A seguito della l. 240/2010 si è determinata una situazione di estrema variabilità nelle procedure di reclutamento dei Ricercatori. Segnaliamo ai lettori il testo della raccomandazione del CUN relativa alla composizione delle commissioni preposte alle procedure pubbliche di selezione per l’acquisizione della posizione di Ricercatore a Tempo Determinato.
All’On. Ministro
S E D E
OGGETTO: Raccomandazione in merito alla composizione delle commissioni preposte alle procedure pubbliche di selezione per l’acquisizione della posizione di Ricercatore a Tempo Determinato
Adunanza del 19/11/2014
IL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
VISTA la legge 30 dicembre 2010 n. 240, nonché le successive disposizioni di integrazione e attuazione degli articoli 16 (ex D.M. 7 giugno 2012, n. 76 e d.l. 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modificazioni dalla l. 11 agosto 2014 n. 114), 18 (ex D.M. 2 maggio 2011, n. 236) e 24 ( ex DD.MM. 24 maggio 2011, n. 242; 25 maggio 2011, n. 243; 4 agosto 2011, n. 344), della stessa legge, con particolare riferimento alla composizione delle commissioni preposte alle procedure pubbliche di selezione per l’acquisizione della posizione di Ricercatore a Tempo Determinato (RTD);
RILEVATO che, come previsto dall’art. 24 comma 3 lett. a) e b) della legge 30 dicembre 2010 n. 240, i Ricercatori a Tempo Determinato hanno tra i propri compiti istituzionali anche la funzione docente e figurano come personale strutturato – ancorché a tempo determinato – degli Atenei;
VISTI il D.M. 4 ottobre 2000 di determinazione dei «Settori Scientifico Disciplinari» (allegato A) e delle loro «declaratorie» (Allegato B) modificato dal D.M. 18 marzo 2005; nonché il D.M. 29 luglio 2011, n. 336 recante «Determinazione dei settori concorsuali, raggruppati in macrosettori concorsuali, di cui all’art.15 della l. 30 dicembre 2010, n. 240»;
RICHIAMATA la propria mozione dell’11 gennaio 2011, relativa alle «procedure di valutazione comparativa per i posti di ricercatori»;
RIBADITI i principi espressi nella propria mozione del 21 aprile 2011 relativa alla «disciplina da parte delle Università dei procedimenti per la chiamata dei professori di prima e di seconda fascia (ai sensi dell’art. 18, comma 1, della l. 30 dicembre 2010, n. 240)»;
RACCOMANDA
che il Ministero, al fine di garantire un’adeguata valutazione dei candidati, si adoperi, per quanto di competenza e nel rispetto dei principî di autonomia delle Università, perché gli Atenei, nel costituire le commissioni giudicatrici preposte alle procedure pubbliche di selezione per la posizione di Ricercatore a Tempo Determinato, assicurino, per ciascuna procedura di selezione, la presenza di commissari – eventualmente anche di altri Atenei – afferenti al settore scientifico-disciplinare o al settore concorsuale per il quale è stata avviata la procedura.
LA VICE PRESIDENTE
Prof.ssa Carla Barbati
Il solito CUN che arriva a chiudere la stalla quando sono scappati i buoi, comunque meglio tardi che mai.
Pero’ e’ inutile inseguire ogniuno di questi casi, se non si ha il coraggio di dire che in Italia le università private sono uno scandalo che vive sui conflitti di interesse (non uso parole più pesanti solo per evitarmi una querela). Le università private usano gli RTD come carne da macello per riempire i requisiti di docenza dei corsi di studio, ma se ne fregano che queste persone abbiano un minimo record di ricerca, anzi peggio sono e meglio e’ così poi non rompono. Allora chiunque voglia vedere uno sfregio continuo alla decenza si guardi i concorsi di questi Atenei, dove commissioni di tuttologi fanno anche 4/5 concorsi su tutto lo scibile umano in una mattina.
Speriamo che le persone sane del CUN si sveglino e decidano di prendere il toro per le corna.
“Speriamo che le persone sane del CUN si sveglino e decidano di prendere il toro per le corna.”
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Credo che nel caso delle pratiche dubbie di alcune università non statali il ruolo di torero spetti ormai all’ANVUR. Darà prova migliore di quella data in altri suoi compiti?
Fonti ben informate riferiscono che casi analoghi risultano accaduti anche presso “tradizionali” e “plurititolate” Università statali, con commissari selezionati fuori dall’area scientifica di pertinenza.
se andate a vedere i decreti ministeriali attuativi dell’art. 24 comma 3 lett. a) e b)
non c’è scritto NULLA di significativo.
