Innescata da Roberta De Monticelli, Ruggero Pardi e Guido Poli e rilanciata da Libertà e Giustizia, si è abbattuta una bufera sul Presidente del Cnr, Massimo Inguscio. «Decine di prestigiosi studiosi, tra cui Remo Bodei, Lorenza Carlassare, Nando Dalla Chiesa, Paul Ginsborg, Tomaso Montanari, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Nicla Vassallo, Gustavo Zagrebelsky, hanno chiesto le immediate dimissioni del neo eletto Presidente del Cnr» scrive Corriereuniv.it. La causa è stata la pubblicazione su Roars (in forma di testo e video) delle sue dichiarazioni sul progetto IIT-Technopole, rilasciate in occasione dell’incontro “Il futuro della ricerca. Cnr e Università insieme per l’innovazione”: «il dovere nostro è di fare andare avanti l’Italia. Quindi, di fare sinergie, mettere insieme le forze – dico bene? – Mh! Senza pensare a …. a principi etici». E anche: «guai a chi parla dell’etica superiore di tutti perche questo era Robespierre», con un malinteso riferimento alla storia d’Oltralpe che ha lasciato molti a bocca aperta. Ma c’è anche chi mostra segni di apprezzamento per il neo-presidente: dal sito del CNR apprendiamo che il 19 aprile, presso l’Ambasciata di Francia, Massimo Inguscio è stato premiato con la Legione d’onore francese. Nemo propheta in patria, è stato il nostro primo pensiero. Il secondo è che ci siamo finalmente spiegati la ragione del frettoloso ripasso di storia francese.
Per aderire alla richiesta di dimissioni del Presidente del CNR:
http://www.phenomenologylab.eu/index.php/2016/04/presidente-cnr-ricerca/
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo di Roberta De Monticelli, Ruggero Pardi e Guido Poli, apparso il 18 aprile su Phenomenology Lab e sul sito di Libertà e Giustizia.
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Il Presidente del CNR e l’etica della ricerca. Richiesta di dimissioni
«Guai a chi parla dell’etica superiore di tutti perché questo era Robespierre» dato che «il dovere nostro è di fare andare avanti l’Italia. Quindi, di fare sinergie, mettere insieme le forze – dico bene? – Mh! Senza pensare a …. a principi etici».
Sono solo alcune frasi dell’intervento pronunciato dal nuovo presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Massimo Inguscio, in occasione dell’incontro “Il futuro della ricerca. Cnr e Università insieme per l’innovazione”, che si è svolto venerdì 8 aprile 2016, nell’aula magna del Palazzo Centrale dell’Università di Catania, su invito del rettore Giacomo Pignataro, e che è possibile ascoltare integralmente qui:
E’ una bella risposta a tutti quelli che invocano criteri di trasparenza ed equità nella gestione delle risorse pubbliche e che vedono nei conflitti di interesse o di competenza e nelle logiche spartitorie della politica un male endemico del quale questo Paese dovrebbe una volta per tutte liberarsi. Come la senatrice a vita Elena Cattaneo, come Giovanni Bignami, già presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, come i molti autorevoli rappresentanti del mondo accademico e scientifico che ne hanno ripreso le critiche al metodo con cui è stato finora gestito il progetto Human Technopole, legato (ottima idea) alla destinazione di una parte dell’area ex-Expo alla ricerca scientifica, che dovrebbe godere di 1,5 miliardi di finanziamenti statali ripartiti su 10 anni (idea altrettanto buona pur nel deserto in cui languisce il resto della ricerca e dell’università italiana). Critiche anche costruttive, come si può vedere da questo appello pubblicato anche sul “Corriere della Sera” il 31/03/2016:
http://www.phenomenologylab.eu/index.php/2016/03/appello-human-technopole-expo/
Forse non tutti sanno che il neo presidente del CNR presiede anche la Commissione per l’Etica della Ricerca (vedi https://www.cnr.it/it/ethics). Ma come è possibile rivestire questo ruolo e, contemporaneamente, permettersi quei toni allusivi, opachi, sintatticamente disarticolati e esplicitamente minatori nei confronti di chi -per i criteri di trasparenza- si batte pubblicamente? Come è possibile essere la massima autorità pubblica per l’etica della ricerca e, insieme, incarnare comportamenti esemplari di ciò che si vorrebbe estirpare?
