«Il Presidente [della CRUI] ci ha confermato di avere ieri sollecitato il Ministero alla convocazione tempestiva del tavolo tecnico allargato a MEF e Funzione Pubblica», scriveva il Rettore del’Università di Firenze agli inizi di febbraio … del 2016. Sono passate due primavere, ma il tavolo tecnico risulta disperso. Eppure Carlo Ferraro non demorde, Lo scorso 7 giugno era stato ricevuto insieme ad una delegazione presso la sede del Ministero. Il Prof. Marco Mancini, Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca del MIUR, e il Dott. Daniele Livon, Direttore Generale per la Programmazione, avevano assicurato che la Ministra avrebbe scelto entro 48 ore tra quattro alternative da essi stessi prospettate. Che fosse la volta buona, quanto meno per avere un segnale di attenzione? «Non abbiamo ricevuto né la notizia di una scelta fra le nostre proposte, né una controproposta e neppure una cortese risposta negativa […] A questo punto non possiamo fare altro che passare alla proclamazione di uno SCIOPERO DAGLI ESAMI DI PROFITTO, che abbiamo minacciato da tempo pur avendo tentato di tutto per evitarlo. […] Non stupitevi leggendo la “Lettera di proclamazione sciopero 2017.pdf”: noi siamo legittimati a bandire uno sciopero, non è necessario essere organizzati in Sindacati, possiamo essere attori in prima persona. Trovate le istruzioni per firmare in testa alla “Lettera di proclamazione sciopero 2017.pdf”, che  contiene anche la descrizione delle modalità dello sciopero: leggetele attentamente!». Pubblichiamo di seguito: (i) la lettera di proclamazione dello sciopero; (ii) Aspetti legali e sentimenti diffusi legati allo sciopero; (iii) messaggio di Carlo Ferraro – 12 giugno 2017.

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Aggiornamenti 14 giugno 2017

Cari Colleghi Professori e Ricercatori,
 
Oggi è l’ultimo giorno utile per firmare per la proclamazione dello sciopero (si firma fino alle 18)

Istruzioni per firmare in coda, testo della lettera in allegato.
 
Sono necessarie precisazioni alla luce di richieste pervenute. Saranno trattati i punti:
 
1-      Necessità di numeri notevoli e tempi stretti per la firma
2-      Possibilità di sospendere la proclamazione ufficiale dello sciopero
3-      Alcuni hanno ancora dubbi se scioperare o meno  
4-      Problemi segnalati e soluzioni
5-      Richiesta di anticipazione dell’inizio del periodo di sciopero
6-      Modifiche del testo della lettera di proclamazione sciopero
7-      Blocco degli scatti anche per i Professori assunti post-Gelmini
8-      Disattivato il messaggio di risposta automatico dopo la firma
    Ultimo, ma non meno importante:
9-      Sciopero troppo duro o troppo tenue?
 
1)      Necessità di numeri notevoli e tempi stretti per la firma

I tempi per firmare sono certo molto stretti e molti potrebbero, pur volendo firmare, non aver ancora letto l’e-mail di ieri. Purtroppo i tempi sono dettati da eventi esterni: la discussione della “manovrina” in Senato (in cui potrebbe trovare spazio un emendamento a nostro favore) da un lato, e il tempo necessario ad elaborare le firme, dall’altro, per essere pronti, se necessario, a comunicare lo sciopero in forma “ufficiale” nel più breve tempo possibile con le firme disponibili.
 
La lista delle firme deve essere, comunque, la più lunga possibile: chi può firmi subito!

La lista lunga investe altri aspetti  importanti successivi: quando lo sciopero sarà bandito in forma ufficiale, faremo un comunicato stampa e, con moltissime firme, sarà ben diversa l’attenzione sia della stampa sia, soprattutto, della classe politica. I numeri contano non solo per poter proclamare lo sciopero, ma per acquistare peso per tanti altri aspetti importanti.
 
Pertanto chi legge in ritardo mandi la sua firma comunque: sarà introdotta nella proclamazione ufficiale dello sciopero se questa dovesse essere ritardata per qualche motivo, ma sarà sicuramente utilizzata in tutte le fasi successive.
 
In conclusione ripeto: Chi può firmi subito!
 
