Nel programma Mezz’Ora in Più, Lucia Annunziata ha discusso la questione del vaccino ai professori universitari. Tra gli ospiti, il duo di bocconiani Tito Boeri e Roberto Perotti hanno attribuito ad una macchinazione della potentissima CRUI la scelta di vaccinare i professori. La lettera che pubblichiamo, indirizzata alla conduttrice della trasmissione, porta numeri e fatti perché ognuno possa farsi una opinione informata sulla questione.
Egregia dott.ssa Annunziata,
ho ascoltato con attenzione e crescente sconforto personale il dibattito su RAI3, ospitato nel Suo programma “Mezz’Ora in Più”, tra Lei, i Proff. Boeri e Perotti, il Dott. Mieli e il Presidente Bonaccini.
Sono un Professore Universitario che è stato vaccinato, insieme alla stragrande maggioranza dei suoi colleghi, una ventina di giorni fa. Mi è stato detto di farlo dalle autorità preposte, e l’ho diligentemente fatto.
Ho sentito dire da Suoi ospiti in trasmissione, che probabilmente sanno più di me, essendo o gravitando in orbita Bocconi, che questa circostanza sarebbe frutto di una macchinazione di potere orchestrata dalla CRUI (che è stato ricordato, è la “potentissima” Conferenza dei Rettori). Non cercherò di confutare quanto affermato durante la discussione. È inutile confutare pregiudizi così radicati. Da ingegnere porto numeri e fatti, e poi mi limito a fare un commento finale.
I professori Universitari in Italia sono 56815, sommando tutti i ruoli, dai Ricercatori a Tempo Determinato ai Professori Ordinari (sito del Ministero, 29/03/2021). Ben 10023 sono Ricercatori a tempo Determinato. I professori di Scuola di ogni ordine sono circa 850000. A queste popolazioni di Docenti si aggiungono quelle relative al personale Tecnico Amministrativo e al personale accessorio. La campagna vaccinale è stata aperta ai docenti di Scuola e di Università limitando ad essi l’uso del vaccino Astra Zeneca, che all’inizio di questa apertura era somministrabile SOLO agli under 55. Solo più recentemente l’uso di Astra Zeneca è stato esteso (con grandissimi mugugni delle categorie a cui è stato esteso), anche agli over 65. Inoltre Astra Zeneca, ancora oggi, non è consigliato per le categorie “fragili” (almeno queste sono le direttive), ai quali si somministra Pfizer o Moderna. Quindi, volendo rimanere ai fatti, i vaccini somministrati a Universitari e personale scolastico NON hanno sottratto alcuna risorsa ad anziani e fragili, visto che non avrebbero potuto essere utilizzati per loro. Anche quantitativamente, limitandoci alla sola categoria degli Universitari, meno di 57000 vaccinazioni, ammesso che tutti l’abbiano fatta, non si muove nulla, statisticamente parlando (1 Prof. su 1000 abitanti). Quindi se non sono stati fatti vaccini a over 80, o a over 70, o a over 55 (questi ultimi, almeno nella prima fase di applicazione di AZ), gli universitari e i presunti complotti della CRUI non c’entrano nulla. Le responsabilità vanno trovate altrove. Ma dalla discussione si tendeva a voler far intendere che dietro c’erano sempre gli universitari, quei cattivoni, sempre causa di tutti i mali del mondo.
Personalmente frequento il mio Dipartimento ogni santissimo giorno, e lo faccio dal 9 marzo del 2020, imperterrito; e con me moltissimi Colleghi del mio Dipartimento, precari inclusi. Continuiamo a lavorare e a produrre. Quando ho potuto, in quelle finestre che ci sono state tra settembre 2020 e gennaio 2021, ho sempre fatto lezioni ed esami in presenza. Val la pena ricordare anche che la fascia di età dei discenti universitari (18-25 anni) è quella che più di ogni altra è portatrice di contagio.
