Nella legge di stabilità verrebbe reso stabile il travaso nel bilancio di ANVUR di 3 milioni di euro prelevati dal fondo di finanziamento ordinario di università ed enti di ricerca. Nel 2014 una delibera dell’ANVUR è costata in media al contribuente italiano 100.000 € (centomila euro). Più di quanto è costato in media al Liverpool un passaggio di Supermario Balotelli. I dirigenti del Liverpool hanno ceduto l’attaccante al Milan. Renzi sembra invece aver deciso che 100.000 € è il prezzo giusto di ogni delibera. Noi gli suggeriamo di ispirarsi al modello inglese che lui stesso ha evocato nel suo recente intervento all’Università di Venezia, e di cominciare ad applicarlo proprio all’ANVUR, portando i compensi del consiglio direttivo al livello di quelli dell’analoga agenzia britannica. Risparmierebbe così 1 milione di euro, che insieme ai tre sottratti all’FFO potrebbero confluire più utilmente in un “gruzzoletto” per il diritto allo studio, di cui nella legge di stabilità non c’è alcuna traccia.
A maggio Gianantonio Stella sul Corriere della Sera, riprendendo un post di Roars, denunciava i costi sproporzionati della Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR). Nel 2014 una delibera dell’ANVUR è costata in media al contribuente italiano 100.000€ (centomila euro). Più di quanto è costato in media al Liverpool un passaggio di Supermario Balotelli. Come è noto, i dirigenti del Liverpool hanno ceduto l’attaccante al Milan. Renzi invece ha deciso che 100.000€ per ogni delibera dell’ANVUR vanno bene e sembra si accinga con la prossima finanziaria a rendere stabile il travaso di 3 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario di università ed enti di ricerca al bilancio dell’ANVUR (art. 22 comma 9 della bozza della bozza della legge di stabilità). Nessuna tirata d’orecchi, insomma. Si vede che a Renzi sta bene che ogni delibera ANVUR continui a costare 100 mila euro al contribuente italiano. Per sempre.
Redazione Roars a suo tempo aveva proposto, inascoltata, un intervento di spending review, basato sul modello francese,che avrebbe permesso di risparmiare circa 750.000 € annui sui costi di ANVUR attraverso la riduzione del compenso dei membri del direttivo.
Dopo le dichiarazioni del presidente Renzi a Ca’ Foscari, pensiamo che si possa fare di meglio. Renzi ha detto che per l’università l’Italia si dovrebbe ispirare la modello britannico. Noi proponiamo di cominciare proprio dall’ANVUR. Portiamo i compensi del direttivo ANVUR al livello di quello dei membri del board del’agenzia britannica HEFCE.
Il presidente del board dell’HEFCE riceve una remunerazione annua di 64.560€ (47.350 sterline) contro i 210.000€ ricevuti dal presidente di ANVUR (prof. Fantoni che, ricordiamo, cumula tale compenso alla pensione).
I membri del board dell’HEFCE [tutti i dati disponibili qui] ricevono invece un onorario pari a 6.817€ (5.000 sterline) contro i 184.000€ ricevuti dai membri del consiglio direttivo di ANVUR.
Passando al modello inglese il direttivo di ANVUR costerebbe ogni anno al contribuente italiano 105.876€ contro i 1.281.000€ attuali, con un risparmio di 1.175.124€.
All’obiezione che con queste retribuzioni nessuno dei “migliori” vorrà più fare il membro del direttivo ANVUR, Renzi potrà sempre tirare dritto come fece qualche tempo fa di fronte alle minaccia di manager pubblici preoccupati per il loro stipendio.
Ma ci permettiamo di ricordargli che alla fine, non sarebbe certo un gran danno se il direttivo appena rinnovato, a fronte di una drastica riduzione dei compensi, decidesse di andarsene a casa. Infatti se la legge di stabilità consoliderà il budget della squadra, il ministro Giannini ha appena rinnovato la squadra. Si è infatti concluso l’iter di selezione del nuovo consiglio direttivo. La nuova squadra scelta dal ministro Giannini, si è avvalsa di un team di selezionatori esperti che ha sottoposto al ministro quindici nomi, scelti anche sulla base di un “provino” in cui i concorrenti dovevano scrivere un “tema” sulla valutazione. Raffaele Simone, autore de L’università dei tre tradimenti, da oltre vent’anni fustigatore dell’università dei baroni, dopo aver letto il florilegio di quei temi pubblicato da Roars, ha scritto:
Sono venuti alla luce dettagli che lasciano senza parole. La maggior parte dei testi sono redatti in un italiano traballante, per sintassi e lessico, con una prosa sciatta in un tripudio di argomenti inconsistenti e perfino di captatio benevolentiae nei confronti dell’agenzia, e soprattutto con riferimenti generici e non aggiornati in tema di valutazione.
Per sorvolare sul fatto che, come si legge nei resoconti della VII Commissione della Camera, uno dei prescelti dagli attenti selezionatori e poi prescelto dal ministro per far parte della squadra ANVUR, ha presentato
linee programmatiche che contengono estratti letterali – non virgolettati – provenienti dai seguenti quattro testi di altri autori, da lui non citati: 1) Evarita D’Archivio, La riforma Brunetta e la realtà dell’università su Altalex, 2010; 2) Eliana Minelli, Gianfranco Rebora, Matteo Turri, Valutare o misurare i risultati ? Il caso dell’università su LIUC papers, 2005; 3) S. Cesaratto, S. Avveduto, M. C. Brandi, A. Stirati, Il Brutto Anatroccolo. Il Dottorato di ricerca in Italia fra università, ricerca e mercato del lavoro, Franco Angeli, 1994; 4) Andrea Bonaccorsi, Presentazione al XII Convegno Codau, 2014.
Qualcuno potrà dire: ecco la solita proposta demagogica dettata dall’esigenza di non sottrarre soldi dal FFO di università ed EPR per darli all’ANVUR. Niente di tutto questo. Se Renzì vorrà adottare il modello inglese di remunerazione dei membri ANVUR, gli suggeriamo di utilizzare quei risparmi insieme ai tre milioni sottratti all’FFO, circa 4 milioni di euro per costituire un “gruzzoletto”, certo non risolutivo, per il diritto allo studio, dimenticato dalla legge di stabilità, anche se «Il confronto con i principali paesi europei è impietoso», come scrive oggi il Corriere della Sera citando l’Unione degli universitari, in un articolo che riporta le classifiche del Rapporto Eurydice appena pubblicato.