2)      Possibilità di sospendere la proclamazione ufficiale dello sciopero

Qualora dal MIUR ci giungessero concrete notizie positive, la proclamazione ufficiale dello sciopero verrà rinviata, ma non annullata. Poiché nel nostro Movimento i nomi e i ruoli di chi opera vengono decisi  di volta in volta, la Vostra firma che sottoscrive la Lettera di proclamazione sciopero prevede anche una delega a una “commissione-sciopero” costituita dal sottoscritto e da altri tre Colleghi per gestire ogni eventualità. Se si verificasse la situazione positiva anzidetta le Vostre attuali firme non saranno affatto inutili. Tutto verrebbe soltanto sospeso dalla commissione-sciopero per essere riattivato in qualunque momento utile (senza disturbarvi per nuove firme): una specie di spada di Damocle prontissima a scendere.
 
3)      Alcuni hanno ancora dubbi se scioperare o meno  

Rispondo sinteticamente con alcune frasi estratte, con il Suo consenso,  da una e-mail del Collega Saverio Bettuzzi ai Suoi Colleghi di Parma:
Non ci disperdiamo in discussioni e critiche sulle modalità ed i tempi…….. Facciamo invece un’azione  corale, con la più ampia partecipazione possibile;…….. Non aspettate a vedere cosa fanno gli altri, non farà differenza…. è apparso chiarissimo che siamo stati sfidati: pensano che non saremo in grado di scioperare. E’ una questione davvero di orgoglio e dignità mostrare il contrario. Che siamo tanti e determinati…….. la lotta sul blocco degli scatti è un simbolo, molto altro è in gioco.
 
4)      Problemi segnalati e soluzioni

Ne sono stati segnalati vari e importanti. Anche per risolvere questi problemi nella lettera firmata c’è una delega ampia alla Commissione-sciopero.
E’ stato chiesto, ad esempio, se chi è coinvolto in 7-8 corsi debba poi scioperare 7-8 volte. Chi è coinvolto in più corsi sciopererà una sola volta, sia perché altrimenti il tutto diventa economicamente rilevante, sia perché si dovrà rilevare quanti sono  le Colleghe e i Colleghi che scioperano e non in quanti corsi si sciopera.
Sempre ad esempio, in base a quanto segnalato, non temete di danneggiare gli studenti che, saltando il primo appello o subendo un ritardo, non potrebbero laurearsi nella sessione di ottobre-novembre: spetterà agli Atenei modificare le regole, data la nuova situazione: il problema sarà degli Atenei, non degli studenti.
Le soluzioni di altri problemi che ci sono stati segnalati sono allo studio della Commissione-sciopero. Uno dei più importanti è riportato, come esempio, al punto seguente.
 
5)      Richiesta di anticipazione dell’inizio del periodo di sciopero
 
Due Atenei hanno segnalato che presso di loro la sessione autunnale inizia prima del 1° settembre, data di inizio del periodo di sciopero, e che ciò crea per alcuni Docenti difficoltà a scioperare. La Commissione-sciopero valuterà questo caso prima della proclamazione ufficiale dello sciopero e, se la richiesta verrà accolta, la proclamazione ufficiale dello sciopero avverrà con un inizio anticipato rispetto a quello 1° settembre – 31 ottobre indicato nell’allegato.
 
6)      Modifiche del testo della lettera di proclamazione sciopero
 
Modifiche del testo della lettera, a parte i refusi, richiedono, in generale, che sia lanciata una nuova raccolta di firme che parta da zero.
Gli unici cambiamenti possibili sono quelli che la Commissione-sciopero deciderà nell’ambito delle prerogative a lei assegnate da chi firma (v. esempio al punto precedente).
 
7)      Blocco degli scatti anche per i Professori assunti post-Gelmini
 
Alcuni chiedono ulteriori notizie al riguardo. Purtroppo, e ce ne rammarichiamo tutti, la recente nota del  MIUR (che è anche sul nostro sito alla pagina “Documenti”) stabilisce che sono soggetti anche loro al blocco degli scatti per il periodo 2011-2015. Una vera stortura: chi aspettava lo scatto triennale dovuto l’avrà con vari anni di ritardo (e tutti gli scatti successivi saranno ritardati di tre anni). Quelli che avevano già avuto il primo scatto (ce ne sono già) si vedranno addirittura anche richiedere indietro gli arretrati già avuti. Gli uni e gli altri sono invitati a firmare tutti.

8)      Disattivato il messaggio di risposta automatico dopo la firma
 
Il messaggio automatico che il gestore di posta elettronica generava dopo l’invio della firma è stato disattivato: nelle ultime firme arrivate, non si sa perché, il messaggio non partiva e la casella di posta era inondata di messaggi di mancato invio.
 
9)      Sciopero troppo duro o troppo tenue?
 
