Il Presidente della CRUI scrive a Renzi e Giannini a proposito del progetto Human Technopole e del ruolo assegnato a IIT. «Riteniamo inopportuno attribuire governo e direzione di un tal progetto ad un unico soggetto, di natura privata e individuato senza alcuna valutazione comparativa. Se tale indirizzo è stato assunto temendo l’eccessiva complessità e farraginosità in cui operano la ricerca e le università pubbliche, allora il progetto HT diventi la leva per cambiare le regole, per tutti e subito, in modo da potersi confrontare e misurare sullo spessore e sul valore delle idee e dei progetti. Anche proposte gestionali che prevedano una collaborazione pubblico-privata possono essere nuovi strumenti di coinvolgimento e responsabilizzazione del sistema pubblico della ricerca, quel sistema che già oggi permette all’Italia di essere nelle prime posizioni al mondo per produttività di ricerca scientifica.»
Sul sito della CRUI è stata pubblicata la lettera di Gaetano Manfredi, Presidente della CRUI, al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Università
Onorevole Presidente, Onorevole Ministro,
con l’adozione del Piano Nazionale della Ricerca (PNR) 2015-2020 sono state sbloccate risorse, che sebbene ancora inferiori alla media europea ed alle necessità di un settore cruciale per il Paese, sono un segnale concreto di svolta, anche per la focalizzazione degli obiettivi e la concentrazione in aree di intervento. Ma soprattutto è stato riaffermato, con convincimento, il legame virtuoso fra lavoro, ricerca e sviluppo, nonché la necessità di investire con intelligenza e lungimiranza su capitale umano e infrastrutture di ricerca.
Una strategia che connota anche l’ambizioso, seppur embrionale, progetto Human Technopole (HT), che potrà, con le opportune misure, rappresentare insieme al PNR un’innovativa esperienza di governo e di valorizzazione della ricerca italiana.
Come Conferenza dei Rettori delle Università italiane intendiamo contribuire al conseguimento degli obiettivi del PNR e al successo del HT. Siamo convinti che una grande infrastruttura scientifica sui temi della salute e della qualità della vita, come quella proposta con il progetto HT, debba fare leva sulle migliori espressioni ed istituzioni della ricerca e dell’innovazione del Paese rappresentando un’imperdibile occasione di rilancio, recupero e riscatto.
Urge, quindi, che il PNR e lo HT diventino laboratori di good governance, ovvero modelli di gestione intelligente, efficace e sostenibile della ricerca pubblica e privata. Per questo, devono essere adottati regole, criteri e metodi riconosciuti ed applicati dalla comunità scientifica internazionale e riassumibili in un concetto chiave: la valutazione competitiva dei migliori progetti e candidati. E’ pertanto auspicabile convergere su una gestione di HT che eviti i rischi della frammentazione e della dispersione delle risorse, ma al contempo che selezioni il meglio per il Paese con valutazioni comparative delle proposte, delle compagini progettuali e delle macro-aree di intervento.
Per l’ambizione degli obiettivi e la portata degli interventi, Human Technopole può andare oltre i progetti di ricerca e le grandi infrastrutture scientifiche: può diventare un incubatore di buone pratiche, una sfida di modernità che interesserà il presente e il futuro di luoghi, istituzioni, imprese, cittadini. È un leading edge project su cui inevitabilmente saranno misurate e valutate la credibilità, la qualità e lo spessore dell’annunciato cambio di passo politico, ma anche l’efficacia della conoscenza posta al centro del cambiamento, a motore di innovazione.
Riteniamo inopportuno attribuire governo e direzione di un tal progetto ad un unico soggetto, di natura privata e individuato senza alcuna valutazione comparativa. Se tale indirizzo è stato assunto temendo l’eccessiva complessità e farraginosità in cui operano la ricerca e le università pubbliche, allora il progetto HT diventi la leva per cambiare le regole, per tutti e subito, in modo da potersi confrontare e misurare sullo spessore e sul valore delle idee e dei progetti. Anche proposte gestionali che prevedano una collaborazione pubblico-privata possono essere nuovi strumenti di coinvolgimento e responsabilizzazione del sistema pubblico della ricerca, quel sistema che già oggi permette all’Italia di essere nelle prime posizioni al mondo per produttività di ricerca scientifica.
Siamo certi che la sensibilità e l’attenzione mostrate da questo Governo sapranno interpretare al meglio questa visione, alla quale la CRUI intende collaborare con impegno e passione.
Con i migliori saluti.
