Arriva all’esame della VII Commissione della Camera
il D.M. con i criteri del piano straordinario associati.
Nel biennio 2012-2013 finanzierà 3.106 posti.

Segnaliamo lo Schema di Decreto Ministeriale recante criteri per l’utilizzo delle risorse destinate al piano straordinario per la chiamata di professori universitari di seconda fascia per gli anni 2012 e 2013 e la relativa relazione tecnica. Il DM è attualmente in itinere e sottoposto alla VII Commissione della Camera, che è convocata per esprimersi sul punto il 18 dicembre alle ore 12.

La relazione tecnica contiene una stima degli avanzamenti di carriera (da ricercatore ad associato) e delle chiamate di esterni realizzabili con il Piano Straordinario Associati relativo agli anni 2012 e 2013, sintetizzati dalla seguente tabella:

Nell’articolo 1 viene spiegato che

le risorse residue sono ripartite tra i gruppi di Università di cui ai successivi punti 1 e 2 proporzionalmente alla somma delle assegnazioni del Fondo di finanziamento ordinario attribuito a ciascuno nell’anno 2012 e, all’Interno di ciascun gruppo, a seguito di normalizzazione dei relativi indicatori, in base ai seguenti criteri: [seguono criteri]

Chi dovesse temere che al suo ateneo non arrivi nemmeno un posto, si sbaglierebbe. Infatti, c’è una norma di salvaguardia. Come osservato nella Relazione tecnica:

Il primo dei criteri adottati (art. 1, co. 1, lett a) è quello di ammettere al beneficio tutte le istituzioni universitarie assicurando a ciascuna una quota fissa corrispondende al costo medio di 1 posto professore di seconda fascia.

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Il testo dello schema è scaricabile qui: Schema DM PSA

Il testo della Relazione tecnico-illustrativa è scaricabile qui: RT DM PSA

 

 

 

 

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47 Commenti

  1. Art. 29.
    (Norme transitorie e finali)

    4. Coloro che hanno conseguito l’idoneità per i ruoli di professore associato e ordinario possono comunque essere destinatari di chiamata ai sensi della legge 3 luglio 1998, n. 210, fino al termine del periodo di durata dell’idoneità stessa previsto dall’articolo 1, comma 6, della legge 4 novembre 2005, n. 230.
    ….

    • Grazie per la precisazione. In effetti, è questo il comma che può essere chiamato in causa per gli idonei; più avanti, precisa anche che “nei novanta giorni successivi alla deliberazione, da parte dell’università che ha indetto il bando, di voler effettuare la chiamata, devono seguire il decreto di nomina e la presa di servizio dell’idoneo, in mancanza dei quali quest’ultimo può essere chiamato da altre università, ferma restando per l’università che ha indetto il bando la possibilità di ripetere la chiamata”. Le chiamate nel frattempo “scadute” devono quindi essere reiterate, risorse permettendo; il dubbio (non mio soltanto) è se i fondi del “piano straordinario” possano essere impiegati all’uopo.

  2. Intervengo in ritardo per cause di forza maggiore, e me ne scuso con chi aveva sollecitato un mio commento.
    Non entro nel merito della diatriba tra chi e’ favorevole alla chiamata semi-diretta e il “concorso”, pur avendo precise opinioni in materia, per non espormi al pubblico ludibrio, e quindi mi limito a commentare alcuni aspetti tecnici del decreto che mi sembra non siano stati enfarizzati a sufficienza.
    1) Ci si dimentica sempre che esiste una “tranche” 2011 del piano straordinario, che quasi nessun ateneo ha finora utilizzato (et pour cause) e che corrisponde ad altri 78 milioni a regime (per un totale di 173 milioni annui consolidati a partire dal 2014), ovvero, facendo i conti come li fa ilMIUR, circa altri 2500 posti, tra interni ed esterni, per un totale di circa 5600 nuovi posti di associato alla chiusura del piano. In teoria queste risorse 2011 sono spendibili solo fino al prossimo 31 dicembre 2012, ma secondo il MIUR basta impegnarle nel piano triennale e si potranno spendere per gli abilitati
    2) Il calcolo MIUR e’ in realta’ una sottostima dei posti relamente disponibili, in quanto l’ipotesi del 30% di chiamti esterni e’ del tutto irrealistica, visto che almeno il 50% del totale saranno interni chiamti ex art. 24 (dato che la norma esiste non credo proprio che gli atenei rinunceranno ad applicarla) e che il vincolo del 20% a termini di legge riguarda il totale dei reclutati, non i solo associati (quindi potrebbe essere scaricato sugli ordinari, non che io lo auspichi ma potrebbe succedere). Sempre secondo il MIUR il calcolo va fatto sulle risorse, non sulle teste, la norma, così come è scritta nella 240, è ambigua e ammette entrambe le interpretazioni, in entrambi i casi stiracchiando il testo.
    3) La distribuzione tra le diverse annualità è il frutto di un calcolo abbastanza demenziale che nasce da un fraintendimento dello spirito della norma originaria, che ipotizzava una distribuzione uniforme di nuovi posti tra i tre anni, ma era anch’essa calcolata e scritta male (tanto per cambiare). Comunque quello che conta veramente è la cifra consolidata di 173 milioni annui che determina il totale di posti diponibili indipendentemente dalla loro ditribuzione temporale (tanto in pratica le risorse saranno quasi tutte utilizzabili soltanto nel 2013).
    4) In conclusione, con un po’ di buona volontà interpretativa ci saranno circa 6000 posti diponibili l’anno prossimo per gli abilitati ad associato, tra interni ed esterni, e la risorsa non potra’ essere spesa in altro modo. E’ evidente che esistono alcune precondizioni:
    a) ci devono essere abilitazioni (ricorsi di costituzionalita’ permettendo)
    b) gli atenei devono essere ancora in grado di pagare gli stipendi (non ci giurerei visti i tagli)
    c) le norme non devono essere reinterpretate (visto che sono ambigue il rischio esiste)
    5) Per quanto riguarda gli ordinari mi sembra che ci siano ben poche speranze. L’effetto sul sistema sarà devastante: siamo gia’ tornati indietro di venti anni, addririttura rispetto alle previsioni di organico del DPR 382 (15.000 posti), quando ancora esistevano gli organici, e fra pochissimi anni saremo ai livelli del 1980,ma con il doppio di studenti.
    Un commento personale: credo che alle prossime elezioni avrò qualche difficoltà a votare uno dei partiti (tutti quelli presenti in commissione bilancio, per quanto ne so) che ieri malgrado le sollecitazioni dello stesso Presidente della Repubblica non hanno trovato il modo di restituire al sistema universitario i 400 milioni “rubati” dal ministro Tremonti nel 2008

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