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Aggiornamento [ore 23:57]: in seguito alla pubblicazione di questo post, Repubblica.it ha cambiato il sottotitolo che ora non menziona più una “Lettera a Renzi di 5.000 ricercatori …” ma una “Lettera a Renzi dell’associazione dei ricercatori …”. Per questi ultimi sviluppi rimandiamo i lettori a: La ritirata delle truppe cammellate: arriva Roars e i 5.000 “pro-Natta” spariscono da Repubblica.it


la Repubblica titola:

L’ansia da Brexit dei cervelli in fuga: “Pronti a tornare se l’Italia chiama”

Il corrispondente da Londra del (fu) principale quotidiano italiano, riferimento per i lettori progressisti del paese, ci informa che

Lettera a Renzi di 5.000 ricercatori che lavorano in Gran Bretagna. “Sì al merito, ma serve la riforma”

Si legge:

La Brexit può mettere fine alla “fuga dei cervelli”, riportando in Italia gli studiosi del nostro paese che oggi insegnano e fanno ricerca in Gran Bretagna. E’ il messaggio che l’associazione dei docenti universitari italiani nel Regno Unito manda al premier Matteo Renzi in una “lettera aperta”: con un apprezzamento per la recente proposta da parte del nostro governo delle “cattedre Natta”, tentativo di creare uno spazio per gli accademici interessati a rientrare in patria, ma anche un’esortazione a una più ampia riforma. Senza la quale i “cervelli” non potranno smettere di fuggire. […] Per la maggior parte sono dipendenti delle università del Russell Group, come Oxford, Cambridge, University College London (Ucl), Imperial, King’s College, London School of Economics, Queen Mary. “C’è un grande numero di italiani che hanno successo negli ambienti accademici più prestigiosi di questo paese e dunque del pianeta, segno che la preparazione di base ricevuta in Italia è molto buona”, commenta il professor Roberto Di Lauro, addetto scientifico della nostra ambasciata a Londra. […] Ma ora temono le conseguenze della Brexit. “Caro Presidente Renzi”, comincia la lettera dell’Association of Italian Scientists in Uk (Aisuk), l’associazione degli scienziati italiani in Gran Bretagna, “l’intenzione del Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea potrà avere effetti gravi per l’accademia e il settore della ricerca scientifica […]La creazione delle cattedre Natta, l’accento messo sulla meritocrazia e l’accettazione del principio per cui chi è più bravo guadagna di più (“come in una squadra di calcio”, spiega il professor Antonio Guarino, docente di economia alla Ucl e presidente dell’Aisuk), sono da elogiare, ma non bastano.”.

 

Insomma la notiziona del giorno è che 5000 cervelli italiani in UK hanno scritto al premier Renzi una lettera in supporto delle cattedre Natta. Loro che sarebbero l’eccellenza che lavora nelle università tra le più prestigiose del pianeta riconoscerebbero che il governo avrebbe fatto bene a varare il tanto controverso piano Natta. Una notizia che meriterebbe sicuramente la massima attenzione da parte di tutti, compresa la comunità accademica italica, che come si sa è infestata da baroni, amanti e portaborse. Ma la schiera di cervelloni, capitanata dal prof. Roberto Di Lauro, attaché scientifico all’ambasciata italiana a Londra, nonché ordinario presso l’Università Federico II di Napoli, avrebbe scritto una lettera insieme all’Association of Italian Scientists in Uk (Asiuk) in favore del merito e dunque del governo. Tutto torna giusto? No.

Sul sito della Aisuk non c’è traccia della lettera

http://www.aisuk.org/

Repubblica scrive 

Lettera a Renzi di 5.000 ricercatori che lavorano in Gran Bretagna.

ma poi leggendo l’articolo si scopre che

il Regno Unito ha circa 5 mila professori italiani, secondo una stima del Times Higher Education.

Sarà vero? E se è vero, possibile che abbiano firmato tutti, ma proprio tutti? 

La stima del THE non siamo proprio riusciti a rintracciarla. Ma abbiamo trovato i dati ufficiali. Se si guardano le statistiche pubblicate dall’HEFCE, lo staff accademico, comprensivo di “professional and support, and atypical staff” nel 2014-2015, ultimo dato disponibile, ammontava a 3710 unità di personale.

Quindi in UK non sembra che ci siano 5000 professori italiani. Chi ha firmato la lettera allora?

L’arcano viene chiarito dallo stesso Di Lauro sollecitato da noi su facebook 

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La Aisuk, fondata ad agosto 2015, attiva dal 5 ottobre 2016, è una impresa privata, propriamente una Private Company, Limited by Guarantee, No Share Capital.  La quota sociale è di £5. Ma dal sito non si capisce quanti membri abbia. Il Board of Directors, conta 8 persone, più un addetto stampa e un membro onorario: il summenzionato prof. Di Lauro.  La pagina Facebook ha ben 36 “like” , e su twitter ci sono 68 followers

Insomma, per quanto la Brexit  sia stato un brutto colpo, trovare  5.000 cervelloni pronte ad apprezzare le cattedre Natta non è possibile neanche in un incubo. Dispiace che Repubblica si sia ridotta a fare da megafono a queste improbabili iniziative, invece di dare spazio alle oltre 5000 firme (VERE) raccolte dalla petizione

L’Università si riforma, non si commissaria da Palazzo Chigi

oppure le quasi 5000 (anche queste VERE) raccolte da Carlo Ferraro per

la dignità e contro la «facile demagogia» 

Questo è il giornalismo 2.0. Questa è la politica 2.0. A noi sorge il dubbio che fossero più numerose e più autentiche le valorose truppe cammellate dei cinegiornali Luce:

… l’organizzazione logistica e tattica  del nuovo fronte di battaglia si svolge rapida e metodica: ecco dei reparti cammellati, diretti verso est, truppe indigene e metropolitane si snodano nel deserto marmarico, marciando senza riposo ad una temperatura proibitiva per altre tempre che non quelle dei nostri soldati.

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10 Commenti

  1. Tranquilli, sono solo meteore. A mio parere dall’estate 2017 ci sarà un trio comico Renzi-Alfano-Verdini allo sbaraglio a cercare voti di centrodestra (e finalmente finisce sta farsa). Forza Italia un ricordo lontano, la lega abbastanza presente ma isolata, un partito di sinistra con Bersani leader. Speriamo che i Cinquestelle non siano una delusione, visto che tutti gli altri gli stanno costruendo un frecciarossa verso Palazzo Chigi.

  2. Mi aspetto, a breve, che una costituenda VIWeiDG (Vereinigung der italienischen Wissenschafler die einmal im Leben für eine Woche In Deutschland gewesen sind= Associazione degli scienziati italiani che sono stati per una volta nella vita una setimana in Germania, anche senza invito) mandi una lettera di complimenti con 20.000 firme a Renzi….. e resto convinta del fatto che l’unica arma che noialtri sfigati professori di ruolo nelle università italiane abbiamo una sola risposta contro il decreto Cattedre Natta: tante domande quanti ne siamo. Chi non meriterebbe un trattamento “speciale”?

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