Nell’allegato al documento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca contenente le Linee guida per l’accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato si legge:
- Indicatore quantitativo di attività scientifica. Tutti i componenti del collegio devono aver pubblicato i) nei settori bibliometrici, negli ultimi cinque anni un numero di prodotti pubblicati su riviste scientifiche contenute nelle banche dati internazionali “Scopus” e “Web of Science” almeno pari alla soglia fissata per i professori associati nel proprio settore concorsuale; ii) nei settori non bibliometrici, negli ultimi dieci anni un numero di articoli in riviste di classe A almeno pari alla soglia fissata per i professori associati nel proprio settore concorsuale.
Quindi possono sedere nel collegio di dottorato solo docenti che (per i settori bibliometrici) abbiano pubblicato un numero minimo di articoli. Pertanto ogni aspirante membro del collegio deve dare l’adesione sul sito del MIUR, specificando i suoi lavori negli ultimi 5 anni. Peccato che in tale occasione non venga data la possibilità di inserire eventuali periodi di congedo. Ancora una volta il MIUR si dimentica che in questo modo, oltre a danneggiare docenti che abbiano usufruito di congedi per malattia, danneggia pesantemente le donne che dovranno scegliere, come sempre, fra fare figli o fare carriera.
Fa specie che ogni volta questi dettagli vadano ricordati al ministero, nonostante esso sia guidato da una Ministra.
E’ sempre istruttivo osservare i dati (dal sito del MIUR)
Maschi | Femmine | % femmine sul totale | |
PO | 10.180 | 2.932 | 22 |
PA | 12.581 | 7.449 | 37 |
RU | 8.141 | 7.519 | 48 |
RTD A | 1.958 | 1.450 | 42,5 |
RTD B | 1.249 | 842 | 40 |
Premetto di essere d’accordo con i vostri interventi sul tema (in particolare la critica di sopra sul non tener conto dei periodi di congedo!). Però c’è un punto che non è spiegato chiaramente sopra e, isolato dal resto, il testo riportato si presta ad un fraintendimento… lo dico come coordinatore di un corso di dottorato (Matematica, Trento). Da come è scritto l’articolo di sopra sembrerebbe che la condizione di avere pubblicato un certo numero di prodotti scientifici sia una condizione necessaria per poter fare parte del collegio dei docenti di un corso di dottorato. A commento di un altro vostro articolo sullo stesso tema un collega diceva di avere perso il posto nel collegio in quanto non soddisfa tale requisito. Non è proprio così automatico: il regolamento MIUR fissa 4 requisiti (sui quali sono d’accordo con voi sulle critiche sollevate da più parti) per il Collegio + Coordinatore, di cui ne devono essere soddisfatti 3 (e quello di sopra è uno dei 4). Nel mio caso tre requisiti erano per fortuna (chissà per quanto tempo) già soddisfatti e non ho dovuto applicare l’espulsione forzata.
Se uno attualmente è ordinario e vuole rimanere nel collegio, deve dimostrare di avere i requisiti per commissario ASN.
Se guardate le tabelle valori soglia, vengono richiesti articoli classe A nei precedenti 15 anni (ad. es. p. 17 del documento).
15 ANNI FA, significa 2002 o 2001.
Che succedeva nel 2002 o nel 2002?
Innanzitutto non c’erano le classi A, che sarebbero arrivate 10 anni dopo, ma il mondo era diverso!
C’era Bush, c’era Papa Giovanni Paolo II (3 pontificati fa), l’Italia non aveva ancora vinto il mondiale di calcio del 2006, e soprattutto (se uno inizia il calcolo nel 2016, sia arriva nel 2001), NON C’ERA L’EURO!
E’ UN SECOLO FA!
Assurdo!
Però ora, bisogna togliere la retroattività per i collegi di dottorato e, cosa ancor più importante per l’ASN!!!!!!!!!!!!!
La domanda è sempre quella: se la gente sa che i requisiti sono formulati in maniera stupida e assurda, perché non si ribella?
Il dottorato e i suoi meccanismi spesso non vengono né discussi né resi pubblici.