Segnaliamo l’articolo di A. Burgio e M.R. Marella apparso sul Manifesto del 21 marzo 2012.

Che cosa sta succedendo in questi giorni nell’Università italiana? In base alla «riforma» Gelmini (assunta in toto dal governo Monti) si è aperto, nel sacro nome delMerito, il capitolo della Valutazione, pomposamente denominato Vqr («Valutazione sulla qualità della ricerca»). Sulla congruità di questo obiettivo si può discutere, in teoria.Nella pratica, siccome sui criteri di giudizio vigono arbitrio e opacità, la Valutazione opererà come una potente leva discriminatoria. Sarà (se ne vedono già le avvisaglie) un grande gioco al massacro, destinato a sortire pesanti effetti sull’attività dei ricercatori: sulla distribuzione delle risorse finanziarie e strumentali, sulle carriere, sullo sviluppo delle strutture (in pratica, il reclutamento dei giovani).

Leggi il resto qui: valutazione_sbagliata

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1 commento

  1. Tralascio gli aspetti di “disperazione economica” che spingono il governo a procedere per certe strade….. “Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura,/ ché la diritta via era smarrita” Inferno, A. DANTE

    Un governo o ente o azienda che ha bisogno di classifiche e criteri di giudizio per garantire una non meglio definita “QUALITÀ” della ricerca, dimostra di credere poco, a ragione o torto, in coloro che la svolgono. È un modo di pensare e agire RIDUTTIVO verso coloro che fanno ricerca, nonché verso i centri in cui essa viene svolta e viene gestita, le Università.

    Esemplare poi l´articolo per quello che concerne la “preoccupazione egoistica” tipica che si viene ad installare nel cervello del “GIUDICATO” tipico. Riporto una parte dell´articolo su cui riflettere:
    “nessuno conosce i criteri in base ai quali verrà valutato, quindi IGNORA COME GLI CONVENGA selezionare il meglio della propria attività, se privilegiare una monografia o un saggio in lingua straniera) e la non-retroattività: oggi (2012) si valuta l’attività scientifica svolta tra il 2004 e il 2010, quando NESSUNO CONOSCEVA I CRITERI in base ai quali sarebbe stato valutato.”

    Quando si fanno gli esami sarebbe bello se ci dicessero prima su che cosa prepararci e possibilmente ci dessero in anticipo anche il testo del compito?
    Certo! perché il problema che ci si pone è “CAVOLI (eufemismo!)…… nuove regole, nuove preoccupazioni, come faccio adesso a sapere che cosa mi sarebbe convenuto fare e con chi collaborare? È già perché NON MANGIO MICA LA RICERCA CHE FACCIO, è la ricerca che faccio e CHI mi GIUDICA CHE MI DA DA MANGIARE!” (Alla faccia della QUALITÀ della ricerca!).

    Ancora dall´articolo: “la Valutazione è un’arma; il proposito è (anche) quello di neutralizzare voci scomode (o soltanto periferiche), concentrando risorse e poteri nelle mani di ristrette cerchie di «ricercatori eccellenti». Da questo punto di vista, svalutare (e scoraggiare) è utile quanto premiare. …….”

    Gli effetti dell´uso di valutazioni volti a incentivare o punire (due facce della stessa medaglia) o a favorire lobbies , è dannoso. Primo influisce sulle dinamiche di cooperazione tra individui, accentuandone gli aspetti opportunistici e di carriera a SVANTAGGIO della QUALITÀ del lavoro della ricerca stessa. Un qualsiasi sistema basato su questi principi non avrà mai successo nel lungo termine!

    Aggiungo che non sono sfavorevole a una regolamentazione e a un migliore coordinamento della della ricerca, ma l´uso del controllo, punizione o incentivi in modo massiccio non può essere istituzionalizzato. Questo è un PENSIERO TOTALITARIO E ILLIBERALE, non solo, ma le persone che lo subiscono perdono una componente fondamentale: LA RESPONSABILITÀ nello svolgimento del proprio lavoro, consegnandola a coloro che fanno le regole e che svolgono un controllo esterno.

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