Giovedì 5 ottobre si è svolto l’incontro convocato dalla CRUI con all’ordine del giorno l’autoregolamentazione dello sciopero dei docenti. Alla riunione hanno partecipato “per la CRUI … i Rettori Gaetano Manfredi (Napoli Federico II), Maurizio Ricci (Foggia), Vilberto Stocchi (Urbino)”; tre rappresentanti del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria e rappresentanti dell’AIDU, del CIPUR, del CNRU e dell’USPUR oltre a un delegato del MIUR (“che però non è mai intervenuto nel corso della riunione”). L’incontro è durato due ore. Come è noto, tutte le altre sigle non si sono presentate all’incontro non riconoscendo alla CRUI alcun titolo a convocare una tale riunione.
Dal resoconto di Ferraro apprendiamo inoltre che, come facilmente prevedibile, nella riunione non si parlato di autoregolamentazione, se non per ribadire che la CRUI non aveva alcun titolo a convocare la riunione.
Nella riunione si è quindi discusso nulla di concreto, il MIUR è restato in silenzio e non si è deciso niente.
La CRUI, apprendiamo ancora dal resoconto di Ferraro, ha comunicato di aver chiesto alla Commissione di garanzia chi siano i soggetti titolati a gestire la questione dell’autoregolamentazione del diritto di sciopero.
Tale richiesta rende ancora più fitto il mistero del perché la CRUI non si sia rivolta alla commissione PRIMA di lanciarsi nell’incauta convocazione ed essere sottoposta alla prevedibile serie di schiaffoni [qui, qui e qui] da parte delle organizzazioni sindacali. Evidentemente, Manfredi non poteva rifiutarsi alle “vie brevi” con cui il MIUR gli ha chiesto di convocare la riunione.
Il giorno dopo la riunione, la Commissione di garanzia ha risposto ad una analoga richiesta di chiarimenti inviata da Ferraro all’indomani della convocazione: non è nei poteri della commissione stabilire chi siano i soggetti preposti alla discussione sulla regolamentazione negoziata dello sciopero, e per lo sciopero in corso e per quelli futuri restano in vigore le linee guida adottate dalla commissione il 28 agosto 2017:
Con riferimento a quanto in oggetto, si comunica che la Commissione, nella seduta del 28 settembre 2017, ha deliberato di precisare che non rientra nelle proprie competenze una formale pronuncia su quanto richiesto.
La legge n. 146 del 1990, e successive modificazioni, infatti, non prevede tra i compiti di questa Autorità quello di individuare i soggetti preposti alla regolamentazione negoziate dello sciopero, né quello di valutare il grado di rappresentatività delle Organizzazioni sindacali e/o delle Associazioni datoriali.
Ciò premesso, è auspicio di questa Autorità che tutti i soggetti portatori dei diversi interessi coinvolti nel servizio dell’istruzione universitaria (l’autonomia universitaria, i docenti, l’istruzione pubblica) avviino il confronto nei modi e nei tempi ritenuti più opportuni, al fine di individuare lo strumento di regolazione dell’esercizio del diritto di sciopero ritenuto più idoneo a garantire la salvaguardia del diritto all’istruzione, nel suo contenuto essenziale.
Resta fermo che, fino ad allora, in occasione di future astensioni si potrà fare riferimento alle Linee Guida adottate da questa Autorità con delibera del 28 agosto 2017.
parere commissione garanzia 07-10-2017
L’ipotesi che qualcuno gli abbia tirato un tiro Mancino mi è sempre sembrata suggestiva. Resta da capire perchè.
Merita forse ricordare che uno dei tre Rettori presenti – quello della mia Università – è ordinario di Diritto del lavoro, quindi si presume sappia tutto ciò che è scritto, e che la CRUI invece ha mostrato di non sapere (o non voler sapere?)
A caldo, dopo la convocazione emanata dal Presidente della Crui, e dopo aver letto le numerose risposte di rifiuto e di contestazione del diritto di convocazione, mi veniva spontaneo pensare e scrivere che il prof. Manfredi doveva dimettersi now=adesso=subito. Ma ragionando a ‘freddo’, non c’è da meravigliarsi. Oramai sia il MIUR, sia credo altre istituzioni pubbliche, sono circondate da emanazioni o da enti periministeriali e/o samiprivati se non del tutto privati che implementano ed eseguono direttive politiche delle istituzioni pubbliche. Ciò deriva, a mio modesto parere, sia dallo screditarsi delle istituzioni (che dovrebbe gestire e risolvere i problemi e invece li delegano ad altri, con la giustificazione della presunta terzietà) , sia da una perversa commistione tra pubblico e privato, con uno scivolamento sempre più forte verso il privato. Basta anche vedere il funzionamento dell’Inps: anziché risolvere loro i problemi, li delegano ad altri (i cosiddetti patronati od altro), donde passaggi su passaggi e nessuna responsabilità di nessuno. Il dissolvimento di fatto della volontà e della capacità di agire e dunque di essere responsabili in prima persona, delle istituzioni, si comprende anche dal fatto che alla riunione Crui il delegato del ministero, che sarebbe dovuto essere l’interlocutore principale, è rimasto silente. Delegando alla Crui il compito di chiedere alla Commissione di garanzia cose inutili, facendo perdere del tempo a tutti. Si tergiversa, semplicemente, per arrivare alla finanziaria, dove ci sarà chissà cosa sui finanziamenti per università e ricerca. Intanto una cosa è certa: il corpo docente, anch’esso silente e in fondo cooperante in buona parte, non ne può più. Ripeto una cosa già detta: i docenti iniziano l’anno accademico già stanchi e stufi del peso che addossano loro, nell’incerta e preoccupante atmosfera di abilitazioni e concorsi, aggravata dalle ultime vicende giustributaristiche, dai documenti Anac e quant’altro.