I parametri bibliometrici (Impact Factor, Quartile SCImago, Numero di citazioni, Ruolo del candidato, etc.) sono strumenti sempre più utilizzati per valutare la produttività dei ricercatori e assegnare posizioni, promozioni e altri riconoscimenti. Tuttavia, non essendo numeri neutri, possono essere facilmente manipolati e nelle mani di chi sa già dove vuole arrivare, possono divenire strumenti micidiali. E così è stato presso il Consiglio Nazionale della Ricerca.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa nota di Clara Silvestre. *
I parametri bibliometrici (Impact Factor, Quartile SCImago, Numero di citazioni, Ruolo del candidato, etc.) sono strumenti sempre più utilizzati per valutare la produttività dei ricercatori e assegnare posizioni, promozioni e altri riconoscimenti. Tuttavia, non essendo numeri neutri, possono essere facilmente manipolati e nelle mani di chi sa già dove vuole arrivare, possono divenire strumenti micidiali1.
E così è stato presso il Consiglio Nazionale della Ricerca! Le 7 Commissioni nell’ultimo concorso per 80 Dirigenti di Ricerca (posizione apicale) presso il CNR (bando n. 364.172)2 hanno utilizzato i parametri bibliometrici per valutare gli articoli pubblicati su riviste ISI e non ISI come strumenti esiziali per raggiungere i loro obiettivi.
In particolare, alcune commissioni hanno addirittura utilizzato il Quartile SCImago per valutare gli articoli pubblicati prima del 1999, quando il Quartile SCImago non era ancora stato introdotto. E sono anche arrivati a penalizzare gli incolpevoli candidati, che non hanno indicato il Quartile per le pubblicazioni prima del 1999, rispetto a chi ha indicato per queste pubblicazioni un Quartile inventato. Altre commissioni hanno utilizzato l’Impact Factor e il Quartile SCImago, scambiandoli a comando, valutando così in modo non omogeneo le pubblicazioni.
Per non parlare del numero di citazioni di cui molte commissioni non hanno tenuto alcun conto, o del valore dato (non dato) al ruolo dei candidati. Per una commissione essere corresponding author o semplice coautore di una pubblicazione, ha sempre portato allo stesso punteggio! Un’altra commissione ha attribuito ulteriori punti a articoli che, oltre ad avere scarso impatto scientifico (2 citazioni/anno!) vedono il candidato come semplice coautore. Oppure che non esiste alcuna differenza tra le Riviste: un articolo pubblicato su Nature riceve lo stesso punteggio di un articolo pubblicato su una rivista Italiana on line.3
In conclusione, per questi concorsi i parametri bibliometrici, citati dal bando, sono stati utilizzati dalle commissioni spesso in modo sbagliato e in difformità dal bando stesso. Se non fosse tutto vero, non si sarebbe mai immaginato che la maggior parte delle commissioni, composte quasi interamente da professori universitari, avrebbe potuto tener conto dei parametri bibliometrici in maniera completamente opposta a quella adottata in tutte le valutazioni della ricerca nel mondo. Questo è uno dei motivi che spiega perché una gran parte dei migliori ricercatori italiani lascia ogni anno il nostro Paese per trovare migliori opportunità di carriera in paesi dove i ricercatori sono valutati in maniera trasparente e solo per i loro meriti.
Ma oltre agli assurdi criteri, basati sui parametri bibliometrici per valutare le pubblicazioni, le commissioni hanno adottato criteri altrettanto assurdi per valutare gli altri titoli presentati dagli oltre 800 candidati.
Un’analisi completa e dettagliata dei criteri adottati e dei punteggi attributi dalle 7 commissioni, è riportata in quattro articoli sul sito “www.ilnostrocnr.it”.
Dott.ssa Clara Silvestre
Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (IPCB)
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
1https://www.cineca.it/sites/default/files/Modulo%2520II-PaolaGalimberti.pdf
2http://www.urp.cnr.it/copertine/formazione/form_concorsi/concorsi2013/364-172art15_bando_access.pdf
3 I verbali riportanti i criteri di valutazione sono scaricabili al sito https://ilnostrocnr.it/2017/09/04/concorso-dirigente-di-ricerca-criteri-stabiliti/
Necessario opporsi. E’ addirittura più semplice favorire chi si vuol favorire e fermare gli altri … E’ tutto triste e senza speranza.
Da notare la perfetta coerenza di quanto riportato dalla collega Silvestri con le dichiarazioni dei vertici dell’istituzione:
«guai a chi parla dell’etica superiore di tutti perché questo era Robespierre» dato che «il dovere nostro è di fare andare avanti l’Italia. Quindi, di fare sinergie, mettere insieme le forze – dico bene? – Mh! Senza pensare a …. a principi etici».
[L’IIT] è una realtà che esiste, che usa i soldi. Li usa come come noi vorremmo usarli anche noi. Cioè non è che uno dice “Vade retro Satana”, ma uno dice «eeeeh … no è giusto così, vediamo se li possiamo usare anche noi così».
«Il CNR non è il calderone … è come la Chiesa Cattolica, dove c’hai Papa Francesco e c’hai il Cardinal Bertone»
Massimo Inguscio
https://www.roars.it/inguscio-pres-cnr-ll-dovere-nostro-e-di-fare-andare-avanti-litalia-senza-pensare-a-principi-etici/
A me sembrano in perfetto accordo la “visione flessibile dell’etica” affermata dal presidente CNR e le azioni di chi usa gli indicatori bibliometrici nel modo quantomeno disinvolto descritto dalla collega.
ansia da prestazione (da prestazione altrui, però)