Pervengono messaggi che giudicano le modalità di sciopero troppo dure e altri che dicono che è troppo tenue (la maggioranza propende per questa seconda ipotesi). Credo che si sia raggiunto un buon equilibrio fra le nostre esigenze e quelle degli studenti e se c’è squilibrio non mi spiace che, per ora, sia a favore degli studenti: non sono loro la nostra controparte. Per ora gli “irriducibili” si accontentino e firmino. Per tutti ripeto che speriamo ci diano soddisfazione e di poter sospendere e pertanto:  firmate senza esitazione, più saremo più aumentano le possibilità che ci diano soddisfazione.

Cordiali saluti,
 
Carlo Ferraro
Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria
https://sites.google.com/site/controbloccoscatti/home

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Istruzioni per la firma di questa lettera:

Occorre distinguere due casi, chiaramente distinti per evitare ambiguità e incertezze interpretative, che i tempi stretti non consentono (maggiori dettagli sono dati in coda):

1) Tutti i Professori e i Ricercatori Universitari in servizio:

Inviino una e-mail all’indirizzo: sciopero2017.inservizio@gmail.com scrivendo nell’oggetto della e-mail (NON nel testo della e-mail stessa): Firmo la proclamazione dello sciopero-Nome e Cognome (Nome e Cognome vostri, ovviamente; ad esempio: Firmo la proclamazione dello sciopero-Carlo Ferraro).

2) Tutti gli altri (Professori e Ricercatori Universitari andati in pensione dopo il 1°gennaio 2015; Ricercatori degli Enti di Ricerca ecc.):

Inviino una e-mail all’indirizzo: sciopero2017.altridocenti@gmail.com scrivendo nell’oggetto della e-mail (NON nel testo della e-mail stessa): Firmo per sostegno alla proclamazione dello sciopero-Nome e Cognome (Nome e Cognome vostri, ovviamente; ad esempio: Firmo per sostegno alla proclamazione dello sciopero-Carlo Ferraro).

Si raccomanda di NON scrivere nient’altro nell’oggetto (l’oggetto viene elaborato in modo automatico per dedurre il vostro nome e cognome, scrivere dell’altro costringe ad operazioni manuali, molto lunghe; non dimenticare il trattino prima del Nome e Cognome: serve per l’elaborazione automatica).

Nel testo della e-mail non è richiesto di scrivere nulla e quindi può essere lasciato in bianco, anche se scrivere qualcosa non dà fastidio a nessuno.

Spedire tale e-mail da un indirizzo di posta elettronica istituzionale (per intenderci quello che vi ha dato la vostra Università o Ente di Ricerca). Dall’indirizzo di posta si deduce la sede in modo automatico. Le firme pervenute da indirizzi privati verranno classificate nelle “Firme in fase di verifica”

IL TERMINE ULTIMO PER FIRMARE E’ FISSATO A MERCOLEDI’ 14 GIUGNO ALLE ORE 18.

Non si può aspettare di più per iniziare ad elaborare le firme. Sono solo due giorni per firmare, ma si deve tentare di arrivare in tempo per la discussione in Senato della cosiddetta “manovrina”.

[segue qui: Lettera proclamazione sciopero 2017]

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Aspetti legali e sentimenti diffusi legati allo sciopero dagli esami di profitto 12/6/2017

Questo documento tratta due argomenti:

1) Note legali e procedurali per lo sciopero dagli esami di profitto Sentimenti diffusi e diritti costituzionali

2) Note legali e procedurali per lo sciopero dagli esami di profitto

Lo sciopero nei servizi pubblici essenziali (e l’Università lo è) è consentito, ma deve soggiacere ai dettami della legge 12 giugno 1990, n. 146, come modificata dalla legge dell’11 aprile 2000, n. 83.

Tale legge vieta lo sciopero dagli esami di laurea, ma non da quelli di profitto. La stessa legge istituisce una Commissione di Garanzia, che deve giudicare il rispetto della legge. La Commissione si è anche data dei criteri di approvazione.

I giuristi consultati, provvisti sia di competenze specifiche di diritto del lavoro sia di altre competenze, assicurano che non è necessario essere un Sindacato (noi non lo siamo) per poter bandire uno sciopero: può farlo una collettività ben individuata. Migliaia e migliaia di Docenti, con nomi e cognomi, che firmino la proclamazione costituiscono certamente una collettività ben individuata.

[segue qui: Sciopero aspetti legali e sentimenti diffusi]

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Messaggio di Carlo Ferraro – 12 giugno 2017

Cari Colleghi Professori e Ricercatori,

 il tempo per la risposta del MIUR è ampiamente scaduto, senza aver ottenuto nulla!!

