La proposta ANVUR sulle soglie ASN ha messo in subbuglio il mondo accademico. Nel giro di pochi giorni sono arrivati pareri e lettere dal Consiglio Universitario Nazionale, da coordinamenti di area e da società disciplinari. Persino il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo particolarmente critico. A parte la presa di posizione del Politecnico di Torino, mancava però la voce dei rettori, che è finalmente arrivata. Alla Rete 29 Aprile che chiedeva ai rettori di adoperarsi «con tutti i mezzi a loro disposizione al fine di ridurre l’impatto negativo di queste scelte sugli studiosi e sul mondo della ricerca» la CRUI risponde intonando una specie di Gaudeamus igitur, iuvenes dum sumus per lo sblocco delle procedure per l’abilitazione nazionale in un comunicato che, non a caso, si intitola I giovani prima di tutto. Dalla realtà parallela in cui vivono, i rettori ci informano di essere «più che soddisfatti» e che scorgono «opportunità per i nostri giovani studiosi di vedersi aprire la strada per la carriera accademica», prevedendo che il sistema delle finestre conferirà «continuità a un appuntamento che finora veniva percepito da alcuni come una lotteria, da altri come una battaglia ingiusta contro il tempo». La lode a chi governa è talmente chiara che non è neppure necessario cantare «Vivat et respublica et qui illam regit! Vivat nostra civitas, maecenatum charitas, quae nos hic protegit».
Testo del Comunicato CRUI:
I giovani prima di tutto
“Quando arriva l’estate si affollano i provvedimenti governativi, che ravvivano il dibattito dell’elettorato in ferie,” sostiene Gaetano Manfredi, Presidente della CRUI. “Siamo più che soddisfatti che, per quanto riguarda l’università, il 2016 riguardi tematiche molto attese. Che il tema unificante dei due provvedimenti di questi giorni siano i giovani, poi, rende il segnale ancora più significativo.”
“Lo sblocco delle procedure per l’abilitazione nazionale,” prosegue Manfredi, “ferme ormai da tre anni, rappresenta un’opportunità per i nostri giovani studiosi di vedersi aprire la strada per la carriera accademica. Non solo. Il sistema delle finestre conferisce continuità a un appuntamento che finora veniva percepito da alcuni come una lotteria, da altri come una battaglia ingiusta contro il tempo.”
“Sempre nell’ambito della valorizzazione dei talenti,” conclude il Presidente CRUI, “i Rettori salutano con favore l’avvio delle procedure previste dal PNR con l’avvio del bando per i dottorati innovativi. Esso rappresenta, infatti, un modo, seppur indiretto, di riportare al centro del dibattito il finanziamento dell’università e di tutte quelle attività di ricerca altamente innovativa dalle quali dipende il futuro del Paese.”
Gli zerbuni,secondo la definizione di un compianto rettore, si sono moltiplicati ed hanno preso il sopravvento.
Zerbini
MIUR chiama e CRUI risponde servizievole. Quando il Ministero chiede la claque, c’è sempre qualche rettore (o pro-rettore) pronto a sfidare l’evidenza.

https://www.roars.it/il-plauso-dei-vertici-accademici-per-il-segnale-inviato-dal-governo/
1 miliardo di tagli all’FFO negli ultimi anni vuol dire che incerti casi si pagano a malapena gli stipendi.
I rettori fanno finta di essere contenti perché non devono “cacciar fuori” soldi che non hanno. Quelli che servirebbero per:
– riconoscimento giuridico degli anni di blocco stipendiale, anni inesistenti per i quali però esiste la VQR;
– avanzamenti di carriera di persone che ormai sono bloccate a livello di RI o PA da dieci/quindici o più anni in maniera ingiusta (ebbene sì, in moltissimi casi non si tratta di fancazzisti);
– immissione in ruolo di una generazione che risulta ormai quasi bruciata.
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L’ASN ha soglie alte e produce casomai pochi abilitati? Meglio, ci sono già schiere di abilitati validi fino al 2020. Non c’è bisogno di altra fila davanti alle porte dei direttori di dipartimento e di quelle dei rettori.
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Il problema è che lo smantellamento è chiaro e che per continuare a metterci pezze e tirare un sospiro di sollievo per chiudere i bilanci a fine anno, ci si rende in qualche maniera complici.
