La settimana ROARS:
25 aprile – 1 maggio 2016.
Una rapida sintesi dei contributi pubblicati
nel corso della settimana appena conclusa.
«Più investimenti che ricerca, l’IIT ha 500 milioni di troppo» è il titolo di una documentatissima inchiesta di Laura Margottini, apparsa sul Fattto Quotidiano, che getta luce sui fondi accantonati dall’Istituto Italiano di Tecnologia. Con tanto di cifre, banche e tipo di investimenti. Ma anche il Sole 24 Ore dà spazio a voci critiche: «Perseverare nell’errore dando ancora più soldi a IIT forse non è intelligente» scrive Gilberto Corbellini, osservando che «dare soldi con modalità politico-verticistiche non genera strutture efficienti e internazionalmente competitive» (Human Technopole: IIT ha «540 milioni in conti bancari e investimenti». Dare ancora soldi è intelligente? Nel frattempo, come documentato nel volume “Università in declino”, «l’università – come sistema – è a rischio marginalizzazione. In particolare, l’università del Mezzogiorno è a rischio estinzione. … una direzione, una scelta politica fortissima. E la cosa che stupisce è che non c’è nessuna differenza fra Berlusconi, Monti, Letta, Renzi» (G. Viesti: da Berlusconi a Renzi è in atto un vasto programma per poter chiudere le università). In effetti, le misure del governo continuano a favorire una biforcazione su base territoriale del sistema universitario italiano, favorendo nettamente le università collocate “al cuore del Nord”, a danno di quelle della periferia del Nord, e del Centro-Sud (L’attenzione del Governo per l’Università: possiamo stare tranquilli?). Per giustificare i tagli, spesso s’insiste nell’artificiale divisione tra ricerca fondamentale e ricerca applicata, ponendo l’accento solo sulla seconda, data la sua importanza economica. Una visione errata, perché senza le competenze per sviluppare ricerche di base, non si possono neppure comprendere quelle avvenute altrove (Crisi: cosa possono dirci ricerca e innovazioni tecnologiche). Così come è indiscutibile che la crisi del sistema universitario pubblico non è dovuta al sistema di corruzione, ma è la conseguenza di molti anni di cattiva gestione centrale e taglio radicale delle risorse, quello dei concorsi è un problema serio, che dovrebbe essere affrontato sia per rispondere alle accuse generalizzate, sia per migliorare sistema (Concorsi universitari, tra corruzione e necessità). Spiegare in otto minuti il come e il perché dell’Open Access, con una simpatica narrazione a fumetti: è quello che fa il filmato Open Access Explained, risalente al 2012, ma ancora del tutto attuale quando spiega perché è importante che la conoscenza scientifica sia libera, accessibile e riutilizzabile, nell’interesse dei ricercatori e in quello della società (L’Open Access spiegato in 8 minuti dall’autore di PhD Comics).