Che fine ha fatto il Piano straordinario per RTD-B ? In questi giorni è circolata la bozza del disegno di legge del Governo contenente la Legge di stabilità 2017. Non si tratta ancora di un testo ufficiale, ma la sua lettura desta già notevole sconcerto, perché non vi è alcuna traccia di un finanziamento dedicato all’assunzione di RTD tipologia B! Il Governo sembra quindi aver abbandonato la strada timidamente avviata con la Legge di stabilità dello scorso anno, con la quale era stato previsto un finanziamento straordinario per RTD-B, anche se limitato a 861 posizioni (del tutto insufficiente a risolvere i problemi del precariato della ricerca). Nella bozza della Legge di stabilità di quest’anno, si trovano peraltro finanziamenti per il supporto delle attività base di ricerca (art. 42 della bozza) e per i “Dipartimenti di eccellenza” (artt. 44-46 della bozza), i quali si aggiungono alle somme già destinate alle discutibili “cattedre Natta”. Ciò dimostra che il Governo dispone di fondi significativi da destinare alla ricerca e all’università, ma che – allo stato – non intende offrire alcuna prospettiva ai numerosi e meritevoli Ricercatori precari che lavorano negli atenei. ARTeD chiede pertanto con forza che i fondi della Legge di stabilità 2017 siano destinati prioritariamente alla creazione di almeno 5.000 posti RTD-B (da bandire subito).
Segnaliamo ai lettori la presa di posizione di ARTeD sul DDL di stabilità e la relativa infografica.
2016-10-31_arted_comunicato_legge_stabilita_2017
Questo governo, come i precedenti, ruba il futuro ai nostri studenti e uccide la ricerca. Un crimine civile, politico, culturale.
L’invenzione delle ‘Cattedre Natta/Renzi’ rappresenta il culmine dell’arroganza e insieme del dilettantismo dei decisori politici. Basterebbe infatti il confronto tra le cifre -75M€ per anno alle Commissioni Natta, 31M€/anno ai PRIN- a rendere dannosa la proposta.
Si aggiunga l’attacco all’autonomia universitaria e si otterrà un provvedimento di inaudita gravità, una profonda ferita alla didattica e alla ricerca in Italia.
Sono d’accordo. Stanno confezionando una porcheria dietro l’altra di fronte a un’opinione pubblica diseducata e indifferente, che si fa sottrarre istruzione e accetta lo schiavismo. E di fronte a una classe universitaria asservita all’idea di squalificare se stessa e il proprio ateneo. Il tutto riesce senza che nemmeno siano stati eletti. Neppure un distopista di razza avrebbe immaginato un successo simile del potere.
il problema maggiore è dato senz’altro dal fatto che non esiste una strategia specifica. Le Natta potrebbero pure essere sopportate, se agissero su una strategia generale di reclutamento efficace.
Anche ipotesi come quella del ricercatore junior come unica figura pre-ruolo mi pare siano state abbandonate. Certo è che all’origine di tutto sta la Gelmini. Con un macigno del genere, difficile che un qualsiasi governo riesca a fare buone politiche.
Poi questo si sta proprio impegnando per fare l’opposto, eh? Su questo siamo d’accordo.
“Le Natta potrebbero pure essere sopportate, se agissero su una strategia generale di reclutamento efficace.”
D’altra parte la costituzione è un inutile orpello.
Fino a prova contraria finora essere “amico degli amici”, come recita lavignetta, è servito in molti casi per diventare Rtdb e altro(vedi polemiche su concorsi a fotografia denunciati anche da Roars). Vedremo se anche le Natta prenderanno questa piega… Per il momento è puro processo alle intenzioni
“Vedremo se anche le Natta prenderanno questa piega… ”
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Non temete, ci sono ottime speranza che la piega sia quella.
appunto: si dice tanto adesso del governo renzi e delle cattedra natta, ma non si parla (o non si vuole parlare) di quello che e’ stato fatto fin’ora nei concorsi per ricercatore: quei pochi che ci sono erano proprio per gli amici degli amici! oramai non conto nemmeno piu’ le persone che mi sono passate avanti…
@GiulioP
Capisco la sua rabbia, come quella di altri non strutturati che intervengono su Roars. Ho subito anch’io per molto tempo lo stesso destino.
E tuttavia pensare che provvedimenti che aggravano il baronato o addirittura ne creano uno superlativo -come il progetto delle cattedre Natta/Renzi- possano aiutare chi è stato ed è discriminato, mi sembra davvero stupefacente.
La cancellazione del ruolo dei ricercatori, l’istituzionalizzazione del precariato tramite la figura del ricercatore a tempo determinato, la drammatica diminuzione dei fondi ordinari agli Atenei, le tante contraddizioni dell’ASN, la creazione di poche cattedre dai costi altissimi e riservate al potere politico del momento (qualunque esso sia), sono tutti provvedimenti che tolgono ogni prospettiva proprio a coloro che vivono le situazioni più difficili, ai non strutturati.
Il “tanto peggio tanto meglio” è un gesto di comprensibile rancore nei confronti dell’Università ma è soprattutto un gesto suicida, sia come studiosi sia come cittadini.
@Alberto Giovanni Biuso,
il problema è che anche chi era non strutturato, quando passa il guado al 99% non ha più comprensione e attenzione per chi ancora non ce l’ha fatta. Il posizionamento, già soltanto a ricercatote TI, lo catapulta in una sfera di interessi egoistici che fanno sì da tralasciare ogni attenzione verso il merito, per una meschina quanto comprensibile questione di carriera, fagocitati da logiche piramidali e cordate senza senso.
Per cui, un non strutturato sa che peggio di così il paesaggio accademico non può fare, e si affida (forse sbagliando)al Masaniello di turno, continuando a sperare che qualcuno (politica, magistratura, media)lo riformi dall’esterno.
La migliore attenzione che si può avere per i non strutturati è lottare perché l’università torni ad essere finanziata, non diciamo normalmente, ma almeno non troppo al di sotto dei paesi normali. Senza questa svolta, i precari sono e rimarranno carne da macello.