numero di corsi, serve il numero di docenti scioperanti!
Resta fermo che la Commissione di Garanzia, come ha già comunicato alla Ministra, si è riservata, ovviamente, ogni azione di sua competenza prevista dalla legge. Ciò significa che la Commissione resta in attesa di una eventuale convocazione della nostra delegazione da parte del Ministero e dell’esito di tale eventuale incontro prima di assumere le sue decisioni definitive.
Al momento lo sciopero si terrà con le modalità indicate, ma la Commissione potrebbe anche dettare clausole aggiuntive e/o spostamenti di data. Le sue prerogative glielo consentono.
Potete diffondere questo messaggio ai colleghi di Dipartimento o di Ateneo. Potete diffonderlo ai Parlamentari e ai Giornalisti che conoscete.
Potete diffonderlo, in tutto o in parte, agli Studenti che Vi contattino.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro
Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria
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Allegati in formato pdf:
Ecco cosa riportava la Stampa del 14.07.2017:
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Di «errore che si scarica sugli studenti» e di scelta «contraria all’opinione pubblica» ha parlato il ministro. «Per prima cosa – ha detto – non è chiaro come, i docenti, abbiano annunciato lo sciopero con mesi di anticipo, quando esiste un tavolo di confronto aperto. Un modo di operare che non condivido».
http://www.lastampa.it/2017/07/14/italia/politica/fedeli-no-allo-sciopero-dei-prof-ma-sbloccher-gli-stipendi-N17VspSrV8GwS5ngVRaiPL/pagina.html
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Nel suo resoconto, Carlo Ferraro smentisce la Ministra e spiega che il tavolo è stato abbandonato proprio dal MIUR:
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«in data 7 giugno, abbiamo presentato (su richiesta dei Delegati della Ministra: il Chiar.mo Prof. Marco Mancini e il Dott. Daniele Livon) ben tre proposte con costi via via decrescenti e i Delegati stessi ci avevano assicurato che la Ministra avrebbe dato un riscontro al massimo entro due giorni […] avendo poi atteso non due ma ben 20 giorni senza ricevere risposta alcuna, abbiamo agito in modo coerente con le nostre dichiarazioni»
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Sorge spontanea una domanda: la Ministra è smemorata oppure i dirigenti del suo ministero, Livon e Mancini, hanno la brutta abitudine di prendere impegni a nome suo senza nemmeno informarla?
“Tavolo di cofronto aperto”. La sfacciataggine dei politici è ammirevole. Vorrei poter essere così, anche se non è mica falso dire che il tavolo è apparecchiato (tra l’altro, il confronto sarà “aperto”, ma un tavolo si apre se si mette la prolunga) … ma sta lì così da anni. Nel frattempo si sono succedute ministresse, i capelli si sono incanutiti, i portamenti afflosciati, alcuni non ci sono più, ognuno parla di cose diverse, di passati e presenti diversi, alcuni, i più giovani, manco sanno di cosa si dovrebbe parlare, temono il boomerang che le istituzioni fanno roteare sopra di loro come un ventilatore, scena degna di un film.
Poco fa Question time in diretta su RAI 3: Valeria Fedeli risponde all’interrogazione di Francesco D’Uva (M5S) sullo sciopero proclamato dal Movimento per la dignità della docenza universitaria. Vaga e deludente la riposta della Ministra che non appare avere autorità ed autonomia per prendere alcun impegno (tranne che per promettere che i fondi per i Ludi dipartimentali saranno aggiuntivi). Ad essere maliziosi viene da pensare che il provvedimento dei Ludi non proviene dal MIUR ma dai Renzi Boys, i consiglieri economici di Renzi che hanno partorito anche quella genialata delle Cattedre Natta.
Non credo che sarebbe così difficle da dimostrare, che sono stati i Renzi boy…
Come ho più volte avuto modo di dire in diverse sedi, lo sciopero, pur fondato su evidenti giuste basi, sarà un boomerang molto pericolo.
È vero: rimanere paralizzati in nome della logica del boomerang ha portato buoni frutti e non vedo ragione per cambiare rotta.
Credo che non ci sia una categoria di c..asotto come i docenti universitari. Persino Oscar Giannino (i meno smemorati ricorderanno le sue uscite ai tempi della riforma Gelmini) ha solidarizzato con Ferraro:
https://www.roars.it/una-protesta-che-a-me-sembra-fondata-anche-oscar-giannino-solidale-con-il-blocco-della-vqr/
Eppure, i colleghi guardano in aria al boomerang, mentre si fanno sfilare di tasca 50-100.000 Euro. Io più che al boomerang che vola alto alto penserei al cetriolo (globale o meno che sia) che volando basso è già arrivato a destinazione.
E’ ormai un luogo comune ma: se non ora quando? Potremmo forse essere vilipesi da una politica squalificata più di quanto sia già avvenuto? Se rinunciamo ora l’unica cosa che non possiamo fare è perdere, perché abbiamo già perso, l’unica cosa che guadagniamo è l’opportunità di perdere cronicamente.
