I tagli alla spesa pubblica previsti dal nuovo governo finnico colpiscono in modo durissimo l’istruzione terziaria.

Come riferisce il Sole24Ore:

Entro il 2017 l’Università di Helsinki dovrà ridurre di un migliaio di persone il suo staff per far fronte ai robusti tagli alla spesa pubblica che, in una Finlandia ormai obbligata a intraprendere la strada dell’austerity, coinvolgono anche il settore istruzione, fiore all’occhiello del Paese.

Tagli che colpiranno sia il personale tecnico che docente.

Gli alfieri dell’austerity, davanti alle difficoltà economiche del Paese hanno deciso di procedere con le forbici e le Università si trovano di conseguenza a fronteggiare un ridimensionamento di dimensioni straordinarie:

On 18 September the largest general strike for several decades was staged, and on the following day 30,000 people took to the streets to protest against the government’s austerity plans. This was the largest such demonstration in the Finnish capital since 1917, when Finland gained its independence from Russia.

Unions representing 2.2 million people – in a country of 5.5 million – went on strike, protesting over the government’s proposal to cut welfare rights. Railways, buses and airports were closed down. The government had proposed cuts in welfare rights to reduce government spending.

These included ending two public holidays; reducing overtime payments; no extra pay for working on Sundays; cutting sick leave pay by 20%; and reducing public employees’ holidays from 38 to 30 days per year. Unions had agreed to an increase in the retirement age from 63 to 65 years.

Ulteriori notizie possono essere lette qui e qui.

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10 Commenti

  1. La differenza fra i due sistemi universitari consiste nel fatto che i tagli là coinvolgono il personale esistente, i tagli qua riguardano sostanzialmente il futuro (nuove assunzioni/giovani ricercatori/assegnisti/dottorandi, oltre che ovviamente biblioteche/laboratori). Non è una differenza da poco.

    • “Qui” dove? Non ho visto licenziare nessun docente, neanche quei “famosi” definiti fannulloni. I docenti persi sono i non-assunti, cioè appunto i giovani penalizzati, in altre parole “il futuro”.

    • @Renzo Rubele: “Non ho visto licenziare nessun docente, neanche quei “famosi” definiti fannulloni”. capisco il punto del tuo commento, ma non dimenticare che siamo in Italia: e così come la spending review è sempre consistita in ‘semplici’ tagli lineari (magari concentrati in ben precisi settori, ma sempre di tagli lineari si tratta) pure un eventuale azione di licenziamento nel settore della PA (o dell’università, tanto ormai si sa che si può tagliare senza colpo ferire solo lì) sarebbe praticato secondo modalità ‘ragionieristiche’ e non andando nel merito della questione (che non necessariamente vuol dire stanare questi fantomatici docenti ‘fannulloni’…).

  2. Giusto, ma quelli che si fanno il c… sono quelli che son rimasti … e poi i giovani sono “i nostri” che abbiamo formato e che vediamo andare all’estero … Renzi da fiorentino dovrebbe capire che una bottega d’artigiano che perde i ragazzi di bottega non ha futuro … artisti non si nasce si diventa.
    Ciao

  3. Solo per evitare di dire: “avete visto lo stanno facendo anche loro (Finlandia e Danimarca etc.), da quale quota del pil partivano prima di tagliare. 3% o più? Da noi come ven rappresentato dai valorosi del roars c’è stata una riduzione dallo 1,2 allo 0,9? Mi sbaglio Nicolao meraviglio?! un conto è togliere il dolce e il dessert e un altro ridurre del 20% il pugno di riso della soppravvivenza.
    O mi sbaglio. Forza roars farza Ferraro.

    • Verissimo. Le uni finniche oltre che popolate da belle bionde, sembrano hotel a.5 stelle: le aule le mense i laboratori: cose che qui non vedremo mai,solo nei sogni. I tagli saranno al massimo prepensionamenti. La Finlandia è uno Stato, non un coagulo di interessi corporativo. Hanno tenuto a distanza i russi per secoli e sono 5 milioni. Il nord europa è un sogno per un paese sfasciato come il nostro, rendiamoci conto di dove viviamo please…

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