— ma perchè sono sempre d’accordo con Lilla? Analisi lucidissima. Unica cosa non sono d’accordo che se “L’ASN ha soglie alte e produce casomai pochi abilitati” sia meglio. L’ASN deve avere soglie minime e produrre il n. giusto di abilitati. Se aumentano le code dai rettori e direttori non è un male … forse. Ma se le commissioni operano bene (se) gli abilitati potrebbero essere comunque lo stesso n. … non esistono solo le soglie, ci sono anche gli altri criteri.
Io il commento di Lilla sul “meglio per le soglie alte e pochi abilitati” l’ho letto in senso ironico. E in questo senso concordo completamente.
Dunque, l’età è la vera soglia: al di sopra dei 30/35 anni non si è utili al sistema, al di sotto sì. Sempre con un occhio alle statistiche, svecchiare è la parola d’ordine. Che fosse il merito, non ci ha mai creduto nessuno.
Questo tipo di politica è evidente da tanto nella vita delle facoltà e non avevo dubbi che i rettori avrebbero approvato.
Non sono sorpreso, credo che tra i mandanti delle nuove regole ci sia proprio la CRUI. Il desiderio dei Rettori di non avere la pressione di troppi idonei e dover poi fare scelte impopolari ha spinto verso queste valori soglia assurdi. Si e’ voluto togliere ogni margine di discrezionalità alle commissioni implementando “de facto” una abilitazione con il pilota automatico. Conosco una quantità non trascurabile di somari che superano tutte le soglie e persone di valore che saranno escluse per questo meccanismo assurdo. il meccanismo favorisce smaccatamente le persone che appartengono a gruppi di ricerca molto numerosi che potranno cosi agevolmente abilitare sempre più persone e metastizzare sempre più università. Il festival del pensiero unico, un poveraccio che lavorasse in una area più di nicchia o più nuova con queste regole e’ fortemente penalizzato. La scienza italiana pagherà per molti anni queste follie.
Il collateralismo della CRUI ha una sua tradizione ed è stato perseguito anche a sprezzo del ridicolo. Nel 2010 il presidente della CRUI, Enrico Decleva – intervistato da Repubblica – riuscì a negare che le università fossero in rivolta nello stesso giorno in cui il medesimo quotidiano apriva la prima con un titolo a piena pagina sulle università in rivolta.


Pur non toccando i vertici di Decleva, i suoi colleghi Bencardino e Dionigi hanno fatto del loro meglio per essere ricordati con gratitudine da tutti noi.
Impossibile trattenersi.
Otto, dico 8, proposizioni, di cui una brevissima. Ne rimangono 7 utili.
Inicipit lirico: “Quando arriva l’estate…”, che è, a quanto pare, uno stilema cruistico, poiché fa coppia con “la primavera dell’università”. Arriverà, nonostante gli stravolgimenti climatici, l’autunno di fuoco, e poi l’inverno della nera disperazione di tanti.
Prosecuzione: “… si affollano i provvedimenti governativi”.
I quali non sono emanati nelle calure estive per approfittare della stanchezza e della distrazione , come si sa, “dell’elettorato in ferie” (cosa c’entra la CRUI con l’elettorato?!), ma per “ravvivarne il dibattito”. L’elettorato universitario, per conto suo, sicuramente non è in ferie, perchè si ‘diverte’ follemente , alla lettera, a calcolare soglie su soglie., alle quali nessuno l’ha preparato per accrescerne, appunto, il divertimento.
Il “tema unificante”, al massimo implicitamente unificante, sempre che sia veramente unificante oltre che tema, sono i giovani. Se lo dice la CRUI, sarà così, ma buona parte dell’elettorato presumibilmente dissentirà. Il paternalismo insoppprtabile e populistico è imbevuto di essenza rottamatrice, che però ovviamente non riguarda i commissari, il ministro e l’Anvur che chiaramente non hanno età e non sta bene chiedergliela. Abbandonato il tema dei giovani, implicito nei DM, esplicito nel documento Crui, viene affrontato quello dei talenti, giovani e non più giovani, si presume a questo punto, ma si scopre che il talent scout (si dice così?) è prerogativa dei dottorati innovativi. Nelle utilme due frasi (su sette) si usa due volte “innovativo” per chi fosse sordo e/o criticone dinanzi a tanta innovatività.
Meno male che ci sono Erdogan e i nostri rettori a ricordarci ogni giorno cos’è il pensiero critico. Una volta c’era Kant…