Perchè “inopportuno” e non “illegale, illegittimo, illecito”, forse anche “criminale”?
Citando la lettera: “Una strategia che connota anche l’ambizioso, seppur embrionale, progetto Human Technopole (HT), che potrà, con le opportune misure, rappresentare insieme al PNR un’innovativa esperienza di governo e di valorizzazione della ricerca italiana.”. Quindi non c’e’ nessuna opposizione di principio ad un progetto sbagliato ma una loro approvazione dello steso ed una semplice richiesta di sedersi al loro tavolo.
Ennesima delusione dall’operato della CRUI e dalle posizioni da lei espresse.
Gentile roberto,
per una volta che qualcuno ha detto ufficialmente:
“Se tale indirizzo è stato assunto temendo l’eccessiva complessità e farraginosità in cui operano la ricerca e le università pubbliche, allora il progetto HT diventi la leva per cambiare le regole, per tutti e subito”
Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno! :)
Cielo! Che vedo! Che sento!
Dalla CRUI!
Sono diventanti BUONI! :) :) :)
La lettera contiene alcuni passaggi ambigui. Capisco che questa sia una lettura estrema, ma come si dice a casa mia. a pensar male si fa peccato ma…. A me è venuto in mente che potrebbe contenere un messaggio di questo tipo:”caro governo noi stiamo buoni e non faremo storie sull’uscita dell’università dalla PA, ma le risorse di HT non puoi darle tutte ad IIT”. Spero veramente di essere smentito.
Sempre dalla lettera:
“Come Conferenza dei Rettori delle Università italiane intendiamo contribuire al conseguimento degli obiettivi del PNR e al successo del HT. Siamo convinti che una grande infrastruttura scientifica sui temi della salute e della qualità della vita, come quella proposta con il progetto HT, debba fare leva sulle migliori espressioni ed istituzioni della ricerca e dell’innovazione del Paese rappresentando un’imperdibile occasione di rilancio, recupero e riscatto.”
…..
e poi un momentaneo dissenso (per mostrare alla parte del mondo accademico che sono dalla loro parte e non per HT)
“Riteniamo inopportuno attribuire governo e direzione di un tal progetto ad un unico soggetto, di natura privata e individuato senza alcuna valutazione comparativa.”
ma subito tornano dalla parte giusta:
” Se tale indirizzo è stato assunto temendo l’eccessiva complessità e farraginosità in cui operano la ricerca e le università pubbliche, allora il progetto HT diventi la leva per cambiare le regole, per tutti e subito, in modo da potersi confrontare e misurare sullo spessore e sul valore delle idee e dei progetti”
Quindi quasi come dice Baccini. Noi non siamo contenti di HT ma ti appoggeremo solo se ci fai diventare come IIT e ci permetti (come noi auspichiamo) di uscire dal perimetro della PA. Se no dacci almeno parte delle delle risorse e facci partecipi nella gestione di HT.
Io il bicchiere lo vedo tutto pieno per HT e vuoto per gli altri.
La Crui non indica direzioni, di solito, ma segue quelle indicate da chi detiene il potere. Da questo punto di vista, non stupiscono le parti “ambigue” (scritte magari per compiacere il manovratore), mentre fa notizia che la Crui si metta di traverso sulla direzione del progetto HT affidata a IIT. Se lo fanno, vuol dire che le quotazioni di IIT sono scese parecchio rispetto a qualche mese fa, quando – non a caso – la Crui stava in silenzio lasciando che i singoli rettori si muovessero in ordine sparso e con il cappello in mano.
Dopo l’intervento di Napolitano (https://www.roars.it/human-technopole-un-progetto-improvvisato-da-ripensare-gli-interventi-di-elena-cattaneo-e-giorgio-napolitano/), un altro indizio di erosione del consenso sul progetto HT (almeno, quello nella sua forma originaria).
Sono un po’ cinico: ora si sono messi d’accordo e hanno unificato il cappello.
Certo, ma non lo tendono più verso Cingolani adesso.
La Cattaneo, che vedrei benissimo come futuro presidente della repubblica, è un ottimo riferimento per università e ricerca. La sua determinazione sta avendo effetti tangibili, tra questi il cruciale intervento di Napolitano.
L’ex presidente ha anche detto che Renzi dovrebbe dimettersi in caso di vittoria del no al referendum d’ottobre. E’ cambiata l’aria e se ne sta prendendo atto da più parti. L’intervento della CRUI va quindi letto come un inevitabile corollario.