La settimana ROARS: 22 -28 settembre 2014.

Una rapida sintesi dei contributi pubblicati
nel corso della settimana appena conclusa.

 

  • «Fossi un ragazzo non farei l’università» dice Flavio Briatore e, da un palco della Bocconi, spiega perché: «prendete i camerieri dei miei locali: loro guadagnano 5 mila euro al mese esentasse di mance e per questo sono sempre sorridenti». Volete insegnare queste “regole del Boss” ai vostri studenti? Roars vi mette a disposizione la slide già pronta all’uso (Per la Scienza per la Cultura: Le Slides). No, non siamo impazziti: la slide di Briatore fa parte di un pacchetto di slides che fotografano con dati e statistiche certificate la sistematica e massiccia opera di demolizione dell’università e della ricerca italiana di cui si è parlato pure a Radio Anch’io (La notte per la ricerca su Radio Anch’io). Se non vi regge lo stomaco a proiettare il faccione di Briatore, vi rimane comunque un’ampia scelta per spiegare ai vostri studenti le ragioni della mobilitazione “Per la Scienza Per la Cultura” (26/9 – 18/10) che si coordina con analoghe iniziative in tutta Europa, prima tra tutte la francese “Sciences en Marche” (Una marcia per la scienza). Spiegatelo oggi ai vostri studenti perché tra un anno potrebbe essere troppo tardi, come insegna quanto sta avvenendo in Portogallo (Problems of research in Portugal). E persino dalla Germania arrivano voci preoccupate sulla precarietà delle carriere dei ricercatori (Problems of research in Germany).
  • In controtendenza rispetto agli orientamenti della comunità scientifica internazionale, l’Italia ha abbracciato una bizzarra bibliometria amatoriale come panacea moralizzatrice. Ma che risultati darebbe la bibliometria medianica se venisse applicata ai vincitori della Medaglia Fields, da molti ritenuta una specie di premio Nobel della matematica? (“Fields Medal” 2014: un’analisi bibliometrica) Un problema storico relativo al reclutamento è l’eccessivo localismo: è cambiato qualcosa con l’avvento della legge 240/2010? (Il localismo dei professori universitari e alcuni suoi antidoti)
  • Le classifiche non finiscono mai. Dopo quella di Shanghai, con gli organi di stampa italiani che hanno scambiato l’ordine alfabetico con un ordine di merito e dopo i QS World Rankings, il prossimo mercoledì arriverà la classifica di Times Higher Education di cui analizzeremo i risultati in anteprima per l’Italia. Senza però dimenticare che il degno antesignano dei compilatori di classifiche è quel Nonno Gustavo che in tempo di guerra campava vendendo i numeri del lotto (Nonno Gustavo e le classifiche di università e il “prezzo dei numeri”).
  • Da anni, progetti e tentativi di riforma dell’istruzione si succedono in modo confuso (L’istruzione pubblica nella babele dei progetti). Adesso è il turno della “Buona Scuola” di Renzi: proviamo ad analizzarla in dettaglio (La Buona Scuola, i Bravi Docenti… o il solito Paese dei Balocchi?).
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