Infatti sono trascorse ben più delle 48 ore entro le quali ci era stato promesso che la Ministra avrebbe comunicato la sua scelta fra le tre proposte che abbiamo avanzato nel recente incontro al MIUR del 7 giugno scorso. Non abbiamo ricevuto né la notizia di una scelta fra le nostre proposte, né una controproposta e neppure una cortese risposta negativa.

Avevamo anticipato nell’’incontro che avremmo inteso la mancata risposta come risposta negativa e che saremmo passati ad azioni da parte nostra.

A questo punto non possiamo fare altro che passare alla proclamazione di uno SCIOPERO DAGLI ESAMI DI PROFITTO, che abbiamo minacciato da tempo pur avendo tentato di tutto per evitarlo.

 

Infatti abbiamo fatto di tutto per evitare uno sciopero: nell’’allegato denominato “Sciopero-Aspetti legali e sentimenti diffusi.pdf” trovate tutte le azioni principali poste in atto dal 2014 ad oggi, in un crescendo di intensità che ha portato, soprattutto grazie all’’azione sulla VQR, al risultato di sblocco parziale a partire dal 1° gennaio 2016. Risultato gradito, ma restano i 5 anni pregressi da riconquistare. E da tale allegato si evince il travaglio che c’è stato prima di decidere uno sciopero dagli esami di profitto.

È giunto il momento di dimostrare che facciamo sul serio, anche a costo di azioni per noi dolorose, alle quali però ci costringono. È soprattutto il momento di dimostrare la compattezza e la determinazione della categoria, necessarie per affermare che la Docenza Universitaria non è disposta, né ora né in futuro, a subire azioni illegittime nei propri riguardi. ed è in grado di reagire con determinazione. Il significato e l’’utilità di questo sciopero travalicano quindi ampiamente i limiti contingenti, investono tutto lo sviluppo futuro dell’’Università e il nostro stesso futuro professionale. Pertanto: investite anche sul futuro! Siate coraggiosi e scioperate!

 

Invito tutti a firmare la “Lettera proclamazione sciopero 2017.pdf” allegata, che è la nostra proclamazione di sciopero dagli esami di profitto. Potete firmare tutti, come vedrete dalla lettera.

 

Ovviamente avremo tempo e modo di spiegare ai nostri studenti perché ricorriamo a tale forma di lotta, descrivendo anche lo stato nel quale versa, in generale, l’’Università italiana. Correremo anche il “rischio” di portarli dalla nostra parte e con ciò, in un certo senso, di vanificare un po’ lo sciopero: ricordo che quando nel 2015 facemmo lo “sciopero bianco”, in dieci minuti spiegai ai miei 120 allievi il perché dello sciopero che poteva danneggiarli e alla fine, invece di avanzare rimostranze, applaudirono in massa.

Non stupitevi leggendo la “Lettera di proclamazione sciopero 2017.pdf”: noi siamo legittimati a bandire uno sciopero, non è necessario essere organizzati in Sindacati, possiamo essere attori in prima persona.

 

Trovate le istruzioni per firmare in testa alla “Lettera di proclamazione sciopero 2017.pdf”, che  contiene anche la descrizione delle modalità dello sciopero: leggetele attentamente!

 

Occorre firmare velocemente: avrete meno di due giorni a disposizione, solo fino a mercoledì prossimo, 14 giugno, alle ore 18. Già domani o mercoledì mattina manderò probabilmente i risultati preliminari alla Ministra; mercoledì sera si inizierà l’elaborazione delle firme. L’urgenza deriva dal fatto che la Commissione Bilancio prosegue la discussione della “manovrina” domani e un intervento su tale provvedimento da parte del Governo ha tempi molto stretti.

 

Lo sciopero, a giudizio dei nostri giuristi competenti di Diritto del Lavoro (ai quali va il mio e Vostro ringraziamento per il supporto dato), ha modalità tali da renderlo perfettamente legale, da potere superare il giudizio della Commissione di Garanzia che esaminerà il tutto. Potete leggere il documento allegato  “Sciopero-Aspetti legali e sentimenti diffusi.pdf”  che dà la chiara idea di ciò, del lavoro fatto e delle difficoltà che è stato necessario superare.

Nello stesso documento “Sciopero-Aspetti legali e sentimenti diffusi.pdf” potete trovare le motivazioni in base alle quali lo sciopero organizzato è rispettoso del nostro desiderio (non imposto da nessuna legge) di non voler danneggiare in maniera pesante i nostri studenti, ma di creare quel minimo di disagio a supporto delle nostre richieste (un po’ di disagio dobbiamo crearlo, altrimenti che sciopero è?), è rispettoso del nostro diritto costituzionalmente garantito di scioperare, è rispettoso del diritto degli studenti di sostenere gli esami, nonostante le restrizioni che lo scioperò imporrà, senza però annullare il loro diritto.

