Quale sarà l’effetto della pandemia sulla spesa destinata alla ricerca e allo sviluppo? L’Istituto statistico canadese, l’equivalente dell’ISTAT, ha svolto di recente un’indagine per valutare l’impatto della crisi del Covid-19 sulle unità produttive che operano sia nel settore delle imprese private sia nel settore pubblico che include gli enti pubblici di ricerca e le università. I risultati mostrano cambiamenti molto diversificati tra le varie spese sostenute. La ricerca e sviluppo è l’attività che meno ha risentito delle modifiche della spesa (nessun cambiamento nel 63,1% delle unità produttive). Le riduzioni più significative nella spesa per R&S si riscontrano nel complesso del settore manifatturiero (22,1%) ed in quello dell’informazione e della cultura (19,1%). La dimensione dell’unità produttiva svolge un ruolo significativo: le unità produttive di maggiore dimensione in termini di numero di dipendenti hanno apportato più significativi mutamenti della spesa per R&S, in larga misura nel senso della diminuzione (circa il 20,0%); quelle più piccole si sono orientate più di frequente verso gli stessi livelli precedenti (oltre il 60,0%) ed hanno proporzionalmente aumentato di più la spesa.
LA RISPOSTA DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA CANADESE ALLE SFIDE DEL COVID-19
L’Istituto statistico canadese, l’equivalente dell’ISTAT, ha svolto di recente un’indagine per valutare l’impatto della crisi del Covid-19 sulle unità produttive che operano sia nel settore delle imprese private sia nel settore pubblico che include le varie branche della pubblica amministrazione, gli enti pubblici di ricerca e le università. Tra i temi trattati, i dati raccolti riguardano le spese sostenute per lo svolgimento delle attività dell’organizzazione, le produzioni legate all’emergenza sanitaria richieste dal governo, le forme organizzative all’interno ed all’esterno dell’unità produttiva.
I risultati relativi a 1.200 unità produttive nel periodo 3-24 aprile 2020 mostrano cambiamenti molto diversificati tra le varie spese sostenute. Hanno ricevuto la massima priorità: le spese per la sanificazione e le pulizie dei locali con un aumento del 58,3%, e quelle per materiale per ufficio e computer (25,0%), verosimilmente per attivare o incrementare il telelavoro. Relativamente al personale, sono state drasticamente ridotte le spese per le missioni e, per quanto riguarda la formazione, l’attenzione è scesa per la parte generale-professionale (29,6%) ma, allo stesso tempo, è aumentata (11,3%) al fine di fornire ai dipendenti strumenti e metodi utili per il lavoro da casa. Le unità produttive hanno ritenuto di apportare significative riduzioni alle spese per i servizi dei subcontraenti, per le manutenzioni, per il sostegno ad attività sociali e di pubblica beneficenza.
Fonte: https://www150.statcan.gc.ca/t1/tbl1/en/tv.action?pid=3310023901&pickMembers%5B0%5D=3.2
La ricerca e sviluppo è l’attività che meno ha risentito delle modifiche della spesa (nessun cambiamento nel 63,1% delle unità produttive) e le modifiche sono state maggiormente nel senso della diminuzione che in quello dell’aumento – da notare che nel 19,1% dei casi i rispondenti al questionario non hanno fornito risposta – non sempre è facile, specialmente per le piccole imprese, identificare e quantificare la spesa per R&S. Le riduzioni più significative nella spesa per R&S si riscontrano nel complesso del settore manifatturiero (22,1%) ed in quello dell’informazione e della cultura (19,1%). La dimensione dell’unità produttiva svolge un ruolo significativo: le unità produttive di maggiore dimensione in termini di numero di dipendenti hanno apportato più significativi mutamenti della spesa per R&S, in larga misura nel senso della diminuzione (circa il 20,0%); quelle più piccole si sono orientate più di frequente verso gli stessi livelli precedenti (oltre il 60,0%) ed hanno proporzionalmente aumentato di più la spesa.
In risposta alle richieste del governo, il 3,3% delle unità produttive ha indicato che ha iniziato a produrre nuovi prodotti per affrontare la crisi. Nel settore dell’industria manifatturiera l’11,9% del totale ha dichiarato che ha modificato la produzione, in particolare, di mascherine e dispositivi per la protezione degli occhi, igienizzanti per le mani, tute protettive, ventilatori.
In termini di riorganizzazione delle attività, quasi la metà delle unità intervistate (45,4%) ha dichiarato che ha introdotto nuove modalità di interazione e di vendita con i clienti, mentre circa due quinti (38,1%) hanno incrementato l’uso delle connessioni virtuali al proprio interno (telelavoro).