In teoria ed in pratica, qualunque Ministro potrebbe in 5 MINUTI emettere un DECRETO CON IL QUALE DISCIPLINARE (con tanti o pochi dettagli) l’accesso ai posti A e B.
qualche obiezione?
Non sono sicuro che la mossa del CUN sia utile, per lo meno non utile relativamente agli scopi dichiarati della mozione. Anzi mi sembra uno spreco di tempo migliorare l’ estetica del dito ignorando la bruttezza della Luna in questione (il combinato micidiale di legge 240, decreti attuativi e follie ANVUR).
Prima di tutto non vedo nessuna relazione tra il “Rilevato” sulla funzione didattica e la composizione relativamente ai SSD. Visto che gli aspetti didattici continuano ad essere bellamente ignorati sia a livello di selezioni sia di criteri per il passaggio in ruolo (la S di ASN esclude valutazioni su altro).
Poi resta un capolavoro di ipocrisia universitaria il richiamo al rispetto dei principi di autonomia, nel momento in cui si chiede un’ azione “dall’ alto”.
Certamente commissioni di tuttologi non hanno senso (ma la storia scandalosa di certe università private non sara’ curata dalla composizione delle commissioni rispetto agli SSD). Tuttavia, la presenza di almeno un membro di diverso SSD (ma stessa area) può essere un elemento di trasparenza da non buttare via. In un mondo in cui in alcuni (molti ?) SSD si formano e si mantengono nuclei di potere che controllano gli ingressi, la presenza di un membri di altro SSD (della stessa area) potrebbe avere una funzione di garanzia.
Resta comunque l’ osservazione di partenza. E’ la 240 ed il combinato legislativo sull’ Università che stanno mostrando appieno tutta l’ inadeguatezza di una “riforma epocale” imposta dal Governo e tecnicamente mal fatta.
Va bene tutto, ma che senso ha nominare commissari di altre aree se non creare situazioni a rischio? Che siano almeno dello stesso settore concorsuale. Il CUN ha fatto bene a segnalare il problema.
I commissari devono essere del settore e devono valutare le capacità didattiche dell’aspirenta deocente. E’ un dovere sacrosanto! come si fa a pensare diversamente. é come se io prendessi in considerazioni solo un calciatore che sa battere i rigori e basta.
Fin quando la posizione si chiamerà “RICERCATORE”, mi sembra lecito pensare che la ricerca abbia un ruolo preponderante nella selezione.
E’ un altro discorso che poi questo “RICERCATORE” debba probabilmente fare più didattica che ricerca, dato anche lo stop del turnover che fa uscire professori che non vengono rimpiazzati.
In effetti almeno il nome potrebbero cambiarlo, Professore Junior o Assistant Professor o Professore Aggregato rendono meglio l’idea dei compiti di questo “RICERCATORE”.
aspirante
ma almeno siete d’accordo con la mia osservazione: si può cambiare già molto attraverso la modifica (IN 5 MINUTI) dei criteri (attualmente inesistenti) di valutazione (comp. commissione, requisiti minimi e altre cose) già intervenendo con un DECRETO MINISTERIALE (data l’inconsistenza degli attuali decreti attuativi – neppure mazza pagina – dell’art. 24 per le lett. A e B)?
Grazie,
ANTO
Infatti sarebbe sufficiente non permettere troppa creatività ai regolamenti di Ateneo, basta dire che le commissioni devono essere composte da professori dello/degli stessi SSD /SSC messi a concorso.
Continuo a non entusiasmarmi per la difesa della “purezza SSD”. Il mondo attuale e’ molto sfaccettato. Appena si mettesse l’ obbligo dello stesso SSD/SSC ci si scontrerebbe col problema di SSD/SSC sottorappresentati in un Dipartimento (e coi tempi correnti ce ne sono). A quel punto la commissione potrebbe esser costituita solo ricorrendo a commissari esterni. Soluzione questa, forse praticabile nel migliore di mondi possibili, ma foriera di disastri in un mondo in cui il concetto di responsabilizzazione diretta dei commissari sulle scelte fatte sembra difficile da digerire.
Se poi si tiene presente che nelle diverse aree esistono SSD e SSC con parziale sovrapposizione, continuo a non vedere grandi motivi di scandalo o necessita’ di esclusione per SSD/SSC diversi che appartengano alla stessa area.
Non posso non aggiungere un’ ultima osservazione: in un sistema, e anche di questi ce ne sono diversi in giro per il mondo, in grado di sopravvivere anche senza le “corporazioni” dei SSD, e’ la competenza scientifica delle persone che conta, non l’ etichetta. Ma invece di puntare alla responsabilizzazione delle commissioni si preferisce agire solo ex-ante con i “bollini” SSD che in alcuni casi (potrei fare esempi concreti) possono portare a situazioni palesemente assurde.