Vorrei approfittare per consolare Boeri, Perotti e Mieli, perché se fossimo stati in altri Paesi europei l’incidenza numerica dei docenti universitari sarebbe stata enormemente maggiore, sia in assoluto, sia in relativo rispetto alla popolazione (88000 in Francia, 95000 in Spagna, 200000 nel Regno Unito, 250000 in Germania). A chi volesse raccontare l’Università italiana cercando di non rimanere ingabbiato negli stereotipi dei Baroni, razza esclusiva in cui ogni professore universitario rimane ingabbiato nella narrazione corrente, questo sarebbe il vero dato scandaloso da riportare sempre, come un mantra. Una popolazione esigua di Professori e Ricercatori, che malgrado tutto sono SEMPRE primi sia in relativo, sia in assoluto, nelle classifiche di produttività della ricerca internazionale.
Alla fine un commento personale, dal quale non mi voglio esimere. Trovo molto fastidioso che a parlare di Università siano spesso docenti (in questo caso due) di una esclusiva Università privata italiana, che per estrazione dei discenti, disponibilità di risorse, stipendi dei professori, discipline insegnate, siano molto spesso molto lontani dalle realtà e dalle esigenze vere dell’Università reale italiana, e in particolare di quella del SUD Italia. Sono certissimo che riusciranno a fare la loro tranquilla DaD da casa, con studenti che pagano rette salatissime e che si possono facilmente permettere collegamenti a 1GB al secondo con tablet e smartphone di ultima generazione, che probabilmente non fanno esami scritti, al massimo quiz a risposta multipla, che fanno esami orali facendo spesso sviluppare progetti con (e da) tutor di aziende esclusive (tradotto: spesso non fanno neanche esami orali), e che pontificando, cercano di moralizzare le pletore di Baroni, Vassalli, Valvassori, Valvassini e Servi della Gleba, scenari con cui dipingono di sovente un mondo universitario evidentemente molto distante dal loro e da loro.
L’Italia, evidentemente, “non è un Paese per l’Università”, così come non è un “Paese per giovani” da molto tempo e, infine, “non è un Paese per vecchi”, ma non per colpa dei baroni e della CRUI. Purtroppo, ne pagheremo tutti le conseguenze, dopo aver demolito fisicamente e moralmente l’Università italiana.
MORALISMO versus RAZIONALITÀ
Sorprende come dei paludati economisti non siano in grado di fare delle valutazioni spannometriche relative agli ordini di grandezza di ciò di cui parlano. In Italia (dati ISTAT 2015): sono 3,1 milioni le persone con limitazioni funzionali gravi, 2 milioni ricevono da INPS l’indennità di accompagnamento. Tutte queste persone vengono di norma vaccinate con PFEIZER poiché la seconda dose è dopo tre settimane e così possono raggiungere più rapidamente l’immunità fornita dal vaccino. Solo i professori universitari, sopra i 65 anni, che hanno avuto la prima dose prima del 9 marzo hanno ricevuto il vaccino PFEIZER, per gli altri è stato somministrato AstraZeneca. A quella data stiamo parlando al più di 3-4 mila dosi PFEIZER RUBATE dagli odiati baroni. È evidentemente un discorso puramente ideologico, che nasce dall’avversione dei campioni del neoliberismo (mascherato da finto progressismo) verso i ceti intellettuali del paese, i quali si aggirano (quando ci vanno) sfaccendati, superpagati eternamente oziosi per i corridoi degli atenei pubblici ovviamente, restii a comprendere la necessità di dare competitività al paese. Già ma come può competere un paese se la formazione dei giovani è affidata a mariuoli di tale fatta, che financo rubano i vaccini ai vecchietti? Baroni alla gogna!!!
Da Boeri mi sarei aspettato un tantino di più, da Perotti, non mi aspetto nulla: sappiamo per lunga esperienza che è mosso da passioni ideologiche che gli fanno dimenticare i dati reali. Mi sarei aspettato anche qualcosa di più dalla Annunziata che avrebbe potuto sentire una campana differente come contraltare.
D’accordo con Paolo Liverani. Creato il nemico si possono non vedere i problemi veri. Strategia di almeno 40 anni in Italia
Bocconi: non facciamo una previsione economica corretta dal 1902, ma ci pagano per questo.