Per gli assunti post-Gelmini: ho messo sul nostro sito, nella pagina “Documenti” la nota ministeriale che, con mio grande rammarico e di tutti, “condanna” anche loro a subire  il blocco (File “Docentipost-Gelmini-NotaMIUR 29-5-2017.pdf”)

 

Inviate pure questa mia ai Colleghi a Voi più vicini. I coordinatori di sede la diffondano nei loro Atenei.

 

Cordiali saluti,

 

Carlo Ferraro

Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria

https://sites.google.com/site/controbloccoscatti/home

carlo.ferraro@polito.it

 

Per essere inseriti nella mailing-list cliccare qui : https://goo.gl/forms/J8FlwVQDnGantax13

 

 

 

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50 Commenti

  1. Iniziativa NON condivisibile!!!!!!!!
    Ma che roba è questa?
    Si sciopera per gli scatti?
    E così chi già ha, vorrebbe ancora di più!
    E’ inaccettabile!!!!!!
    Si dovrebbe scioperare per la situazione dei giovani che (con tantissimi titoli, troppi rispetto a quanto richiesto 20 anni fa) non riescono ad entrare nel sistema!!!!!!!!!!
    Si dovrebbe scioperare per la retroattività degli articoli in riviste di classe A nelle procedure dell’ASN, che impediscono ad un “non-strutturato” di diventare “strutturato”!!!!!!!!!!!
    Se uno è “dentro il sistema” è già garantito!!!

    • L’iniziativa è condivisibile se in Italia c’è ancora il diritto di sciopero.
      I giovani non si rendono conto che solo l’unione di tutti i soggetti interessati porterà ad una revisione di tutte le illegalità e ingiustizie comprese (la retroattività del criterio delle riviste di fascia A lo è.
      Mi rendo conto che è difficile uscire dalla contrapposizione NOI/VOI che qualcuno ha creato ad hoc per dividerci.

    • Scioperare per i giovani precari che però hanno una casa dignitosa (magari quella genitoriale), riescono a mangiare e hanno accesso alla sanità pubblica e non per i migranti sfruttati nei campi di pomodoro che vivono nelle baracche senza alcun servizio igienico? E vogliamo parlare delle vittime di guerra? NON condivisibile!
      Ci sono sempre mille motivi più importanti per protestare, ma questa logica blocca retroattivamente qualunque protesta.

      Per quanto mi riguarda sono uno dei ricercatori che salì fisicamente sui tetti perché era ovvio che la legge contro cui protestavamo avrebbe generato e formalizzato, tra le altre cose, il precariato a vita per i giovani. Poi ho aderito a tutte le proteste successive e nel frattempo sono stato bastonato da una valutazione effettuata con criteri retroattivi pseudoscientifici. Giovani a cui io stesso avevo insegnato si sono stabilizzati e mi sono passati avanti nella carriera perché hanno avuto modo e voglia di costruire curricula ad hoc, magari con l’aiutino. Io invece ho scoperto con la prima ASN che vent’anni di insegnamento – fatti con passione e dedizione – non servivano a nulla per passare al ruolo di professore universitario. Ho scoperto che era importante aver un gran numero di citazioni, quando invece pensavo che il grado di citazione fosse un indice correlato al fatto di fare ricerca in settori di moda e dunque meno interessanti.

      Ora aderisco a questa protesta perché non si tratta di “dare di più a chi già ha” ma di protestare con forza, e senza bisogno di tanti punti esclamativi, contro una politica che tratta il personale dell’istruzione pubblica – di tutti i livelli per altro – come se fosse composto da burattini. È semplicemente una questione di dignità, di essere e non solo di avere.

    • Intanto si puo’ scioperare per entrambe le cose. Poi chi NON ha gia’ vorrebbe avere quello che gli era stato detto che avrebbe avuto.
      Prima di aprire la bocca attivare il cervello

    • “Si dovrebbe scioperare per la situazione dei giovani che (con tantissimi titoli, troppi rispetto a quanto richiesto 20 anni fa) non riescono ad entrare nel sistema!!!!!!!!!!”

      “Se uno è “dentro il sistema” è già garantito”

      Commento molto mediocre e senza la minima cognizione complessiva della situazione universitaria.

