«Venerdì 6 maggio sono state depositate in Consiglio di Stato le sentenze riguardanti i ricorsi contro l’ateneo di Pavia per il mancato rispetto della normativa sulla tassazione universitaria, intrapresi per gli anni 2011 e 2012 dal Coordinamento per il diritto allo studio – UDU Pavia e dall’ADP – Associazione Dottorandi Pavesi. Non solo il Consiglio di Stato condanna l’Università di Pavia a risarcire gli studenti per oltre 5 milioni di euro, ma soprattutto stabilisce che le modifiche apportate della spending review di Monti del 2012 in tema di tassazione universitaria non possono essere applicate» scrive l’UDU sul suo sito. Il vero colpo di scena è la non applicabilità della “scorporo dei fuori corso” varato da Monti. Se così fosse, molti atenei che si credevano in regola sarebbero in realtà fuorilegge, al punto che c’è chi vede profilarsi “una valanga di cause in tutt’Italia”.
Dichiara Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari:
La sentenza del Consiglio di Stato risulta di fondamentale impatto politico. Questa infatti, determina, dal 2012 ad oggi, una situazione di potenziale illegalità per la maggior parte degli atenei italiani, ovvero tutti quelli che, senza lo scorporo totale delle tasse pagate dagli studenti fuoricorso, non avrebbero rispettato il vincolo del rapporto massimo del 20% tra il gettito della tassazione studentesca e quanto ricevuto dallo stato come Fondo di Finanziamento Ordinario. Questo avviene perché, secondo la sentenza, lo scorporo della tassazione dei fuoricorso, deve essere effettuato secondo le modalità dettate da specifici decreti ministeriali, che dovrebbero conseguentemente essere recepiti dai regolamenti tasse di ogni ateneo. Questi decreti ministeriali, invece, non sono mai stati emanati. Questo ci permette di intervenire da un punto di vista legale, come già fatto su Pavia, su un elevato numero di atenei, portandoli a risarcire gli studenti italiani per milioni e milioni di euro.
Basti pensare che, solo per il 2012, l’ateneo di Pavia dovrà restituire agli studenti oltre 4 milioni di euro, ai quali vanno sommate le cifre relative ai due anni precedenti, per un totale di 8 milioni di euro. Il fatto che si stia parlando di una somma così ingente, soprattutto per un ateneo di medie dimensioni come quello pavese, lascia facilmente comprendere come la situazione di sotto finanziamento statale delle università, abbia inciso in modo spropositato sulle tasche degli studenti. Questa vicenda dovrebbe far riflettere su quanto sia necessaria una riforma della contribuzione studentesca a livello nazionale.
Le due sentenze del Consiglio di Stato:
Ci sarebbe anche un altro aspetto tutt’altro che secondario: la distribuzione dei punti organico.
Come noto, l’algoritmo del ministero prevede che maggiori siano le tasse studentesche, più alta sia la quota di punti organico ricevuti.
https://www.roars.it/punti-organico-2014-robin-hood-alla-rovescia-parte-seconda/
Nonostante le tasse troppo elevate e “illegali” Pavia aveva avuto comunque una perdita minima rispetto alla quota di sistema. Cosa succede adesso? Non solo gli atenei fuorilegge dovrebbero restituire le tasse agli studenti, ma in teoria anche i punti organico sottratti alle altre università!
Eh si! Proprio così. Credo che Macerata abbia vinto un ricorso al TAR in tal senso. Citando l’immenso Christian De Sica, la gisutizia amministrativa col MIUR è come “Rumenigge nell’area della Cavese”.
Giusto! Restituire il maltolto agli studenti e ai colleghi!
dubito molto che la restituzione possa avvenire, in quanto creerebbe troppi problemi a troppe università e a troppi individui, titolari di diritti soggettivi legittimi: però il fatto segnalato è davvero inquietante :(
Non avverrà mai. La tassazione più alta per i fuori corso è necessaria. Per gli studenti, aggiuno, andrebbero si aumentati i fondi per il diritto allo studio, ma anche stanati i furbetti.
E’ intollerabile l’accumulo di pasticci su pasticci, di leggi contorte e scappatoie che ne derivano, di sentenze e loro non applicazione, di disinvolta e non controllata autonomia delle universita, poi di centralizzazione feroce camuffata con le cosiddette meritocrazie e premialita. Tutto sempre all’insegna della cosiddetta trasparenza che sta portando all’intasamento burocratico che, a cascata, in queste ultime settimane sta producendo vera e propria ingestibilita (per lo meno dalle mie parti).
Questa storia sembra grottesca. Se ho capito bene, il problema sta nel fatto che il tetto per la tassazione degli studenti è pari al 20% dell’intero finanziamento dell’Ateneo, inclusivo del FFO erogato dallo stato, che però non tiene conto degli studenti fuori corso. Gli atenei hanno quindi calcolato la tassazione escludendo gli studenti fuoricorso, i cui contributi li hanno quindi portati a superare il tetto. Oggi il tribunale stabilisce che i fuoricorso dovevano essere inclusi nel calcolo, anche se il Ministero li esclude dal FFO, e che la possibilità di escluderli era legata a normative previste ma che il Ministero non ha emesso. In pratica: gli Atenei sono fuori legge per una serie di omissioni ed errori legislativi compiuti dal governo e dal MIUR.