C’è tutto: gli accordi sottobanco: “uno chiacchiera con l’IIT – cioè uno non dice «io a te non ti … eccetera» e cerca di capire cosa fare”. Il “conto” da presentare al politico di turno: il Ministro “ha la bontà … di sentire molto adesso il CNR… … perché è ovvio che deve pur … come dire … sentire noi”. La minaccia neppure troppo velata per chi non si allinea: “guai a chi parla dell’etica superiore di tutti perché questo era Robespierre”, il quale, a onor del vero, aveva posto la “virtù” al di sopra di tutto e non l’etica ed era anzi ben disposto a violare e transigere norme etiche e di giustizia per far marciare le sue idee. L’atto di gettare il sasso e nasconder la mano: “è chiaro che una … cioè, a volte troppa passione … eh … non prendere appunti, però, no”.
Parole come queste suonano profondamente offensive, non nei confronti di Elena Cattaneo soltanto, ma di tutti i cittadini e le cittadine che hanno provato sconcerto e anche indignazione di fronte a metodi tanto estranei all’etica della legalità, al dettato e allo spirito della nostra Costituzione (Art. 9, Art. 33, Art. 34).
Anche la logica di questo discorso lascia stupefatti: alla premessa che il ministro dovrà sentire il CNR, cioè all’istituzione pubblica deputata a promuovere la ricerca italiana con i metodi di terzietà e trasparenza accettati dalla comunità scientifica internazionale, segue la conclusione “quindi faremo sinergia” – a prescindere dai principi etici, appunto. Non: quindi svolgeremo il nostro compito di applicazione delle regole di controllo e trasparenza. No: faremo sinergia con l’ente già investito di poteri e risorse indipendentemente da queste regole. Perché, come il professor Inguscio aveva già spiegato, “non è che uno dice «Vade retro Satana», ma uno dice «eeeeh … no è giusto così, vediamo se li possiamo usare anche noi così»”. Si intende, i soldi piovuti per arbitrio politico. “E’ giusto” dunque l’uso arbitrario e non trasparente del denaro pubblico!
Infine le scuse offerte alla stampa del giorno dopo (“Repubblica” 16/04/2016, p. 23) ribadiscono, con l’innocenza di un’abitudine radicata, esattamente la stessa noncuranza nei confronti del principio di trasparenza e lo stesso misto di relativismo etico e realismo politico: ma questi suonano davvero sorprendenti sulla bocca di un alto funzionario che dovrebbe curarsi, in primo luogo, dell’interesse pubblico. E che invece esprime rincrescimento, non per la sostanza delle cose dette, ma perché sono state rese pubbliche. E ribadisce che non c’è alcun obbligo assoluto in materia: “Io volevo dire che se si vogliono raggiungere dei risultati, muoversi in nome di valori assoluti non ti fa essere costruttivo”.
Tutte queste ragioni configurano, a nostro avviso, un’incompatibilità assoluta con l’alto ruolo pubblico di Presidente del CNR e quindi della Commissione per l’Etica della Ricerca. Chiediamo quindi le dimissioni del professor Inguscio da questa carica, augurandoci che questa richiesta sia condivisa da tutti i ricercatori e i cittadini a cui sta a cuore una vera politica pubblica degli investimenti in conoscenza e ricerca, al fine di promuovere un’autentica ascesa del nostro Paese agli standard di civiltà all’altezza delle altre nazioni libere ed avanzate, nonché del suo glorioso passato scientifico e culturale.