Se è cosī, non c’è ragione di lamentarsi delle commissioni “tuttologhe” di qualche telematica (https://www.roars.it/tu-chiamali-se-vuoi-concorsi/),
X Giorgio Pastore
Non si tratta di purezza degli SSD, ma la situazione varia da area ad area, certo a Medicina con oltre 50 SSD distinguerli tra loro e’ talvolta un problema, ma si sa che quell’area vive in un mondo a parte (anche se ha espresso la maggior parte dei vicepresidenti del CUN..).
D’altra parte visto che in genere in quasi tutti i regolamenti di ateneo i dipartimenti suggeriscono la commissione o delle terne per il sorteggio, non capisco come la presenza di commissari esterni sia un problema, direi che invece le norme attuali sono già fin troppo garantiste per le sedi.
Se poi il dipartimento vuole aprire il concorso a profili più ampi lo può fare già con le norme attuali, basta bandire il posto con indicazione di uno o più SSD o addirittura multipli SC nella stessa macro area.
Pretendere pero’ di restringere il profilo del candidato a piacimento e al contempo allargare la scelta della commissione a proprio comodo mi sembra il classico modo per fare schifezze.
In qualche telematica, se non ricordo male, ci sono stati concorsi con profili in cui comparivano key words uguali al titolo di qualche paper del vincitore in pectore e la stessa commissione “fritto misto di SSD” che nella stessa mattina ha fatto concorsi di ingegneria, matematica, fisica , diritto, economia…
Non ricordo bene i dettagli ma ROARS credo li abbia pubblicati.
X De Nicolao e p.marcati:
le ragioni per lamentarsi di come vanno le cose nelle telematiche ci sono. Ma cio’ non toglie che l’ affermazione “Nessuno dei 5 Commissari risulta inquadrato nei SSD messi a Concorso e quindi nessun Commissario possiede sulla carta la competenza per selezionare i candidati.” sia dimostrabilmente falsa. E non e’ solo un problema dei 50 SSD di medicina. E’ un problema di qualsiasi tentazione di considerare i SSD come steccati invalicabili per giudicare le competenze. Dimostrazione mediante controesempi: ne prendo uno che conosco bnissimo. Io sono nel SSD FIS/03. Quello che faccio, in dipartimenti in giro per il mondo, viene fatto da persone con background di chimica, fisica o ingegneria chimica. Da noi, secondo la frase sopra riportata, non avrebbero la competenza di giudicare il mio lavoro p.es. chimici fisici (CHIM/02), che lavorano con le stesse tecniche teoriche/computazionali e su problematiche simili, ma l’ avrebbe invece d’ ufficio qualsiasi FIS/03, anche se lavora con tecniche e su problematiche lontanissime. E questo e’ vero per i tanti settori interdisciplinari che continuano ostinatamente a nascere e prosperare nonstante il desiderio del CUN (ovvero di tanti colleghi) di tutto normare e tutto incasellare.
Con questo non saro’ certo io a sdoganare certe pratiche da universita’ private. Ma non e’ l’ esistenza di comportamenti abnormi che mi portera’ a non considerare i SSD come una delle tante singolarita’ ed ingessature del sistema italiano. Mi rendo pero’ conto che si tratta di un ingessatura a cui ci si e’ talmente tanto abituati da considerare innaturale che possa esistere un sistema diverso.
Chiaramente e’ impossibile distinguere i confini degli SSD con precisione chirurgica e spesso queste distinzioni nascono dalla storia consolidata delle comunità scientifiche. Aprire un dibattito serio sul fatto che i nostri SSD in vari casi non traducono la prassi attuale della ricerca internazionale e’ molto sensato, pero’ devo anche dire che talvolta tra i colleghi fisici osservo una debordante supponenza tuttologica che poi nella prassi della ricerca internazionale non trova molto riscontro.
Per esempio molti fisici teorici (FIS/02) considerano la fisica matematica (MAT/07) una specie di purgatorio in cui quelli di loro meno competitivi possono trovare collocazione. Ora basta guardare i dipartimenti di Matematica e Fisica di Princeton per capire che certe distinzioni ci sono e sono molto forti. Un limite di campo medio può’ essere una banalità nell’ analisi formale e diventare un incubo nell’ analisi rigorosa. Come pure, particolarmente nella tradizioni della fisica teorica romana, ci sono forti sovrapposizioni soprattutto nel settore meccanica statistica. Ma e’ anche chiaro che esistono modi e prassi diverse di pubblicare, in particolare un fisico teorico che collabori nell’analisi dati di qualche grande esperimento si ritrova di ufficio il nome su 20/30 papers l’anno e si vede esplodere citazioni e H-index senza che il suo valore si sia spostato di un millimetro, ma che in tempi di regole ASN / ANVUR ….