      Se lei mangiasse il prosciutto che ha sugli occhi sarebbe molto più edonisticamente soddisfatto; questo perché i giovani, ANCHE QUELLI ASSUNTI POST GELMINI RIENTRANO NEL BLOCCO.
      4000 “precari” che dovranno restituire parte degli scatti già percepiti.

      Se vuole fare qualcosa di intelligente invece che sostenere anche involontariamente questo tipo di sopraffazione, firmi il documento di Ferraro se può o almeno ne sostenga le ragioni SACROSANTE (se legge i doc capirà).

      Unire le parti che vivono quotidianamente l’Università difendendo i DIRITTI delle diverse parti (non i privilegi come qualche idiota sostiene) è l’unico modo per ottenere DIRITTI per tutti.

      Smettiamola con questa contrapposizione stupida e dolosamente diffusa di studenti/precari/contratto indeterminato un contro gli altri armati: questo fa bene solo a chi vuole l’università-azienda con studenti mortificati fruitori e docenti mortificati elargitori di servizi.

  2. Io ho aderito. A suo tempo ho scioperato contro le politiche dei tagli che hanno compromesso il futuro dei giovani ricercatori, ho aderito allo #stopVQR contro procedure di valutazione basate su regole retroattive e pseudoscientifiche, ho scritto decine di articoli sulle storture dell’ASN con i suoi criteri e le sue liste di riviste. Solo chi è dentro il sistema può scioperare e una categoria che si lascia portar via anche più di 100.000 euro a testa senza fiatare non avrà mai la forza di difendere l’istituzione, i colleghi più giovani e i diritti degli studenti. Che, a scanso di equivoci, sono anche più importanti di 100.000 Euro, ma è evidente che l’umiliazione dei docenti non è servita ad aiutare precari e studenti, ma solo a render chiaro il posto che l’università occupa nelle priorità della nazione.
    Difficile essere ottimisti sulla compattezza dei colleghi, ma per chi diceva che lo #stopVQR non bastava e che ci voleva uno sciopero “vero” è arrivato il momento di battere un colpo. Io c’ero con lo #stopVQR e ci sono anche adesso con lo sciopero. Chi non c’era allora e non c’è adesso farà bene a risparmiarci i suoi mugugni futuri. Se gli bloccano lo stipendio, chiudono i corsi di studio e i dottorati, rendono la vita impossibile con la burocrazia di AVA, farà bene ad accettare tutto in silenzio.

    • stimando l’accuratezza delle risposte, pongo una domanda: è possibile una ritorsione? (come nel caso VQR)
      Non si dirà che bloccando esami interrompiamo un pubblico ufficio, con tutto quel che ne consegue?

    • Carlo Ferraro ha prevenuto questa obiezione. Se leggete l’allegato “Aspetti legali e sentimenti diffusi legati allo sciopero” (https://www.roars.it/wp-content/uploads/2017/06/Sciopero-Aspetti-legali-e-sentimenti-diffusi.pdf), trovate la risposta a questo dubbio:
      ______________
      «Lo sciopero nei servizi pubblici essenziali (e l’Università lo è) è consentito, ma deve soggiacere ai dettami della legge 12 giugno 1990, n. 146, come modificata dalla legge dell’11 aprile 2000, n. 83.
      Tale legge vieta lo sciopero dagli esami di laurea, ma non da quelli di profitto. La stessa legge istituisce una Commissione di Garanzia, che deve giudicare il rispetto della legge. La Commissione si è anche data dei criteri di approvazione.
      I giuristi consultati, provvisti sia di competenze specifiche di diritto del lavoro sia di altre competenze, assicurano che non è necessario essere un Sindacato (noi non lo siamo) per poter bandire uno sciopero: può farlo una collettività ben individuata. Migliaia e migliaia di Docenti, con nomi e cognomi, che firmino la proclamazione costituiscono certamente una collettività ben individuata.
      I giuristi consultati aventi competenze specifiche di diritto del lavoro assicurano che lo sciopero dagli esami di profitto, con le modalità adottate, è perfettamente legale e pertanto dovrebbe superare il giudizio della Commissione di Garanzia, con la quale potrà eventualmente essere necessario interloquire; ritengono inoltre che le modalità dello sciopero dovrebbero risultare alla Commissione di Garanzia rispettose sia del diritto di sciopero garantito costituzionalmente, sia del diritto degli utenti di avere servizi ridotti ma non annullati.»

  3. Sciopero: “Astensione organizzata dal lavoro di un gruppo più o meno esteso di lavoratori dipendenti, appartenenti al settore pubblico o privato, per la tutela di comuni interessi e diritti di carattere politico o sindacale” (Treccani).