Roberta De Monticelli (Centro di Ricerca PERSONA), Università San Raffaele, Ruggero Pardi (Associazione di Biologia Cellulare e del Differenziamento), Università San Raffaele, Guido Poli, Università San Raffaele;
Per la Presidenza di Libertà e Giustizia:
Nadia Urbinati, Columbia University, New York (Presidente)
Tomaso Montanari, Università degli Studi di Napoli Federico II (Vicepresidente)
Gustavo Zagrebelsky, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Università di Torino, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli (Presidente Onorario)
Paul Ginsborg, Università di Firenze
Adesioni (in progress):
Giacomo Costa, Em. Università di Pisa
Nando Dalla Chiesa, Università di Milano
Mario De Caro, Università di Roma Tre e Tufts University
Roberto Escobar, Università di Milano
Margherita Pieracci Harwell, Em. University of Illinois
Alfonso Maurizio Iacono, Università di Pisa
Stefano Rodotà, Scuola di studi superiori dell’Università degli Studi di Torino
Alberto Vannucci, Università di Pisa
Nicla Vassallo, Università di Genova
Maurizio Viroli, Università di Lugano e Princeton University
Vuoi aderire? vai al sito:
http://www.phenomenologylab.eu/index.php/2016/04/presidente-cnr-ricerca/
18 aprile 2016
Beh, qui la soluzione mi sembra facile: lo si faccia presidente del CNR…S. Così sono contenti Francesi e Italiani allo stesso modo.
Siete sicuri che sia una buona idea radere al suolo cosi’ il nuovo presidente del cnr prima ancora che cominciasse, per di piu’ una persona scientificamente molto valida e che aveva gestito a quanto pare bene l’ente che aveva guidato? Non stiamo parlando di uno yesman del governo (le dichiarazioni sullo HT ad esempio mi parevano pacate, non ho letto toni entusiasti di endorsement) o di un politico avvezzo alle durezze di quel mondo, ma di uno studioso come noi. Non mi sembra che quelle frasi (sicuramente sbagliate ma secondo me soprattutto per come sono “venute fuori”, quello che voleva dire probabilmente, magari non condivisibile, era piu’ innocuo di come appare dalle frasi estrapolate) siano motivo per chiedere addirittura le dimissioni! Temo che cosi’ si danneggi la ricerca (perche’ si indebolisce il cnr che potra’ chiedere meno al governo) e si mandi nel “tritacarne” una persona che non mi pare lo meriti…
Si, appunto. Una polemica molto (ma molto) sopra le righe, roba di pochissima sostanza. Per una battuta piuttosto innocua sull’Etica, tra l’altro spesso usata come clava..
Anch’io ho avuto il dubbio che forse sono io (e i redattori di Roars e molti lettori di Roars e la Presidenza di Libertà e Giustizia e …) ad essere troppo sensibile. Magari, chi è estraneo al mondo accademica trova la polemica molto (ma molto) sopra le righe e anche di pochissima sostanza, mi sono detto tra me e me. Allora ho provato, per esperimento, a mostrare il video di Inguscio a persone che non sono professori o ricercatori per vedere che impressione ne traevano. Sono rimasti esterrefatti e mi hanno chiesto se era tutto vero o se era uno scherzo. Vuoi vedere che la polemica non è così sopra le righe e che c’è anche un po’ di sostanza? – mi sono ridetto tra me e me.
Concordo. L’uscita di Inguscio è stata certamente molto infelice e l’IIT non piace a nessuno di noi, ma lo scandalo sollevato supera la dimensione del problema. Io credo che Inguscio volesse dire che un ente di istituzione totalmente politica può, almeno teoricamente, essere soggetto a regole di opportunità delle quali è responsabile la politica che l’ha istituito, che non coincidono con l’usuale e irrinunciabile metro dell’etica scientifica. Io non sono interamente d’accordo, sia perché l’IIT fallisce anche rispetto alle regole di opportunità (non ha combinato pressoché nulla), sia perché il mandato politico dell’IIT è indefinito; ma aspetterei fatti più concreti di questo scivolone prima di attaccare Inguscio.