Non voglio confutare quanto scritto dall’anonimo docente alla Annunziata, ma voglio portare un’esperienza diretta: da Settembre mio figlio, matricola dell’Università di Torino, segue le lezioni ed ha sostenuto due esami (ed un terzo sosterrà a giorni), in remoto, compresi i colloqui con i docenti. Non credo che tutto funzioni come ha specificato il Docente di Ingegneria anche negli altri Dipartimenti. Invece si è deciso di vaccinare tutti, compresi i collaboratori esterni che svolgono attività neanche lontanamente inerenti la didattica, senza operare con un minimo di discernimento. Che non abbiano “rubato” vaccini a persone “fragili” è possibile, ma perché allora non vaccinare i/le commessi/e dei supermercati, gli autisti dei mezzi di trasporto pubblico, i bibliotecari delle biblioteche pubbliche (quelli delle università lo sono stati), etc. Non so se ci sia stato un complotto, ma che certe cose puzzino terribilmente di casta non lo si può certo negare.
Saluti
Il docente che scrive non è anonimo.
Caro signor Del Bene,
Essendo l’università immersa a pieno diritto nella società può anche essere che ne adotti e/o sia promotrice di comportamenti non improntati alla correttezza. La cronaca ne è testimone.
Sostenere però che si sia architettato un gggggooommbbbloddoo demoplutocristiano per ottenere le vaccinazioni dei docenti universitari addirittura da parte della crui stessa (immaginiamo il presidente seduto a complottate accarezzando un gatto bianco seduto sulle ginocchia) , come fanno questi signori SENZA FORNIRE alcun dato di supporto delle loro argomentazioni,
appare francamente RIDICOLO con lo stesso (se non superiore) grado di cialtroneria al cubo che si può riconoscere nei gruppi complottisti vaneggianti sul collegamento tra scie chimiche e covid (sic.)
Questi due signori, è dimostrabile all’occorrenza, nella loro fulgida carriera hanno sempre indicato le vie sbagliate attraverso le loro previsioni senza alcun fondamento scientifico e di carattere spiccatamente ideologico (non ultima la cialtronata neoliberista che il duo ha pubblicato pochi giorni or sono sulla necessità di soffocare le università che non rispettano gli indicatori farlocchi e pseudoscientifici da loro stessi individuati).
Piuttosto, per la ragione di cui sopra sarebbe il caso di sottolineare come la discutibile decisione di vaccinare I docenti prioritariamente sia stata presa in sede governativa quando, invece del solito copiaincolla, si è realizzato il piano pandemico e l’intero sistema vaccinale italiano è stato attivato quasi erga omnes, senza evidentemente una adeguata base di valutazione della stratificazione del rischio, oppure non considerando in modo adeguato come prioritari i vulnerabili che tutti i dati epidemiologici a disposizione identificano in modo molto chiaro. Solo successivamente e con molta lentezza e ritardo (dovuto in parte anche al fallimento delle politiche di approvvigionamento vaccinale europee) pare ci sia stata l’intenzione di cambiare strategia in modo consistente. Vedremo se sarà così. Ad oggi 4 mesi di campagna vaccinale siamo al 12% di copertura e ancora a 300-500 decessi quotidiani, a dimostrare l’inefficienza dell’intero processo facilmente dovuta non solo a contingenze imprevedibili ma forse anche a debolezze strutturali.
In questo quadro generale, voler dare la colpa ai docenti di aver rubato dosi ai vulnerabili quindi è semplicemente meschino.
Ma magari domenica prossima dall’Annunziata vedremo il Divino Otelma spiegarci il futuro economico dell’Italia con una migliore capacità previsionale.
La saluto cordialmente (e in bocca al lupo per l’esame di suo figlio)
Che si debba vaccinare al più presto tutti è fuori di dubbio. Mi fermerei qui e da qui non mi muoverei. Bisognerebbe far pressione in questo senso. Per amore del prossimo ed anche nostro. In questo caso il privilegio è stupido…
Io mi sono vaccinato in un momento in cui sembrava non ci fossero problemi di approvigionamento e pensavo di fare una cosa buona per dare l’esempio ai tanti dubbiosi. Ho l’impressione che molti protestino solo ora che i vaccini scarseggiano. Mi sbaglio?
Sì. Io quando si aveva paura di astrazeneca e perché l’amministrazione ha mandato avviso. Lavorando per lo Stato non credevo di potermi esimere.