Brutta cosa non avere il coraggio di difendere i propri diritti e continuare invece a menarla con scuse risibili come il boomerang. Chissà perché c’è sempre un motivo per giustificare la propria inerzia davanti allo sfascio dell’Università e allo scippo di una quota importante del nostro stipendio: nessuna categoria di lavoratori avrebbe tollerato tutto questo senza reagire. Ho già avuto modo di spiegare i motivi e le modalità dello sciopero a diversi studenti e tutti hanno mostrato di capire, anche perché di fatto non subiscono nessuna conseguenza se non il posticipo di un esame. L’effetto boomerang ci sarà, eccome, se non faremo conoscere come stanno le cose e cosa abbiamo fatto negli ultimi anni prima di decidere di indire lo sciopero. Siamo finalmente sui giornali e questo è probabilmente l’ultima occasione che abbiamo per rialzare la testa, perché altrimenti sarà come averla poggiata volontariamente sul ceppo… per paura del boomerang di turno. Ma per favore.
Gentile De Nicolao, non è un problema di polifosfati attivi ed incontinenza, quanto di muovere l’opinione pubblica a favore dell’Accademia. Non credo che uno scioperò, come in passato lo Stop alla VQR, possa farci diventare improvvisamente “simpatici”, come anche sostenuto dal Prof. Braga.
Per quanto riguarda i colleghi, mi sembra che guardassero proprio in aria quando 10 anni fa si decideva che un giovane, nelle migliori delle ipotesi, entrasse di ruolo a 37 anni. Evidentemente i colleghi amano il birdwatching!
@Giacomo Risitano
Mi fa tenerezza sentire qualcuno che parla di “muovere l’opinione pubblica a favore dell’Accademia”. Forse lei ha vissuto su qualche esotico pianeta, negli ultimi 15 anni. Quando gli accademici capiranno che non è rendendosi simpatici che si faranno dare ascolto, sarà sempre troppo tardi.
Si ricordi che i simpaticoni sono quelli che hanno sostenuto la legge Gelmini, a furor di popolo e schiacciando senza pietà quelli che protestavano (per davvero). Poi ci sono quelli che hanno smesso di protestare dopo aver ottenuto un posticino da associato o da ordinario, e oggi sono più anvuriani dell’Anvur. Anche loro sono simpatici, contro i baroni e per il merito!
Ecco, la corsa che è stata fatta negli ultimi anni per lo scatto di carriera senza rendersi conto che il corpo docenti si stava riducendo a un lumicino rileva quanto vi sia gente ben poco lungimirante. Autoreferenzialita’ che accetta scandali come i professori straordinari, contratti di docenza ridicoli, bieco sfruttamento di giovani leve per mantenere in vita corsi di laurea. Che a questo punto andrebbero semplicemente chiusi. Se non si è stati in grado di vedere verso cosa si stava andando, allora perché continuare a mantenere in piedi questa farsa? Quanto vorrei che si partisse con il licenziamento, veramente. Se l’università è stata trattata come un’azienda dagli stessi interni allora che si vada fino in fondo e si inizi a licenziare. Con quali criteri? Pura lotta intestina come in una normale azienda privata, dove i consigli di amministrazione decidono i tagli e le delocalizzazione trattando le persone come numeri. È molto diverso ciò che l’anvur fa, o la barzelletta dell’abilitazione. O i bandi nominali o la fascinazione per gli algoritmi? No. E allora che si parta con i licenziamenti. Tutti a casa e buona pace al secchio.
A quanto pare, Orwell è più dedito a scrivere che a leggere (il che non depone bene per chi ha aspirazioni accademiche).
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“senza rendersi conto che il corpo docenti si stava riducendo a un lumicino”
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https://www.roars.it/la-diseguale-decimazione-dei-ricercatori/
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“Autoreferenzialita’ che accetta scandali come i professori straordinari”
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https://www.roars.it/tutti-straordinari-ovvero-lennesimo-regalo-del-ministro-alle-telematiche/
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“bieco sfruttamento di giovani leve per mantenere in vita corsi di laurea.”
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https://www.roars.it/10-anni-sprecati-cose-successo-ai-precari-delluniversita-nellultimo-decennio/
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Si potrebbe andare avanti con decine di post dedicati ai problemi sollevati da Orwell, il quale (lo dico con tutta la solidarietà possibile) sembra averci scambiato per uno sfogatoio qualsiasi. Se dietro il risentimento c’è una capacità di pensiero, è il caso di mostrarlo con dei commenti documentati e argomentati.
Per chiudere: se anche Orwell fosse rimasto vittima di qualche atroce ingiustizia accademica, non è che si possa mandare in malora l’istruzione superiore di un intero paese per vendicare l’infausto destino di chi,a giudicare dai suoi commenti, non è un gigante non dico del pensiero ma nemmeno della capacità di documentarsi.
Ecco il comunicato ufficiale della Commissione di garanzia:

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