Segnaliamo ai lettori la mozione con la quale il Consiglio Universitario Nazionale interviene nella disputa sul D.M. relativo ai punti organico per il 2013.
OGGETTO: Mozione – Decreto Ministeriale 9 agosto 2013 n. 713 “Decreto criteri e contingente assunzionale delle Università statali per l’anno 2013”
Adunanza del 23 ottobre 2013
IL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
- Visto il Decreto Ministeriale 9 agosto 2013 n. 713 “Decreto criteri e contingente assunzionale delle Università statali per l’anno 2013” e la distribuzione del contingente di risorse espresso in termini di Punti Organico di cui alla Tabella 1 del citato Decreto;
- Considerato il Decreto Legislativo 29 marzo 2012, n. 49 “Disciplina per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche di bilancio e di reclutamento degli Atenei” e, in particolare, l’articolo 7;
- Considerato quanto già espresso dal CUN in data 3 maggio 2012 nella sua considerazione sul Decreto Legislativo 29 marzo 2012, n. 49;
- Visto l’art. 66, comma 13 bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni e integrazioni;
RILEVA CHE
Nella predisposizione del decreto non si è colta l’opportunità di riformulare per il 2013 i criteri di ripartizione delle risorse derivanti dal turnover, opportunità esplicitamente offerta dall’art. 7, comma 6 del d. Lgs. 49, espressamente richiamato dall’art. 66, comma 13-bis della legge n. 133/2008, come inserito dall’art. 14 comma 3 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012 n. 135 e successivamente modificato dall’art. 58, comma 1, lett. a) del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98 .
Tale riformulazione avrebbe potuto tener conto degli effetti distorsivi, del resto puntualmente verificatisi, derivanti da un’applicazione meccanica dei criteri definiti per il 2012 dallo stesso art. 7 del d. lgs. n. 49/2012, effettuata senza valutare l’impatto dei nuovi vincoli di sistema imposti dalle leggi di stabilità, tra cui in particolare quello di “procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato e di ricercatori a tempo determinato nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al venti per cento di quella relativa al corrispondente personale complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente”, vincolo che si applica al complesso del sistema universitario.
Per effetto dell’applicazione meccanica del D. Lgs. 49 si è determinata una evidente disparità di trattamento fra gli Atenei, in quanto la distribuzione dei punti organico utilizzabili varia dal 6.9% al 213% del turnover 2012 dei singoli Atenei. Sarebbe quindi necessario per la distribuzione delle risorse di punti organico individuare nuovi algoritmi che comprendano al loro interno meccanismi perequativi volti ad attenuare eccessive distorsioni, come peraltro a suo tempo previsto nella ripartizione effettuata nel 2012 e del resto costantemente applicato in sede di ripartizione del FFO.
Lo schema di ripartizione 2013 favorisce in maniera considerevole gli Atenei che si trovano in una situazione economico-finanziaria molto solida, andando però a penalizzare un ampio numero di Atenei che si trovano in una situazione combinata di costo del personale e indebitamento comunque ritenuta positiva dallo stesso d. lgs. n. 49/2012. Infatti, a norma del suddetto decreto legislativo tutti i 63 Atenei si sarebbero trovati in un regime assunzionale pari o superiore al 20% del turnover, e 53 Atenei avrebbero avuto diritto a un recupero superiore al 20%, mentre con la ripartizione effettuata solo 32 Atenei hanno titolo a un recupero pari o superiore al 20%.
L’analisi dei dati presenti nella tabella 1 allegata al decreto di ripartizione dei punti organico mostra come la distribuzione basata su indicatori legati al bilancio degli Atenei risulta di fatto direttamente collegata al livello di tassazione degli studenti. Tale indicatore non può essere assunto come principale indicatore di sostenibilità economica e finanziaria considerato che il livello di tassazione è correlato ai contesti sociali e territoriali di riferimento degli Atenei e ai vincoli che legano la tassazione al FFO.
Tutto ciò premesso, il CUN, nel riservarsi un’analisi più approfondita e dettagliata degli effetti del Decreto di ripartizione anche in relazione alla consistente riduzione delle spese di personale già verificatasi negli ultimi anni, auspica di poter giungere ad un momento di confronto fattivo con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca al fine di individuare possibili percorsi correttivi volti ad attenuare gli effetti palesemente sperequativi conseguenti all’applicazione dell’attuale modello di ripartizione.
Firmato
Il Vicepresidente del C.U.N.
Prof. Carla Barbati
Mi sembra una doverosa presa di posizione! Da notare lo spunto di alta diplomazia: “Nella predisposizione del decreto non si è colta l’opportunità di riformulare per il 2013 i criteri di ripartizione delle risorse derivanti dal turnover”. Per buona pace istituzionale, evidentemente non si rimarca che la disposizione di criteri adeguati per il 2013 non era un’opportunità, bensì un preciso obbligo di legge… (d. lgs. n. 49/2012)
Forse persino troppo felpato, questo auspicio del CUN, ma sicuramente convincente. Speriamo solo che venga preso in considerazione.
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