  4. Caro anto, non si sciopera per avere di più, ma per avere quanto pattuito quando siamo stati assunti. Tralasciando il cambiamento (pure quello retroattivo, in quanto applicato a tutti quelli già “dentro”) degli scatti da biennali a triennali con la legge Gelmini, stiamo parlando di anni che non ci vengono riconosciuti, come se non li avessimo mai fatti. I giovani sono i più penalizzati da questo taglio. Come vedi non è vero che chi è dentro è garantito. I giovani dovrebbero ricordarsi che diventeranno vecchi (ahimè) anche loro.

  5. Da (primo) ricercatore EPR che crede nella unicita’ della funzione tra personale scientifico delle universita’ e degli enti pubblici di ricerca (EPR), faccio notare quanto segue:

    1) noi degli EPR come (quasi) tutti abbiamo avuto il blocco degli scatti tra il 2010 e il 2015. Gli universitari anche per il 2016.

    2) per noi deglo EPR il “contatore” per l’avanzamento degli scatti e’ andato avanti ai fini giuridici ma non economici durante il blocco (se uno doveva passare di classe nel 2013, e’ passato nel 2015 ; se il prossimo avanzamento e’ dopo 5 anni, i 5 anni decorrono comunque dal 2013); per gli universitari no, hanno perso tutto

    3) nel mio ente (INAF) e credo anche nell’INGV (osservatorio vesuviano) esiste personale (gli astronomi ricercatori, associati e ordinari che NON hanno optato per il comparto ricerca) che ha subito la stessa penalizzazione degli universitari: dentro lo stesso ente gente che fa lo stesso lavoro e trattato diversamente.

    4) e’ ben vero che il personale degli EPR “contrattualizzato” e’ stato alla perenne rincorsa del personale universitario “con stato giuridico” ma non mi pare un buon motivo per gioire di questa nemesi della storia che ora penalizza gli universitari

    Per questo mi sento di solidarizzare con la DIGNITOSA proposta di Ferraro

  6. Ho letto dei commenti che mi lasciano letteralmente allibito.
    Veniamo da un martirio decennale; siamo l’unica categoria del pubblico impiego alla quale gli scatti sono stati bloccati per 5 anni, anziché 4; l’unica categoria alla quale il blocco danneggia la carriera a vita, a causa del mancato riconoscimento del periodo di blocco ai fini della carriera; siamo la categoria che negli ultimi decenni più di tutti ha perso autorevolezza, prestigio e potere economico; l’unica categoria alla quale, grazie all’infame riforma Gelmini gli scatti sono in realtà stati TOLTI, e saranno restituiti come “premio di incentivazione” solo se supereremo certi parametri di valutazione… e nonostante tutto questo c’è ancora qualcuno, perfino al nostro interno, che ritiene sbagliato protestare???
    Ma si, stiamocene zitti; lasciamo pure che il sistema politico continui a calpestare la nostra dignità di docenti, e continui ad ammazzare il sistema universitario… tanto, cosa serve produrre laureati? Fra qualche anno perfino la Turchia, in percentuale sulla popolazione, ne avrà più di noi, ma questo è un particolare irrilevante… perché tanto noi siamo italiani… siamo furbi, o meglio, “furbastri”, e ce la caviamo sempre…
    Rinunciamo pure a difendere la nostra dignità di docenti, e tutto il sistema universitario, che la politica classifica come “spesa improduttiva”. Magari, di conseguenza, i nostri nipoti torneranno a pascolare le capre, come facevano i nostri nonni, ma se avete visto qualche cartone animato di Heidi, pascolare le capre è bellissimo…

    • “tanto, cosa serve produrre laureati? Fra qualche anno perfino la Turchia, in percentuale sulla popolazione, ne avrà più di noi”
      ____________
      In percentuale sui giovani, la Turchia ci ha già superato da qualche anno.

  7. Cari colleghi, alle ore 18 “Les jeux sont faits … rien ne va plus”. Se al di là di ogni considerazione sul calvario di questi ultimi 15 anni con ricadute pesanti sulla didattica e sulla dignità degli studenti ridotta a cfu, il silenzio sprezzante di Miur – e anche se non fosse sprezzante, basta il silenzio stesso dopo la batosta eloquente della VQR – non vi fa salire la pressione, non ci sarà più nulla da fare. Se non continuare ad incassare.