È chiaro che si tratta di un fraintendimento quello che è avvenuto a Catania e il Direttore Inguscio parlava in buona fede. È molto più interessante osservare il “fuoco amico” che proviene da Pisa, la sua Alma Mater, e il conseguente profondo masochismo dei due atenei pisani, oltre che la piccolezza di professori in altri contesti stimati, che evidentemente però non sono in grado di afferrare il significato di espressioni figurate.
Una polemica costruita sul nulla assoluto, mi stupisce Bodei.
I self-righteous, Marchesi del Grillo dell'”Etica” sono una categoria insopportabile, in genere pronti a fare le peggiori schifezze.
Che fine ha fatto la richiesta di dimissioni del ministro?
Quelli con cui ha parlato lei si saranno certamente detti scandalizzati, quelli con cui ho parlato io no, e pensano, come me, che sia una polemica pretestuosa. Non sono affatto estraneo al mondo accademico, se la cosa puo’ interessare, se non altro per evitare di portarsi sistematicamente su “high grounds” nelle risposte.
Lei non solo non è estraneo al mondo accademico ma è anche molto ben introdotto: e infatti per questo, oltre a scrivere ciò che scrive, non si firma.
Non credo di essere particolarmente bene introdotto, purtroppo o per fortuna. Un nick usato per esprimere semplici opinioni (e non per fare rivelazioni su fatti e/o persone), mi pare previsto dalle regole che voi stessi avete stabilito. Se l’anonimato vi disturba, dovreste cambiare le regole di partecipazione al forum.
Non ho detto che è contro le regole ho detto che è tipico dell’accademico italiano quadratico medio.
Più grave delle sciocche dichiarazioni di Inguscio è che ci siano colleghi che difendono un simile personaggio. Sono i secondi, infatti, ad aver generato il primo e a permettergli di stare là dove si trova. E di rimanerci.
“piu’ grave delle sciocche..”, “..difendono un simile personaggio”, “..aver generato..”, mi sembrano toni sopraeccitati assai. L’elezione di un Presidente del CNR risponde a logiche di potere complicate, immagino. E’ stato appena eletto, le chiacchiere sono niente, giudichiamolo dai fatti. Magari evitando di appiccicare l’etichetta di malfattore (o giu’ di li’) a chiunque dissenta dalla levata di scudi dei supremi custodi dei “principi etici”.
Mi pare che la sostanza delle critiche al discorsetto del presidente del CNR scaturiscano dalla sostanza del discorso stesso e che la prima sostanza non sia in contraddizione la seconda e vice versa. Le frasi del discorsetto non erano estrapolate, il discorsetto stesso aveva una sua coerenza semantica evidente, a prescindere dalle sgrammaticature dello stile parlato. Se però la battuta sull’etica è innocua, innocue sono anche le critiche, per la stessa ragione di similitudine di sostanza. Il fatto è che a certuni quella battuta è sembrata grave e inopportuna oltre che opportunistica (che fosse opportunistica era evidente ma non per questo necessariamente condivisibile). Quel che Inguscio voleva dire sta nelle sue parole del momento, che noi possiamo ancora riascoltare (verificare), e non nelle interpretazioni a distanza, espresse in circostanze mutate rispetto a quella del discorso. A quelle parole e a quel momento ci si deve riferire e a null’altro. Forse alcuni vogliono mettere nel dimenticatoio il quasi mezzo miliardo non speso dall’IIT. Altri no, ma questa non è una ragione per stipulare accordi, non importa quali e come, purché siano e facciano accedere ai fondi affidati all’IIT, nel passato e nel futuro.
.. in contraddizione CON …
Non sono d’accordo che si tratti di una polemica senza alcuna sostanza. Stiamo parlando del presidente del maggiore ente di ricerca nazionale che interviene in un incontro pubblico in una Università, non di quattro chiacchiere al bar fatte da un professore!
“Le parole sono importanti!” (cit.)
Come ricercatore CNR mi sento di poter chiedere che il presidente parli un italiano corretto e comprensibile e che non intervenga “a braccio” su temi così importanti come l’etica nel finanziamento alla ricerca.
