Anvur pubblica la lista delle riviste scientifiche per i settori non bibliometrici. Qui si trovano gli elenchi.
Poi pubblica le relazioni finali di alcuni dei Gruppi di lavoro.
Seguiranno, al solito, commenti.
Anvur pubblica la lista delle riviste scientifiche per i settori non bibliometrici. Qui si trovano gli elenchi.
Poi pubblica le relazioni finali di alcuni dei Gruppi di lavoro.
Seguiranno, al solito, commenti.
Roars è in realtà un'(ottima) rivista interdisciplinare – che mette anche il lettore trivialmente interessato a misurarsi la mediana di fronte alla necessità di usare le scienze sociali non solo per i massimi sistemi – a parlare sono capaci tutti – ma anche per analizzare criticamente il proprio small world. Come tale, è di difficilissima classificazione nelle rigidissime tassonomie dell’Anvur – a meno che qualcuno, in qualche area, non ne diventi avvocato. Ma anche una simile soluzione sarebbe stata riduttiva, perché avrebbe confinato nel recinto di una disciplina qualcosa che, senza contraddirsi, ne contiene moltitudini.
*lol*
Fantastico, per l’area 11 (!) c’e’ il
“Journal of Computational Biology and Bioinformatics Research”
di cui, da bioinformatico(!), non ho mai sentito parlare … infatti, non e’ indicizzato da ISI e neanche da PubMed. Mentre riviste come “Bioinformatics” e “PLoS Computational Biology” (le piu’ importanti dell’ambito) non ci sono.
Trovo giusto non mettere Bioinformatics e PLoS Computational Biology tra le riviste importanti per un’abilitazione in filosofia ecc. Ma allora cosa ci fa il Journal of Computational Biology and Bioinformatics Research ???
Siamo ridicoli (se traducessimo tutte le vicende e storie dell'”avventura abilitazione” in inglese, il resto del mondo si divertirebbe un sacco).
potrebbe essere un testo con un suo discreto successo editoriale nel mondo anglosassone, del tipo “il professore va al convegno”. pensiamoci seriamente :-)
Mi pare che la risposta al quesito “Ma allora cosa ci fa il Journal of Computational Biology and Bioinformatics Research ??? ” sia semplice. Discende linearmente dalla “rigorosa” metodologia applicata nella compilazione delle liste. In breve: esiste almeno un docente dell’area 11 che negli ultimi 10 anni ha pubblicato un articolo su queste rivista; e quindi i diligenti compilatori area 11 l’hanno inserita nell’elenco. L’unica condizione per l’inclusione è che sia dotata di issn.
Quanto al ridicolo, noi anglisti-americanisti ci siamo abituati a far ridere i colleghi delle altre nazioni.
Quel che davvero disturba è che siano stati destinati tempo, soldi (del contribuente), ed energie (pensate a tutte le concertazioni con le società scientifiche, al via vai di files, ai tecnici ANVUR al lavoro in pieno agosto; pensate al benemerito staff di roars; e a noi tutti — ore e ore a cercare di venire a capo di questo pasticcio), il tutto per arrivare alla compilazione di liste che NON SERVONO A NIENTE. Nemmeno a stimolare in noi la voglia di sottoporre i nostri scritti a prestigiose riviste specialistiche internazionali. Proprio queste — come si è visto — corrono il rischio di essere dimenticate, o comunque sottovalutate (cioè non incluse in classe A, in barba a tutti i criteri, e solo per far spazio a riviste di altri settori, per lo più italiane).
Mi viene quasi da pensare che fra i docenti sotto la seconda mediana sia più facile trovare gli articoli pubblicati sulle riviste migliori. Infatti scrivere per riviste serie è un impegno che può richiedere anche molto tempo.
Posso fare una domanda, che magari riterrete ingenua: ma la scientificità della rivista secondo gli elenchi pubblicati incide solo sulla valutazione della Commissione o anche sul calcolo della mediana? Io immaginerei anche sulla mediana, ma qui ormai non si capisce più nulla e le certezze sono piuttosto volatili; non mi stupirei se invece per la mediana considerassero anche articoli pubblicati su riviste che, a tenore dell’elenco, non sono scientifiche.
Per la mediana (n. 2) sicuramente. Per le commissioni solo se lo decideranno.
Come funzioni in pratica il sistema, non è dato di saperlo, dato che i semafori non dicono quali mediane si superano e quali no, né indicano le pubblicazioni che contano e quelle che non contano (sarebbe troppo comodo!!! meglio lasciar tutti nell’incertezza…). In linea teorica, credo che se una pubblicazione di un docente è apparsa in una rivista non inclusa nel listone della sua area, non dovrebbe contare per la mediana n. 2; e se non è inclusa nella lista della classe A del suo settore concorsuale non dovrebbe contare per la mediana n. 3 (ma su questo secondo punto c’è incertezza: Graziosi sosteneva che il GEV-11 avesse deciso di accettare come classe A le pubblicazioni che risultassero di classe A per altre aree o settori…).
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