  8. Più che aver aderito con convinzione allo #stopVQR, esser stato inquisito da un collegio di disciplina (una raccomandazione purtroppo inascoltata del CUN del dicembre 2015 ne aveva sottolineato i risvolti anticostituzionali – io li definisco fascistoidi), e infine aderire anche a questo sciopero non posso umanamente fare. Anticipo soltanto che, in futuro, salvando in autotutela le buone e farisaiche maniere dell’odierna accademia, continuerò a educare a tempo pieno poche anime elette, non soltanto alla ricerca nel mio specifico SSD ma anche alla resistenza attiva e passiva, al sabotaggio, al boicottaggio e all’ostruzionismo in ogni forma lecita e non (come già per Pasquino, l’importante è non farsi beccare…). Soprattutto, all’autoironia del Salmista: “Molta scienza, molto dolore”.

  9. Che sappiate, come funziona quando in una commissione di esame uno sciopera e l’altro no?
    ad esempio se c’e’ una prova scritta di un corso tenuto da due docenti e uno sciopera e l’altro no, quello che non sciopera deve fornire lo scritto e fare sorveglianza (perche’ non ha fatto sciopero quindi lo deve fare) o in tal modo lede il diritto di sciopero dell’altro? e c’e’ una differenza fra quello che deve fare il presidente della commissione e quelli che non sono presidenti? Quanti membri di una commissione devono essere non scioperanti per essere la commissione valida?

    • Tornavano davvero indietro. Se ho capito bene, gmail si arrabbia quando arrivano più di 60 adesioni al minuto.

  10. … 60 mail al minuto?! Bene! Molto bene!!! Allora si dovrebbe aver raggiunto un bel numero. Speriamo.
    Comunque è veramente strano che tornavano indietro. Non potevano fare dei tentativi automatici multipli i sistemi di e-mail? … Secondo me era un complotto :-)

  11. Sapete cosa penserà la Ministra?
    La Ministra penserà “i problemi dell’università italiana sono gli scatti?……bene diamogli 4 euro in più in busta paga e risolveremo tutto”.
    Una volta accontentati coloro che stanno dentro non verranno più considerate le istanze di chi sta fuori.
    Neppure verranno presi in considerazione i problemi veri, della retroattività delle riviste in CLASSE A.
    Con 4 euro in più, il Governo avrà risolto i problemi dell’Università.
    E’ necessario essere lungimiranti per la risoluzione dei problemi basilari dell’università italiana, che non si chiamano “scatti”.

    • auspichiamo che la protesta investa altri aspetti delle ultime disposizioni, anche in materia di reclutamento e valutazione. Le riviste di fascia A sono una aberrazione, che è lecito sospettare vogliano favorire qualcuno, al di là dei meriti della ricerca.
      I problemi veri coinvolgono tutti, studenti e docenti, e spero che siano, oltre che visti, posti sul tavolo della discussione per un’univ. che sia efficace ed utile alla formazione.

  12. @Thor:
    aggiungo una riflessione sulla frase “migliaia di euro nel corso della carriera lavorativa”.
    Lei parte dal presupposto che uno abbia una “carriera lavorativa”.
    Molti brillanti giovani, dopo anni di dottorato, assegni, pubblicazioni di libri, di articoli (pure molti) – e magari anche abilitati ma con gli atenei che non chiamano –
    non hanno quella “carriera lavorativa” alla quale Lei si riferisce.
    Questo sarebbe un valido motivo per scioperare, vale a dire “il motivo”.
    Se uno ha diritto allo scatto, sarà pure quello un motivo, ma non è la priorità dell’università italiana.
    Allora, muoversi e chiedere incontri al Ministro e raccogliere firme sarà pure un diritto ma non risolve i problemi principali.

    • Gentile “anto”, dato che lei ha una visione così precisa di quali siano le “priorità dell’università italiana”, si muova! (qui il punto esclamativo mi pare ci stia, eh). Ci metta il nome (magari anche quando scrive), la faccia e l’impegno che altri – come il Prof. Ferraro e i colleghi di ROARS – stanno profondendo per cercare di analizzare, denunciare, proporre alternative e correggere le storture di questo sistema accademico impazzito. Sarò il primo ad applaudire e ad appoggiare anche la sua protesta. Ma forse anche lei a quel punto – sempre che ci arrivi – vorrà essere appoggiato ed applaudito da persone con una certa dignità – almeno pari alla sua – magari forti, coraggiose e non cedevoli, frustrate e così annichilite da accettare acriticamente qualsiasi imposizione calata dall’alto, qualsiasi furto, qualsiasi umiliazione. Ogni protesta deve trovare l’appoggio di persone determinate, no? Che ne dice, allora, perché non aderisce anche lei al Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria dove potrà sicuramente trovare un seguito?

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