La richiesta di dimissioni tanto innocua non e’. PS: sarebbe interessante se ROARS ci dicesse quali erano le alternative ad Inguscio.
un blog, gestito da persone cattive e invidiose

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«Oggi voglio prendere le difese del Professor Massimo Inguscio, che viene perfidamente trattato in un blog, gestito da persone cattive e invidiose. Non solo: invito i miei pochi lettori a manifestargli solidarietà. Mettiamoci nei suoi panni. …»
scrive Enzo Boschi. In Redazione abbiamo fatto un salto sulla sedia. Cattivi, passi, ma invidiosi? Poi abbiamo letto con calma e abbiamo colto il registro paradossale dell’intervento uscito sul Foglietto della Ricerca:
http://ilfoglietto.it/il-foglietto/4654-il-caso-inguscio-attenti-benpensanti-robespierre-vi-guarda.html?utm_source=newsletter_123&utm_medium=email&utm_campaign=ombre-rosse-il-foglietto-della-ricerca-n-13-del-21-aprile-2016-anno-xiii
“cafonalino d’onore”. Non c’è più rispetto: Dagospia riserva un titolo irriverente al conferimento delle Legioni d’Onore a diverse personalità italiane.
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http://www.dagospia.com/rubrica-6/cafonalino/cafonalino-onore-festa-palazzo-farnese-consegna-legion-123173.htm
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Come spunto riflessione, ecco alcune informazioni reperibili in rete, se solo si ha la pazienza di effettuare qualche ricerca su Google.
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[1] Un articolo che prova a tirare alcune somme sull’esperienza del Prof. Inguscio alla direzione dell’INRIM di Torino:
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«Uscito un paio d’anni fa da un penoso commissariamento che aveva messo fine alla discussa presidenza Carpinteri (vedi Newsletter 3/2013), l’INRiM aveva accolto con viva speranza la nuova presidenza del prof. Inguscio, noto fisico della materia, fondatore del Laboratorio LENS di Firenze e più recentemente Direttore di Dipartimenti di Fisica del CNR.
…
Col tempo, però, tale processo eccessivamente top-down ha mostrato difetti, come ad esempio la creazione di una divisione di servizi ipertrofica e funzionante per certe grandezze – come la meccanica, la massa e la chimica – come una “bad bank” nella quale sono anche confluiti, cosa grave, molti Ricercatori.
…
Nel giro di un anno, la situazione è precipitata per l’invasività, crescente persino rispetto alla già pesante situazione precedente (tipica nei piccoli Enti), delle pretese del management dell’Ente, in cui è difficile distinguere tra la DG ed il Presidente. L’elenco è lungo, ed ha creato una situazione di crescente preoccupazione, talvolta quasi di panico.»
http://www.anpri.it/inrim-metrologia-italiana/
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[2] Quando Inguscio dice che l’IIT
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“è una realtà che esiste, che usa i soldi. Li usa come come noi vorremmo usarli anche noi. Cioè non è che uno dice «Vade retro Satana», ma uno dice «eeeeh … no è giusto così, vediamo se li possiamo usare anche noi così»”
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ha forse in mente il caso del Laboratorio LENS dell’Università di Firenze, di cui il prof. Inguscio è cofondatore ed è stato direttore dal 1998 al 2004 (http://www.wired.it/scienza/2016/02/16/chi-e-inguscio-presidente-cnr/), sul cui sito è riportato che il suddetto laboratorio ha fruito di due finanziamenti erogati dall’Istituto Italiano di Tecnologia nell’ambito di un suo bando denominato “SEED”, per un ammontare totale di 855mila euro:
http://www.lens.unifi.it/index.php?include=research/projects&menu=research/projects/projects_menu&active=research&id=22
http://www.lens.unifi.it/index.php?include=research/projects&menu=research/projects/projects_menu&active=research&id=21
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[3] Anche se si tratta probabilmente di un caso di omonimia, troviamo che sul sito di IIT, tale Bianca Inguscio ha lavorato presso IIT:
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https://www.iit.it/people/bianca-inguscio
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[4] CNR ieri, oggi e domani
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«Roberto de Mattei, dell’università dei Legionari di Cristo ed ex vice presidente del CNR ai suoi tempi gradito al prof. Massimo Inguscio dell’univ. di Firenze che dirige in quota a se stesso e/o dell’Opus Dei un Dipartimento nel quale incorporerebbe volentieri l’INRIM.»
