Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano, è il nuovo Presidente della CRUI (Conferenza dei rettori delle università italiane). E’ stato eletto dall’assemblea della CRUI con 46 voti e 32 schede bianche. Un presidente dunque dimezzato. Resta succede a Gaetano Manfredi che era stato addirittura eletto per acclamazione, si dice proprio per mascherare gli stessi malumori che adesso si sono riversati nelle urne sotto forma di schede bianche.

Il neopresidente si è appena distinto per avere adottato una misura che prevede “il cofinanziamento del 50% di una borsa di dottorato o alternativamente il finanziamento di un assegno di ricerca per un anno quale incentivo a partecipare al bando per la selezione dei valutatori”.

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In un comunicato citato dal Corriere delle sera prima definisce “illazioni” i contenuti del post di ROARS, e subito dopo conferma tutto:

“il contributo economico che verrà loro corrisposto sotto forma di finanziamento di borse di ricerca o di dottorato «servirà per compensare l’impegno sottratto alle loro abituali attività di ricerca»”.

Nel comunicato del neo-presidente CRUI, un dottorando di ricerca ed un post-doc appaiono come forme di compensazione, proprietà del professore che “meritoriamente” ha sottratto il suo tempo alla ricerca per fare parte dei GEV. Come ha scritto un membro del gruppo facebook roars:

Vuol dire che ci sono norme sociali all’interno dell’università per le quali il dottorato è un contratto triennale, che non prevede formazione ma che garantisce semplicemente un servizio al docente. E che queste norme sono talmente internalizzate che scrivere una roba del genere diventa normale e viene fatto senza porsi nessuno scrupolo. È abbastanza semplice, come spiegazione. Il dottorando è una specie di macchinario con una formula di leasing, e al termine dei tre anni puoi tenertelo o sostituirlo.

Visto l’esito dell’elezione, più della metà dei rettori la pensano proprio come Resta.

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