http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2012/06/29/divina-concorrenza/
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Il professor Massimo Inguscio è stato nominato nel febbraio scorso dalla ministra Giannini, alla quale il comitato di valutazione aveva proposto una “cinquina” di candidati, selezionati attribuendo a ciascuno dei 26 scienziati aspiranti un massimo di 50 punti per le competenze scientifiche e altrettanto per le competenze gestionali. In quella cinquina il candidato Inguscio risultava terzo a pari merito con Adriana Albini e Roberto Donovaro con 86/100, dopo Vincenzo Barone 95/100 e Francesco Sette con 92/100. Inguscio è certamente un fisico di prestigio, socio dell’Accademia dei Lincei e grande sostenitore della sinergia tra ricerca scientifica e industria. Sarà forse questo il motivo per cui la ministra ha deciso di estrarre dalla cinquina il nome di un professore dell’università di Firenze vicino all’Opus Dei.
http://www.nandocan.it/?p=41434
«L’etica? Fuori dai coglioni. La morale? Un optional del tutto inutile, anzi sgradevole. La pensa così, a quanto pare, lo “scienziato” Massimo Inguscio (nella foto), fresco di nomina al vertice del Cnr. Se il buongiorno si vede dal mattino, la ricerca nel povero Belpaese è destinata al massacro»
http://www.lavocedellevoci.it/?p=5652
Oca Sapiens:
[a Inguscio] «sarà arrivata la solidarietà di Alberto Carpinteri al quale il prof. Inguscio s’era precipitato a portare la propria quando se ne scopriva il cv falsificato e i ricercatori dell’INRiM si ribellavano alla farsa piezonucleare?»
http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2016/04/20/os-digest-per-conto-terzi/
ANPRI – Associazione Nazionale Professionale per la Ricerca:
«Inguscio si è lasciato sfuggire delle frasi sulla necessità di procedere, nell’opera di risistemazione del Paese e di rilancio della Ricerca Pubblica, “senza pensare a giudizi etici”. Frasi che nessuno si sarebbe aspettato di ascoltare dal Presidente del più grande Ente pubblico di ricerca italiano, dove operano migliaia di Ricercatori che al rispetto dell’etica e della trasparenza sono formati, perché sul rispetto dell’etica e dell’integrità della ricerca si basa il confronto scientifico, e presso il quale è costituita una Commissione per l’etica della Ricerca di cui lo stesso Inguscio è Presidente.»
http://www.anpri.it/la-difficile-settimana-del-presidente-inguscio-improvvide-dichiarazioni-pubbliche-autocensure/
Articolo 33
«A questo punto, più che una raccolta firme, ci verrebbe la voglia di lanciare una campagna “Je suis Maximilien” per chiedere, quantomeno, di non tirare in ballo Robespierre nelle vicende molto “italiane” che riguardano la gestione dei fondi di ricerca.
Potrebbe così Inguscio cogliere lo spunto per approfondire l’arte oratoria, nella quale l’Incorruptible senz’altro primeggiava, e spiegarci una volta e per tutte in modo limpido e cristallino se il CNR stia stipulando una convenzione con IIT per Human Technopole, e in che termini e con quali modalità ciò stia avvenendo.»
http://www.articolo33.it/index.php/campagne/44-articolo15/205-je-suis-maximilien
Donatella Coccoli su Left:
«L’etica nella ricerca conta» e per questo c’è chi chiede le dimissioni del presidente Cnr »
http://www.left.it/2016/04/21/letica-nella-ricerca-conta-e-per-questo-ce-chi-chiede-le-dimissioni-del-presidente-cnr/